C'è rimasta soltanto Roberta Vinci (ore 17) ma Paolo Lorenzi con Murray è uscito a testa alta

Editoriali del Direttore

C’è rimasta soltanto Roberta Vinci (ore 17) ma Paolo Lorenzi con Murray è uscito a testa alta

Roberta Vinci favorita con l’ucraina Tsurenko. Ma la tendinite? Resurrezione Brit. Francia meglio della Spagna. Le Williams…

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Per anni, anche quando il tennis italiano non brillava di luce particolarmente vivida, fra colleghi ci divertivamo a prendere in giro gli inglesi.

“Avrete anche inventato il tennis, ma non vincete mai” era la battuta ricorrente. Da quando si è affacciato sulla scena Andy Murray, e soprattutto quando lo scozzese ha spento definitivamente la luce su Fred Perry vincendo Wimbledon (olimpico e non) e la Coppa Davis, tutti abbiamo smesso di ironizzare.

Anche perché noi italiani in campo maschile non abbiamo avuto granché di cui gloriarci. Per anni e anni ci siamo dovuti aggrappare alle nostre sante donne…(suona male, detto così, ma rende l’idea).

Ciò detto ormai non ci aspettavamo più che oltre a Murray, ai primi passi inglese quando vinceva e scozzese quando perdeva, il tennis britannico riuscisse a tirar fuori altri due eccellenti giocatori come Kyle Edmund e Daniel Evans.

Per la prima volta dal 1968 il Regno Unito ha portato tre giocatori al terzo turno e due agli ottavi – come non era mai successo nel tennis open qui a New York – cioè Murray e Edmund. Nel 1932 i Brits erano stati quattro:Perry, Austin, Avory e Olliff. Altri tempi.

Mentre Evans, n.64 ATP dopo anni di retrovie, ha lottato alla pari con Wawrinka prima di arrendersi al quinto dopo essere stato avanti due set a uno e aver avuto anche un matchpoint nel tiebreak del quarto set.

Andy Murray, per molti il grande favorito del torneo considerate anche le incerte condizioni fisiche di Novak Djokovic, ha sofferto più del previsto con il nostro Lorenzi che ha servito per il set tanto nel primo che nel secondo set e lo ha impegnato duramente anche nel quarto, dopo una flessione nel terzo. Murray, campione per la seconda volta a Wimbledon, ha perso una sola partita negli ultimi mesi: da Cilic a Cincinnati.

Bravo quindi Lorenzi a tenerlo in campo per più di 3 ore e un quarto. Avrebbe meritato il quinto set, ma forse sono stati proprio cinque set dell’altra sera contro Simon a limitarne la resistenza.

Non è riuscito ancora a battere un top-ten, in una dozzina di tentativi, ma come ha detto il suo coach Galoppini: “Paolo ha ancora bei margini di miglioramento”. Alla faccia di chi dice che 35 anni sono troppi per giocare bene a tennis e correre come ha fatto Paolo stasera.

Tornando ai Brits…quello che l’altra notte ha battuto il gigante Isner, è un torello e un giovane dotato di buona personalità e colpi pesanti. Il dritto è una sassata. Di questo Edmund risentiremo parlare anche se dovesse essere asfaltato da Djokovic.

Ricordo che Greg Rusedsky che seguiva gli junior britannici quando qui al torneo junior ne arrivarono 3 su 4 in semifinale mi disse: “Edmund è quello che farà più strada…”.

Edmund, perse dal nostro Quinzi in semifinale a Wimbledon junior però…

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