US Open, semifinali. Imparare dal passato? I numeri di Djokovic, Monfils, Wawrinka e Nishikori

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US Open, semifinali. Imparare dal passato? I numeri di Djokovic, Monfils, Wawrinka e Nishikori

Alla scoperta di curiosità numeriche sui quattro semifinalisti. Top3 in palio tra Nishikori e Wawrinka. Le infinite finali di Djokovic, i doppi falli di Monfils

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Oggi vanno in scena le semifinali maschili, che vedono protagonisti l’indiscusso numero 1 al mondo Djokovic (che ha blindato la posizione grazie a Nishikori), la sorpresa Monfils, alla sua prima semifinale slam dopo otto anni, Nishikori, alla seconda semifinale US Open dopo due anni e Wawrinka, che ha numeri molto solidi negli slam negli ultimi tre anni. Analizziamo i due incroci partendo dallo stato di forma dei singoli e poi guardando i precedenti, senza dimenticare di “dare qualche numero” che descriva la storia recente dei quattro nei tornei dello Slam.

[1] N. Djokovic – [10] G. Monfils 

Djokovic giunge alla decima semifinale consecutiva agli US Open, meglio di lui solo Connors, proprio a Flushing Meadows, e Federer in Australia. Il bilancio di Nole nelle nove semifinali disputate è di 6-3: ha raggiunto la finale nel 2007 sconfiggendo Ferrer, nel 2010 e 2011 sconfiggendo Federer, nel 2012 ancora contro Ferrer, nel 2013 sconfiggendo Wawrinka e nel 2015 battendo Cilic. Quattro sconfitte, due contro Federer nel 2008 e 2009, una contro Nishikori nel 2014. Ma come arriva a questa semifinale?

In questo torneo spiccano i soli nove set e mezzo disputati, i due ritiri ed il walkover di cui ha beneficiato. Dubbi sulla spalla e sul polso parzialmente dissipati dai primi due ottimi set contro Tsonga. Nonostante un servizio poco potente, restano ottimi i numeri sulla seconda: il serbo ha ottenuto il 57% di punti con la seconda, ma la stessa percentuale riguarda Monfils. Per motivi opposti, entrambi hanno pochi numeri da cui trarre spunti interessanti, infatti il serbo ha completato soltanto due incontri su cinque, mentre Monfils ha affrontato avversari spesso non all’altezza. Monfils, tuttavia, è l’unico a non aver ancora perso un set, come accadde nel 2015 a Federer. In dieci semifinali raggiunte, Djokovic soltanto in un caso (2012) vi è arrivato senza mai perdere un set, giocando un tie break nei QF contro Del Potro, così come Monfils ha fatto al 1T contro Gilles Muller. Addirittura Monfils chiude al 6 i suoi set da 11 set consecutivi, ricordando in qualche modo Cilic, che chiuse gli ultimi 9 set degli US Open 2014 al 6 in 8 occasioni.

Ma Monfils, seppur migliorato in questo frangente, ha un punto debole contro Djokovic ed è proprio il numero di doppi falli che è costretto a commettere per non esporsi alla seconda del serbo. In questo torneo il francese ha servito pochi doppi falli per i suoi standard: 15 in 5 match, contro 49 aces. Solo con Almagro, al 3T, ha un bilancio “pericoloso”, ovvero 9-7, negli altri quattro match non ha mai commesso più di tre doppi falli.

Diamo un’occhiata agli scontri passati tra i due: il bilancio non ha pietà, Djokovic conduce 12-0, non ha mai perso contro Monfils. I due si sono incontrati 11 volte su cemento, di cui 8 all’aperto. Nonostante Monfils abbia sempre perso, ha venduto cara la pelle in più occasioni, si pensi agli US 2005 (Nole vince 7-5 al quinto), ma specialmente ai due tie break decisivi disputati in finale a Bercy nel 2009 ed in Canada nel 2014. Molti i tie break disputati tra i due, ben nove, prevale nettamente Djokovic (7-2), segno che Monfils è giocatore emotivo e a volte incapace di reggere la pressione nei momenti cruciali. Tra i due anche due scontri qui agli US Open: nel 2005 un giovane Djokovic la spuntò 7-5 al quinto, come detto sopra, dopo aver subito un bagel al quarto set, poi nel 2010 in un match con poca storia, solo tre game racimolati dal francese dopo il tie break del primo set.

[3] S. Wawrinka – [6] K. Nishikori 

Sulla carta più interessante la seconda semifinale. L’incrocio di stili è raramente così marcato: forte al servizio Stan e debole Kei, rovescio ad una mano Stan, bimane per Kei, lunga preparazione del colpo per Stan e anticipo estremo per Kei. Wawrinka nell’intervista post-match dopo aver battuto Del Potro ai QF ha dichiarato, sornione, che i cinque set disputati da Nishikori fossero una buona notizia, ma ha dimenticato che nel 2014 Nishikori lo ha battuto al quinto lo stesso Wawrinka (allora ai QF) proprio dopo un durissimo match al quinto contro Raonic al 4T. Complessivamente, Wawrinka è in vantaggio 3-2 negli scontri diretti, ma i due sono in parità sul cemento (2-2) e Nishikori ha vinto sia l’unico incontro in uno Slam che l’ultimo match, la semifinale in Canada con Stan che ha sciaguratamente perso il primo set commettendo un’incredibile errore a rete.

Nishikori ha la miglior percentuale assoluta di vittorie al set decisivo (oltre il 75%), seguito in questa speciale classifica da Djokovic e Borg. Nel 2016 ha un bilancio di 12-3 (80%). Spesso negli incontri importanti, soprattutto se al quinto e con i big, il nipponico parte ad handicap, perdendo il primo set, ma con lo scorrere dei game trova i colpi ed il ritmo e migliora il proprio gioco, diventando anche molto più propositivo e cercando la rete più spesso. Contro Murray, Nishikori è sceso a rete 3 volte nel primo set, 10 volte nel secondo, 5 nel terzo, 5 nel quarto e 11 nel set decisivo. Lo stesso atteggiamento di due anni fa nel quarto di finale contro Wawrinka.

Per cercare le chiavi di lettura dell’incontro di stanotte, analizziamo il match di due anni fa, di cui molti ricorderanno il falco non chiamato da Stan in un moment decisivo del terzo set. Nella tabella riportiamo i dati relativi ai singoli set ed al totale.

US 2016 QF [10] K. Nishikori – [3] S. Wawrinka 3-6 7-5 7-6(7) (5)6-7 7-5

stat wawrinka nishikori 2 stat wawrinka nishikori

Nel bilancio tra dati positivi e negativi. Si notano molti spunti interessanti, che elenchiamo:

– Nishikori ottenne pochissimo direttamente dal servizio (anche decisamente meno potente in media);
– la percentuale di prime in campo è una chiave: in quattro set, chi serve più prime vince;
– Stan vince più punti con la prima, ma Nishikori va in crescendo;
– i punti vinti con la seconda sono cruciali per Stan;
– se Stan serve bene, Nishikori fa veramente pochissimi punti in risposta;
– Stan va poco a rete, Nishikori di più e sempre di più con l’allungarsi del match;
– Stan cerca il vincente più di Kei, ma il nipponico spinge di più nella seconda metà del match;
– Stan sbaglia di più, ma anche Nishikori sbaglia poco solo ad inizio match, quando deve “capire” gli scambi e non spinge;
– i due giocarono un match tiratissimo, emblematico il fatto che Stan perse un match facendo quattro punti in più.

Wawrinka sarà un osso duro da battere: negli ultimi 13 slam, è giunto 11 volte alla seconda settimana, 10 volte ai QF, ben 7 volte in semifinale e quando ha perso, spesso ha perso lottando fino all’ultimo. Ecco in dettaglio il suo bilancio da tre anni ad oggi:

US 13 – SF persa al quinto contro Djokovic dopo aver battuto Murray
AUS 14 – W battendo Djokovic e Nadal
RG 14 – 1T
W 14 – QF perdendo al quarto con Federer (dopo aver giocato tre giorni di fila)
US 14 – QF persi al quinto contro Nishikori
AUS 15 – SF persa al quinto contro Djokovic
RG 15 – W battendo Federer e Djokovic
W 15 – QF persi al quinto contro Gasquet con 2 match point non sfruttati
US 15 – SF persa da Federer
AUS 16 – 4T persi al quinto contro Raonic
RG 16 – SF persa al quarto contro Murray
W 16 – 2T perso al quarto contro Del Potro
US 16 – SF

Un vero e proprio “(st)animale” da slam.

Ricordiamo infine che questa semifinale ha in palio anche il numero 3 del ranking.

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