US Open, uomini: Wawrinka è di nuovo "The Man", battuto Nishikori

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US Open, uomini: Wawrinka è di nuovo “The Man”, battuto Nishikori

Nella seconda semifinale degli US Open, bella prestazione di Stan Wawrinka, che in quattro set sconfigge Nishikori. Il giapponese non aveva mai perso contro un top10 in questo torneo. Wawrinka in finale Slam per il terzo anno di fila, dopo Melbourne 2014 e Parigi 2015

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[3] S. Wawrinka b. [6] K. Nishikori 4-6 7-5 6-4 6-2 (Da New York, Ferruccio Roberti)

stats wawrinka

La semifinale della parte bassa del tabellone maschile tra Wawrinka e Nishikori, rispettivamente n°3 e 7 ATP, era sulla carta la più equilibrata ed interessante, tra due tennisti che in ogni caso avrebbero proposto nella finale di domenica profili relativamente nuovi a livello di finale Slam. Per lo svizzero sarebbe stata la terza (dopo quelle vinte agli Australian Open 2014 su Nadal e al Roland Garros 2015 su Djokovic), per il giapponese la seconda (dopo quella del 2014 persa qui a New York). L’equilibrio era prevedibile anche consultando i precedenti, che vedevano Wawrinka condurre tre a due, ma esaminando solo quelli sul cemento i due erano in parità con due successi per parte, con il nipponico vincente sia nei quarti qui due anni fa che ad inizio agosto di quest’anno nella semifinale del Masters 1000 di Toronto.

Lo svizzero, a riprova della sua continuità nei tornei dello Slam, era alla sua terza semifinale a New York negli ultimi 4 anni ed alla settima negli ultimi 13 Major. Pur non avendo incontrato nessun top 45 del ranking ATP, aveva avuto tra i quattro semifinalisti il cammino più travagliato per arrivare all’appuntamento odierno, perdendo 4 set e dovendo soprattutto annullare un matchpoint, con una volee di dritto, nel terzo turno contro Evans, stando in campo in totale 14 ore e 47 minuti, tempo maggiore a quello degli altri tennisti arrivati in semi.

Diverso il cammino del giapponese, quarto nella Atp Race 2016 (la classifica che considera solo i risultati stagionali), che nei primi tre turni aveva perso un set a match contro Becker, Kachanov e Mahut, prima di battere in tre Karlovic agli ottavi e poi rimontare Murray da due set ad uno sotto, portando a 5-0 il suo record negli US Open contro top ten (3-11 negli altri Slam) e sconfiggendo per la seconda volta in nove incontri lo scozzese. Per raggiungere la sua seconda semifinale in uno Slam, Nishikori aveva perso 5 set ed impiegato in campo 13 ore e 2 minuti.

“Umida” è stata la prima parola che Djokovic ha usato per descrivere le condizioni della sua semifinale con Monfils ed in effetti, per far meglio comprendere al lettore quanto essa fosse elevata anche durante la sfida tra svizzero e giapponese, possiamo assicurare che, quando sono entrati in campo i due protagonisti della seconda semifinale, si sudava solo stando semplicemente seduti nella tribuna stampa. Quando la partita inizia alle 18.33 locali, gli spalti sono ancora in gran parte vuoti e non vi è bisogno della illuminazione artificiale che farà da supporto a gran parte del match. Nel primo set si gioca pochissimo a tennis e la partita fila via velocissima: dopo nove minuti, si è già sul 2 pari. Il quinto game è quello che fa girare il primo set: si spegne la luce allo svizzero, che in un amen subisce 4 punti consecutivi dal nipponico. Sino alla fine del parziale, non vi sarà un gioco nel quale chi riceve fa più di un punto, eccezion fatta per il decimo in cui Nishikori va a servire per il set: sul 30-15 fa doppio fallo, prima di risolvere ogni problema venendo a raccogliere a rete con una volee di rovescio (tante ed insolite le sue discese a rete nel primo set, quasi sempre vincenti) e poi chiudendo la pratica col suo primo ace, dopo 29 minuti. Un Wawrinka troppo falloso nei fondamentali di fondocampo, sebbene con ottimo rendimento al servizio, pensa bene di iniziare il secondo set nel peggiore dei modi e subito si trova sotto 0-40: sulla prima palla break va fuori il passante di dritto del giapponese, ma sulla seconda, una gran risposta di dritto di Nishikori fulmina il giapponese. Bisogna aspettare 46 minuti ed il quarto gioco di questo set per vedere il numero 3 arrivare a palla break: con un dritto lungo linea rimette in piedi una partita che rischiava di sfuggirgli di mano. Il settimo gioco è il primo dell’incontro nel quale si va ai vantaggi, dopo un’ora di partita ed è il game che cambia il set: il nipponico ha tre ghiotte occasioni consecutive per riprendersi il break di vantaggio. In una lo aiuta il servizio, in altre due è l’occhio di falco a cambiare a suo favore ben due decisioni arbitrali che altrimenti avrebbero mandato sul 4-3 e servizio Nishikori. Il giapponese si guadagna poi una quarta palla break con un gran rovescio lungolinea, annullato da un successivo servizio vincente di Stan, che poi con due vincenti porta a casa il game. Nel nono gioco il numero 7 del mondo ha nuovamente l’ occasione di ipotecare il set, con due palle break che lo porterebbero a servire per il parziale ed a mettere due pesantissimi set di vantaggio tra lui e l’avversario, ma sono annullate, una dallo schema servizio-dritto, l’altra da un’ottima prima. Sul 5-4 in suo favore è Stan ad avere a sua volta una grande occasione con una palla break che è anche set point, dopo un’ora e diciotto di partita, ma il nastro sul suo rovescio gli dice di no e rimanda indietro la pallina. L’occasione giusta per Wawrinka arriva due giochi dopo: sul 30 pari, guadagna la palla break con una spettacolare risposta di dritto ed il successivo errore di Niski con questo colpo regala la parità di set dopo 1 ora e 30 minuti.

Il quarto game del terzo parziale è quello che vede il primo strappo che indirizza l’esito del match: sul 30 pari Nishikori affossa in rete il rovescio, ma si salva con un ace. Due successivi errori consecutivi dalla sua parte destra mandano però sul 3-1 lo svizzero. Il sesto game può chiudere il terzo set definitivamente: il nipponico con un doppio fallo manda 15-40  l’avversario e concede due palle break del 5-1 allo svizzero, che non è capace di sfruttarle. Nel successivo gioco, il set clamorosamente si riapre: sul 30 pari una risposta aggressiva di Nishikori causa l’ errore di rovescio di Stan, che nel punto successivo viene ancora travolto dal dritto del giapponese, che così rientra nel set. A questo punto, qualche goccia di pioggia fa decidere all’organizzazione del torneo di non rischiare: la parte finale della seconda semifinale si giocherà con il tetto dell’ Arthur Ashe chiuso. Si arriva così al decimo game ed al momento decisivo del 30 pari: un nastro chiama a rete Stan, che chiude con la volee di rovescio. Il primo set point è annullato dal dritto di Nishi, che però pensa male di sparacchiare fuori di due metri quello successivo. La seconda palla set è quella buona: il nipponico scende a rete, ma non mantiene in campo con la voleee il passante di rovescio dello svizzero.

Il numero 3 del mondo è in controllo del match, il giapponese è sulle corde: il quarto set si apre con un parziale di 10 punti a 0 per lo svizzero, che sembra aver definitivamente chiuso la pratica. Una partita che ha cambiato volto mille volte, non può non concedere un’ultima sorpresa: Stan si distrae e si trova 0-40 sul suo servizio, salva le prime due palle break, ma sulla terza Nishikori è coraggioso, a seguito di uno scambio prolungato, a decidere di andare a rete e costringere all’errore sul passante di rovescio lo svizzero. Ormai però la differenza tra i due è notevole e Wawrinka subito ristabilisce le distanze: con un bel rovescio lungolinea sulla palla break risale sul 4-2 e mette definitivamente ko l’avversario, con la partita che in pratica finisce qui. Per l’ufficialità della prima finale a New York dello svizzero basta attendere due game, perché anche un combattente come il giapponese non sa più come cambiare l’inerzia del match e sul 2-5 15-30 un dritto di Stan sfonda il suo rovescio. Il primo match-point è annullato da una discesa a rete di Nishikori, che costringe ad un pallonetto di rovescio troppo lungo lo svizzero. La seconda palla match per Wawrinka  è quella buona: Kei affossa in rete il suo dritto e così, dopo 3 ore e7 minuti, si conosce lo sfidante di domenica per il numero 1 del mondo. Successo meritato per il numero 3 del mondo, che pur rischiando di andare sotto due set a zero, ha sempre dato l’impressione di essere lui il protagonista del suo destino: ha giocato male la prima ora di gioco, per poi salire di livello, senza neanche aver bisogno di strafare, complice il calo dell’ avversario, in una semifinale non bella, ma che ha concesso sino al terzo set molti ribaltamenti di punteggio che hanno divertito il pubblico. Ventitrè i precedenti tra Djokovic ed il numero 3 del mondo, 19 dei quali vinti dal serbo, ma le speranze di tutti gli appassionati di vedere una finale bella ed equilibrata vanno alla  serie aperta di nove vittorie consecutive in finale da parte di Wawrinka, incluse quelle con Nadal a Melbourne 2014 e quella, bellissima, a Parigi l’anno scorso.

 

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