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ATP Chengdu: il futuro è oggi, prima gioia per Karen Khachanov
In Cina forse è nata una stella: il ventenne russo Karen Khachanov conquista il primo titolo ATP in carriera rimontando Albert Ramos-Vinolas. L’erede di Marat Safin?

K. Khachanov b. [5] A. Ramos-Vinolas 6-7(4) 7-6(3) 6-3
Finale estremamente interessante quella che assegna il primo titolo del Chengdu Open, torneo nato proprio quest’anno per sostituire quello defunto di Kuala Lumpur. L’ultimo atto vede affrontarsi Karen Khachanov e Albert Ramos-Vinolas. Il giovane russo, alla caccia del primo successo ATP in carriera, ha da poco compiuto 20 anni e dopo le ottime prestazioni di Barcellona, Kitzbuhel e New York (dove per tre set mise in difficoltà Kei Nishikori). Il numero 101 del mondo è arrivato fin qui battendo Sousa, Mannarino, Lopez e Troicki. Ramos, da par suo, è giunto fino ai quarti di finale onorando la propria testa di serie – la n.5 – dopo aver avuto la meglio su Thiem e Dimitrov. Lo spagnolo, che a 28 anni sta giocando la miglior stagione della sua vita, è alla caccia del secondo titolo nel circuito maggiore dopo quello vinto lo scorso Luglio a Bastad battendo Ferrer e Verdasco rispettivamente in semifinale e finale, laddove nel 2012 a Casablanca aveva perso la sua prima finale nel circuito ATP contro Andujar. Quest’anno, inoltre, il catalano è arrivato ai quarti di finale al Roland Garros sconfiggendo Sock al terzo turno e Raonic negli ottavi prima di cedere il passo a Stan Wawrinka. Tra i due giocatori ci sono due precedenti, con Khachanov che ha vinto il primo nel 2013 sul cemento indoor di Mosca perdendo invece quest’anno sulla terra di Istanbul.
La partita inizia con “Djan” che fatica a mettere molte prime di servizio in campo, riuscendo però a gestire ugualmente gli scambi nei suoi turni di battuta, girando spesso intorno al dritto, con cui riesce a trovare diverse soluzioni vincenti soprattutto dall’angolo sinistro, sia con l’inside-in sia con l’inside-out. Il giocatore di Barcellona, invece, cerca di comandare gli scambi con il proprio dritto mancino, aprendosi il campo con il servizio che, pur non essendo potente – spinge poco con le gambe, compensando con la parte superiore del corpo – gli consente di aprirsi gli angoli e di prendere il centro del campo. Nel quarto gioco Khachanov trova due accelerazioni devastanti e si porta ai vantaggi sul servizio del rivale, riuscendo poi ad issarsi fino a palla break con un buon rovescio lungolinea che induce l’iberico all’errore. Il russo, però, sciupa la chance con una risposta di dritto steccata, consentendo così a Ramos di impattare sul 2 pari dopo un errore da fuori del campo dopo uno scambio prolungato. Nel game successivo Ramos alza il baricentro del suo gioco, trovando un buon dropshot che lo porta avanti 0-30, guadagnandosi poi due break point consecutivi costringendo l’avversario all’errore al volo grazie ad un buon passante di rovescio. A differenza di Khachanov, Ramos centra l’occasione, sfruttando un doppio fallo commesso dal moscovita.
Adesso Karen pare aver perso molta fiducia dalla parte del dritto, che sbaglia quasi sempre su palle sotto l’altezza della vita, non scendendo abbastanza con le gambe e non dando sufficiente rotazione – e quindi margine di sicurezza – al colpo. Si prosegue comunque seguendo i turni di servizio fino al 5-4, quando Ramos – chiamato a chiudere il parziale – si trova sul 30 pari dopo un bel rovescio lungolinea del russo. Qui lo spagnolo sbaglia un dritto inside-out che finisce in rete e che porta a palla break il rivale, il quale stavolta ne approfitta grazie ad un dritto steccato dallo spagnolo in uscita dal servizio – colpo con cui ogni tanto fa fatica, dimostrando a volte poca reattività con i piedi, aspetto su cui ha lavorato moltissimo in questi anni. Nell’undicesimo game il russo scappa sul 40-0, salvo poi farsi riprendere fino al 40 pari, con Albert che sbaglia una risposta e un dritto in diagonale che il nastro trascina in corridoio che valgono il 6-5 Khachanov. Il game seguente inizia con un doppio fallo del numero 31 del mondo, che poi però non ha problemi nel gestire il turno di servizio. Nel tie-break il russo va avanti di un minibreak sul 3-1 dopo un dritto in manovra scentrato dal catalano ed un vincente in lungolinea col medesimo fondamentale. Tuttavia, nel quinto punto Karen sbaglia due rovesci in diagonale che, aggiunto ad un ace centrale di Ramos, valgono il 5-3 per quest’ultimo. Nel nono punto il russo sbaglia un altro dritto su palla bassa. Il primo set point se ne va dopo un altro errore in uscita dal servizio da parte dello spagnolo, il quale però approfitta di un rovescio lungolinea di Khachanov che termina in corridoio e porta a casa i parziale dopo 64 minuti di gioco.
Il secondo parziale inizia con la reazione del numero 5 di Russia che, tra il primo e il terzo game si guadagna ben 4 palle break (notevole la volée bassa incrociata di rovescio sull’1 pari 30 pari), ma le sciupa rispettivamente con due errori di dritto, uno con la risposta di rovescio – seguita da un’imprecazione in russo – mentre nell’ultima è bravo l’allievo di Jose Maria Diaz e Noe Lozmozos a piazzare un ace centrale. In questa fase dell’incontro i due giocatori sembrano rifiatare un po’ in risposta. Sul 4-3 Ramos, però, il russo va sotto 15-30 dopo un gran rovescio in cross dell’iberico ed un doppio fallo, ma Karen scende bene a rete e trova poi due prime vincenti che lo portano sul 4 pari. Adesso Albert non ha alcun problema nel tenere i propri turni di battuta, servendo bene e tenendo lontano dal campo l’avversario, il quale quasi mai riesce a passare da una situazione di difesa ad una di attacco. Si arriva nuovamente al “jeu decisif“, che inizia con Khachanov che trova due dritti lungolinea strepitosi che lo portano sul 2-0, ma nel terzo punto restituisce il minibreak steccando con lo stesso fondamentale dopo che Ramos aveva trovato un’ottima profondità con i propri colpi nel corso dello scambio. Sul 2 pari il giocatore di Mosca trova un altro dritto lungolinea vincente, seguito da una prima esterna vincente. Sul 4-2, però, Karen scentra un dritto inside-out in uscita dal servizio: 4-3. Qui il russo trova finalmente una buona risposta di dritto che lo riporta avanti di un minibreak sul 5-3, Ramos sbaglia un dritto inside-in in uscita dal servizio – piuttosto macchinoso nel movimento – che regala tre set point al giovane avversario. Il russo stavolta non si fa pregare e chiude il parziale con un dritto in contropiede.
Nella frazione di gioco decisiva, sull’1 pari, Khachanov perde uno scontro a rete e dopo un dritto lungolinea che finisce a malapena in rete ed un rovescio lungolinea in avanzamento che si spegne anch’esso sul net – entrambi probabilmente figli di un po’ di stanchezza – il numero 101 ATP perde il servizio per la seconda volta nel match. Nel game seguente il russo trova un gran dritto lungolinea e, dopo un rovescio in rete di Ramos, si porta sul 30 pari. Lo spagnolo, però, trova un gran servizio – seguito da un comodo dritto – ma sbaglia un dritto su palla alta e lenta – non fidandosi nel giocare lo smash a rimbalzo. La sua difficoltà nel giocare gli “overhead” trova conferma nel punto successivo, quando mette in corridoio un comodo smash, concedendo dunque la palla del controbreak, prontamente annullata con un bel rovescio in cross. Karen non ci sta ed una buona accelerazione gli regala un altro break point, trasformato in seguito ad un altro errore con il dritto dal centro del campo in uscita dal servizio: 2 pari. Adesso, come accaduto nel set precedente, i due giocatori faticano poco in risposta. Si procede senza squilli fino al 4-3 per Khachanov, quando quest’ultimo trova un gran dritto inside-in e, dopo un dritto inside-out sbagliato in lunghezza, si porta avanti 0-30. Nel punto successivo il catalano è bravo a difendersi e a far sbagliare col rovescio il rivale, che sul 15-30 sbaglia un dritto in avanzamento su palla bassa: 30 pari. Qui, tuttavia, il numero 31 del mondo commette un sanguinoso doppio fallo che regala un break point al russo, il quale concretizza la chance con un rovescio centrale profondissimo che induce all’errore Ramos: 5-3. Nel nono game “Djan” serve due ottime prime che lo portano sul 30-15. Qui l’iberico sbaglia una risposta di rovescio, seguita da un errore col medesimo fondamentale che regala la prima gioia a livello ATP a Karen Khachanov, che vince così con lo score di 6-7(4) 7-6(3) 6-3 in due ore e trentanove minuti di gioco.
Bellissima vittoria per l’allievo di Galo Blanco, che dimostra di essere migliorato in tantissimi aspetti: la gestione mentale dei match, la tenuta fisica, la capacità di giocare con calma e concentrazione i punti importanti, l’essere propositivo con maggiore continuità. I margini di miglioramento sono ancora notevoli, potendo sfruttare maggiormente il servizio – soprattutto la percentuale di prime palle in campo – il gioco a rete, la risposta, ed anche l’uso di qualche variante tattica, come per esempio il dropshot o il back, soprattutto in situazioni di difesa o di difficoltà nel gestire la palla. Da domani sarà al numero 55 ATP, nuovo best ranking, ma c’è da scommettere che la sua classifica diventerà ad una cifra nel giro di un paio d’anni. Bel torneo anche per Ramos, che domani salirà al numero 27 del mondo (best ranking anche per lui), confermando di stare attraversando il momento migliore della carriera e di sfruttare al massimo le proprie capacità, riuscendo ad essere competitivo anche al di fuori della terra rossa.
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ATP Miami: Sonego rimonta Evans e vola al terzo turno
Lorenzo bissa il successo su Thiem con una vittoria in 3 set sul britannico N.23 del seeding

L. Sonego b. [23] D. Evans 4-6 6-3 6-2


Dopo un inizio di giornata sportivamente drammatico per il tennis azzurro a Miami, Lorenzo Sonego conferma tutta la sua esuberanza agonistica rimontando a suon di diritti vincenti Daniel Evans in un match molto divertente sul Campo N.1, lo stesso dove prima di lui aveva perso Matteo Berrettini contro l’americano McDonald,
Il match che ha visto contrapposte la potenza di Sonego e la varietà di gioco del britannico si potrebbe riassumere con una curiosa statistica. Dopo aver ceduto a zero la battuta nel gioco d’apertura del match, Sonego ha annullato le successive 12 palle break da lui affrontate oppure, se volete, Evans ha mancato le 12 successive. Peraltro sempre in crescendo: 2 nel primo set che avrebbero reso ancora più netto il 6-4 Evans finale. 4 nel secondo set vinto da Sonego per 6-3 e addirittura 6 nel terzo set nonostante il 6-2 finale possa far intendere un dominio di Sonego in realtà solo apparente. Alla fine infatti ci sono volute quasi 2h30 per chiudere la contesa con Evans visibilmente contrariato per la sua mancanza di killer instinct. Dopo il break subito in apertura di terzo set ha addirittura trasformato la racchetta in un oggetto non identificabile prendendosi l’inevitabile warning dal giudice di sedia.
Sonego è stato paziente, consapevole che con il passare dei minuti, il tennis brillante ma molto difficile del suo avversario avrebbe perso in efficacia e infatti Sonego ha progressivamente preso il comando degli scambi da fondo lasciandolo esplodere il suo dritto quanto più possibile. A quel punto Evans non ha potuto fare altre che affidarsi alle variazioni con le discese a rete e le rasoiate in slice ma in termini di pesantezza di palla e di resistenza fisica Lorenzo era ormai incontenibile.
Una bella vittoria che fa il paio con quella di primo turno contro Dominic Thiem che per quanto lontano dai fasti del passato, è sempre un primo turno da prendere con le molle. Ora il livello potrebbe salire ancora se come da pronostico Frances Tiafoe batterà il giapponese Watanuki nella notte italiana
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ATP Miami: Berrettini non sa più vincere, sconfitto da McDonald ma quante occasioni mancate [AUDIO ESCLUSIVO]
Matteo ce la mette tutta, raggiunge il set point in entrambi i parziali ma cede dopo due tie-break

M. McDonald b. [19] M. Berrettini 7-6(8) 7-6(5)

Si sapeva fin dal sorteggio che l’esordio di Matteo Berrettini versione 2023 contro Mackenzie McDonald a Miami sarebbe stato molto complicato: Matteo che era apparso in condizioni preoccupanti nel Challenger 175 di Phoenix si sarebbe trovato di fronte infatti un giocatore autore fin qui di una stagione eccellente sul cemento outdoor arricchitta dallo scalpo di lusso di Rafael Nadal all’Australian Open.
Ma l’andamento del match estremamente serrato alla fine è stato quasi più deludente di una sconfitta netta. Matteo ha dato tutto quello che aveva (non molto in questo momento) e ha avuto set point in ciascuno dei due parziali: uno nel tie-break del primo set e due consecutivi sul 6-5 del secondo sempre sul servizio avversario.
Ma quando la fiducia manca persino il suo più grande alleato nei giorni di gloria, il tie-break, può diventare un rebus impossibile da risolvere. Con i due persi oggi la statistica nel 2023 recita 3 vinti e 7 persi, troppo brutta per essere vera per un giocatore che è senza dubbio nei primi 5 al mondo per qualità del servizio.
Ma il tie-break è da sempre lente d’ingrandimento dello stato psicofisico di un giocatore in quel determinato momento e il momento di Berrettini è il più negativo degli ultimi 4 anni e si sta prolungando sempre di più.
McDonald ha mostrato tutte le sue qualità da americano DOC sul cemento: grande velocità di piedi eccellente copertura del campo e buona velocità di braccio. Berrettini è rimasto costantemente in difficoltà sugli scambi lunghi dove alla cronica debolezza sul lato sinistro si è aggiunta una fallosità estrema anche con il diritto, arma letale come il martello di Thor nei giorni migliori.
I lati positivi si sono visti da un servizio comunque efficace, favorito da un campo più rapido rispetto a quelli di Indian Wells e la consueta umiltà nel lottare punto su punto come fosse un giocatore qualunque, invece di un ex finalista di Wimbledon.
Ma nel momento in cui i punti pesano di più, quelle paure e quelle incertezze viste in California e in Arizona riappaiono inesorabili e allora ecco che un doppio tie-break alla sua portata diventa terreno fertile per un’altra prematura eliminazione, ancora all’esordio come a Indian Wells nel primo Masters 1000 della stagione.
Se a queste due si aggiunge l’altra, sempre all’esordio all’Australian Open capite bene perché Berrettini non è lo stesso giocatore che abbiamo ammirato dal 2019 in poi
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ATP Miami: Musetti ancora nel tunnel, subito fuori con Lehecka
Altra sconfitta per Lorenzo Musetti, battuto in due set da Jiri Lehecka. Ora il ritorno sulla terra a partire da Marrakech

(dal nostro inviato a Miami)
J. Lehecka b. [18] L. Musetti 6-4 6-4

Nonostante il cambio di campo all’ultimo momento, causato dal forfait in extremis di Gasquet che ha rinunciato a giocare contro Tsitsipas, e lo spostamento sull’importante palcoscenico del Centrale, Lorenzo Musetti non è riuscito a invertire la tendenza negativa di questo periodo uscendo nel suo match di apertura contro il ceco Jiri Lehecka, n. 44 della classifica mondiale e recente quartofinalista all’Australian Open. Certamente un sorteggio non benevolo per il carrarese, che si è trovato ad affrontare su un fondo particolarmente rapido come il Laykold dell’Hard Rock Stadium di Miami una delle più belle realtà emergenti di questo inizio di 2023.
Dopo la palla break avuta sul 2-1 del primo set, Musetti si è progressivamente spento, incapace di far male con i propri colpi da fondocampo a causa della sua posizione molto arretrata in campo, posizione nella quale veniva spinto dai colpi aggressivi di Lehecka a partire dalla risposta.
PRIMO SET – Inizio con discreto piglio da parte di Musetti, che ha tenuto con buona autorità i primi turni di battuta. Sulla risposta però la situazione era differente: il toscano è costretto quasi sempre a rispondere bloccando la palla, e così facendo è sempre Lehecka a poter prendere in mano lo scambio fin dai primi colpi. Era comunque Musetti, sul 2-1, il primo ad arrivare a palla break, anche grazie ad alcuni errori da fondocampo del ceco che non si mostrava impeccabile nei palleggi, forse per il desiderio di spingere i colpi appena possibile. Lehecka annullava la chance del 3-1 per Musetti con un bel servizio, tenendo poi il servizio per schivare il primo pericolo della partita.
Dopo i primi servizi tenuti con una certa disinvoltura le difficoltà però erano dietro l’angolo per il tennista azzurro che quando doveva iniziare il punto con la seconda di servizio si trovava sempre aggredito e costretto ad arretrare di diversi metri già al terzo colpo rendendo la gestione degli scambi molto più difficile. Così facendo si trovava a giocare passanti da posizioni molto arretrate, e quindi con basse probabilità di riuscita, e si esponeva agli appoggi incrociati corti di Lehecka.
Il break arrivava sul 3-3, quando alla quarta palla break il ceco trovava una risposta vincente di rovescio lungolinea. Il set si chiudeva pochi minuti dopo, quando Lehecka metteva in cascina il parziale per 6-4 in 40 minuti.
SECONDO SET – Purtroppo per Musetti il secondo parziale non iniziava in una maniera migliore: quattro punti consecutivi dal 15-0 conditi da un doppio fallo e due gratuiti di diritto confezionavano il break che davano a Lehecka la tranquillità per condurre il match a proprio piacimento. Nei suoi turni di battuta il ceco non veniva mai impensierito, e gli bastava condurre il match in porto che finiva senza sussulti dopo 80 minuti con un periodico alto che comunque non può essere una grande consolazione per Musetti, quasi mai in partita e penalizzato da una bassa percentuale di prime che, nonostante sia arrivata a un totale del 54% dopo un primo set sotto il 50%, non è comunque sufficiente per fare gara a questi livelli su superfici così rapide.
TERRA EUROPEA – Dopo un inizio di stagione da incubo, Musetti ora è atteso dal ritorno in Europa per la stagione sulla terra battuta, in quello che dovrebbe essere il periodo a lui più favorevole del calendario. Tuttavia c’è il rischio che questi risultati negativi possano mettere ancora più pressione sui tornei a lui più congeniali, rischiando di far precipitare ulteriormente la situazione.
Nell’immediato la classifica non è in pericolo, e questo almeno consentirà a Musetti di entrare nei prossimi tornei con uno status tale da poter scongiurare, almeno in linea di principio, primi turni troppo complicati. Ma sarà necessario iniziare a vincere qualche partita per invertire la tendenza, dato che da metà gennaio in poi il record è di una partita vinta contro sette perse. Proprio per questo è stato deciso di aggiungere alla programmazione il torneo di Marrakech ad inizio aprile, prima del Masters 1000 di Montecarlo, dove Lorenzo spera di riprendere confidenza con la vittoria.