Pagelle: la stagione dei bad boys verso un Happy Andy

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Pagelle: la stagione dei bad boys verso un Happy Andy

Novak Djokovic non ha più voglia, Rafa Nadal è cotto, Roger Federer è in vacanza e così Andy Murray vola verso il numero 1 del mondo. E il futuro si chiama Nick Kyrgios

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Vi lamentavate di Roger Federer che dominava con i suoi gesti bianchi, la sua falange Scientology al seguito e le esperienze religiose? Eravate esausti dei muscoli del capitano Nadal (4), dei suoi mutandoni, dei Vamos urlati a destra e a manca? Eravate nauseati dal dominio di Robo-Nole, di quello che vinceva senza avversari e senza emozionare? Siete pronti a preparare il funerale del tennis ora che Andy Murray, con il suo gioco noioso e difensivo, diventerà numero 1 del mondo? Bene, allora Nick Kyrgios (2) è tutto quello che vi meritate, insieme a quelli che “Sì, ma un personaggio come lui ci vuole ora che si ritirano i fab-four, se no ci ritroviamo tanti Bautista Agut”. Che poi spendiamole due parole per Bautista Agut (9), uno che gioca meglio di tanti presunti fenomeni e che se si fosse chiamato Battista e fosse nato a Bologna sarebbe il nuovo eroe della racchetta italica, i cui manifesti tappezzerebbero il foro italico per tutto l’anno. Vabbè, forse in quel caso giocherebbe nel Cesena, preparandosi per un dopo-carriera da reality. Ma torniamo ai fenomeni della next-generation, forse abbiamo visto troppo tennis se solo una settimana fa, raccontando la vittoria di Kyrgios, avevamo concluso dicendo “Ma state tranquilli, già a Shanghai avrà modo di tornare in sé…“. Come si dice a Napoli, non ci voleva la zingara…

Che poi per carità, alla fine ha ragione lui, se non vuole giocare, non gioca, se tu spettatore compri un biglietto per vedere una sua partita lo sai che può anche alzarsi dalla panchina e andarsene invece di giocare. La prossima volta tu, spettatore di un qualunque torneo del mondo, quando compri un biglietto di una sessione di un qualunque torneo accertati che non ci sia la possibilità che giochi Kyrgios, e in caso contrario non permetterti di fischiarlo. Alexander Zverev (7) invece, nonostante l’esempio del fratello (7,5) si limita a spaccare racchette e al confronto del compare di generazione pare Edberg. Se ci aggiungiamo che Thiem è scoppiato da almeno quattro mesi, il futuro è una palla di cannone ma forse è meglio non raggiungerlo così in fretta. E che vogliamo dire al povero Djokovic (4,5) di questi tempi? Lui non vorrebbe fare altro che aggiungersi a Meloccaro e Fiorello, passare le giornate a cazzeggiare e invece lo costringono a girare il mondo dietro una pallina. Alla fine Andy Murray (9) raccoglie i frutti di anni di attesa. Ha aspettato sulla sponda del fiume che passassero i suoi con-fab-trelli ed è ora pronto a saltare sul trono in compagnia di Ivan Lendl cui forse strapperà un sorriso.

Nel circuito femminile si respira invece l’aria stanca di fine stagione e ci limitiamo a tre notizie che illuminano la nostra settimana. Camila Giorgi (4) dopo aver perso dalla Keys al primo turno a Linz, è riuscita a cadere nelle qualificazioni di Mosca per mano della diciannovenne Podoroska numero 204 del mondo dopo aver vinto il primo set 6-0: chiaramente è tutta colpa di Binaghi. Victorija Golubic (7) con il suo magnifico rovescio ad una mano ha perso la finale a Linz, ma in compenso la quadrumane Shuai Peng (7) che appunto fa pure il diritto a due mani ha vinto il suo primo torneo. Allegria.

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