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Interviste

Federico Gaio, la top 100 adesso è possibile

Intervista esclusiva al faentino, protagonista quest’anno nel circuito Challenger con due titoli. Le aspettative, la carriera e… le fidanzate

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A proposito di serenità e tranquillità, è difficile trovare un equilibrio nei rapporti sentimentali per un tennista pro?
È davvero difficile, ovviamente ci si prova, ma il problema è che la partner finisce che la vedi davvero poco, in tempi e modi che purtroppo non riesci a programmare. Tutte le nostre scelte come tennisti professionisti ruotano intorno al calendario dei tornei, stati di forma, opportunità di giocare in posti differenti e imprevedibili, ci sono mille variabili che non puoi controllare. Non puoi dire alla tua ragazza “ci vediamo martedì e riparto sabato”, in quanto magari vai in fondo al torneo e decidi di avere altri programmi per quello successivo. Capisco che è anche difficile per una donna starti accanto, perché se, come è ovvio, anche lei ha un lavoro o una attività dovrebbe programmare i suoi impegni in funzione dei tuoi… mica facile.

Qual è stata la tua miglior partita e quale la peggiore?
La migliore che mi viene in mente quella con Bellucci a Biella in finale, mi sentivo davvero forte. La peggiore… non mi viene in mente. Buon segno vuol dire che ho rimosso le scorie emotive delle sconfitte (e ride)…

Sogni e ambizioni a medio termine?
Sicuramente entrare nella top 100, è una soglia psicologica ed anche un punto di riferimento importante. Al di fuori del tennis mi affascinano il mondo del marketing e della moda, ma adesso sono concentrato sul mio tennis, voglio davvero dare il meglio.

Programmazione delle prossime settimane?
Prossimo torneo Tashkent, dopo Mosca. Poi, se entro, Vienna o Basilea.

Ndr: Tashkent non è andato bene, Federico ha perso in due set netti dall’israeliano Weintraub, ma ha una giustificazione enorme: il visto è arrivato solo domenica sera, partenza per l’Uzbekistan all’ultimo minuto e subito in campo. Difficile giocare bene in queste condizioni…. A Mosca invece – dopo essere entrato in tabellone come lucky loser – Federico è stato sconfitto con un doppio 6-4 da Paolo Lorenzi.

Qual è la tua superficie preferita?
Da ragazzino ti avrei detto veloce, adesso forse terra rossa. Però a parte tutto posso far bene su ogni superficie.

Hai mai pianto per il tennis?
Può capitare, quando hai delle aspettative che poi non concretizzi, è proprio la parola “aspettativa” quella che ti frega e che ti fa soffrire. Dovresti prendere quello che arriva, una volta che sai di aver dato tutto, ma poi non funziona sempre così, e capita che hai qualche momento di sconforto.

Possono esistere, secondo te, vere amicizie tra tennisti?
Ci sono amicizie anche fuori dal campo, senza dubbio. C’è amicizia quando c’è rispetto, feeling, e si condividono delle esperienze. Io dico che sì, esiste amicizia tra di noi. Con Stefano (Napolitano, ndr) abbiamo legato molto e facciamo il doppio insieme quando facciamo lo stesso torneo; con Andrea Pellegrino anche se è molto giovane ad esempio c’è un bel rapporto; a Tirrenia con Lorenzi, che tutti stimiamo tantissimo per il superprofessionista che è sempre stato.

Temi caldi. Doping e scommesse.
Non fanno per me, credimi, mi infastidisce il solo pensiero.

Tema altrettanto caldo. Prize money. Che posizione deve avere un tennista per guadagnare discretamente?
Devi entrare nei 100 per guadagnare qualcosa di discreto. Altrimenti vivacchi, se vivacchi. Si dice che il tennis sia uno sport d’élite, ma l’élite è davvero poca, sono i top e basta se vediamo a livello economico. E la fatica è la stessa per un top player come per il 1200 del mondo. Per fatica non intendo solo l’impegno atletico, tecnico o mentale, anzi quello è il minore. Intendo quello organizzativo, economico per le trasferte, incordature, attrezzi, coach di livello in vari settori, altre professionalità come il medico, il fisio e mille altre. Nei Futures vinci un torneo e può non rimanerti niente in tasca. Nei Challenger va un filo meglio ma per stare in attivo a volte non bastano i quarti di finale. Pensa che da una statistica risulta che l’80% dei montepremi totale nel tennis resta tra i primi 10. Questo può essere un male per tutto il movimento.

Come ti sei trovato al BFD Challenger organizzato al Due Ponti Sporting Club?
Benissimo, è un ottimo torneo, c’è tutto, il circolo è meraviglioso. Sulla mia performance durante il torneo posso dire che volevo fare meglio, qualcosa di più ma non mi lamento. Ho perso la secondo turno con Aljaz Bedene, qualche rimpianto per il terzo set ma va bene così.

Veniamo al doppio, hai formato una coppia con Stefano Napolitano che qualcuno ha definito una potenziale coppia da Davis del futuro.
Guarda, la coppia è nata per caso, poi con Stefano ci siamo trovati bene, c’è feeling sia dentro sia fuori dal campo e abbiamo fatto 3 tornei, 2 vinti (San Benedetto e Roma Due Ponti) e nell’altro in Polonia abbiamo superato le quali contro due coppie forti poi ci siamo fermati. Entrambi siamo bravi nel gioco di volo, serviamo bene, e stiamo studiando schemi ben precisi su cui lavorare. Non mettiamo limiti alla Provvidenza.

Il tuo giocatore preferito?
Il mio preferito, quello per cui veramente stravedo è… Gaio.

Sorride Federico. In questa battuta c’è tutto il mondo di questo ragazzo faentino dolcissimo, delicato nei modi fuori dal campo quanto potente e forte nel colpire la pallina, che non ha perso il suo spirito ragazzino da vero amante del tennis e dello sport. I sacrifici che deve fare, come tutti gli altri che vogliono emergere in questa competizione allucinante, sono immensi e c’è la voglia ferrea di sbarcare nell’élite del tennis, in questo senso va interpretata la sua battuta. Vuole maledettamente farcela, Federico, sa che ne ha le potenzialità, e che è vicino al primo traguardo.

E tra i giovani ragazzi italiani?
Ne abbiamo tanti che stanno crescendo, quelli del progetto Over 18 FIT ad esempio stanno venendo su bene, diamogli tempo per sviluppare tutte le potenzialità. A Tirrenia tra gli altri c’è Umberto Rianna che sta lavorando bene insieme a tutti i collaboratori, sta portando avanti un progetto interessante. Umberto ha molta esperienza e capacità gestionale delle risorse umane, si sa interfacciare coi tecnici, conosce i giocatori, le loro caratteristiche, ciò che devono migliorare. Sono convinto che i risultati arriveranno presto.

Ringraziamo Federico Gaio, gli facciamo un in bocca al lupo enorme per i prossimi tornei e contiamo di rivederlo presto per chiacchierare dei miglioramenti, in tutte le direzioni. C’mon Bomber.

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