ATP Finals: Raonic dà tutto, ma con Djokovic non basta

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ATP Finals: Raonic dà tutto, ma con Djokovic non basta

LONDRA – Due tiebreak permettono a Nole di ottenere la qualificazione. Raonic si giocherà il passaggio del turno con Thiem giovedì. Monfils in dubbio per l’ultimo match

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dal nostro inviato a Londra Vanni Gibertini

Gruppo Lendl (2a giornata)

[2] N. Djokovic b [4] M. Raonic 7-6(6) 7-6(5)

Nella sfida serale della terza giornata al Barclays ATP World Tour Finals di Londra si è giocato per la “vetta solitaria” della classifica del gruppo Ivan Lendl e per decidere della sopravvivenza di Monfils, appesa ad un eventuale successo di Djokovic.
Alla fine l’ha spuntata proprio il serbo, che ha così messo in cassaforte il passaggio alle semifinali ed ha condannato Gael a fare i bagagli (vedremo se in anticipo o meno, dal momento che il francese ha fatto capire alla stampa transalpina che potrebbe anche non scendere in campo giovedì).

Raonic conferma il suo recupero dagli infortuni che gli hanno pregiudicato la stagione autunnale iniziando di gran carriera al servizio e tenendo molto bene il campo anche nei game di battuta del serbo. Djokovic prova a spostare Raonic negli scambi da fondocampo, aprendosi il campo dalla parte sinistra con diritti incrociati a buttare l’avversario fuori dal campo, ma non si tratta di uno schema semplice da portare a compimento, perché quando il canadese riesce a piazzarsi bene infila dei traccianti in lungolinea che fanno male. Un ace annulla una palla break in favore di Raonic nel game di apertura, mentre due giochi più tardi Djokovic si salva da 15-40 ancora con la battuta e con un diritto sbagliato di Raonic. Il canadese invece sul suo servizio procede spedito come un treno, anche se in un paio di occasioni dimostra un certo impaccio nel gestire palle basse e corte vicino alla rete.
Sul 4-3 in suo favore Djokovic prova a concentrare il palleggio sul rovescio di Raonic, arriva a 0-30, ma quattro bombe di servizio rimettono subito il match in carreggiata. Si arriva al tie-break con un punto in più per Raonic (36-35) segnato sul nostro taccuino che riusciamo a malapena a vedere nella penombra blu delle tribune. È il canadese il primo ad avvantaggiarsi di un minibreak (3-1) grazie ad un ottimo rovescio da fondo, poi regala il pareggio a Djokovic non chiudendo una comoda volée alta (3-3) e lo manda in vantaggio di un minibreak con un altro errore di diritto. Ma Raonic non molla, chiama il “challenge” su un suo lungolinea di diritto chiamato fuori ed ottiene giustizia da “hawk-eye” che lo rimette in corsa (4-5). Gli occorrono tre smash per arrivare sul 5-5, poi scende a rete su un rovescio slice qualsiasi permettendo a Djokovic di scavalcarlo con un bel lob di rovescio. Raonic con coraggio annulla il set-point (6-6), ma poi non approfitta di una seconda a 77 miglia orarie di Djokovic sparacchiando fuori la risposta di rovescio, e sul secondo set point per il serbo (7-6) commette il suo secondo doppio fallo del set regalando il parziale ad un sollevatissimo Nole.

La pausa più lunga prima dell’inizio del secondo parziale non basta a Raonic per scrollarsi di dosso la delusione per il set perduto, perché con tre errori da fondocampo finisce per subire il primo break della partita cedendo la battuta da 30-15. Djokovic sembra decisamente rinfrancato dopo l’affermazione del primo set, tiene con molta più autorità il forcing di Raonic, lo tiene a bada con il rovescio incrociato limitando le traiettorie d’attacco. Il canadese però inizia ad usare con più regolarità i rovesci tagliati in alleggerimento per cambiare le direzioni degli scambi ed aprire maggiormente gli angoli, e con due splendidi vincenti da fondo conquista il controbreak per il 2-2. La sua gioia però dura poco, perché Djokovic da fondo è più vispo che mai, approfitta del riaffiorare di alcuni gratuiti nel gioco di Raonic e, anche grazie ad una brillante “pallettina” tagliata corta di rovescio strappa nuovamente il servizio al canadese, che sfoga il suo disappunto lanciando un urlo verso il suo angolo. Sul 4-2 30-30 la partita sembra destinata a trascinarsi stancamente verso la fine, ma sopraggiunge l’impensabile, quello che nemmeno gli spettatori che avevano timidamente continuato a sventolare le bandiere con la foglia d’acero osavano sperare: Djokovic si prende una mini vacanza, cede il turno di battuta successivo da 30-0 con tre errori consecutivi che definire “gratuiti” sarebbe generoso, e rimette Raonic in corsa. Con un guizzo di arguzia e di orgoglio, ma soprattutto con un paio di servizi ben piazzati, Djokovic rimonta dal 15-30 sul 4-5 e rimane nel set. Due game più tardi deve anche fronteggiare un set point, che Raonic sciupa con un errore di diritto.
Si arriva quindi al tie break, nel quale si arriva 2-2 con un minibreak per parte e 4-4 con altri due minibreak equamente distribuiti (quello di Djokovic concesso da un doppio fallo). Sul 4-5 il serbo salva il punto con una demi-volée di rovescio a due mani che sorprende Raonic, già convinto di aver fatto il punto. Poi un ace esterno di Djokovic ed un rovescio incrociato largo del canadese chiudono la sfida dopo 2 ore e 14 minuti.

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