La racchetta di Djokovic che ha indignato l'Inghilterra (Clerici), Murray trema per l'esordio da numero 1 poi piega Cilic (Cocchi), Djokovic può ritrovare se stesso (Bertolucci), Nishikori punta al podio mondiale (Marcotti)

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La racchetta di Djokovic che ha indignato l’Inghilterra (Clerici), Murray trema per l’esordio da numero 1 poi piega Cilic (Cocchi), Djokovic può ritrovare se stesso (Bertolucci), Nishikori punta al podio mondiale (Marcotti)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

La racchetta di Djokovic che ha indignato l’Inghilterra

 

Gianni Clerici, la repubblica del 15.11.2016

 

Mentre ancora mi dirigevo alla fabbrica del tennis, non ancora consapevole della incapacità di Wawrinka di accettare una giornata negativa, sono stato avvicinato da un signore italiano, cortese ma concitato, che mi ha chiesto «Dottore, ma lei li ha visti i match di ieri?». Con quasi totale sicurezza, ho risposto di sì. «Ma forse lei ha ingiustamente sottovalutato il comportamento di Djokovic, e il suo lancio di racchetta che lo ha condotto quasi alla squalifica» ha continuato il lettore. «Squalifica? – mi sono sorpreso io – per una racchetta sfuggita di mano?». «Lanciata verso gli spettatori tifosi di Thiem» ha continuato iroso il Signore. «Ma legga qui!». Mi ha porto un fascio di quotidiani inglesi e, quasi incredulo, ho dunque letto: «Djokovic l’arrabbiato inizia con una vittoria» titolava il Times, e l’autore dell’ articolo scriveva: «Dioko avrebbe potuto ricevere ben più di un’ammonizione se la palla che ha lanciato furioso sopra il box del suo coach avesse colpito uno spettatore». «Non mi pareva il principale oggetto del match di ieri» sorridevo. «E quest’altro» insisteva il mio lettore ( oh sì ), porgendomi il Daily Mail. «Il punto più infuocato si verificò quanto un Nole infuriato lanciò una palla verso il palco del suo coach. La palla rimbalzò e atterrò su dei gradini e, se proprio per un’espulsione, avrebbe potuto offrire all’ arbitro Carlos Ramos cibo per pensare oltre, se avesse colpito uno spettatore. L’arbitro si limitò a un’ammonizione». «Ne ho altri sei», annunciò allora il lettore indicando il fascio dei giornali. «Così devo immaginare che lei, Clerici, segua le partite un po’ superficialmente». «Le risponderò come ha fatto Djokovic, sorrisi: ‘Potrebbe aver nevicato, qui nell’Arena 02, ma non è accaduto». Mi par giusto aggiungere che finii con l’offrire al lettore due euro, e riavere il nostro quotidiano che non avevo trovato nelle tre edicole in cui l’avevo cercato. Mi pareva peraltro il caso di sottolineare l’ attenzione alla personalità dell’uomo Djokovic, ancor prima della disamina dei suoi diritti e rovesci. A prescindere dalle indubbie qualità del giornalismo locale. A proposito del tennis giocato, mi pare interessante citare le statistiche del primo match di oggi, tra un tennista stimato fra i possibili futuri vincitori, Wawrinka, e un altro, una prevista comparsa, Nishikori. Wawrinka è stato capace, nei due set, di ben 4 punti vincenti nel primo, e 8 nel secondo. A fronte di simili esaltanti statistiche ha commesso nel primo 14 errori gratuiti, e nel secondo 17. Non è che il giapponesino sia stato per altro irresistibile, dato che ha finito per vincere con soli 19 winners e 18 errori. Da queste statistiche qualsiasi aficionado sarà in grado di immaginare una partita deludente. Wawrinka, straordinario nelle giornate sì, ci ha mostrato di non avere un tennis alternativo per le giornate no. Forse per questo ha vinto meno di un Djokovic o un Murray, che peraltro può sempre battere. Chissà quanto male pensa il lettore dei giornali inglesi di questa mia audace conclusione.

 

Murray trema per l’esordio da numero 1 poi piega Cilic

 

Federica Cocchi, la gazzetta dello sport del 15.11.2016

 

Quando lo speaker annuncia the world number one, Andy Murray», la 02 Arena esplode. Lo scozzese, 4woko dalla nuvola di fumo me le rockstar è emozionato teso, quasi commosso. Per esordire da nuovo leader della classifica mondiale, forse, Londra è il posto migliore, con tutti i 20mila di Greenwich pronti a spellarsi le mani per lui. Niente ovazione invece per l’avversario Marin Cilic, numero 7 del mondo. I precedenti dicevano Murray, avanti 11 a 3, ma l’ultimo scontro diretto nella finale del Masters 1000 di Cincinnati è andato alla torre croata. TABÙ L’emozione si sente tanto, anche a un numero 1 del mondo possono tremare i polsi, e infatti l’inizio del primo set è tosto, con un doppio fallo dello scozzese che si ritrova 15-40 per poi salvare il game. II gioco successivo Murray fa il break e il gigante di Medjugorie si riprende il servizio rubato per poi perderlo subito, dando la possibilità al campione di Londra e Rio di allungare fino al 4-1 e chiudere il set a suo favore 6-3. Un parziale forse troppo severo, perché l’ex pupillo di Ivanisevìc è più vicino di quanto non dica il punteggio. E’ lo stesso Boris Becker a confermarlo via Twitter: «Buon primo set di Murray, ma Cilic è più vicino di quanto kembri». Magari è il cuore di Bum Bum a parlare, in quanto coach (uscente?) di Djokovic, ma il croato che ora è allenato da Jonas Bjorkman’ davvero competitivo. Ma nel secondo set Murray scuote, abbassa nettamente il numero dei gratuiti, diventa più aggressivo e cresce: il break di Andy nel quinto è una piccola breccia che presto diventa un varco in cui il numero uno si infila per chiudere il match 6-3 6-2 e centrare il 20 successo consecutivo. BUN Intanto nel primo match della giornata Stan Wawrinka, semifinalista nelle ultime tre edizioni, aveva perso malamente da Kei Nishikori 6-2 6-3. Il campione degli us Open, che si è presentato con un ginocchio decorato dal taping, è parso lento e poco lucido per l’intero match, spianando la strada all’allievo di Chang: «Certo che non è stata una bella partita rispetto a quello che sono in grado di fare — ha detto Stan —. Non so perché ma non mi sentivo a mio agio, non riuscivo a ritrovare il mio gioco, ero molto lento e poco reattivo». Per la prima volta lo svizzero ha perso una partita al Masters contro un avversario che non sia stato numero uno al mondo: «Sono certo di avere ancora molto da dare nei prossimi match — ha continuato Wawrinka, che rischia seriamente di perdere il terzo posto del ranking mondiale —. Farò di tutto per ritrovarmi. Comunque non è la prima volta che perdo all’esordio, mi era successo anche lo scorso anno con Rafa». Si sfrega le mani Nishikori che spera ancora di chiudere il 2016 in una posizione migliore del quinto posto, e magari proprio ai danni di Wawrinka: «Non è che pensi ossessivamente alla classifica — ha detto Kei —, ma certo sarebbe bello finire l’anno al numero 3». Dipenderà anche da Murray, suo prossimo avversario nel girone McEnroe, mentre Wawrinka dovrà vedersela con Cilic. MOLE Oggi intanto torna in campo Novak Djokovic, che ha ceduto un set a Dominic Thiem nella prima giornata e, nonostante la vittoria ha mostrato un certo nervosismo. Per lui, nella marcia verso il quinto titolo a Londra, ma soprattutto verso la riconquista del numero 1, c’è Milos Raonic.

 

Djokovic può ritrovare se stesso

 

 Paolo Bertoluci, la gazzetta dello sport del 15.11.2016

 

In carriera Note Djokovic ha dovuto superare centinaia di esami. Quello delle Atp Finals di Londra peri è sicuramente diverso e per certi versi pieno di incognite. Il serbo, reduce da una seconda parte di stagione costellata di poche luci e molte ombre, è chiamato ad un sussulto d’orgoglio. Lento negli spostamenti, poco reattivo nei cambi di direzione, passivo e incostante nel gioco, Nole aveva accettato con rassegnazione le sconfitte degli ultimi tempi. Anche nel suo match di esordio contro Thiem era sembrato poco convinto. Però a un passo dal baratro, dopo aver perso il primo set e avuto un getto di stizza, ha rifiutato la sconfitta e, favorito dall’inevitabile calo dell’avversario, ha ritrovato buone sensazioni. Il gruppo Lendl, meno ostico rispetto all’altro, potrebbe dargli tempo e modo di salire di livello. Con un buon quantitativo di fiducia si potrà giocare il tutto per tutto nelle ultime due partite della stagione.

 

Nishikori  punta al podio mondiale

 

Gabriele Marcotti, il corriere dello sport del 15.11.2016

 

Kei Nishikori si candida come possibile sorpresa delle Atp Finals. Debutto con vittoria per il giapponese, che ieri ha liquidato con disarmante facilità il n.3 al mondo, Stanislav Wawrinka. A parziale giustificazione dello svizzero la non perfetta condizione fisica, come già denunciato prima a Basilea e poi a Bercy. Dopo il trionfo a NewYork, Stan sembra aver alzato il piede dall’acceleratore, con la testa già rivolta alle vacanze. Con tutt’altro spirito viceversa sembra essersi presentato a Londra Nishikori, sufficientemente concentrato per sfruttare al meglio l’evanescenza dello svizzero e chiudere la contesa in poco più di un’ora. Giusto epilogo di un match mesto per emozioni e spettacolo, dall’eloquente conclusione, ovvero quattro consecutivi errori gratuiti di rovescio di Wawrinka Un finale di partita che ha deluso per primo lo svizzero, che ha abbandonatola 02 Arena rifiutando l’intervista di rito. «Senza voler togliere nulla a Kei, che ha giocato una buona partita, il mio tennis è stato inaccettabile – l’ammissione di Wawrinka davanti ai taccuini – Mi sentivo bene alla vigilia, non capisco cosa mi sia successo». Tutt’altro spirito per Nishikori, determinato a chiudere la stagione migliorando l’attuale 5 posto nel ranking Potrebbe addirittura trascorrere il Natale da n.3 al mondo se a Londra saprà fare meglio di Wawrinka (a questo punto probabile) e di Milos Raonic, nell’ultimo appuntamento della stagione. «E’ il mio obiettivo per questa settimana. Ma voglio pensare partita per partita – il commento del giapponese -. Mi sento bene e mi piace molto giocare indoor in questa arena». Alla terza partecipazione al “Torneo dei Maestri; solo una volta Kei ha superato la fase a gironi, nel 2014, battuto in semifinale da Djokovic. Reduce dalla finale di Basilea, e dall’eliminazione negli ottavi a Parigi, quest’anno potrebbe essere la mina vagante capace di far saltare il banco (dei pronostici). Il talento non gli manca, il vuoto di potere attuale potrebbe favorirlo.

 

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