Tennis in Translation: Delgado e Lendl dietro il successo di Murray

Personaggi

Tennis in Translation: Delgado e Lendl dietro il successo di Murray

Paul Annacone è sicuro, senza il contributo del team Murray non avrebbe raggiunto il n.1. “Lendl lo rende più stabile”. Magnus Norman: “Bisogna dare credito all’intera squadra”

Pubblicato

il

 

ATP Finals: il tennis si ferma per Djokovic-Murray

Parla Ubaldo: la finale più attesa. Djokovic con la pistola, Murray con la spada

Il giornalista e scrittore Mark Hodgkinson sottolinea il contributo dato dal team di Murray negli ultimi mesi (non solo Lendl come si tenderebbe a pensare), riportando dichiarazioni di personaggi illustri del mondo del tennis. Qui il pezzo originale apparso su ESPN.

Molti allenatori di tennis sentono il bisogno di restare costantemente in viaggio e di girovagare per il mondo ma la cosa non vale, a quanto sembra, per Ivan Lendl. Lui invece, attraverso la sua collaborazione con Andy Murray, ci ha mostrato come anche una relazione a distanza tra giocatore e coach possa funzionare; aver superato Novak Djokovic nel ranking due settimane fa, facendolo diventare il primo britannico a diventare numero 1 al mondo, ne è una chiara prova. Nei cinque mesi trascorsi insieme dopo giugno, quando è tornato ad essere mentore di Murray, Lendl si è presentato solamente a tre tornei – al Queen’s prima di Wimbledon, a Wimbledon stesso e agli US Open. Si sono riuniti ora a Londra per il torneo conclusivo della stagione, Barclays ATP World Tour Finals, e quella di domenica scorsa è stata la sua prima comparsa a bordo campo dopo un paio di mesi. Lendl e Murray non parlano neanche molto spesso al telefono. Tuttavia, nonostante la distanza, durante queste assenze nel circuito Lendl ha avuto un impatto significativo sulla psiche di Murray, con lo scozzese che negli ultimi cinque mesi ha giocato il miglior tennis della sua vita, vincendo un secondo Wimbledon e difendendo il successo alle Olimpiadi.

“Sin dal ritorno di Ivan, i cambiamenti sono stati più mentali che tattici”, ha detto Paul Annacone, ex-allenatore di Roger Federer e Pete Sampras, alla ESPN. Ivan lo aiuta di più a stabilizzare le sue emozioni e questo permette a Andy di giocare più liberamente, e credo che la cosa sia utile anche per preservare l’energia. Gli alti e bassi provocati dall’emozioni ti svuotano. Anche se non te ne rendi conto, accade. Ivan può far capire a Andy questa cosa, il che può giovarlo nel mettere in pratica il suo piano di gioco”. A Lendl non sono mai piaciuti i viaggi in aereo e la vita del tour, ma Annacone ha detto che è riuscito ad avere un impatto positivo con piccole dosi di aiuto nei momenti più importanti. È per questo che la sua influenza è così vistosa – perché è avvenuta nei momenti chiave e in questo modo può avere un grande impatto”.  Secondo Annacone, Ivan non avrebbe potuto aiutare Andy senza il sostegno di Jamie Delgado, il quale ha accompagnato il vincitore di Wimbledon in ogni torneo negli ultimi cinque mesi. L’allenatore inglese parla con Lendl al telefono regolarmente, e poi trasmette ogni istruzione e incoraggiamento a Murray. È così che preferisce fare Murray: sentirsi dare consigli solamente dal coach che è lì con lui, anche se si scambia dei messaggi con Lendl. “Jamie ha fatto un grandissimo lavoro e si merita una grande stima – il suo contributo giornaliero è incalcolabile afferma Annacone. “Non solo lui è la luce guida, ma anche il radar, l’antenna e il calcolatore di tutte le cose che compongono quell’ambiente – è questo che rende Ivan così efficace. Jamie ha davvero un lavoro difficile e riesce a farlo estremamente bene. Ivan forse ha apportato più benefici la prima volta che avevano lavorato insieme. Inizialmente riuscire a dare una svolta è più difficile, ora la cosa è diversa, ma comunque resta dura vincere dei major, e ancora più difficile continuare a vincerli”.

Sin da quando il ceco è ritornato in estate, il coach di Wawrinka, Magnus Norman ha osservato come il team Murray stia lavorando. “Sicuramente l’impatto portato da Lendl è enorme, ma allo stesso tempo bisogna dare credito all’intera squadra, Delgado è presente ogni singolo giorno” ha detto Norman. “Sembra che tra loro ci sia una grande alchimia ed è palese come la cosa stia pagando. Andy ha giocato benissimo per tutto l’anno, e anche quello precedente. Aveva raggiunto la finale in Australia a gennaio [parecchi mesi prima del ritorno di Lendl]. Il mio team e io personalmente abbiamo profondo rispetto per Andy e le persone attorno a lui. È complicato trovare un atleta più dedito al lavoro di lui. La cosa che mi colpisce davvero è la forza fisica e mentale che hanno separato lui e Novak dal resto del gruppo in questo 2016. Per quanto riguarda quest’aspetto, loro giocano in un campionato a parte”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement