Sole, mare, tennis, golf, balli: la Necker Cup si chiude nel solito lusso

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Sole, mare, tennis, golf, balli: la Necker Cup si chiude nel solito lusso

È terminata qualche giorno fa anche l’edizione 2016 dell’esibizione per professionisti e fortunati (ricchi) amatori, organizzato dal miliardario Richard Branson su una delle isole Vergini Britanniche. Presenti Dimitrov, Wozniacki, Dolgopolov, Edberg e tante scimmie

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La Necker Cup. Chiamarla torneo sarebbe un’esagerazione, chiamarla esibizione sarebbe riduttivo, probabilmente soltanto chi c’è stato può davvero raccontare di cosa si tratta (anche se le foto postate su Twitter aiutano a farsi un’idea). Ogni anno il miliardario Richard Branson, proprietario del gruppo Virgin, la organizza sull’isola di sua proprietà nelle Vergini Britanniche. Invitando tennisti professionisti, ricchi amatori, e mettendo anche in palio qualche posto. Si tratta di una vacanza in un paradiso tropicale in pieno novembre, e il tennis è più una scusa che altro.

Tant’è vero che è difficile scoprire persino chi ha vinto – Branson è arrivato in finale, dove è stato sconfitto da Viktor Troicki e il magnate Bob Zangrillo – e impossibile capire i risultati dei match di round robin. Anche perché le coppie si mescolano a volte anche nel corso dello stesso incontro, ma sito internet e account social dell’esibizione ci tengono più che altro a mostrare la bella vita che deve fare chi si trova lì. Quest’anno per i tour professionistici presenziavano Grigor Dimitrov, Caroline Wozniacki, Alexandr Dolgopolov (che ha fatto amicizia con la fauna locale), Nicole Gibbs e appunto Troicki, ai quali si sono aggiunti le “Legends” Stefan Edberg e Todd Martin. Ma in passato hanno ceduto al fascino e all’allegria dell’isola nomi come Borg, Nadal, Djokovic, Nalbandian, Boris Becker…

Attorno all’evento, il cui lato sportivo è attenuato dal clima da villaggio turistico esclusivo, si tengono un’asta di beneficienza, un torneo di golf, cene e balli e gite in barca. Tutte rigorosamente testimoniate dai presenti, che “cinguettano” dal loro cellulare a beneficio di chi sta a casa. Insomma, si tratta di quel genere di cose che magari sì, ripagano una stagione di duro lavoro, ma in noi suscitano più che altro tanta sana invidia.

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