– Daria Kasatkina (RUS)
nata il 7 maggio 1997 – classifica attuale: 27
best ranking: 24 (agosto 2016)
match giocati in carriera: 170
vinte/perse in carriera: 122/48 (71,7%)
vinte/perse nel 2016: 36/23 (61,0%)
Tornei WTA vinti: nessuno
Slam, migliori risultati:
AO: 3T (2016) – RG: 3T (2016) – Wim: 3T (2016) – USO: 3T (2015)
contro le top 10 (vinte/perse): 2/9 (18,1%)
contro le top 20 (incluse top ten): 5/13 (27,7%)
giocatrice sconfitta con classifica più alta: 7, Venus Williams
Da Junior:
best ranking: 3 (giugno 2014)
vinte/perse: 107/22 (82,9%)
tornei grade A vinti: Roland Garros 2014, (finale Bonfiglio 2013)
Analizzando i dati sintetici riportati qui sopra, emerge una caratteristica particolarmente positiva di Daria Kasatkina: l’alta percentuale di partite vinte in carriera. Il 71% tre le pro e l’82% tra le junior ci dicono non solo che Daria è una giocatrice di talento, ma che è molto solida e costante. Questi numeri infatti si possono raggiungere solo se si vincono quasi sempre i match alla propria portata, dimostrando notevole equilibrio psico-fisico e capacità di limitare le giornate-no.
Dovessi sottolineare che cosa mi ha colpito di più sino a oggi di Kasatkina, sceglierei gli aspetti mentali: la capacità di lottare, la grande lucidità tattica, l’acume nel cercare e trovare i punti deboli delle avversarie. Anche per questo per ora Daria ha raggiunto i migliori risultati sulla terra, la superficie che più esalta queste caratteristiche. Però la sua intelligenza le ha permesso di disimpegnarsi bene anche sull’erba, come si è visto a Wimbledon 2016 dove ha perso dalla futura semifinalista Venus Williams al termine di una partita equilibratissima: 7-5, 4-6, 10-8. Del resto Kasatkina aveva già mostrato il suo valore contro Venus in gennaio ad Auckland, quando l’aveva addirittura sconfitta.
https://youtu.be/xavez0ogLSQ
Punti deboli? Nel circuito contemporaneo è molto importante (per non dire indispensabile) essere dotate di potenza per emergere ai massimi livelli, e sotto questo aspetto Kasatkina ha qualche limite. Ma quando si ha la “testa” si possiede l’aspetto fondamentale del tennis; e dalla sua storia si intuisce che dietro i successi c’è la capacità di applicarsi in modo molto serio e scrupoloso alla professione.
Dovessi ipotizzare cosa mi preoccupa in chiave futura, direi il rischio di consumarsi prima del tempo proprio sul piano nervoso, visto che una giocatrice come lei non ha i colpi per spazzare via le avversarie, ma deve batterle attraverso l’impegnativa strada del logoramento progressivo. Può capitare che a lungo andare questi sforzi di attenzione e concentrazione presentino il conto.
Per questo, adesso che è riuscita a entrare nell’elite del tennis, con una classifica che le permette di partire testa di serie negli Slam (ed evitare le qualificazioni anche nei tornei più selettivi), mi auguro si gestisca impostando un calendario non troppo carico di tornei per non consumare precocemente le energie psico-fisiche.
– Jelena Ostapenko (LAT)
nata l’8 giugno 1997 – classifica attuale: 43
best ranking: 34 (giugno 2016)
match giocati in carriera: 208
vinte/perse in carriera: 135/73 (64,9%)
vinte/perse nel 2016: 20/28 (41,6%)
Tornei WTA vinti: nessuno
Slam, migliori risultati:
AO: 1T (2016) – RG: 1T (2016) – Wim: 2T (2015) – USO: 2T (2015)
contro le top 10 (vinte/perse): 2/2 (50,0%)
contro le top 20 (incluse top ten): 3/9 (25,0%)
giocatrice sconfitta con classifica più alta: 8, Petra Kvitova
Da Junior:
best ranking: 2 (settembre 2014)
vinte/perse: 88/36 (70,9%)
tornei grade A vinti: Wimbledon 2014
Ostapenko si era messa in mostra tra le adulte per la prima volta a Wimbledon 2015 quando, da esordiente nel torneo maggiore (wild card come vincitrice dell’edizione junior precedente), aveva letteralmente spazzato via la testa di serie numero 9 Carla Suarez Navarro con un 6-2, 6-0. Poi il turno successivo aveva perso da Kristina Mladenovic 6-4, 7-5, al termine di una partita che aveva lasciato qualche ruggine tra di loro.
Direi che quei due match racchiudono tutto il meglio e il peggio di Jelena (o Aļona, come in realtà la chiamano amici e famigliari) sino ad oggi. Da una parte la capacità di raggiungere picchi di gioco notevolissimi, con la palla che viaggia a velocità superiori sia di dritto che di rovescio; dall’altra la tendenza a distrarsi in campo, spostando l’attenzione dal gioco alla polemica personale.
https://youtu.be/3aOiOx-1lxw
Ostapenko ha mostrato in diverse occasioni di possedere un “caratterino”; di per sé non credo sarebbe un serio problema, se non interferisse con il suo rendimento; invece a me pare che questo sia il sintomo di un atteggiamento non del tutto maturo verso il tennis, in campo e fuori. Credo che a questi livelli per compiere il salto di qualità occorra un approccio verso la professione più responsabile, che non è da tutti avere. E lo dico senza pretendere di dare giudizi morali, considerato che stiamo parlando di teenager.
A 2016 terminato, direi che Ostapenko non ha compiuto sostanziali progressi: rimane una giocatrice pericolosissima nelle giornate di vena, e quando può comandare il gioco; ma nelle giornate normali può andare incontro a gratuiti a ripetizione, e in generale non mi pare sia migliorata sul piano difensivo. Eppure, secondo me, fisicamente avrebbe le doti di mobilità, resistenza, coordinazione, per costruirsi un tennis di contenimento di qualità superiore a quello attuale.
Difficile fare previsioni sul futuro perché, come dicevo prima, credo che nel suo caso molto dipenderà dalla maturazione che saprà compiere nei confronti della professione.
A pagina 3: Naomi Osaka e Ana Konjuh