Melania Delai, professione aspirante campionessa, si racconta a Ubitennis - Pagina 2 di 2

Interviste

Melania Delai, professione aspirante campionessa, si racconta a Ubitennis

La giovane promessa azzurra Melania Delai si appresta a dar la caccia ai primi punti WTA della sua carriera. I presupposti per fare bene nel mondo dei grandi ci sono tutti, uno staff tecnico all’altezza pure. Che il tanto auspicato ricambio generazionale stia davvero per cominciare?

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A dispetto dell’età ti sei già tolta alcune soddisfazioni. Qual è il momento che ricordi con maggiore piacere? E quello che invece più ti ha fatto arrabbiare?
Di soddisfazioni ne ho già avute tante e ti confesso che io sono una che si accontenta poco. Sono molto esigente con me stessa. Indossare la maglia azzurra della Nazionale è sempre una grande soddisfazione, ma anche il mio primo torneo ITF Under 18 mi ha dato un’emozione che non ti so descrivere, come se in quel momento passassi da bambina ad adulta. Mi sono sentita più… tennista, ecco. Ogni sconfitta mi fa arrabbiare però mi passa subito: ci ragiono e poi si volta pagina.

Fissiamo insieme un obiettivo per il tuo 2017. Da qui a dodici mesi ti reputeresti soddisfatta se…? Per il futuro a più a lungo termine, invece, meglio una Fed Cup da protagonista con le altre azzurre o un torneo dello Slam vinto in proprio?
Da qui a dodici mesi mi riterrò soddisfatta se avrò migliorato tutti i colpi, se atleticamente sarò ancora più tosta e se avrò migliorato la mia classifica ITF. Tanto per essere esigentissima, mi piacerebbe entrare entro la fine del 2017 in classifica WTA. Tra una Fed Cup e uno Slam ti rispondo così: “Perché non tutti e due?”. Mi piace molto competere in squadra ma vincere uno Slam tutto mio sarebbe tanta roba!

Qualcosa di più leggero. Tennis escluso, a che cosa non potresti mai rinunciare? E poi, tanto alla mamma non lo diciamo, c’è già un fidanzato?
Non potrei mai rinunciare alla mia famiglia. A mia mamma, mia sorella e ad Alessandro (Bertoldero, ndr) che è il mio allenatore ma anche il compagno di mamma con cui ho un rapporto di amore, stima, rispetto e professionalmente fantastico. Ogni tanto litighiamo ma la cosa più bella è che so che fa tutto per il mio bene. In campo ci divertiamo anche se è molto esigente. Fidanzato? Non ce l’ho, ho qualche amico con cui mi sento più spesso ma niente che possa assomigliare ad un fidanzato (ride).

Dimenticavo una cosa fondamentale. Lo leggi Ubitennis? Attenta a come rispondi che ci legge il Direttore…
Sì lo leggo, anche perché nel tempo libero sfoglio le pagine internet e le prime che guardo sono quelle che parlano di tennis.

Capitolo finale: ringraziamenti. Carta bianca, puoi dire tutto ciò che ti va…
Devo un ringraziamento particolare ad Alessandro Bertoldero che ha lasciato la FIT per seguirmi al 100%. Grazie a lui sono migliorata e miglioro ogni giorno. Alla mia famiglia che mi supporta in ogni momento e ai miei sponsor che ci aiutano nelle spese. Al mio amico/incordatore Luca Moreschetti che mi ascolta e mi sopporta, e al mio Club con cui quest’anno giocherò la serie A2. Non vedo l’ora. Alle mie compagne di allenamento con cui nelle pause faccio grandi partite a burraco e grandi risate, ai miei veri amici che fanno sentire la loro presenza nonostante la lontananza e infine a te che mi hai dato l’opportunità di raccontarmi.

Ora è la volta di Monica, la mamma di Melly. Benvenuta anche a te. Intorno a Melania tutto è già estremamente professionale, l’entourage prima di tutto, ma anche la sfera social e della comunicazione. Ti preoccupa un po’ questo aspetto collaterale del cammino che avete intrapreso?
Lo staff che ruota intorno a Melania è estremamente professionale, ma anche molto amichevole. Siamo una grande famiglia e Melania ci sta volentieri perché di base c’è tanto affetto da parte di tutti e una grande passione che ci accomuna. Melania per quanto concerne la comunicazione si occupa solo del suo profilo Facebook, al sito (www.melaniadelai.it) ed al resto invece non partecipa direttamente. No, non mi preoccupa questo aspetto di confidenza con i social perché personalmente non ci vedo nulla di negativo, anzi. Se diventerà una giocatrice professionista, Melly sarà già abituata a rispondere alle mail, per esempio, o a rispondere bene ad un’intervista perché anche questo fa parte del gioco.

Posso immaginare i sacrifici economici e logistici che la vostra famiglia incontra nell’assecondare la crescita sportiva di Melania. In questo aspetto la nostra Federazione vi è d’aiuto?
L’attività di Melania è molto costosa anche perché i tornei sono sempre lontani e per la sua crescita – anche se perde anzitempo – Alessandro sceglie di fermarsi anche i giorni successivi per consentire a Melly di allenarsi con le giocatrici più forti e confrontarsi con altri coach. La nostra Federazione contribuisce con qualche trasferta e con le convocazioni ad alcuni tornei, ma le spese sono molte di più. Qui entrano in gioco i nostri sponsor che sono molto attivi. Ma non ti nascondo che si fanno tanti sacrifici comunque. Un grande aiuto viene anche dal Club dove si allena Melania, il Sig. Barbiero e la sua famiglia ci hanno messo a disposizione l’intera struttura.

In futuro ti vedi più una mamma alla Judy Murray – austera e agguerrita in tribuna – o piuttosto una tifosa speciale dietro alle quinte?
(Ride) In verità io adoro Judy Murray. Mamma, tifosa, allenatrice famosa, manager, confidente e tanto altro ancora. Severa, poi, nonostante l’età del figlio. Sì, mi vedo più come lei…

Qual è il consiglio che ti senti di dare a Melly ogni giorno?
Il consiglio che non mi stanco mai di darle è che prima di diventare una forte tennista deve diventare una grande persona. In questo mondo deve imparare a scegliersi bene le amicizie, che siano leali e sincere, e fidarsi solamente della sua famiglia. Di non sottovalutare mai la sua cultura e perciò impegnarsi sempre al massimo anche nello studio. Queste basi la aiuteranno ad avere una vita ricca di successi, e non parlo solo di tennis.

Per finire ecco Alessandro Bertoldero, l’allenatore. Tra le tante cose che hai fatto nella tua carriera sei stato anche coach di un’ottima giocatrice come la Camerin. Quali sono le differenze sostanziali  nell’attività di allenatore tra il seguire una atleta già formata come Maria e un prospetto di campionessa come può essere considerata oggi Melania?
Ho allenato ragazzi e ragazze di tutti i livelli, cambiano alcuni contenuti tecnico/tattici ma l’obiettivo è sempre quello di farli imparare e migliorare sempre. Per poter alzare il livello, sia di una professionista che di una giovane atleta, bisogna continuare a curare i particolari. Occorre costruire innanzitutto la corretta mentalità e serve molto tempo per farlo. Per questo motivo ho lasciato gli altri impegni lavorativi per seguire Melania a tempo pieno.

Dal punto di vista tecnico, ci puoi delineare la Melania tennista? A quale giocatrice, tra quelle in attività o quelle del recente passato, ti senti di poterla accostare in quanto a modo di portare i colpi? Credi inoltre che le caratteristiche tecnico/tattiche siano già compiutamente delineate o per capire che tipo di giocatrice potrà essere Melania occorre ancora del tempo?
Melania è in continuo miglioramento tecnico ed il mio obiettivo è quello di fornirle più armi possibili per risolvere i problemi tattici che troverà sul campo affrontando le diverse giocatrici. Siamo sempre in costruzione e non la paragonerei a qualche giocatrice in particolare perché occorre ancora del tempo per maturare fisicamente e per imparare. Io mi ritengo un coach esigente. Nelle ultime settimane, per esempio, abbiamo dedicato parecchio tempo al servizio ed ai colpi a rimbalzo. I margini di crescita ci sono su tutti i colpi e su tutte le soluzioni tattiche.

Melania è una classe 2002. Molto giovane, dunque, in senso generale. Non così tanto se pensiamo alle carriere estremamente precoci di alcune giocatrici quali, per esempio, Hingis e Capriati. A tuo avviso sono situazioni oggi replicabili, magari in Italia, o la complessità di questo tennis prevede tempi di adattamento più lunghi?
Servono anni per maturare dal punto di vista tecnico, tattico, fisico ed emotivo. La media di entrata tra le prime 100 WTA delle giocatrici si è alzata di qualche anno perché la costruzione dell’atleta si è allungata. Le componenti sulle quali stiamo lavorando sono tante e riguardano il tennis, la preparazione fisica, la prevenzione degli infortuni, la scuola e tutto ciò necessita di tempo e deve essere seguito con molta attenzione da professionisti che conoscono molto bene l’atleta.

Non hai la sfera magica, ci mancherebbe, ma realisticamente dove pensi possa arrivare Melania qualora manterrà intatta la voglia di lavorare duramente?
Melania ha un sogno e lo coltiva tutti i giorni con passione. È una persona interessante con la quale è bello lavorare e confrontarsi. Alcune delle sue qualità sono fuori dal comune e le potranno permettere di arrivare dove lei desidera. Il mio compito è quello di aiutarla a superare un gradino ogni giorno e festeggiare con lei tanti piccoli traguardi. Vorrei mettere in evidenza tutto il team che segue Melania, oltre a me, perché tutti noi siamo stati conquistati dalla sua simpatia e dal progetto a lungo termine che ho cucito su di lei. Vorrei infine unirmi a Melania e Monica nel ringraziare di cuore tutte le persone che contribuiscono alla realizzazione di questo grande progetto.

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