La settimana degli italiani: Giorgi parte bene, Errani deve ancora ritrovarsi - Pagina 2 di 2

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La settimana degli italiani: Giorgi parte bene, Errani deve ancora ritrovarsi

Segnali positivi dalla marchigiana, in semifinale a Shenzhen. Ancora buio per Errani. Gli uomini fanno quello che possono

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Dalle donne sono arrivate decisamente maggiori buone notizie, soprattutto da Camila Giorgi, tornata in una semifinale di un International dall’aprile scorso, quando arrivò sino alla finale a Katowice, in Polonia. Iscrittasi al ricco torneo cinese di Shenzhen (750.000 $ di montepremi) ha avuto anche un pizzico di fortuna: al primo turno, sorteggiata contro l’elvetica Timea Baczinsky, n°15 WTA,  ha usufruito del suo ritiro a sorteggio già effettuato, per un problema agli addominali occorso all’elvetica, ed ha così affrontato la 24enne lucky loser romena, Ana Bogdan, n°124 WTA. Non è stata comunque una partita facile per la maceratese, da pochissimi giorni venticinquenne. Infatti Camila, poco efficiente col servizio nel primo set (45℅ di prime in campo, 9℅  punti vinti con la seconda), perde il primo parziale col punteggio di 1-6. Migliorando parzialmente queste percentuali, la marchigiana riesce a prendere maggiormente il comando del gioco, servendo per il set sul 5-4, prima di vincerlo finalmente al tie-break. Nel terzo, dopo aver annullato una delicata palla break nel quinto gioco, ha strappato il servizio alla romena nel game successivo, break che sarà l’unico del parziale e che che le consegnerà il match dopo 2 ore e 2 minuti con lo score di 1-6 7-6(5) 6-3. Al secondo turno per la Giorgi la partita è stata ancor di più complessa: opposta alla ventiduenne beniamina di casa, Saisai Zheng, n°84 WTA, già sconfitta nell’unico precedente del 2012 sull’erba di Nottingham, ha dovuto dare vita ad una battaglia lunghissima per avere la meglio. Il solito alternarsi di momenti di gran tennis con altri di buio totale, ha condizionato la partita, fatta e disfatta da Camila, che aveva il controllo del gioco. Sotto 2-5 nel primo set, la marchigiana ha infilato quattro game consecutivi, prima di dissolversi e perdere il primo set al tie-break. Nel secondo parziale, la nostra giocatrice è stata brava a non scoraggiarsi quando nel decimo gioco, andata a servire per il set, si è fatta brekkare: con una pronta reazione, ha chiuso il set dopo due giochi. Nel terzo e decisivo parziale, Camila è fuggita via sul 5-2, prima di rischiare di compromettere tutto sul 5-4 15-40. Su questa difficile situazione di punteggio, è riuscita a mettere una marcia in più, chiudendo una lunghissima maratona di 3 ore e 2 minuti col punteggio di 6-7(5) 7-5 6-4. Nei quarti, che Camila non giocava da Seoul a settembre, la nostra giocatrice ha dovuto affrontare un’altra tennista cinese, Quaisai Zheng, 24enne n°71 WTA. Questa volta, però, Camila si è profusa in una prestazione costantemente su alti livelli, che non ha mai permesso alla sua avversaria di entrare in partita. Dopo aver dominato il primo set, vinto 6-0, la nostra giocatrice è stata brava a fermare sul nascere la reazione della cinese, portatosi 2-1 e servizio nel secondo set, infilando un filotto di cinque giochi consecutivi che le ha dato il successo dopo 64 minuti col punteggio di 6-0 6-2. In semifinale, la Giorgi ha trovato di fronte Alison Riske, 26enne statunitense al 39° posto del ranking WTA ed ottava testa di serie, tennista che nei quarti aveva eliminato la Radwanska. Erano 1-1 nei precedenti le due giocatrici, ma la tennista della Pennsylvania, grazie ad una solidissima prova al servizio (75℅ di prime, 79℅ di punti vinti con la prima) non ha dovuto fare altro che attendere il momento di calo della azzurra, arrivato all’ottavo game con la perdita del servizio. Un buio durato cinque game consecutivi, che è sostanzialmente costato l’incontro alla Giorgi, sconfitta con un duplice 6-3 in 1 ora e 16 minuti.

Sostanzialmente positivo anche il rientro nel circuito della nostra numero 1, Roberta Vinci, tornata per la sesta volta in carriera a giocare nell’International da 1 milione di dollari di  montepremi di Brisbane (miglior risultato i quarti raggiunti l’anno scorso perdendo dalla Azarenka). Al primo turno, la tarantina ha affrontato l’ucraina Kateryna Bondarrenko, trentenne tennista al 68° posto del ranking WTA, ripescata nel tabellone principale dopo il forfait, poco prima di dover scendere in campo, della connazionale Lesia Tsurenko, che ha così mancato la rivincita degli ottavi degli ultimi US Open, quando fu eliminata dalla Vinci. I precedenti tra le due giocatrici erano sul due pari, ma Roberta doveva vendicare l’amara e netta sconfitta patita l’anno scorso al Roland Garros dalla sua avversaria. Ne è venuta fuori una partita estremamente equilibrata, nella quale la maggiore esperienza e classe della pugliese hanno fatto la differenza a suo favore. Roberta ha vinto un primo set che stava perdendo, essendosi trovata sotto 3-5, prima di portarlo a casa al tie-break. La Vinci nel secondo, dopo essere stata sotto 0-3, è risalita sul 3-3: nessuna delle due ha più perso il servizio e si è arrivati inevitabilmente al tie-break, questa volta portato a casa dalla Bondarenko. Quando l’ucraina nel terzo set si è portata sul 5-1, il match sembrava a tutti già concluso, alla stessa Kateryna inclusa, distrattasi tra doppi falli ed errori gratuiti che, complice la grande determinazione di Roberta, hanno portato ad una clamorosa rimonta, attraverso il rischioso annullamento di ben 5 match point da parte della pugliese. Si è arrivati nuovamente al tie-break che ha premiato l’italiana e la sua immensa voglia di lottare: dopo 2 ore e minuti di battaglia e harakiri ucraini, il passaggio al secondo turno è archiviato col punteggio di 7-6(4) 6-7(4) 7-6(5). Al secondo turno, la venticinquenne, mancina nipponica Misaki Doi, n° 40 WTA, era per Roberta un’avversaria inedita che poteva recarle problemi. Invece, il match è stato, grazie ad una prestazione solida ed attenta, sempre saldamente nelle mani della pugliese, che, pur mettendo in campo solo il 45℅ di prime, ha perso solo una volta il servizio ed ha vinto 6-4 6-2 in 1 ora e 19 minuti. Nei quarti il livello dell’avversaria era molto più alto: dall’altra parte dell rete, la Vinci ha trovato Karolina Plyskova, sesta giocatrice al mondo e finalista agli ultimi US Open. Roberta è scesa in campo corroborata nella convinzione di poter vincere, dai due precedenti, entrambi vinti contro la ventiquattrenne ceca. Uscita dai blocchi in maniera migliore della sua avversaria, la Vinci ha portato a casa il primo set col punteggio di 6-3, grazie ad un break conquistato al quarto gioco. Proprio la maggiore facilità nel conservare il servizio da parte della ceca (81℅ di punti vinti con la prima), ha condizionato nell’evolversi del match, il suo esito. La Plyskova ha così strappato il servizio nel quarto ed ottavo gioco alla sua avversaria, conquistando il terzo e decisivo set. In questo frangente, perde per la seconda ed ultima volta il servizio, ma Roberta non ne ha più e, dal 2-0 in suo favore, si ritrova a subire un filotto di sei giochi consecutivi, che consegnano dopo 1 ora e 51 minuti la semifinale alla Pliskova, col punteggio di 3-6 6-2 6-2.

Sempre a Brisbane, vi è stato anche il ritorno alle gare di Sara Errani, che aveva interrotto prematuramente il suo 2016 a fine settembre: vi era molta curiosità sul suo rientro, anche perché era il suo esordio, dopo più di dieci anni, senza più avere come guida tecnica Pablo Lozano. L’emiliana, alla sua sesta partecipazione nel torneo della più grande città del Queensland (Est Australia), dove nel 2009 aveva conquistato una semifinale, è stata sorteggiata contro Cristina McHale, 24enne statunitense al 45° posto del ranking WTA, sconfitta in due occasioni su tre dalla nostra giocatrice. Purtroppo, però, è arrivata la quinta eliminazione al primo turno negli ultimi sei tornei: Sara ha avuto le solite difficoltà quando serviva con la seconda (36℅ di punti vinti) ed ha ceduto complessivamente quattro volte il servizio. Nel contempo, non è riuscita neanche ad essere efficace nei game di risposta: la sua unica palla break, convertita, è arrivata quando la partita era già compromessa sul 3-6 1-5. Troppo poco per non uscire dal campo sconfitta dopo 79 minuti di gara, con la McHale qualificata al secondo turno col punteggio di 6-3 6-1.

Anche Francesca Schiavone si è iscritta, per la quarta volta in carriera, al torneo di Brisbane, ma la sua classifica, n°102 WTA, l’ha costretta a passare dalle quali. Qui, al primo turno ha affrontato Ayumi Morita, attualmente senza classifica, ma ex 40 del mondo nel 2011 e l’ha eliminata col punteggio di 7-6 2-0 prima che la nipponica si ritirasse dopo 1 ora e 31 minuti.  Nel secondo turno delle quali ha invece avuto la meglio su Jennifer Brady, 21 enne tennista statunitense, 117 WTA, sconfitta col punteggio di 6-4 6-7(6) 6-3 dopo 2 ore e 16 minuti di gara. Il terzo e decisivo turno è stato però fatale alla vincitrice del Roland Garros 2010, che, contro la 23enne serba Alessandra Krunic, n°141 WTA, da lei sconfitta nell’unico precedente del 2016, in terra australiana ha invece perso nettamente col punteggio di 6-2 6-1 in un’ora di gioco.

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