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Ad aprire il programma odierno del WTA di Sydney è la sfida tra la n.3 del mondo Radwanska e la ceca Strycova, che sono espressione di un tennis molto tattico e poco muscolare. Entrambe cercano di chiudere il punto a rete e “lavorano” molto la palla con le rotazioni ed i cambi di direzione. Barbora, che ha cercato in tutti i modi di resistere alla sua avversaria, nulla ha potuto contro la “professoressa” della WTA che ha tenuto un rendimento altissimo anche al servizio, che, tuttavia, resta il punto debole di tutto il suo arsenale tecnico. La n.2 del seeding ha vinto agevolmente anche perché Barbora è apparsa abbastanza provata dal punto di vista atletico, del resto la maratona (contro Wozniacki), il caldo intenso australiano e il doppio (la ceca è in finale con la compagna Mirza) hanno lasciato parecchie scorie nelle gambe della Strycova. Pur sconfitta la 30enne di Plzen, ma con una “strategica” residenza a Dubai, raggiunge il suo best ranking, infatti sarà n.16 del mondo.
Già i precedenti raccontavano una supremazia evidente di Radwanska, che in 5 partite aveva perso appena due set. Beh anche quest’oggi è stata una partita a senso unico, infatti la ceca è andata subito in confusione. Aga è “maestra” nei ricami, nelle difese e nei colpi anomali, ma contro Barbora ha dovuto semplicemente fare il “compitino”, in quanto il tennis della Strycova è stato privo di profondità e di precisione. La campionessa di Sydney del 2013 si dimostra pronta per l’appuntamento degli Australian Open, ma Aga, se si esclude il titolo alle WTA Finals del 2015 e la finale persa contro Serena a Wimbledon, ha sempre fallito gli appuntamenti negli Slam. Quest’anno le possibilità ci sono, anche perché il tennis femminile sta attraversando un periodo di rimescolamento, dovuto al passaggio generazionale.
Nell’altra semifinale, più incerta nel pronostico in partenza, la britannica Konta spezza le velleità della canadese Bouchard, che tornava in semifinale in un torneo WTA dopo Kuala Lumpur dello scorso anno, in cui perse in finale contro Svitolina. Troppo solida e concentrata Johanna per la talentuosa, ma poco continua, Eugenie, che sta cercando di ritrovare smalto e convinzione dopo 2 anni difficili. Il combinato disposto servizio-diritto ha praticamente permesso alla tennista d’oltremanica di controllare sempre lo scambio, mentre la nordamericana ha fatto molta fatica con il rovescio. Poca profondità, assenza di angoli e un’ incapacità in risposta sono stati i problemi principali della prestazione dell’ex n.5 del mondo, che quest’oggi ha fatto un deciso passo indietro rispetto alle uscite dei giorni precedenti. Konta, che è chiamata a difendere punti pesanti a Melbourne (semifinalista lo scorso anno), si è dimostrata superiore in tutto, mentre l’allieva di Hogstedt è stata troppo titubante e per nulla incisiva.
Il primo set è stato un assolo della n.6 del seeding, che ha strappato la battuta alla sua avversaria ben tre volte, con Eugenie troppo lenta ed impacciata negli spostamenti laterali. Il sigillo definitivo al match è il doppio break in apertura di secondo parziale, che consegna l’accesso alla finale alla giocatrice australiana ma di passaporto britannico. Per la canadese c’è ancora molto da lavorare, anche se qualche miglioramento, soprattutto nell’attitudine in campo, si intravede. Certamente non è la stessa tennista del 2014, quando oltre a diventare n.5 del mondo riuscì ad arrivare all’ultimo atto a Wimbledon. Ora Konta è attesa dalla Radwanska, che ha vinto i due precedenti del 2016 (a Cincinnati e nella finale di Pechino) e che è in grado di “incartare” con la sua ragnatela di scambi e rotazioni qualsiasi giocatrice.
Risultati:
[6] J. Konta b. [WC] E. Bouchard 6-2 6-2
[2] A. Radwanska b. B. Strycova 6-1 6-2
