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WTA San Pietroburgo: Kiki, finalmente. Primo titolo WTA
Un’ostinata Yulia Putintseva contende il titolo alla francese fino alla fine. Kiki trema, ma al quinto match point può gettare le braccia al cielo

K. Mladenovic b. Y. Putintseva 6-2 6-7(3) 6-4
Il circus femminile ha fatto tappa questa settimana a San Pietroburgo, Russia, per il terzo torneo Premier della stagione, dopo quelli già disputati a Brisbane e Sydney in previsione dello Slam Down Under. Una manifestazione, il St. Petersburg Ladies Trophy, giunta all’ottava edizione, che si disputa nella cornice della Sibur Arena. Un impianto cittadino polivalente dotato di una capienza di circa 7000 posti a sedere e campi in cemento. In palio, per la vincitrice, 470 punti e poco più di 130 mila dollari di assegno. Per l’occasione il main draw è di tutto rispetto, con tre Top10 e ben 8 delle prime 26 giocatrici al mondo al via.
Protagoniste un po’ a sorpresa dell’atto conclusivo sono due giovani giocatrici non incluse tra le teste di serie: la russa naturalizzata kazaka, Yulia Putintseva (n.34 WTA) e la francese di origine serba, Kristina Mladenovic (n.51 WTA). Per entrambe le contendenti l’occasione per aggiudicarsi il primo torneo WTA della carriera. Non si è trattato di un inedito assoluto; il bilancio consuntivo, prima di oggi in assoluta parità, consta infatti di 4 sfide con 2 vittorie per parte. Percorsi dissimili hanno caratterizzato l’approdo a questa finale per le due giocatrici. Nella parte alta tutto facile per Mladenovic almeno fino alla semifinale, dove a procurarle qualche grattacapo ci ha pensato la wild card di casa Vikhlyantseva, poi regolata in rimonta. Più tortuosa, invece, la strada per Putintseva, costretta a sbarazzarsi di due Top10, Kuznetsova e Cibulkova, in rapida successione al termine di autentiche maratone. In tabellone, accreditata della sesta testa di serie, c’era anche la nostra RobertaVinci, detentrice del torneo e sconfitta nei quarti proprio da Mladenovic.
Si parte con Mladenovic al servizio. Potenzialmente interessante il confronto di stili: alta, potente e sbrigativa la francese; brevilinea, piedi velocissimi e propensione alla manovra la moscovita di nascita. Occorrono più di dieci minuti alla transalpina per far proprio il game d’apertura, che ha il pregio di delineare quello che sarà il leitmotiv dell’incontro. Al cambio di campo è già tempo di una piccola svolta. La ragnatela ordita da Putintseva non sortisce gli effetti sperati e per Kristina è fin troppo facile prendere in mano le redini dello scambio. Break, subito confermato, e primo allungo di giornata. Il parziale segue quindi l’ordine dei servizi e l’impressione è che il match, forse a causa un pizzico di generalizzata tensione, stenti a decollare. Il dato inconfutabile è che a Putintseva non sia sufficiente far partire lo scambio per disinnescare il surplus di potenza dell’avversaria. Avanti 5 giochi a 2, Mladenovic torna nuovamente a farsi pericolosa nei turni di ribattuta e alla terza palla break del game chiude una prima partita nei fatti rimasta in equilibrio solo nel lungo gioco iniziale.
L’andazzo in apertura di secondo set non sembra essere cambiato più di tanto ma almeno la kazaka ha il merito di rimanere aggrappata nel punteggio. Tatticamente, Yulia, si dimostra tennista virtuosa, e l’impiego con maggiore frequenza delle rotazioni all’indietro, di traiettorie più alte e di qualche sortita a rete sembrano scuotere un match fin qui blindato dall’aggressività della francese. L’equilibrio torna però a spezzarsi nel corso del sesto gioco. Putintseva, subito sotto a causa di due quindici giocati male, cede un turno di servizio di capitale importanza. Sulle ali dell’entusiasmo, Mladenovic conferma il break in un turno di battuta nel quale esibisce anche qualche soluzione stilistica di pregevole fattura. In ritardo per 6-2 5-2, per l’allieva di Roman Kislyanskiy è già tempo di servire per restare nel match. Quando tutto sembra essere già scritto, con Kristina ad un passo dal titolo e tutta l’inerzia del mondo alle sue spalle, è la fretta a tradire proprio la giocatriced’origine serba. Un paio di scelte scellerate le costano, in un momento che meno opportuno non si può, il primo break dell’incontro. Tanto che, in men che non si dica, Putintseva prima la aggancia sul 5 pari e poi, sfruttando il momento di sbandamento della rivale, si issa fino a due punti dal set. Sarà però il tie-break a decidere il parziale, che la stessa Putintseva chiude fin troppo agevolmente.
Ancora una volta, l’ennesima quest’oggi, è Mladenovic a far da lepre. Il break in apertura, per la verità inatteso, sembra restituire morale alla transalpina, tornata d’incanto solerte nel mietere vincenti. Una reazione,la sua, da grande giocatrice. Il punto di non ritorno si concretizza nel corso del quinto game. Kristina, probabilmente rinfrancata dal punteggio, libera i suoi colpi e la naturale conseguenza è il doppio break di vantaggio. Putintseva, pur senza demeritare, si dimostra in difficoltà quando Mladenovic riesce ad ingranarele marce alte. Avanti per 5 giochi a 2 – come nei precedenti parziali, del resto – Kiki torna a servire per l’incontro. Il linguaggio del corpo denota una comprensibile paura e infatti il gioco potenzialmente decisivo si rivela oltremisura appiccicoso. Sul primo match point uno smash tremebondo fa da preludio ad un passante vincente della kazaka; sul secondo e sul terzo, invece, due risposte in fotocopia, su altrettante seconde palle, cancellano lo svantaggio. Break inevitabile. Quando una manciata di minuti più tardi Mladenovic torna a servire per l’agognato trofeo, il suo sguardo, se possibile, si fa ancor più preoccupato. Due vincenti col diritto e uno col rovescio – in mezzo una pallata sparacchiata malamente in corridoio – la sospingono al quarto match point di giornata. É però il quinto quello buono, con la francese che, con un’ora di ritardo sulla tabella di marcia, può finalmente liberare la sua gioia lasciandosi cadere al suolo.
Partita, in definitiva, appassionante e ricca di pathos anche se non ineccepibile dal punto di vista tecnico/tattico. Vince dunque la giocatrice più propositiva e che ha dimostrato di possedere, almeno su questa superficie, il livello di gioco più elevato. Merito comunque a Putintseva per non essersi arresa nemmeno in situazioni disperate di punteggio, quando la superiorità della rivale sembrava davvero evidente.
Flash
Roland Garros: Miyu Kato, squalificata nel doppio femminile, gioca e vince nel misto. Ma piange in conferenza stampa. E Sorribes Tormo…
La giapponese abbandona in lacrime la conferenza stampa. Sorribes Tormo: “io e Bouzkova non abbiamo fatto nulla di male”

Quanto occorso domenica 4 giugno alla coppia Kato-Sutjiadi, che è stata come è noto squalificata dal torneo di doppio femminile del Roland Garros a causa di una pallina che, colpita dalla giapponese, ha accidentalmente centrato una raccattapalle alla testa, tiene banco anche nelle ultime ore attraverso le dichiarazioni (o i silenzi) di alcune delle protagoniste.
Il caso è stato senza dubbio controverso soprattutto perché è parso subito chiaro che nell’atteggiamento dell’atleta asiatica non sussistessero violenza o nervosismo, né il punteggio ne suggeriva i presupposti. Si è trattato in sostanza di un momento sfortunato, così come a volte per fortuna da un gesto dettato da nervosismo non succede nulla di grave (ricordiamo anche la pallata di Tsitsipas, esasperato dai trick di Kyrgios durante lo scorso Wimbledon).
Accade così che alla mortificata Miyu Kato venga concesso lunedì di giocare nel doppio misto, torneo dove è in corsa in coppia con il tedesco Tim Puetz. I due, opposti nei quarti di finale al duo brasiliano Stefani-Matos, hanno per la cronaca guadagnato l’accesso alle semifinali con un successo in due set per 7-6 6-2.
Durante la conferenza stampa di prassi, mentre il tedesco stava parlando del match vinto, Kato, sicuramente non abituata a tante attenzioni e su un caso così negativo per lei, ha cominciato a piangere e ha abbandonato la sala senza profferire verbo.
Passando alla coppia femminile che ha beneficiato del default, Sara Sorribes Tormo è stata sollecitata sull’argomento dopo il suo match di singolare perso con Haddad Maia e ha risposto laconicamente: “è sicuramente stata una situazione spiacevole. Anche per me e per Marie Bouzkova e stata dura sentire tutto quello che è stato detto. L’unica cosa che noi abbiamo fatto è stato andare dal giudice arbitro e spiegargli cosa era successo.
Poi abbiamo detto che la ragazza stava piangendo e che noi eravamo spaventate. La ragazza non aveva visto la pallina arrivare. Per il resto ha deciso tutto il supervisor, noi non abbiamo fatto nulla di male, è l’unica cosa che posso dire su quanto accaduto”. Sorribes Tormo e Bouzkova avevano avuto l’atteggiamento di chi sollecitava arbitro e supervisor a prendere la decisione di assegnare loro il match a tavolino e questo ha fatto sì che sui social abbiano ricevuto offese e attacchi di ogni tipo.
In ogni caso, la presenza di Kato nel torneo di doppio misto ci fa pensare a una soluzione intermedia che riconosce delle attenuanti alla tennista giapponese e forse implicitamente individua qualche responsabilità in carico al giudice di sedia, che non si è accorto dell’accaduto e non si è sincerato delle condizioni del raccattapalle.
Flash
Roland Garros, Coco Gauff ai quarti con grande personalità
Si interrompe il percorso di Schmiedlova. Avanza Gauff ma le si prospetta un quarto di finale da brivido con Iga Swiatek

Il percorso di Coco Gauff verso l’obiettivo della seconda finale consecutiva al Roland Garros continua. La giovane americana vince l’ottavo di finale con la ritrovata Anna Karolina Schmiedlova con il punteggio di 7-5, 6-2 in un’ora e 31′. Americana che spreca tanto nel primo set: sale 5-2 e arriva al set point sul suo servizio prima di un incredibile parziale di 10-3 che rimette tutto in discussione sul 5-5. La slovacca è imprecisa nel game che avrebbe potuto garantirle il tiebreak e quando Cori va per la terza volta a servire per il set lascia a “0” l’avversaria e chiude il parziale. Nel secondo ha vita facile grazie all’abitudine a giocare determinate gare e a una brillantezza atletica differente. Compito più agevole nel secondo set: dopo un break e un controbreak, l’americana infila una striscia vincente di cinque giochi a zero che spiazza la slovacca. Incidono i 14 errori di Schmiedlova, più del doppio di quelli commessi nel primo set. Gauff chiude con 22 vincenti e 22 errori non forzati, mentre Anna paga dazio con i 26 gratuiti a fronte di 17 vincenti. Gauff più aggressiva in risposta con la quale ha cambiato l’inerzia del match, ma deve interrogarsi su un black out che poteva costarle caro. Adesso per lei la sfida con la vincente tra Swiatek e Tsurenko per quel che potrebbe essere un revival della finale dello scorso anno contro Iga.
evidenza
Roland Garros: Jabeur facile ai quarti. Haddad Maia rimonta Sorribes Tormo in quasi 4 ore [VIDEO]
Il match della tunisina dura meno di un set di quello tra Haddad Maia e Sorribes Tormo. La brasiliana per la prima volta ai quarti Slam

[7] O. Jabeur b. B. Pera 6-3 6-1
Si rivela una formalità il match di ottavi di finale di Ons Jabeur. La tennista tunisina supera in un’ora e quattro minuti la statunitense Bernarda Pera e accede per la prima volta in carriera ai quarti di finale del Roland Garros, unico torneo nel quale non era riuscita a raggiungere tale traguardo.
Servizio che non è stato assolutamente un fattore in questo match, in particolare nel primo set. Sono ben otto i break nei nove game giocati. A decidere il primo parziale, infatti, è stato l’unico game di servizio tenuto da Jabeur. Gioco nel quale la numero 7 al mondo ha dovuto comunque fronteggiare una palla break. Percentuali disastrose per Pera al servizio con solo il 35% di punti vinti con la prima e uno su undici con la seconda. Jabeur dal canto suo si salva bene con la prima, sopratutto se al corpo dell’avversario, male con la seconda che viene facilmente attaccata da Pera. La statunitense sbaglia tanto sopratutto con il rovescio, vero punto debole della numero 36 al mondo.
Si tratta di una sfida tra due giocatrici non molto veloci nei movimenti in avanzamento, ma a fare la differenza è la sensibilità della mano di Jabeur che fa quello che vuole.
Anche nel secondo set continua la prestazione orribile di Pera. La statunitense chiuderà il match senza tenere neanche una volta il servizio. Jabeur, dopo il break subito in apertura, riesce a trovare le giuste misure approfittando ancora dei marchiani errori di Pera, che perde anche l’aggressività anche sulla seconda molto debole della tunisina. La statunitense viene anche abbandonata dal dritto, sentenza di un match che scivola agilmente nelle mani di Jabeur. Alla fine Jabeur in un match giocato non benissimo chiude con 16 vincenti e 14 gratuiti. Pera chiude con un saldo di negativo di -20 con ben 33 errori non forzati neanche lontanamente bilanciati dai 13 vincenti. La statunitense becca anche di poco cinismo visti le sole quattro palle break convertiti delle 12 avute.
[14] B. Haddad Maia b. S. Sorribes Tormo 6-7(3) 6-3 7-5
Restano in campo tre ore e 53 minuti Beatriz Haddad Maia e Sara Sorribes Tormo nel match di apertura di giornata sul Court Suzanne Lenglen, vinto dalla brasiliana testa di serie numero 14, in rimonta 6-7(3) 6-3 7-5. Le due tenniste erano al loro primo ottavo di finale Slam in carriera e stremate sono uscite dal campo dopo aver dato tutto durante il loro match. Probabilmente a gongolare però è Jabeur, prossima avversaria di Haddad Maia, che con largo anticipo aveva archiviato la sua pratica, mentre la brasiliana ha portato a casa il secondo match consecutivo al terzo set.
IL MATCH – Mai dare per vinta Sara Sorribes Tormo. La spagnola recupera un primo set che la vedeva quasi spacciata con la solita grinta e tenacia da terraiola vecchio stile. Parte meglio la brasiliana che nel terzo game strappa il servizio a zero, sfruttando gli errori di rovescio della spagnola e la sua aggressività in risposta. Haddad Maia sembra in totale controllo, con un’ottima gestione del tempo e del ritmo. I pochi errori compiuti dalla brasiliana non facevano presagire che ci fossero speranze di rimonta. Chiamata a servire per il set Haddad percepisce la tensione e con tre errori gratuiti, l’ultimo dei quali di dritto concede uno dei due break alla sua avversaria. Sorribes Tormo fiuta le difficoltà della numero 14 del mondo, con Haddad che cala drasticamente la velocità della seconda. Arriva il secondo break con la spagnola che agguanta il 5-5. In una partita dall’andamento altalenante arrivano ancora un break e controbreak che portano il match al tie-break. Nel gioco decisivo, l’attuale numero 132 del mondo Sorribes Tormo capitalizza al massimo l’efficacia del suo gancio di dritto e porta il tie-break a casa per 7-3.
In una sfida dall’alto impatto a livello nervoso, Haddad Maia subisce ancora la tenacia della spagnola che lotta punto su punto, approfittando delle vulnerabilità di una frastornata Haddad Maia. Sul 3-0 pesante e 40-15 per Sorribes Tormo arriva l’ennesima punto di svolta del match. Haddad Maia recupera il primo dei due break, con Sorribes Tormo che non sfrutta quattro palle del 4-0, e poco dopo agguanta la parità sfruttando un game con due doppi falli della spagnola. Il servizio di Sorribes Tormo non è un fattore, ma anche la brasiliana nonostante le doti fisiche non riesce ad essere incisiva. Haddad gioca bene le palle corte ma manca di precisione nei suoi colpi, col dritto, croce e delizia di questo match, spesso sbagliato per un non corretto posizionamento in campo. Al termine di un game combattuto e travagliato, Haddad Maia annulla un’altra palla break nel settimo gioco, e limitando gli errori e tira fuori tutta la potenza del suo dritto che la porta a condurre sul 6-3.
Nel terzo set la mancina sudamericana parte meglio con colpi puliti e aggressivi di dritto, colpo che continua a regalare soddisfazioni e soprattutto palle break. Tenere il conto dei servizi non mantenuti però è un’attività superflua a questo punto del match, dove le occasioni innumerevoli fioccano da una parte e dall’altra, con la tensione che sale a livelli altissimi. Le due tenniste, molto attive anche dal punto di vista vocale, mantengono comunque sempre un evidente rispetto reciproco e in alcuni passaggi anche lo spettacolo ne giova. Haddad è certamente quella più aggressiva a questo punto, e come detto il suo dritto mancino diventa l’arma decisiva: prima sul 5-4, in risposta, si guadagna tre match point ma Sorribes Tormo prolunga l’attesa. Alla fine un break all’undicesimo game manda la numero 14 del mondo a servire e riesce a chiudere 7-5.