Indian Wells, la parola ai protagonisti [AUDIO]

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Indian Wells, la parola ai protagonisti [AUDIO]

Nell’incontro informale pre-torneo, i protagonisti di Indian Wells parlano del caso wild-card Sharapova, dell’ITF e del pazzesco tabellone maschile. Ma anche di Trump, sushi e cheesecake

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da Indian Wells, il nostro inviato

Il concetto di ‘faticoso’ è di natura abbastanza soggettivo: capita quindi di sentire qualche lamentela da parte dei giornalisti impegnati del Media Day al BNP Paribas Open, durante il quale per quasi quattro ore consecutive si è dovuti rimanere accalcati attorno ad una tavola rotonda per carpire qualche dichiarazione dai protagonisti del torneo. Se però si considera la situazione dal punto di vista di chi magari si considera privilegiato nell’avere tutti i più forti giocatori del globo terracqueo che, a turno, si siedono a meno di un metro di distanza pronti a rispondere alle proprie domande, allora le lamentele sembrano meno giustificate.

Solitamente sono soltanto i primi otto del tabellone che devono sottoporsi alla “corvè” del Media Day, ma in questo specifico caso è stata concessa una “wild card” (o un’ammissione con ranking protetto, scegliete voi) al vincitore degli Australian Open Roger Federer, che rapidamente è diventato il pezzo più popolare della collezione. Solite domande sugli Australian Open (“Non mi sarei mai aspettato di vincere, un quarto di finale sarebbe stato un risultato strepitoso”), su quello che è successo dopo l’epica finale con Nadal (“Ho sentito di più quella che persi a Wimbledon nel 2008”) e sul periodo di riposo forzato a causa dell’infortunio al ginocchio (“Non avevo scelta, non sarei mai potuto tornare a giocare prima, non sarei stato in grado di reggere più di un set”). Ovviamente non poteva mancare una riflessione sulla parte di tabellone incredibilmente difficile in cui lo svizzero è capitato: “Nella mia carriera ho visto così tanti tabelloni che nulla mi stupisce più. All’inizio mi avevano detto soltanto che avrei esordito contro Sela o Robert, ed ho pensato ‘Okay’; poi si è saputo che avrei potuto incontrare Rafa negli ottavi, ed ho pensato ‘Okay’, poi mi han detto che avrei potuto avere Djokovic nei quarti… Tuttavia io sono arrivato qui sapendo che avrei dovuto incontrare giocatori del genere, prima o poi, e non fa una grande differenza per me incontrarli negli ottavi o in finale, anche se capisco che è molto diverso per voi e per i fans”.

Ha tenuto chiaramente banco la questione delle wild card promesse a Maria Sharapova dopo il suo rientro dalla squalifica per doping. Insolitamente ciarliera a questo proposito la prossima n.1 del mondo Angelique Kerber, che di abitudine non si lascia mai andare a considerazioni controverse, ma in questo caso ha fatto chiaramente capire come sia in disaccordo con la decisione del torneo di Stoccarda di estendere un invito a Maria, nonostante la russa non possa giocare fino al mercoledì: “È molto strano per noi giocatori capire una cosa del genere, come lei non possa nemmeno accedere all’impianto per i primi due giorni e poi mercoledì giocare il primo turno. La wild-card che è stata assegnata a lei avrebbe potuto essere data ad una giocatrice tedesca, che difende i colori della Germania tutto l’anno e gioca in Fed Cup”. Molto articolato a proposito il n.1 ATP Andy Murray, che ha ribadito alcuni concetti già espressi la settimana scorsa a Dubai, elaborando ulteriormente i pro e i contro della decisione: “La questione è chiaramente complessa. È prerogativa dei tornei fare ciò che è meglio per il loro evento, ed è innegabile che avere un’atleta come Maria Sharapova beneficia il loro evento. Inoltre, chi viene squalificato per più di 12 mesi e perde tutti i punti in classifica ha bisogno di wild card per giocare qualunque tipo di evento, a meno che non si tratti di qualificazioni di Future. E avere una giocatrice come Maria Sharapova giocare le qualificazioni di un Future comporta dei problemi logistici di non poco conto. Di conseguenza è inevitabile che qualche wild card debba essere concessa ad un atleta in questo tipo di situazione, ma magari si dovrebbe porre qualche limite al numero di wild card”. Più diplomatici Stan Wawrinka e Karolina Pliskova, che si sono trincerati dietro ad un no-comment, mentre si è dichiarata più possibilista Svetlana Kuznetsova che ha espresso il suo supporto per la connazionale, “perché quello che è successo sembra più che altro un errore invece che un tentativo di imbrogliare”.

Interessante l’incontro con Simona Halep, al rientro dopo l’infortunio al ginocchio che l’ha condizionata all’inizio di questa stagione: “Adesso il ginocchio sta meglio, non sento dolore, ma è meglio aspettare di giocare qualche incontro ufficiale, perché anche in Australia non mi faceva male in allenamento, mentre in gara il dolore è ricomparso. Dopo parecchia fisioterapia, laser-terapia, ultrasuoni e parecchia palestra ora sto molto meglio anche se non posso avere come obiettivo quello di vincere molte partite in questo torneo”.

Durante la sessione con Dominic Thiem, immancabile la domanda sulla sua programmazione “stacanovistica”: “Quest’anno probabilmente ridurrò il numero di tornei giocati da 28 a circa 23-24. Non giocherò a Kitzbuhel ma andrò invece a Washington, che è un torneo di livello più alto e sul cemento in preparazione agli US Open. Giocare molti tornei però è fondamentale per me in quanto mi aiuta ad aumentare la mia fiducia, che viene solamente vincendo partite”. Così come immancabile la domanda ad Agnieszka Radwanska sulla sua tradizionale escursione a “Cheesecake Factory” (la famosa catena americana di ristoranti resa famosa in Italia dalla serie televisiva “Big Bang Theory”), durante la sua permanenza ad Indian Wells: “Vado sempre quando sono da queste parti, la migliore torta è quella agli Oreo”.

Particolarmente vivace Svetlana Kuznetsova, che presentatasi con una inedita tuta da ginnastica “borchiata” ha scherzato sulla relazione tra Vladimir Putin e Donald Trump (“In Russia tutti scherzano sul fatto che Vladimir ha mandato Trump a fare il presidente USA”), ha detto che preferirebbe avere tre mesi di vacanza tra una stagione e l’altra e che, nonostante sia felicissima che qui ad Indian Wells ci siano tutti questi chef di fama mondiale che preparano il cibo per gli atleti, sarebbe più contenta che fosse gratuito: “L’altro giorno al ristorante ho preso una scatola di sushi Nobu, e mi è costata 80 dollari”.

Non è mancata poi una frecciata polemica nei confronti dell’ITF da parte di Marin Cilic, che interpellato sulla faccenda della sua squalifica per doping non ha usato mezzi termini per accusare la Federazione Internazionale di pratiche poco corrette: “Alcune membri dell’ITF hanno intenzionalmente cercato di farmi squalificare per un lungo periodo nascondendo i fatti, e queste persone sono ancora lì, non è stato preso alcun provvedimento. Ogni volta che ci penso mi rabbuio”.

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