ATP Miami: Federer cinico in due tie-break. Sarà Kyrgios-Zverev!

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ATP Miami: Federer cinico in due tie-break. Sarà Kyrgios-Zverev!

Roger spegne le velleità di un buon Bautista Agut. Avrà Berdych in quarti. Sascha rimonta di potenza Wawrinka e trova (ancora) Kyrgios

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[4] R. Federer b. [14] R. Bautista Agut 7-6(5) 7-6(4) (da Miami, Vanni Gibertini)

Sono stati molto abili gli organizzatori del Miami Open a far entrare in campo Roger Federer e Roberto Bautista-Agut poco dopo la fine del match di Nadal, per evitare inutili ritardi alla successiva sessione serale. Solamente che in questo modo buona parte degli spettatori sono rimasti impigliati nelle file chilometriche per bevande, panini e toilette, ed il match è iniziato probabilmente con gli spalti più vuoti della storia (o quantomeno certamente di questo torneo) in una partita con Federer in campo.

Lo svizzero ha certamente fornito la peggiore prestazione di questo “Sunshine double” (come viene chiamata l’accoppiata Indian Wells-Miami da alcuni addetti ai lavori): partito di gran carriera con intenzioni bellicose ed il consueto stile impeccabile, si è progressivamente fatto imbrigliare dagli scambi da fondocampo di Bautista-Agut, che facendo leva sulle sue ottime doti di difensore e contrattaccante, ed anche sulla scarsa vena di Federer alla risposta, è riuscito a giocarsi due set alla pari, uscendo sconfitto solamente con due tie-break dopo quasi due ore di lotta.

Che avrebbe potuto essere una giornata non proprio facilissima per il campione svizzero lo si è visto dal secondo game, quando dopo essere arrivato facilmente sullo 0-40 sul servizio di Bautista-Agut, Federer manca le tre palle break (due delle quali con errori gratuiti) e si fa infilare cinque punti consecutivi. Alla battuta però Roger sembra granitico, non fa praticamente giocare l’avversario, che invece deve fare gli straordinari per portare a casa i suoi turni di servizio. Sul 4-4 però accade l’imprevedibile: tre errori da fondo campo di Federer ed una bellissima risposta aggressiva di rovescio dello spagnolo e si va sul 5-4 con Roberto che serve per il set. Qui Federer alza il livello di attenzione, inanella otto punti consecutivi e ristabilisce la regola della battuta. Sul 6-5 l’elvetico avrebbe una chance per un set point, ma sul 40-40 manca una volée di diritto in allungo non impossibile a campo aperto, e si va al tie-break, con Roger che ha conquistato ben nove punti in più dell’avversario (39-30). Un solo minibreak fa la differenza, sul 3-3, quando Federer monta sulla seconda di Bautista-Agut con la risposta e chiude la volée a rete.

Durante l’intervallo tra i set lo spagnolo chiama il fisioterapista per farsi aggiustare la fasciatura al piede destro e non si gioca per sette minuti: questa pausa forse rompe il ritmo ai due protagonisti e c’è un game fiume (16 punti) nel quale Bautista-Agut perde il servizio dopo aver avuto tre palle game, e subito dopo Federer restituisce il break immediatamente con un doppio fallo e due brutti errori gratuiti. “Il sole che veniva da un lato non aiutava il gioco – ha spiegato lo svizzero dopo il match – ed è comunque molto difficile giocare a tutto braccio su ogni colpo, per cui ogni tanto dovevo rallentare, ed ogni volta che toglievo il piede dall’acceleratore, lui era lì ad approfittarne”. L’iberico salva altre tre palle break sull’1-1, una delle quali con la collaborazione di Federer che sbaglia un diritto interlocutorio in maniera molto banale. Si continua seguendo la regola dei servizi, anche se il margine dello svizzero è molto inferiore rispetto al primo set. C’è un punto che strappa la standing ovation sul 5-4, vinto da Federer dopo una serie di scambi molto spettacolari, ma si arriva anche nel secondo parziale al tie break. Roger scappa subito avanti sul 3-0 e sul 5-2, esita un po’ quando serve per il match sul 6-3, ma alla fine chiude 7-5 con uno smash dopo 1 ora e 57 minuti.

Al prossimo turno, dopo un giorno di pausa, la ventiquattresima sfida con Tomas Berdych, che lo ha battuto sei volte, alcune delle quali in circostanze molto importanti, e nel 2010 anche qui a Miami, salvando un match point.

[12] N. Kyrgios b. [8] D. Goffin 7-6(5) 6-3 (Diego Serra)

Vince in due set Nick Kyrgios contro David Goffin. Tra i due un solo precedente a Tokyo l’anno scorso con la vittoria di Kyrgios. Oggi partita tirata e dominata da chi serve nel primo set. Serve bene Nick ma non è da meno Goffin che sul proprio servizio concede davvero poco, in questa fase. Non riesce in questi fraseggi d’inizio partita l’australiano a trovare la misura dei colpi, per impensierire l’avversario in ribattuta. Bisogna arrivare fino all’ottavo game per trovare l’unica palla break del set, che è sulla racchetta di Goffin che però la spreca. Si va quindi al tiebreak che Kyrgios inizia male con un servizio buttato e un minibreak sul groppone. Sale 2 a 0 Goffin ma è bravo l’australiano a non perdersi d’animo, a giocare colpo su colpo e a riprendersi il break. Tre minibreak a due alla fine gli consegnano il set, chiuso al secondo set point. Parte invece malissimo nel secondo tempo Kyrgios tanto da scendere 0 a 40 in un batter d’occhio, lasciando davvero la possibilità a Goffin di prendere un bel vantaggio immediato dopo il set perso. Kyrgios ancora bravo a rimediare, ribattendo tre palle break, Goffin però poteva giocate meglio almeno su una delle ribattute. Si passa quindi al quarto game, quello determinante per questo match degli ottavi. Si scatena infatti una vera e propria battaglia ai vantaggi, con Goffin costretto alla difensiva e a rimediare a ben 5 palle break. Kyrgios attacca ogni punto dell’avversario, la cui prima palla nel secondo set non è stata cosi efficace. Bravo oggi però l’australiano a non uscire dai punti importanti con la testa, giocando bene quando si è dovuto difendere come quando si è preso questo break decisivo. La partita finisce qui perché sul servizio dell’australiano non si gioca più. Ora per Kyrgios ci sarà Zverev a quarti, e un possibile Federer in semifinale.

[16] A. Zverev b. [1] S. Wawrinka 4-6 6-2 6-1 (Emmanuel Marian)

Alexander Zverev, autore di una prestazione a tratti impressionante, rovina  il trentaduesimo compleanno a Stan Wawrinka, sbarca per la prima volta nei quarti di finale di un Masters 1000 e soprattutto conferma una sensazione diffusa: il ragazzo è un portento. Sascha di timore nei confronti dei più grandicelli ne ha sempre avuto poco, e vittorie come quella incamerata ieri contro Isner, in una sfida costantemente vissuta sul cornicione, non possono che accrescerne la faccia tosta. Sia detto in senso positivo, naturalmente.

Il primo parziale dell’incontro odierno è stato a lungo equilibrato, e  i due contendenti abili a mietere decine di punti con la prima di servizio (alla fine del primo set entrambi si attesteranno intorno al 70% nella particolare statistica). Il vodese in realtà ha costantemente trasmesso la lieve sensazione di esserne in controllo, ma è stato precipitoso al momento di gestire le occasioni capitategli e si è comunque trovato a rischiare nel settimo game, quando ha dovuto aggrapparsi al luccicante servizio esibito in tutte le partite sinora affrontate per rintuzzare le scorribande di Zverev. Il primo set ha preso una piega irreversibile nel decimo gioco: alcune scelte discutibili del diciannovenne di Amburgo consentivano a Stan di procurarsi due palle break, e la testa di serie numero 1, dopo essersi visto cancellare la prima da un servizio vincente, si è avventato sulla seconda con un dritto lungo linea che non ammetteva repliche.

Match indirizzato? Nemmeno per idea. Wawrinka, che fino a quel momento aveva annullato tutte e dieci le palle break concesse nel torneo ai suoi avversari, è improvvisamente caduto vittima di un deteriore vortice di confusione. Lo svizzero nel primo gioco della seconda frazione ha regalato con un doppio fallo due consecutivi break point, e dopo aver annullato il primo con la battuta è capitolato nel successivo, quando ha mandato largo un rovescio di manovra. Lo scossone, com’era ovvio, ha consentito a Sascha di rispolverare il naturale coraggio, e tra un “komm schon!” urlato al proprio angolo e un monologo in russo il predestinato giovanotto ha travolto lo smarrito avversario, strappandogli un’altra volta il servizio e staccando il biglietto per il terzo set.

E dovremmo ormai esserci abituati, ma la capacità di Zverev di azzannare certe situazioni favorevoli non smette di stupire. Conscio del fatto che la tempesta non aveva ancora lasciato la mente di Stan, il numero 20 ATP ha aumentato la pressione, spingendo spaventosi bolidi specie sull’avverso lato destro e verticalizzando a più non posso, seguendo un disegno tattico minuziosamente studiato a tavolino. Quattro errori con un dritto sempre più incerto hanno costretto lo svizzero a cedere la battuta in avvio di terzo set, e la partita a concludersi rapidamente. Wawrinka, vittima di antico vizio, ha preso a sbagliare una palla dopo l’altra spegnendo il cervello, e Zverev ha avuto gioco facile nel condurre in porto una gran vittoria. Nel futuro prossimo dello sfavillante Sascha si staglia la sagoma di Nick Kyrgios: Goffin permettendo, ci attende una succulenta rivincita del match recentemente andato in scena a Indian Wells.

[10] T. Berdych b. A. Mannarino 6-4 7-5 (Marco Saveriano)

Partita da regolarista, qual è effettivamente, per Tomas Berdych, che con autorità s’impone su Adrian Mannarino, numero 65 del ranking. Nel primo parziale il francese cede la battuta al secondo game, dopo essere stato 40-0, e incanala in tal modo il resto del set alla routine dei turni di battuta. Molto solido in questa fase il ceco che, appena può girarsi sul dritto, fa male e diventa ingiocabile. Pare troppa la differenza tra i due: Mannarino deve strafare per tenere gli scambi e Berdych porta a compimento tutto sommato agevolmente il primo set per 6-4. Gli spalti non sono gremiti, il sole picchia duro. Continua a martellare allo stesso modo il ceco a inizio secondo set, sebbene il servizio non lo assista più come prima. Nel quarto game concede le prime due palle break, ma in un guizzo le annulla e strappa la battuta al suo avversario portandosi avanti. Il Berdych che conosciamo ci ha tuttavia abituati a improvvisi cali di tensione: invece di mettere il piede sull’acceleratore, stacca la spina e concede l’immediato controbreak. Mannarino prende un po’ di fiducia e riesce a portare il ceco fino a 5 pari. Lì però gioca un game sciagurato e manda Tomas a servire per il match. Il giocatore allenato da Goran Ivanisevich riesce quindi, pur con qualche patema, a portare a casa l’incontro e a prenotare un posto per i quarti dove affronterà Federer.

Risultati:

F. Fognini b. D. Young 6-4 6-0
[2] K. Nishikori b. F. Delbonis 6-3 4-6 6-3
[13] J. Sock b. [Q] J. Donaldson 6-2 6-1
[5] R. Nadal b. N. Mahut 6-4 7-6(4)
[10] T. Berdych b. A. Mannarino 6-3 7-5
[4] R. Federer b. [14] R. Bautista Agut 7-6(5) 7-6(4)
[16] A. Zverev b. [1] S. Wawrinka 4-6 6-2 6-1
[12] N. Kyrgios b. [8] D. Goffin 7-6(5) 6-3

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