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ATP Miami: Federer cinico in due tie-break. Sarà Kyrgios-Zverev!
Roger spegne le velleità di un buon Bautista Agut. Avrà Berdych in quarti. Sascha rimonta di potenza Wawrinka e trova (ancora) Kyrgios

[4] R. Federer b. [14] R. Bautista Agut 7-6(5) 7-6(4) (da Miami, Vanni Gibertini)
Sono stati molto abili gli organizzatori del Miami Open a far entrare in campo Roger Federer e Roberto Bautista-Agut poco dopo la fine del match di Nadal, per evitare inutili ritardi alla successiva sessione serale. Solamente che in questo modo buona parte degli spettatori sono rimasti impigliati nelle file chilometriche per bevande, panini e toilette, ed il match è iniziato probabilmente con gli spalti più vuoti della storia (o quantomeno certamente di questo torneo) in una partita con Federer in campo.
Lo svizzero ha certamente fornito la peggiore prestazione di questo “Sunshine double” (come viene chiamata l’accoppiata Indian Wells-Miami da alcuni addetti ai lavori): partito di gran carriera con intenzioni bellicose ed il consueto stile impeccabile, si è progressivamente fatto imbrigliare dagli scambi da fondocampo di Bautista-Agut, che facendo leva sulle sue ottime doti di difensore e contrattaccante, ed anche sulla scarsa vena di Federer alla risposta, è riuscito a giocarsi due set alla pari, uscendo sconfitto solamente con due tie-break dopo quasi due ore di lotta.
Che avrebbe potuto essere una giornata non proprio facilissima per il campione svizzero lo si è visto dal secondo game, quando dopo essere arrivato facilmente sullo 0-40 sul servizio di Bautista-Agut, Federer manca le tre palle break (due delle quali con errori gratuiti) e si fa infilare cinque punti consecutivi. Alla battuta però Roger sembra granitico, non fa praticamente giocare l’avversario, che invece deve fare gli straordinari per portare a casa i suoi turni di servizio. Sul 4-4 però accade l’imprevedibile: tre errori da fondo campo di Federer ed una bellissima risposta aggressiva di rovescio dello spagnolo e si va sul 5-4 con Roberto che serve per il set. Qui Federer alza il livello di attenzione, inanella otto punti consecutivi e ristabilisce la regola della battuta. Sul 6-5 l’elvetico avrebbe una chance per un set point, ma sul 40-40 manca una volée di diritto in allungo non impossibile a campo aperto, e si va al tie-break, con Roger che ha conquistato ben nove punti in più dell’avversario (39-30). Un solo minibreak fa la differenza, sul 3-3, quando Federer monta sulla seconda di Bautista-Agut con la risposta e chiude la volée a rete.
Durante l’intervallo tra i set lo spagnolo chiama il fisioterapista per farsi aggiustare la fasciatura al piede destro e non si gioca per sette minuti: questa pausa forse rompe il ritmo ai due protagonisti e c’è un game fiume (16 punti) nel quale Bautista-Agut perde il servizio dopo aver avuto tre palle game, e subito dopo Federer restituisce il break immediatamente con un doppio fallo e due brutti errori gratuiti. “Il sole che veniva da un lato non aiutava il gioco – ha spiegato lo svizzero dopo il match – ed è comunque molto difficile giocare a tutto braccio su ogni colpo, per cui ogni tanto dovevo rallentare, ed ogni volta che toglievo il piede dall’acceleratore, lui era lì ad approfittarne”. L’iberico salva altre tre palle break sull’1-1, una delle quali con la collaborazione di Federer che sbaglia un diritto interlocutorio in maniera molto banale. Si continua seguendo la regola dei servizi, anche se il margine dello svizzero è molto inferiore rispetto al primo set. C’è un punto che strappa la standing ovation sul 5-4, vinto da Federer dopo una serie di scambi molto spettacolari, ma si arriva anche nel secondo parziale al tie break. Roger scappa subito avanti sul 3-0 e sul 5-2, esita un po’ quando serve per il match sul 6-3, ma alla fine chiude 7-5 con uno smash dopo 1 ora e 57 minuti.
Al prossimo turno, dopo un giorno di pausa, la ventiquattresima sfida con Tomas Berdych, che lo ha battuto sei volte, alcune delle quali in circostanze molto importanti, e nel 2010 anche qui a Miami, salvando un match point.
[12] N. Kyrgios b. [8] D. Goffin 7-6(5) 6-3 (Diego Serra)
Vince in due set Nick Kyrgios contro David Goffin. Tra i due un solo precedente a Tokyo l’anno scorso con la vittoria di Kyrgios. Oggi partita tirata e dominata da chi serve nel primo set. Serve bene Nick ma non è da meno Goffin che sul proprio servizio concede davvero poco, in questa fase. Non riesce in questi fraseggi d’inizio partita l’australiano a trovare la misura dei colpi, per impensierire l’avversario in ribattuta. Bisogna arrivare fino all’ottavo game per trovare l’unica palla break del set, che è sulla racchetta di Goffin che però la spreca. Si va quindi al tiebreak che Kyrgios inizia male con un servizio buttato e un minibreak sul groppone. Sale 2 a 0 Goffin ma è bravo l’australiano a non perdersi d’animo, a giocare colpo su colpo e a riprendersi il break. Tre minibreak a due alla fine gli consegnano il set, chiuso al secondo set point. Parte invece malissimo nel secondo tempo Kyrgios tanto da scendere 0 a 40 in un batter d’occhio, lasciando davvero la possibilità a Goffin di prendere un bel vantaggio immediato dopo il set perso. Kyrgios ancora bravo a rimediare, ribattendo tre palle break, Goffin però poteva giocate meglio almeno su una delle ribattute. Si passa quindi al quarto game, quello determinante per questo match degli ottavi. Si scatena infatti una vera e propria battaglia ai vantaggi, con Goffin costretto alla difensiva e a rimediare a ben 5 palle break. Kyrgios attacca ogni punto dell’avversario, la cui prima palla nel secondo set non è stata cosi efficace. Bravo oggi però l’australiano a non uscire dai punti importanti con la testa, giocando bene quando si è dovuto difendere come quando si è preso questo break decisivo. La partita finisce qui perché sul servizio dell’australiano non si gioca più. Ora per Kyrgios ci sarà Zverev a quarti, e un possibile Federer in semifinale.
[16] A. Zverev b. [1] S. Wawrinka 4-6 6-2 6-1 (Emmanuel Marian)
Alexander Zverev, autore di una prestazione a tratti impressionante, rovina il trentaduesimo compleanno a Stan Wawrinka, sbarca per la prima volta nei quarti di finale di un Masters 1000 e soprattutto conferma una sensazione diffusa: il ragazzo è un portento. Sascha di timore nei confronti dei più grandicelli ne ha sempre avuto poco, e vittorie come quella incamerata ieri contro Isner, in una sfida costantemente vissuta sul cornicione, non possono che accrescerne la faccia tosta. Sia detto in senso positivo, naturalmente.
Il primo parziale dell’incontro odierno è stato a lungo equilibrato, e i due contendenti abili a mietere decine di punti con la prima di servizio (alla fine del primo set entrambi si attesteranno intorno al 70% nella particolare statistica). Il vodese in realtà ha costantemente trasmesso la lieve sensazione di esserne in controllo, ma è stato precipitoso al momento di gestire le occasioni capitategli e si è comunque trovato a rischiare nel settimo game, quando ha dovuto aggrapparsi al luccicante servizio esibito in tutte le partite sinora affrontate per rintuzzare le scorribande di Zverev. Il primo set ha preso una piega irreversibile nel decimo gioco: alcune scelte discutibili del diciannovenne di Amburgo consentivano a Stan di procurarsi due palle break, e la testa di serie numero 1, dopo essersi visto cancellare la prima da un servizio vincente, si è avventato sulla seconda con un dritto lungo linea che non ammetteva repliche.
Match indirizzato? Nemmeno per idea. Wawrinka, che fino a quel momento aveva annullato tutte e dieci le palle break concesse nel torneo ai suoi avversari, è improvvisamente caduto vittima di un deteriore vortice di confusione. Lo svizzero nel primo gioco della seconda frazione ha regalato con un doppio fallo due consecutivi break point, e dopo aver annullato il primo con la battuta è capitolato nel successivo, quando ha mandato largo un rovescio di manovra. Lo scossone, com’era ovvio, ha consentito a Sascha di rispolverare il naturale coraggio, e tra un “komm schon!” urlato al proprio angolo e un monologo in russo il predestinato giovanotto ha travolto lo smarrito avversario, strappandogli un’altra volta il servizio e staccando il biglietto per il terzo set.
E dovremmo ormai esserci abituati, ma la capacità di Zverev di azzannare certe situazioni favorevoli non smette di stupire. Conscio del fatto che la tempesta non aveva ancora lasciato la mente di Stan, il numero 20 ATP ha aumentato la pressione, spingendo spaventosi bolidi specie sull’avverso lato destro e verticalizzando a più non posso, seguendo un disegno tattico minuziosamente studiato a tavolino. Quattro errori con un dritto sempre più incerto hanno costretto lo svizzero a cedere la battuta in avvio di terzo set, e la partita a concludersi rapidamente. Wawrinka, vittima di antico vizio, ha preso a sbagliare una palla dopo l’altra spegnendo il cervello, e Zverev ha avuto gioco facile nel condurre in porto una gran vittoria. Nel futuro prossimo dello sfavillante Sascha si staglia la sagoma di Nick Kyrgios: Goffin permettendo, ci attende una succulenta rivincita del match recentemente andato in scena a Indian Wells.
[10] T. Berdych b. A. Mannarino 6-4 7-5 (Marco Saveriano)
Partita da regolarista, qual è effettivamente, per Tomas Berdych, che con autorità s’impone su Adrian Mannarino, numero 65 del ranking. Nel primo parziale il francese cede la battuta al secondo game, dopo essere stato 40-0, e incanala in tal modo il resto del set alla routine dei turni di battuta. Molto solido in questa fase il ceco che, appena può girarsi sul dritto, fa male e diventa ingiocabile. Pare troppa la differenza tra i due: Mannarino deve strafare per tenere gli scambi e Berdych porta a compimento tutto sommato agevolmente il primo set per 6-4. Gli spalti non sono gremiti, il sole picchia duro. Continua a martellare allo stesso modo il ceco a inizio secondo set, sebbene il servizio non lo assista più come prima. Nel quarto game concede le prime due palle break, ma in un guizzo le annulla e strappa la battuta al suo avversario portandosi avanti. Il Berdych che conosciamo ci ha tuttavia abituati a improvvisi cali di tensione: invece di mettere il piede sull’acceleratore, stacca la spina e concede l’immediato controbreak. Mannarino prende un po’ di fiducia e riesce a portare il ceco fino a 5 pari. Lì però gioca un game sciagurato e manda Tomas a servire per il match. Il giocatore allenato da Goran Ivanisevich riesce quindi, pur con qualche patema, a portare a casa l’incontro e a prenotare un posto per i quarti dove affronterà Federer.
Risultati:
F. Fognini b. D. Young 6-4 6-0
[2] K. Nishikori b. F. Delbonis 6-3 4-6 6-3
[13] J. Sock b. [Q] J. Donaldson 6-2 6-1
[5] R. Nadal b. N. Mahut 6-4 7-6(4)
[10] T. Berdych b. A. Mannarino 6-3 7-5
[4] R. Federer b. [14] R. Bautista Agut 7-6(5) 7-6(4)
[16] A. Zverev b. [1] S. Wawrinka 4-6 6-2 6-1
[12] N. Kyrgios b. [8] D. Goffin 7-6(5) 6-3
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Roland Garros, Medvedev dopo l’eliminazione: “Ripenserò a questa partita per molto tempo. Contento sia finita la stagione su terra”
“Ci sono cose di questa superficie che non mi piaceranno mai” – dichiara Daniil Medvedev, già fuori dal Roland Garros. “Però la vittoria a Roma è stata straordinaria”

Daniil Medvedev, suo malgrado, ha regalato la sorpresa fin qui più grande del Roland Garros 2023. La sconfitta con Seyboth Wild, n° 172 ATP, per di più dopo che sembrava che il “mal di terra” gli fosse passato con il titolo romano, ha fatto scalpore tra gli appassionati, e c’era grande attesa per capire quello che avrebbe dichiarato il russo in conferenza stampa a fine match. E, come sempre, il n° 2 del mondo non le ha mandate a dire, soprattutto quando è tornato a parlare del suo rapporto con il rosso, stuzzicato ancora una volta dai giornalisti.
D. Daniil, non deve essere facile per te. Puoi riassumere però il match in poche parole?
DANIIL MEDVEDEV: “Partita difficile, non so cosa dire. Non la guarderò nuovamente in TV ma credo che Seyboth Wild abbia giocato bene, e io non credo di essermi espresso così male. Se continuerà a giocare così, credo possa arrivare entro la fine dell’anno nei primi 30. Spero che anche nei prossimi match disputi partite allo stesso livello, altrimenti ne rimarrei deluso e mi chiederei: perché ha giocato così bene proprio contro di me?”.
D. Sei sembrato infastidito nei confronti del pubblico in qualche momento. Qual era il tuo feeling?
DANIIL MEDVEDEV: “È andata bene. L’unico problema è stato quando ho chiesto alla giude di sedia di controllare una pallina che secondo me era molto vicina alla riga. Stavo discutendo con lei sul rimbalzo della palla e ho detto semplicemente al pubblico di zittirsi, perché non stavo dialogando con loro. Per il resto, nessuna criticità”.
D. È parso che tu abbia faticato ad adattarti al vento. È stato particolarmente difficile per te?
DANIIL MEDVEDEV: “È stato difficile, sì. È strano perché c’è lo stesso vento da 6 giorni a questa parte, cosa che non ho mai visto a Parigi. Ma è parte del gioco, sia quel che sia. Di certo, con queste palline pesanti, adattarsi al vento non è stato semplice. Penso che alcuni giocatori, come il mio rivale odierno, o come Alcaraz, o in parte come Tsitsipas hanno un grande vantaggio, perché possono creare potenza facilmente, cosa che io non posso fare. Il vento è certamente tra i motivi per cui ho perso”.
D. Eri scontento della tua attitudine nella fase finale della partita? Sembrava scuotessi la testa come se non fossi soddisfatto di qualcosa…
DANIIL MEDVEDEV: “Non direi che ci sia stato questo tipo di problema. Possiamo chiamare quel momento ‘me contro me stesso’. Niente a che vedere con l’attitudine. Penso di essermi battuto bene e di essere stato bene in campo fisicamente. Cioè, adesso mi sento un po’ stanco ma quando perdi il tuo corpo crolla più rapidamente verso il basso. Se avessi vinto non sarei così stanco ora. E anche mentalmente ho combattuto parecchio e sicuramente sono molto dispiaciuto per il risultato. Penserò per una settimana a questo match, ma al momento non ricordo di aver fatto nulla di così sbagliato, a parte i doppi falli causati dal vento”.
D. Quando giochi contro qualcuno più in basso di te in classifica, ma che si sta esprimendo splendidamente, pensi che prima o poi il livello si possa bassare oppure no? Ti ha sorpreso il fatto che non sia successo?
DANIIL MEDVEDEV: “Beh, lui è calato solo un set e ne ho approfittato. Ha fatto qualche errore nel tie-break del secondo, ma in generale ribadisco che ha giocato in modo ottimale, forse leggermente aiutato da qualche mio errore. Ha vinto lo US Open Junior, se non sbaglio, quindi sa giocare a tennis. È solo che la sua vita potrebbe essere molto migliore se giocasse sempre così. Più soldi e più sponsor, oltre a titoli importanti. Ma non deve giocare così solo sullo Chatrier, bensì su diversi campi e in diversi contesti. Credo sia capace di farlo, ma vedremo in futuro”.
D. Probabilmente il risultato di oggi mette fine alla tua stagione su terra nel 2023. Come descriveresti il tuo rapporto con la terra battuta fino ad ora?
DANIIL MEDVEDEV: “Non è cambiato il fatto che ogni volta che finisce la stagione su terra sono contento. Sono contento e ancora contento. Non mi importa a che livello del torneo io arrivi, l’importante è che finisca. Sono contento perché c’era vento, il campo era secco, e mi è entrata la terra in bocca già nel terzo gioco. Tutte cose che non mi piacciono. Non so se ad altri piaccia mangiare la terra, averla nelle borse, nelle scarpe, nelle calze. Devi buttare tutto in pattumiera alla fine della stagione. A me questo non piace. Avrò un periodo di stacco e di questo sono felice, perché devo ritrovare buona sensazioni. Un po’ di relax nei prossimi giorni, starò un po’ a Parigi, anche se c’è la terra (sorride, ndr)”.
D. Quanto sei contento di giocare invece sull’erba ora? Cosa ti aspetti dal pubblico per il fatto che lo scorso anno russi e bielorussi sono stati estromessi da Wimbledon e quest’anno riammessi?
DANIIL MEDVEDEV: “Sai, non possiamo controllare queste cose. Se le persone decidono di essere dure, non possiamo farci molto. Se invece saranno carine, meglio. Prima di Wimbledon vorrei andare ad Halle, dove ho giocato bene lo scorso anno, ma poi chiaramente sono entusiasmato dal poter andare a Wimbledon. Non posso dire che ami l’erba, ma sicuramente la preferisco alla terra. Cercherò di fare meglio ai Championships rispetto alle annate passate”.
D. Tornando per un instante alla domanda sul tuo rapporto con la terra rossa, ci hai detto che sei contento sia finita questa stagione, ma hai fatto uno step di apprezzamento in più dopo la vittoria a Roma?
DANIIL MEDVEDEV: “Certo, questo al 100%. E ripeto che nel match di oggi ho giocato bene. Ci ho provato, perlomeno. Ho sentito di aver fatto quello che potevo, semplicemente non sono riuscito a vincere contro un avversario che ha giocato bene. Ma Roma è stata incredibile, perché non avrei mai pensato di vincere nemmeno un torneo su terra, figuriamoci un Masters 1000. L’anno prossimo potrei essere ancora più motivato nel migliorare i successi di quest’anno”.
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Roland Garros: ribaltone Zeppieri! Bublik sconfitto al quinto set
Il romano Giulio Zeppieri vince per la prima volta in un tabellone Slam, venendo dalle qualificazioni. Eliminato al quinto kazako: ora sfida a Ruud

G. Zeppieri [Q] b. A. Bublik 6-0 4-6 4-6 6-3 7-5

Giulio Zeppieri vince il primo match in carriera nel tabellone principale di uno Slam! Alexander Bublik si arrende in cinque set dopo 3 ore e 20 di battaglia: bravissimo il romano a rimanere agganciato al match quando è stato sotto 2 set a 1 e a ribaltare tutto nel quarto e nel quinto set, tornando a giocare un tennis aggressivo e coraggioso. “Zeppo” che non si è fatto condizionare dalla pazzia del suo avversario, ma è rimasto concentrato sul suo tennis: adesso sfida nel secondo turno a Casper Ruud.
Approccio al match decisamente rivedibile da parte di Bublik che quasi prende come uno scherzo il match tra risposte con i piedi vicino alla linea del servizio, palle corte sconclusionate, doppi falli e qualche servizio da sotto. Dal canto suo Zeppieri non si fa distrarre, sul suo servizio non concede praticamente nulla e quando lo scambio si allunga in risposta arriva generalmente un errore da parte del suo avversario. Il primo set scorre via velocissimo con pochissimo spazio di riflessione tra un punto e l’altro e il tennista romano se lo aggiudica per 6-0 in poco meno di 20 minuti.
Il kazako pone un po’ più di attenzione a inizio secondo set, Zeppieri si distrae un attimo e paga subito subendo il break in apertura di parziale con un paio di errori con il dritto. Il giocatore italiano recupera solidità con il servizio e sul 3-2 arriva il contro-break con un bel recupero di rovescio sulla palla corta, un errore di dritto di Bublik e una splendida risposta bassa che non permette al giocatore di origini russe di giocare una demi-volée competitiva. L’azzurro continua a giocare in modo troppo contratto e poco sciolto, cerca di uscire frettolosamente dallo scambio con la palla corta, ma il kazako gioca due punti con grande attenzione e si riprende il break di vantaggio, andando avanti 4-3. Un break che basta al numero 51 del mondo per vincere per 6-4 il secondo set: la smorzata funziona sempre meglio e sorprende sempre più spesso Zeppieri che ha perso sicurezze e tranquillità rispetto alla prima parte di match.
Terzo set che comincia sui binari nell’equilibrio: nessuno dei due prende il sopravvento dopo due set andati via rapidamente. Le prime possibilità ce le ha Zeppieri in risposta nel quarto gioco, andando sullo 0-40 con un doppio fallo e un errore a rete banale di Bublik, ma il kazako serve benissimo per annullare tutte e tre le palle break, compresa una seconda di servizio sulla riga. Il tennista romano commette qualche imperfezione sul 3-3, non viene aiutato dalla prima e concede una palla break, ma Bublik risponde con i piedi dentro al campo e non riesce a far partire lo scambio. Zeppieri incappa in un brutto game sul 4-4: sbaglia un comodo rovescio e una volée di rovescio sopra la rete e concede il break al giocatore di Gatcina che chiude senza problemi con la battuta il set sul 6-4.
Nel terzo gioco del quarto set, Zeppieri si ritrova in una situazione difficile, concedendo una palla break, ma gioca con coraggio, buttandosi avanti sulla prima di servizio e nei successivi due punti si prende rischi che pagano con il pressing di dritto. L’azzurro concede due palle break anche sul 3-3, ma le annulla aggrappandosi ancora al servizio e spingendo con i colpi di inizio gioco, riuscendo a far giocare Bublik in posizioni scomode e con i piedi fuori dal campo. Il ragazzo di Roma, dopo aver scampato il pericolo, ottiene il break che lo porta sul 5-3: una gran risposta e un dritto lungolinea e poi un brutto dritto in chop dell’avversario. Il kazako perde la pazienza, fracassa la racchetta Zeppieri trascina tutto al quinto set tenendo la battuta senza alcun problema a zero.
Anche nel quinto set Zeppieri inizia all’insegna del coraggio: una palla break da affrontare sotto 0-1 e un dritto all’incrocio delle righe dal centro del campo per annullarlo. In questa fase equilibrata della partita è proprio il dritto a dare soddisfazioni al giocatore romano anche in risposta, nel terzo game si ritrova 15-30, ma non riesce ad arrivare a palla break. Bublik ha un’altra palla break sul 2-1, ma ancora l’azzurro spinge con coraggio e spregiudicatezza sin dal primo colpo con il dritto e annulla la seconda chance del 3-1 con un errore di dritto del kazako che gioca con maggiore tensione rispetto agli altri momenti del match. I turni di battuta di servizio vanno via in maniera più rapida. La pressione si fa ancora sentire per il numero 51 del mondo: un errore di rovescio e un doppio fallo sul 5-5 per concedere due palle break all’azzurro che si prende l’occasione di andare a servire per il match con un altro errore dalla parte sinistra dell’istrionico kazako. Zeppo scaglia un ace, arriva benissimo sulla palla corta e Bublik affossa la risposta: l’italiano vince per la prima volta una partita nel tabellone principale di uno Slam.
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Roland Garros: il ritorno di Zverev è vincente, batte Harris in tre set. Avanzano Ruud e Paul
Il tedesco ha la meglio sul sudafricano n. 294 che non riesce a sfruttare le occasioni in due tiebreak. Vittorie anche del numero 4 del mondo e dell’americano, entrambe in 3 set

Non la miglior versione di Alexander Zverev ma è quanto basta per aver la meglio su LLoyd Harris con il punteggio di 7-6(6), 7-6(0), 6-1 in 2ore e 40′. Chissà cosa avrà pensato nel tornare in campo al Roland Garros da dove l’anno scorso uscì maledettamente sulla sedia a rotelle mentre era in lotta con Nadal per un posto in finale. Questo è ovviamente uno Zverev differente, ma vincere aiuta a vincere, anche se i sette doppi falli sono un dato su cui riflettere. Per continuare a essere protagonista nel torneo dovrà trovare più continuità con il servizio. Harris, da n. 294 del ranking, recrimina per le sette palle break non sfruttate che gli avrebbero dato un’altra prospettiva di gara.
IL MATCH – Primo set estremamente equilibrato, nel quale il tedesco va in sofferenza concedendo al suo avversario le uniche palle brek del parziale. Harris non riesce a concretizzare le occasioni avute con Zverev che si aggrappa alla sua prima di servizio ricavando anche 7 aces. Il sudafricano serve il 55% di prime di servizio ma con esse riesce a portare a casa l’88% dei punti. I brividi per Zverev arrivano nell’undicesimo gioco quando deve fronteggiare due palle break non consecutive. L’avversario gli dà una mano, ma riesce comunque a giocarsi le sue carte al tiebreak. Harris scappa via, ma commette un errore di rovescio che rimette in partita il suo avversario. Il tedesco ha due palle set consecutive, ma entrambe sorridono al sudafricano. Si gira 6-6, prima che Zverev cambi marcia e porti a casa il parziale.
Secondo set sulla scia del primo, con il grande rammarico per Harris di non aver sfruttato due setpoint consecutivi nel decimo gioco. Recrimina per un pizzico di sfortuna sul secondo punto set, con il nastro che rimette nello scambio Zverev e lascia di sasso Harris. Il pensiero del sudafricano rimane a quella grande occasione con la testa di serie n. 22 che riesce a recuperare da 40-15 e a portare a casa il break. Poi disfa tutto nel dodicesimo gioco, quando commette due doppi falli che rimettono in pista l’avversario. Grande scuola tedesca nel tiebreak con Zverev che infila un pesante 7-0 che vale il doppio vantaggio nei set conquistati. A cavallo tra la fine del secondo parziale e l’inizio del terzo, un Medical Time Out serve al sudafricano per farsi sciogliere tensione e cancellare un pò di stanchezza. Il problema fisico reale è al polpaccio della gamba sinistra che ne limita i suoi movimenti in campo. Molto più agevole il compito del tedesco nel terzo set: al servizio perde un solo punto nei primi suoi tre turni di battuta. Il break decisivo arriva nel corso del quarto gioco, alla seconda opportunità nel set capitata a Zverev: il sudafricano spara in corridoio un dritto non complicato da mettere in campo. E’ il preludio alla discesa del match, con Harris che ricorre al secondo Medical Time Out della gara, ricorrendo alla fasciatura al polpaccio sinistro. Conquistato il break anche nel sesto gioco, al servizio pasticcia un pò col solito doppio fallo e grazie a una palla corta chissà quanto voluta. La palla break in favore del sudafricano è annullata con la prima di servizio, poi basta un solo matchpoint per tornare ad alzare le braccia al cielo al Roland Garros. Per lui, adesso, la sfida con lo sloveno Alex Molcan che ha battuto in tre set Hugo Gaston, 6-1, 7-6(4), 6-4.