Prime impressioni da Charleroi. Italia sfavorita ma... non dispera

Editoriali del Direttore

Prime impressioni da Charleroi. Italia sfavorita ma… non dispera

CHARLEROI – Nella città che vide il primo trionfo in Fed Cup dell’Italia nel 2006. Bolelli: “Superficie velocissima”. Seppi: “Spero in Lorenzi”

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da Charleroi, il direttore Ubaldo Scanagatta

Non ha piovuto né ieri né oggi e questa per il Belgio è già una notizia. Anche se allo Spiridoume, 6.000 posti, biglietti sold-out per venerdì, un migliaio ancora in vendita per sabato nel giorno del doppio, 150 ancora da vendere per domenica (i prezzi: 33 euro per le giornate di venerdì e domenica, 23 per sabato, gli abbonamenti per le tre giornate a 73 euro) che è poi lo stadio degli Spirous di basket più volte campioni del Belgio (un po’ in ribasso da qualche anno però), si giocherà ovviamente al coperto e su una superficie molto veloce. “Soprattutto con le palle nuove” ha precisato Simone Bolelli. Ci potrebbero essere molti italiani, qui dove l’Italia vinse la prima delle quattro sue Fed Cup nel 2006 con le azzurre (Flavia Pennetta, Francesca Schiavone, Mara Santangelo e Roberta Vinci) sul Belgio che non potè contare su Kim Clijsters e che vide infortunarsi Justine Henin nel corso del doppio. La Henin, n.1 al mondo, vinse i due singolari, ma la Flipkens li perse entrambi (con Schiavone e Santangelo) ed il doppio Schiavone-Vinci portò il terzo punto. Mi si dice infatti che quasi un terzo della popolazione qui sia italiano o di origini italiane. Ne ho trovato diversi anche ieri sera all’Irish Bar, dove su due schermi si trasmetteva la semifinale di Coppa Italia Napoli-Juventus. Su altri 4, e sul più grande, però si poteva seguire Chelsea-Manchester City con la vittoria finale della squadra di Antonio Conte. Ma come c’era un gol su uno schermo o sull’altro si poteva esultare con i tifosi delle varie squadre. Divertente, anche se con le birre qualcuno ha esagerato.

Prima di entrare a parlare del sorteggio che vedrà Lorenzi giocare per primo contro Darcis, un match assolutamente da vincere se vogliamo sperare (e con Seppi che ha ripetuto tre volte “Spero di scendere in campo sull’1-0 per noi” mentre tutti gli azzurri toccavano ferro accanto a lui), voglio ricordare che Charleroi si trova a meno di dieci minuti di distanza da Marcinelle dove oltre 60 anni fa – l’8 agosto 1956 – morirono per asfissia nella miniera del Bois de Lazier a causa di un corto circuito 262 minatori (su un totale di 274) di cui ben 136 italiani. Lo si potè appurare soltanto 14 giorni dopo la tragedia, il 22 agosto. Oggi tutte le miniere sono chiuse – della miniera della tragedia è stato fatto un museo – ma all’epoca ci lavoravano 142.000 persone e 44.000 erano italiani. Vedremo solo domani quanti italiani ci saranno allo Spirodoume, ma il tennis non è così popolare fra loro, perché ieri sera tutti sapevano di calcio, ma di tennis poco o niente… anche se Goffin, primo belga top-ten nella storia del tennis il 20 febbraio (anche se per una sola settimana… oggi è n.14 ma n.8 nella race) ha certo risvegliato l’interesse del tennis qua, dove se non fosse stato per le n.1 Clijsters e Henin, si sarebbe dovuti tornare ai tempi pietrangioleschi di Brichant e Washer. A proposito di Pietrangeli: qui da tre giorni, e anche alla cerimonia del sorteggio, lo presentano come il presidente della federazione italiana. Nicola, che parla il francese come l’italiano, non batte ciglio. E abbozza. Chissà come la prenderà il vero presidente, che qui non verrà “perché deve lavorare”, con malcelata sorpresa dei dirigenti belgi. La battuta che circola è: “Pietrangeli verrà fatto fuori! Guai a minacciare la presidenza Binaghi con un’altra candidatura”. È ovviamente solo una battuta.

Per il Belgio la Davis è tornata importante – e qui non si fa che ripetere, “Siamo fra le prime 8 nazioni del mondo”, con un’enfasi sconosciuta a noi italiani che forse per via di 7 finali raggiunte fra anni Sessanta, Settanta e Novanta, quando la Davis davvero poteva essere scambiata per un campionato del mondo, non valutiamo questo traguardo con lo stesso entusiasmo – soprattutto dopo aver raggiunto due anni fa la sua prima finale di Davis dell’”Era Open” dopo quella preistorica del 1904. Il Belgio perse dalla Gran Bretagna dei fratelli Murray (Andy 2 punti e mezzo, l’altro Jamie in doppio con lui), e ora accarezza l’idea di una semifinale con l’Australia in casa o con gli Stati Uniti fuori. Se vincesse l’Italia ci toccherebbero gli USA in casa (ultima sfida fu a Milwuakee 1998 in semifinale e vinse l’Italia) e l’Australia fuori (ultima sfida a Firenze 1993 nei quarti e si perse 3-2). I giornali qui hanno dedicato abbastanza spazio alla sfida italo-belga, ma stamani non ho avuto troppa fortuna con il tassista algerino che invece di portarmi allo Spirodoume mi ha portato allo stadio di calcio dove gioca lo Sporting Charleroi in Division Une (ed è fra le prime sei squadre del campionato belga quest’anno). Poi ha pure sbagliato strada, un disastro. Ho mandato, con tutti i miei limiti… tecno-informatici, audio e video (via twitter e youtube) della cerimonia di sorteggio e qualche intervista, ma il succo è che il Belgio è certo favorito, soprattutto dopo il forfait di Fognini, per quanto Goffin si sia affannato, nel rispondere ad una mia domanda, a dire che Lorenzi ha fatto molti progressi anche sui campi veloci e che Seppi su queste superfici ha sempre giocato bene. Insomma mette le mani avanti. Mi pare interessante quel che mi ha detto Massimo Sartori nell’intervista esclusiva che mi ha concesso mentre Barazzutti si appartava con il collega di Repubblica (non Clerici…) che è da tempo entrato nelle sue grazie (quindi non potevo essere io!).

L’impianto è bello, il parquet del basket è stato ben ricoperto, la sala stampa è piccola ma pratica, con la sala conferenza stampa a ridosso, di connessioni wi-fi ce n’è più d’una e si potrà trasmettere anche da bordo campo (il che non sempre succede), la gente è cortesissima e anche gli aspetti “culinari” sono ben curati. L’atmosfera in seno alla squadra azzurra è scherzosa e gioviale, il “ragazzino” Giannessi viene messo alla berlina amichevolmente come si fa sempre con gli ultimi venuti, il fatto che non ci sia qui il mio… “simpatizzante” Fognini aiuta a respirare un’aria più distesa. Almeno per me. Mai avuto mezzo problema con tutti gli attuali componenti della squadra. Anzi. Con Lorenzi condividiamo anche la masochista passione per la Fiorentina. Paolo ha battuto Darcis a Metz nel 2015. Perché non dovrebbe riuscire a batterlo di nuovo? Darcis ha 33 anni e lui 35, ma se Federer vince tutto quel che vince a quasi 36 anni… Scherzo. Non sono tutti fatti della stessa pasta. E poiché sono stato rimproverato per non aver dedicato un mio editoriale a Federer (ma non abbiamo scritto di altro!) magari la settimana prossima torno sull’argomento GOAT sostenendo la tesi che quel che ha fatto in questo 2017 potrebbe aver influenzato in modo decisivo la soluzione dell’annosa vicenda! Con gli anni sono curiosamente migliorati anche Darcis e Lorenzi. Chi di più? Secondo me forse Lorenzi, ma Paolo partiva da più indietro, quindi è più facile aver fatto più progressi.

Seppi contro Goffin, dal quale aveva perso due volte ancor prima che Goffin diventasse Goffin, ha il famoso vantaggio-svantaggio di non aver nulla da perdere. Se finissimo sull’1-1, senza Fognini, chiaramente il doppio diventerebbe ancor più importante e le considerazioni espresse nell’intervista di Massimo Sartori andrebbero ben ascoltate. Ricordo che durante Belgio-Gran Bretagna il calore del tifo belga fu notevole. Vedremo questo venerdì. Per la verità i nostro giocatori non potrebbero essere più esperti, e per la loro età, e per aver giocato in posti come Cile e Argentina che non erano certo templi del silenzio come l’All England Club di Wimbledon (all’epoca in cui non giocava ancora Andy Murray eh). I giornali belgi hanno sottolineato come dopo gli anni Settanta l’Italia sia ancora alla ricerca del suo genio… Non l’abbiamo avuto più dai tempi di Panatta, purtroppo. Ci hanno tenuto su le donne, proprio come anche per il Belgio, che però ha avuto due n.1 del mondo… anche se non quattro top-ten. Barazzutti al Belgio…deve molto. Fu il Belgio a battere l’Italia a Mestre nel 2000 e a farci precipitare in serie B. Quel k.o. costò il defenestramento di Bertolucci capitano. E lì cominciò la storia di Barazzutti che dura da 17 anni, quanti gli anni di Binaghi presidente. Ma Binaghi resterà tale fino al 2028. Barazzutti, che ha già mollato la patata bollente della Fed Cup a Tathiana Garbin, non si sa.

L’Italia con il Belgio è avanti 5-3, vincere …il primo set 6-3 non sarà facile, ma non poi così impossibile. Goffin è forte ma sul suo servizio almeno si può giocare. E non è poco. Ma Lorenzi deve cominciare con un punto azzurro e… d’oro.

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