Pagelle: no Fogna no party, Kyrgios profeta in patria

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Pagelle: no Fogna no party, Kyrgios profeta in patria

Settimana dedicata alla Davis con l’Italia abbandonata da Fognini e senza speranze contro il Belgio. Un Kyrgios maturo, un’ispirata Petkovic ed un ritrovato Gianluigi Quinzi

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Ci hanno chiesto di scrivere le pagelle e lo faremo, ma francamente non sappiamo di cosa dovremmo parlare: Roger Federer è ufficialmente in vacanza fino a Stoccarda – vabbè deve portare la famiglia a Eurodisney e allora si affaccerà fugacemente sullo Chatrier – quindi il tennis non esiste.

Dopo una vita spericolata passata a bere del whisky al Roxy bar, Vasco Rossi è finito a “faremo crescere i bambini, avremo dei vicini, sdraiati sul divano a parlare del più e del meno”; dopo sessanta anni di liti e rivalità con l’Avvocato, Silvio Berlusconi si è dedicato a salvare gli agnelli, dunque davvero tutto è possibile nella vita, anche che Nick Kyrgios (7,5) diventi un eroe nazionale e soprattutto un giocatore concentrato solo sul campo.

Poi c’è l’Italia, che in quel di Charleroi ha fatto quello che ha potuto, cioè poco. Corrado Barazzutti (5,5) non ha fatto il Panatta, ma d’altra parte non lo ha mai fatto nemmeno in campo e dunque c’era da aspettarselo. Forse Paolo Lorenzi (5,5) poteva fare qualcosa di più contro Steve Darcis (7), difficile chiedere di più ad Andreas Seppi (5,5) contro David Goffin (7) ma la verità è che senza Fognini è già tanto essere nel World Group.

Anzi a dire il vero, senza Fognini in questo momento l’Italia del tennis – maschile e femminile – rischia di non arrivare al mercoledì ogni settimana. Qualche buona notizia arriva da Gianluigi Quinzi (7) che ha raggiunto per la prima volta un tabellone ATP superando addirittura Donskoy, l’unico carnefice stagionale di Federer, ma vabbè la proprietà transitiva non vale nel tennis.

Siamo pronti per la stagione sulla terra rossa, e anche se Rogerino nostro, come lo chiama Seppi, ha annunciato tutti i suoi forfait state sicuri che a Roma lo vedremo, spunterà un albergo prenotato a suo nome, sarà avvistato in qualche trattoria del centro, sarà immortalato in curva Sud con la sciarpa della Magica o in Piazza San Pietro per salutare il suo rappresentante in terra.

Chissà se Novak Djokovic (6,5) tornerà ad essere lui, intanto si è sbarazzato di un mancino spagnolo in Davis, giusto per non perdere l’abitudine. Ma il Toro di Manacor perde il pelo (e magicamente se lo fa ricrescere) ma non il vizio e sul rosso ne vedremo delle belle.

L’oscar della settimana lo merita però Andrea Petkovic (8) che si è dilettata ad accostare i suoi colleghi ai filosofi più importanti della storia. Curioso che per Serena Williams non sia riuscita a trovare una similitudine con un pensatore ma l’abbia paragonata all’intero genere della “Tragedia greca”: di solito la tragedia è per le sue avversarie, ma ripesando a tutti gli urlacci, le smorfie e le manfrine di Serenona in ogni suo match…

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