Seppi: "Non penso al futuro. Di sicuro non farò mai il coach"

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Seppi: “Non penso al futuro. Di sicuro non farò mai il coach”

Dopo la sconfitta con Zverev: “Voglio giocare qualche altro anno. Dopo però non viaggerò, ho una moglie”. Su Sascha: “Era ingiocabile”

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da Montecarlo, il nostro inviato

Non ha nessun dubbio Andreas Seppi: il suo futuro dopo il tennis giocato non sarà in giro per il circuito. “Ho una moglie, dovrò rispettare anche le sue priorità. Già adesso facciamo fatica! Non mi vedo come allenatore, e non credo riuscirei a seguire qualcosa come un ‘accademia”. Ma rassicura: “Voglio giocare ancora per qualche anno”. Si presenta in conferenza stampa sorridente e sereno, mentre si passa tra i capelli la mano con l’anello nuziale. Quasi consolato dalle stimmate del campione che Zverev, suo giustiziere al primo turno, sembra avere: “Oggi non si poteva vincere, giocava profondissimo e non sono riuscito a rispondere quasi mai”. 

E le condizioni fisiche? “Non sono riuscito ad essere costante, dopo l’Australia ho giocato in Davis in Argentina, poi un viaggio estenuante fino a Sofia dove ho vinto una partita e sono morto il giorno dopo (ride). Da allora non riesco a trovare continuità nemmeno con la tenuta fisica, prima la schiena poi il piede. Sempre per la Davis siamo andati in Belgio, cambio di superficie, senza un po’ di stabilità e di abitudine. Adesso si gioca un mese sulla terra, spero di riprendermi bene”. L’altoatesino risponde sicuro anche sul futuro dello stesso Zverev: “Ho affrontato Murray e Djokovic quando avevano vent’anni: sono quasi sicuro che Sascha arriverà al loro livello, è impressionante per come sta in campo così giovane”.

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