Toni Nadal: "Il tennis spagnolo ha perso la potenza di una volta"

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Toni Nadal: “Il tennis spagnolo ha perso la potenza di una volta”

Lo zio di Nadal analizza passato e presente del tennis spagnolo. Il futuro non sembra dei più rosei

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Mentre Nadal, dopo aver festeggiato il suo compleanno si prepara ad affrontare Carreno Busta lungo la strada del suo decimo Roland Garros, suo zio e coach Toni Nadal (ancora per qualche mese) rilascia un’intervista a GazzettaTV. Come aveva ribadito Rafa in conferenza stampa, l’attenzione in questi giorni delicati va posta solo sul torneo e non su altre chiacchiere, fonti di distrazione. “Tutte le speculazioni sul mio futuro lontano da Rafa non mi preoccupano” afferma Toni. “I suoi progetti sono piuttosto chiari: continuare a competere e vincere titoli. Quello che conta è il giocatore, non il mio futuro”. Ovviamente però delle idee su quello che si andrà a fare l’anno prossimo ci sono. La mia avventura sarà comunque legata al mondo del tennis attraverso l’Accademia, allenando i ragazzi e sfruttando tutte le cose che ho imparato in questi anni di professionismo, evitando gli errori commessi con Nadal”.

Come ribadito svariate volte il tennis italiano non se la passa bene, ma come spiega Toni Nadal, agli iberici non va tanto meglio soprattutto in prospettiva futura. “Con il successo di Sanchez Vicario, in Spagna iniziò un periodo di promozione del tennis in cui abbiamo avuto modo di vedere tanti giocatori in grado di far bene negli Slam. E questo ha creato una catena invisibile nella quale quando qualcuno vedeva l’altro vincere pensava ‘allora posso vincere anche io’. Al momento il tennis spagnolo sta perdendo questa potenza. Secondo le statistiche che stavo osservando l’altro giorno, in questo torneo abbiamo 11 giocatori, nel 2005 erano 19. E di quegli 11, 7 erano già presenti nel 2005 e i 4 nuovi non sono neanche poi così giovani. Uno ha 25 anni e gli altri 29-30″. Le ragioni di questa inversione di marcia, lui le trova nell’evoluzione del gioco. Credo che il tennis di prima si adattasse meglio alle caratteristiche fisiche e mentali dei nostri giocatori, perché era un tennis di maggior corsa e lotta. Oggi è cambiato ed è più rapido e noi dobbiamo sforzarci di adattarci alle nuove circostanze. Vedremo se ne saremo capaci”.

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