ITF Brescia: Hercog e Poznikhirenko all'ultimo atto

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ITF Brescia: Hercog e Poznikhirenko all’ultimo atto

L’ucraina si sbarazza senza faticare troppo della venezuelana Gamiz. Il sogno dell’azzurra Rubini dura troppo poco: si inchina a Hercog al terzo set

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da Brescia, Luca Goffi

La prima finalista è Poznikhirenko trionfatrice per 7-6 6-3 in una semifinale da “Parallel Universe” come cantano i Red Hot Chili Peppers. Partita atipica dove i break reali diventano i turni di servizio conservati e dove la reale avversaria dell’ucraina si rivela l’ucraina stessa, poiché l’avversaria di giornata, la venezuelana Gamiz, si manifesta in tutte le sue fragilità. Il primo set tra Poznikhirenko e Gamiz è un piano sequenza di break e controbreak con innumerevoli occasioni mancate a farla da padrona. Infatti dal quinto gioco sino al dodicesimo nessuna delle due giocatrici riesce a conservare un turno di servizio. Questo concentrato di inconcludenza non lede lo spettacolo in campo: l’ucraina dimostra di essere protagonista in negativo con un servizio singhiozzante ed in positivo con un acume tattico superiore che le consente di essere più insidiosa della propria avversaria quando si entra nel vivo dello scambio. Nel tiebreak non c’è storia, la venezuelana balbetta in risposta e si ritrova sotto 6-1. Poznikhirenko si scopre finalmente cinica e le strappa l’ultima speranza con un ace amaramente beffardo per Gamiz che, come Stevie nella sitcom “Malcolm”, a corto di fiato capitola 7-3. Nel secondo set Gamiz sembra reagire ma è fastidiosamente altalenante. Inaspettatamente si trova avanti 2-0 ma si lascia riprendere, rimette la testa avanti strappando l’ennesimo, inutile break della sua partita e così il 3-2 anziché darle la carica per spiccare il volo, si rivela un fuoco di paglia e Poznikhirenko con quattro giochi di fila trionfa.

La seconda finalista è Hercog, arcigna nel non mollare mai e compiere una rimonta 3-6 6-3 6-2 ai danni dell’italiana Rubini, a cui spetta l’onore delle armi. L’ex numero 35 del mondo ha fatto valere la maggior esperienza, una tempra balcanica ed una cattiveria (sportivamente parlando) degna del peggior Gavrilo Princip. Il primo set è sfida di braccio di ferro, ad aggiudicarselo è l’azzurra Rubini per 6-3. La partita non inizia nel migliore dei modi per l’italiana che si ritrova immediatamente sotto di un break, ma non si dà per vinta e la reazione degna del miglior Rocky Balboa contro Ivan Drago la porta ad incamerare quattro game consecutivi. Hercog, che fa della solidità da fondo campo la propria arma migliore, si trova costantemente sovrastata dal furore della bolognese. Nel nono gioco la slovena avrebbe tre palle break consecutive ma la giocatrice nostrana fa la voce grossa e porta a casa il set alla prima occasione utile. Nel secondo parziale l’azzurra strappa prontamente il break ma la partita cambia improvvisamente nel gioco seguente. La sliding door della partita si materializza nel momento in cui si spezza una corda e Rubini è costretta al cambio di racchetta. Insieme alla corda si rompono gli automatismi di un gioco sino a quel punto impeccabile e di conseguenza la 24enne di Bologna perde anche il vantaggio. Hercog si rianima da lottatrice indomita come testimonia il tatuaggio inquietante ed aggressivo che le copre interamente il braccio destro. Con il coltello tra i denti arpiona il break e incanala agevolmente il set verso il 6-3. La terza frazione vede Rubini dimenarsi ma la sua zattera fa acqua da tutte le parti. Subisce il break in apertura, prova a resistere ma la sua avversaria è straripante. Nel settimo gioco subisce ancora e perde il servizio. Nel turno seguente avrebbe un paio di occasioni per riportarsi in partita ma Hercog, che a inizio partita sembrava Ivan Drago, assume con il passare dei minuti le fattezze di Apollo Creed, fa valere stazza e carattere, e alla lunga i suoi fendenti mandano al tappeto l’azzurra. È ancora giovane, avrà tempo per la rivincita.

Risultati:

G. Poznikhirenko b. A. Gamiz 7-6(3)6-3
[7] P. Hercog [7] b. S. Rubini 3-6 6-3 6-2

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