WTA Birmingham: Kvitova, all'inferno e ritorno

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WTA Birmingham: Kvitova, all’inferno e ritorno

A soli sei mesi dall’aggressione, Petra Kvitova strappa il titolo ad Ashleigh Barty con un ritorno prepotente. Il tris a Wimbledon non è più una missione impossibile

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[7] P. Kvitova b A. Barty 4-6 6-3 6-2

Ultima domenica di giugno dedicata, tra l’altro, alla finale dell’Aegon Classic di Birmingham, Gran Bretagna, torneo WTA appartenente dal 2014 alla categoria Premier che si disputa sui campi dell’Edgbaston Priory Club. Tradizionale appuntamento su erba che precede di due settimane il torneo di Wimbledon e che può vantare un albo d’oro di tutto rispetto. Tra le vincitrici delle passate edizioni troviamo infatti, solo per citarne alcune, Billie Jean King, Martina Navratilova, Maria Sharapova e Angelique Kerber. Campionessa uscente è la statunitense Madison Keys. A giocarsi il titolo quest’oggi sono invece la ventisettenne ceca Petra Kvitova, tornata di recente al tennis giocato dopo la brutta parentesi dell’aggressione, e l’australiana Ashleigh Barty, 6 anni in meno all’anagrafe e attualmente numero 77 delle classifiche mondiali. Barty, grande promessa del tennis mondiale e vincitrice di Wimbledon Junior nel 2011 prima di prendersi una lunga pausa dal tennis, quest’anno si è aggiudicata il primo titolo della carriera a Kuala Lumpur. Le due giocatrici tornano ad affrontarsi a distanza di un lustro quando a prevalere piuttosto agevolmente fu la due volte vincitrice dei Championships, Petra Kvitova.

Si parte proprio con la giocatrice ceca al servizio. Potenzialmente interessante il confronto di stili, da una parte la potenza devastante dell’allieva di Jiri Vanek e dall’altra le variazioni della Barty, brevilinea dalla notevole sensibilità tennistica. Due turni interlocutori, un game per parte, ed è l’australiana a mettere la freccia. Una smorzata depositata in rete, infatti, le consegna il primo break, immediatamente confermato, e quindi il primo allungo di giornata. Kvitova annulla col servizio due pericolosissime palle per il doppio break ed è caparbia nel restare in scia nel parziale, tuttavia è nei turni di battuta della rivale che al momento non c’è partita. Petra fatica terribilmente a rispondere ad un servizio che, sebbene scagliato dai soli 166 centimetri della Barty, risulta davvero incisivo. Avanti per cinque giochi a quattro, Ashleigh ha quindi la possibilità di incamerare il primo set. Kvitova si scuote e tira finalmente un gran diritto in risposta allo slice di rovescio che tanto l’ha fatta penare ma è ancora la ribattuta a non funzionare a dovere. Barty, complice forse anche un po’ di tensione, per la prima volta nel match concede un paio di gratuiti ma non sono sufficienti a Kvitova due palle break per riaprire il parziale, chiuso dall’australiana sul punteggio di 6-4. Incontro tutto sommato piacevole, per entrambe un saldo positivo sui vincenti ma ben nove punti in più a referto per la nativa di Ipswich.

Venuta a capo di un primo turno di battuta complicato in apertura di set e registrati i colpi di rimbalzo fin qui troppo intermittenti, Kvitova comincia ad imprimere il proprio ritmo alla partita e il risultato è che in un amen il tabellone reciti il punteggio di 3 giochi a 0. Barty, coriacea, non demorde e ha la possibilità di ricucire lo strappo nel corso del quinto game. L’occasione sfumata diventa oltremodo pesante quando nel gioco successivo è costretta a capitolare di nuovo. Kvitova, tuttavia, gioca in maniera orribile il turno al servizio che potrebbe valere il set – per lei anche due doppi falli in serie – e con un filotto di 8 punti consecutivi Barty tiene vivo un parziale che, solo qualche minuto prima, pareva già essere in ghiaccio. Kvitova però, in un frangente di comprensibile pressione, da grande campionessa qual è torna a far la voce grossa con la battuta e, accompagnando l’ennesimo vincente con un urlo liberatorio, rinvia il verdetto alla terza e decisiva partita.

Nemmeno il tempo del pit-stop e per Barty è già il momento di inseguire. Se per tutto il primo set la ceca si è dimostrata inefficace nel contrastare il servizio dell’avversaria, ora è proprio il fondamentale della risposta a garantirle lo strappo. L’australiana, non c’è che dire, dimostra di avere pazienza e carattere tanto che, al primo passaggio a vuoto della rivale, non si fa pregare e impatta il computo dei game sul punteggio di due pari. Avanti di tre quindici nel corso del quinto game e con l’inerzia apparentemente tutta dalla sua parte, Barty subisce un parziale di otto punti – almeno cinque di fattura pregevole – che consentono a Kvitova, d’incanto un devastante fiume in piena, di spaccare in due il set. La partita di fatto si chiude qui. Petra, avanti per 5-2, serve quindi per il trofeo e, dopo un’ora e tre quarti di buon tennis, con un ace, l’ennesimo, mette la parola fine alla contesa.

Bello l’abbraccio finale tra le due giocatrici e onore delle armi ad un’ottima Barty, da lunedì, per lei, best ranking al numero 54. La notizia di oggi, non ce ne voglia la simpatica Ashleigh, è che Kvitova è tornata. Il tennis femminile ne sentiva davvero la mancanza.

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