Serena replica a McEnroe, ma con un uomo ha già perso (Crivelli). A due passi da San Siro, Maldini debutta a testa alta nel tennis (Ancona)

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Serena replica a McEnroe, ma con un uomo ha già perso (Crivelli). A due passi da San Siro, Maldini debutta a testa alta nel tennis (Ancona)

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Serena replica a McEnroe, ma con un uomo ha già perso (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

Lo spirito guerriero che dentro le ruggisce mica poteva lasciarla senza parole di fronte alle provocazioni di quella linguaccia di McEnroe, capace di battezzarla come la più forte giocatrice di sempre, aggiungendo però che tra gli uomini potrebbe al massimo avere una classifica attorno al numero 700. E così Serena Williams affida a Twitter la replica alle parole puntute di The Genius: «Caro John, ti adoro e ti rispetto. Ma per favore, lasciami in pace con le tue dichiarazioni che non sono supportate da fatti. Non ho mai giocato contro un tennista in classifica e non ne ho il tempo». Per poi chiudere con una richiesta: «Rispetta me e la mia privacy dal momento che sto per avere un bambino. Buona giornata, sir».

Tra un fotoshooting per la copertina di Vanity Fair e i preparativi per l’impellente maternità (prevista per agosto e seguita da successivo matrimonio con il fidanzato Alexis Ohanian), l’ex numero uno del mondo e vincitrice di 23 Slam dimentica però il precedente, senz’altro insolito ma significativo, degli Australian Open 1998, quando landò la sfida a un uomo e finì per subire una lezione. Sia chiaro, non fu un match ufficiale come la famosa «Battaglia dei sessi» del 1973 tra Riggs e la King, però ne rimane ampia memoria condivisa. Soprattutto perché lui, il protagonista, il tedesco Karsten Braasch, allora trentenne e con un passato da 34 del mondo, faccia occhialuta da filosofo e un’insana passione per le Marlboro e la birra, tre anni dopo affidò i ricordi di quel giorno a un articolo sul Guardian. In pratica, in quell’edizione dello Slam degli antipodi, le due sorelle Williams, 17 e 16 anni, dopo aver assistito a qualche allenamento maschile, si convincono di poter battere un giocatore classificato intorno al 200. Braasch, all’epoca 203, diventa il candidato ideale: sarà lui l’avversario di Serena, campo periferico e partita su un set secco.

Il tedesco è talmente preoccupato che al mattino va a giocare a golf e negli spogliatoi beve un paio di shandy, birra con ginger ale e limonata, e durante la sfida fuma ai cambi di campo. Del resto, in un batter d’occhio va 5-0, non sfrutta un match point e alla fine vince 6-1. Ma non è finita: reduce dalla conferenza stampa dopo la sconfitta con la Davenport, anche Venus Williams chiede di poterlo affrontare nello stesso giorno. Accontentata: perde 6-2. Braasch le giudicherà così: «Colpiscono davvero bene la palla, ma non potevano reggere il mio top spin, non sono abituate (…)

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A due passi da San Siro, Maldini debutta a testa alta nel tennis (Adriano Ancona, Corriere dello Sport)

Mica male, per essere il primo incontro da pro. «Non è il mio mondo: come essere laureato in matematica e dover fare un esame di lettere. Dubito che ci sarà una mia partecipazione a un altro torneo», dice Paolo Maldini con lo sguardo un po’ tirato di chi ha comunque saputo cimentarsi con il tennis di livello. Una presa di contatto con la realtà che, però, non deve smorzare le buone intenzioni. E nemmeno l’ammirata curiosità di chi lo segue con partecipazione: a Milano sono quasi trecento gli spettatori che attrae il Maldini tennista. 6-1 e 6-1, dice il tabellone dell’Aspria Harbour Club che – ironia della sorte – sta proprio a due passi da quel San Siro in cui l’ex milanista ha dato il meglio di sé da calciatore. Contro Pel e Bednarek, del resto, poco da fare.

La padronanza con la racchetta c’è tutta, il sorriso che tradisce quel minimo di imbarazzo pure. Ma il pubblico è tutto per lui, che si presenta con una maglietta arancione sgargiante. La sicurezza datagli dal maestro Stefano Landonio, che lo affianca, fa il resto nel senso che perlomeno viene evitato un cappotto. L’esordio da professionista di Maldini nel circuito Challenger dell’Atp non ha un lieto fine, come prevedibile, e fila via in favore degli avversari. « Io rimango un nc che ha avuto la possibilità di confrontarsi coni più forti. Ho disputato le qualificazioni ma senza pretese. Punti in comune tra caldo e tennis? Qui è bello perché fai una sfida con te stesso, poi magari quando entri in una spirale negativa è difficile uscirne. Però me la sono goduta».

A proposito, in tribuna fa capolino anche Clarence Seedorf – compagno di mille battaglie e trofei annessi, nel Milan – per complimentarsi con Maldini. Che resiste 42 minuti, nell’esordio dell’Aspria Tennis Cup. L’ex campione rossonero vi partecipa grazie a una wild card, accusa qualche problema fisico («Al primo punto mi sono stirato, ma ho fatto finta di niente») all’inizio ma in generale non può reggere. Gli applausi, comunque, sono tutti per lui, che ben oltre la fine della carriera pallonara ha trovato un diversivo (…)

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