Wimbledon: Pliskova fallisce. Aga si salva, Mladenovic no

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Wimbledon: Pliskova fallisce. Aga si salva, Mladenovic no

La favorita del torneo si arrende in tre set a una ritrovata Rybarikova. Radwanska annulla due match point a McHale, Kiki subisce la rimonta di Riske. OK Kerber e Muguruza

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M. Rybarikova b. [3] Ka. Pliskova 3-6 7-5 6-2 (da Londra, AGF)

Gli organizzatori hanno riservato il Centre Court per il secondo turno di Karolina Pliskova, a cui il sorteggio propone Magdalena Rybarikova. Un’avversaria meno semplice di quello che si potrebbe pensare. La giocatrice slovacca è stata assente dai campi da gioco per tutta la seconda metà del 2016 a causa di una operazione al polso sinistro effettuata nel luglio di dodici mesi fa. E’ rientrata nel febbraio 2017, cominciando nei piccoli ITF e da allora ha ottenuto risultati in crescendo, tanto che il suo score stagionale (vinte/perse) è un ottimo 31/5.
Ammessa a Wimbledon grazie al ranking protetto, nei recenti tornei su erba ha battuto avversarie non semplici come Riske, Watson, Dodin, Niculescu, Golubic, vincendo due ITF da 100K e arrivando in semifinale a Nottingham. Quando una giocatrice ha vinto così tanto nel giro di qualche settimana, diventa sempre un’avversaria insidiosa (anche se la maggior parte dei successi sono stati ottenuti nel circuito ITF) perché si è costruita una dose di fiducia e autostima molto alta.

Si comincia in una giornata calda e abbastanza umida, ma con un sole meno cocente rispetto alle 24 ore precedenti. Punto da segnalare sulla prima palla break del match (secondo gioco, servizio Rybarikova). Magdalena decide di annullarla con il serve&volley, peraltro perfettamente eseguito: prima a uscire e volèe vincente incrociata di dritto. Una rarità nel tennis di oggi, e ancora di più su un punto importante.
Già dopo i primi game si capisce quale sarà l’impostazione tattica del match. Ottimi servizi in partenza per entrambe, ma se si entra nel palleggio atteggiamenti diversi. Pliskova insiste con palle tese, specie sul rovescio di Rybarikova (sicuramente il colpo meno solido), Magdalena cerca invece di muovere di più la palla, aprendo gli angoli, utilizzando drop-shot, e facendo ricorso allo slice alternato al colpo bimane di rovescio per non dare ritmo a Karolina, che altrimenti diventerebbe incontenibile. E questa creatività rende subito il match piuttosto divertente, anche se a Rybarikova occorrono 13 minuti per portare a casa il proprio game di servizio dell’1-1.
Il primo set si decide all’ottavo gioco, quando sul 30 pari un nastro fortunato e una risposta aggressiva di Karolina fanno perdere la battuta a Rybarikova: 5-3, poi consolidato nel game successivo tenuto a zero da Plikova. 6-3 in 42 minuti di tennis divertente.

Nel primo set Magdalena ha creato e svariato, ma Karolina ha raccolto di più grazie alla maggiore concretezza e solidità. L’incisività in battuta e i suoi colpi puliti e lineari da fondo le hanno permesso di rischiare nulla nei game di servizio. Nella prima ora di gioco Pliskova nei turni di battuta non solo non ha mai concesso una palla break, ma nemmeno più di due punti a game. Per questo quando nel quinto game del secondo set strappa il servizio all’avversaria si pensa che la partita si stia avviando a una conclusione in due set. Invece Pliskova concede immediatamente il controbreak e poi si complica la vita nel dodicesimo gioco: sbaglia due semplici palle alte di volo a ridosso della rete e poi con un dritto lungo cede il set: Rybarikova 7-5 in 53 minuti.

Il finale di secondo set è il segnale che la partita ha cambiato carattere. Se prima le giocatrici si affrontavano puntando sugli aspetti tecnici e tattici, ora sono quelli mentali e psicologici a essere decisivi. Il timore di andare incontro a una sconfitta inattesa fa giocare peggio Pliskova, mentre Rybarikova a volte comincia a soffrire di braccino; e così la qualità del match ne risente: la partita è tesa, agli scambi interessanti si alternano con più frequenza gli errori gratuiti. Rybarikova ora muove meno il gioco sulla verticale e accetta più apertamente il confronto da fondo campo.
La sensazione è che avrà la meglio chi avrà meno paura. E alla fine Magdalena ottiene addirittura tre break, contro il solo di Karolina. 6-2 in 43 minuti.

In questo modo Rybarikova mette a segno la seconda vittoria in carriera contro una top 3. Ma se la prima l’aveva ottenuta contro Simona Halep a New Haven, questa contro Pliskova sul centrale di Wimbledon ha tutto un altro peso. Da parte sua Karolina Pliskova conferma la maledizione del secondo turno a Wimbledon: sui prati londinesi non è mai riuscita ad andare oltre. Prossima avversaria per Rybarikova sarà Lesia Tsurenko (nessun precedente).

A. Riske b. [12] K. Mladenovic 2-6 6-4 6-4 (Tommaso Voto)

Dopo quattro sconfitte consecutive, l’americana Riske centra una vittoria prestigiosa contro Mladenovic e accede al terzo turno di Wimbledon. È stato un match duro, polemico e tecnicamente divertente, in cui la 27enne di Pittsburgh ha avuto il merito di non mollare quando è stata sotto di un set e di un break. Per Mladenovic è stato un pomeriggio infausto e troppo nervoso, infatti la transalpina è apparsa subito turbata dalle condizioni del Campo 18. La francese ha discusso, già durante il riscaldamento, con l’arbitro e la supervisor, ritenendo il terreno scivoloso.

Si parte ed è subito lotta: il primo game dura 19 punti, ma la francese si salva, anzi ha anche la palla del 2-0, poi scivola e si ritrova a terra. Fortunatamente Kiki non si fa nulla, ma è visibilmente contrariata e continua a mostrare le irregolarità del terreno di gioco, che in molte zone è privo di erba. Archiviata la polemica Mladenovic mette da parte il nervosismo, prende immediatamente l’iniziativa e costringe alla difensiva la sua avversaria. L’americana è in netta difficoltà, fa fatica a contenere la varietà di gioco della transalpina, che ha più manualità, più geometrie e maggiore potenza individuale. Kiki, da ottima doppista (ha vinto 3 titoli Slam ed è stata campionessa di Wimbledon nel doppio misto nel 2013 in coppia con l’esperto Nestor) attacca spesso la rete. Questa dinamica ha messo in crisi Riske, in quanto poco reattiva nello scegliere la giusta contromossa. Altro diversivo che ha funzionato è stato il drop shot, che Mladenovic ha usato in modo puntuale, sfruttando i movimenti incerti di Alison. Avanti di un set e di un break, Kiki si distrae e rimette in discussione l’esito del match, subendo il sorpasso sul 4-3. Situazione improvvisa ed imprevedibile, soprattutto perché non c’era stata alcuna avvisaglia fino a quel momento. Perso il secondo parziale in modo rocambolesco, Mladenovic fa anche di peggio: perde la battuta a zero ed è costretta a rincorrere. Riske non conferma il vantaggio appena conquistato e si torna in equilibrio. Altro settimo game ed altro break subito dalla francese, che lentamente si spegne ed è fuori da Wimbledon. Ora per Riske arriva il derby contro Vandeweghe, ma considerando la tenacia e la voglia vista quest’oggi nulla è impossibile.

[9] A. Radwanska b. C. McHale 5-7 7-6(7) 6-3 (Antonio Ortu)

La spunta per il rotto della cuffia la finalista del 2012, Aga Radwanska, che annulla due match point nel tie-break del secondo set a una McHale sprecona e porta a casa la sua sessantesima partita in carriera sull’erba. Già i precedenti non lasciavano ben sperare per la statunitense: in cinque confronti non era mai riuscita a strappare un set ad Agnieszka, vincitrice anche sull’erba a Nottingham due anni fa. Ma stavolta è stata a un passo da una vittoria meritata, visto il livello di tennis che stava proponendo fino al tie-break, contro un’avversaria sicuramente non al top della forma. Radwanska, che ha piegato la resistenza di Jelena Jankovic al primo turno, tenta infatti di dare una svolta alla sua stagione, per ora al di sotto delle aspettative, segnata dal recente infortunio al piede e da sconfitte premature nei tornei sul duro. E non c’è posto migliore per farlo che l’All England Club, dove oltre alla finale del 2012 ha raggiunto anche due semifinali e due quarti.

A inizio match entrambe tengono il servizio in maniera agevole. Agnieszka per tre volte a zero nei primi quattro turni, la statunitense trova invece da subito continuità con la battuta, che la aiuta anche ad annullare la prima palla break della partita. Sul 5-5 i suoi colpi iniziano a far male sempre di più e la numero 9 del tabellone cede il servizio con un esiziale doppio fallo. In un game confuso, McHale commette a sua volta doppio fallo sul set point, ma annulla tre break point per vincere per la prima volta in carriera un set contro Radwanska. Il gioco aggressivo di Christina oggi sembra destabilizzare più del solito Aga, chiaramente non al meglio delle sue possibilità. Nel secondo parziale la numero 60 WTA piazza il break nel terzo gioco, ma stavolta la reazione di Agnieszka è più convinta e riesce a riaprire il match con le poche armi che oggi ha a disposizione. Si salva con le unghie e con i denti anche sul 5-5, rimontando da 15-40. Quando nel tie-break McHale sembra aver ormai archiviato la pratica, la pazienza e la solidità della polacca vengono fuori per salvare due match point, sui quali Christina ha peccato di personalità. Neanche a dirlo, Radwanska vince il gioco decisivo 9 punti a 7 e porta il match al terzo dopo quasi due ore di gioco. La statunitense, che ha perso 8 tie-break su 10 nel 2017, inizia il terzo come se nulla fosse accaduto, ma si lascia sfuggire due opportunità di break nel secondo game e da lì in poi Aga prende in mano le redini del match. Un game disastroso di McHale consegna il break alla polacca, che però sul 3-1 e sul 4-2 sciupa in tutto sette palle break per mettere fine ai patemi. Mancando di killer instinct, Radwanska è costretta anche ad annullare una pericolosa opportunità di break sul 4-3, prima di completare la rimonta in 2 ore e 43 minuti. Per la polacca, ora al terzo turno ci sarà la sfida con Timea Bacsinszky o Kristina Kucova.

[1] A. Kerber b. K. Flipkens 7-5 7-5 (Giovanni Vianello)

Angelique Kerber vince ma non convince nel secondo turno di questo Wimbledon, sconfiggendo Kirsten Flipkens con un doppio 7-5. La n.1 del mondo e del seeding era chiamata ad un confronto più ostico di quanto non si potesse prevedere da un primo sguardo alla classifica (la belga è 88 del mondo). Flipkens infatti è una specialista dei campi verdi e vanta anche una semifinale a SW19 nel 2013. Nel primo set si assiste ad un livello di gioco piuttosto scarso e ad un punteggio a dir poco altalenante. Flipkens si porta due volte avanti un break (prima 4-2, poi 5-3) e nel nono game serve per il set, ma seguono quattro game consecutivi per Kerber, che vince così il set 7-5. Come già detto, poco spettacolo in campo, molti gratuiti da entrambe le parti. Flipkens varia molto il ritmo e scende spesso a rete, non fornendo a Kerber molti scambi in progressione. Nel secondo set Angelique acquista progressivamente fiducia e sul 2-2 opera un break. Il canovaccio tattico è sempre lo stesso, Flipkens varia il ritmo ed attacca mentre Kerber si difende, ma entrambe le giocatrici commettono un numero di errori inferiore. Kerber mantiene il break fino al decimo gioco, quando serve per il match, ma a questo punto Kerber nuovamente perde in fiducia e subisce il contro-break. La tedesca nell’undicesimo gioco strappa la battuta a Flipkens e si guadagna un’altra opportunità di servire per il match. Nel dodicesimo gioco in un game in cui si alternano giocate spettacolari ad errori pacchiani Kerber tiene il servizio e così vince il match. Kerber a dir poco altalenante, che ha mostrato consistenza solamente in avvio del secondo set e che deve ringraziare anche l’avversaria se è approdata al terzo turno. Al prossimo turno per la tedesca c’è Shelby Rogers.

[14] G. Muguruza b. Y. Wickmayer 6-2 6-4 (Chiara Nardi)

Sotto gli occhi di Conchita Martinez, Garbine Muguruza, testa di serie n. 14, supera in due set Yanina Wickmayer, n. 96 del mondo con un passato da n. 12. È stato un match piacevole e a tratti spettacolare vinto con merito da Garbine, che ha giocato con attenzione e con freddezza nei momenti importanti. L’allieva di Kim Clijsters ha da recriminare per le occasioni non sfruttate sul finale di match. Nel primo set Muguruza sbaglia poco ed è ben assistita dal servizio, che l’aiuta ad annullare l’unica palla break concessa in tutto il set. Wickmayer, al contrario, mette in campo poche prime e con qualche errore di troppo perde per la prima volta la battuta nel quarto game. Muguruza è brava a mettere pressione alla belga da fondo campo con il dritto. Nell’ottavo game la spagnola chiude il parziale, in risposta, al primo set point sempre giocando bene con il dritto. Il match diventa poi più equilibrato grazie alla maggior continuità di Wickmayer. Si assiste a scambi duri e bei vincenti da parte di entrambe. Sul 4-4 la belga gioca un ottimo game di risposta fino alle tre palle break in suo favore; i sogni di gloria si fermano qui, poiché spreca la prima mandando in rete il rovescio e non può nulla sulle altre due, bene annullate da Garbine con un rovescio vincente e un ace. Nel game successivo la spagnola si procura un match point, che converte grazie ad un dritto di Wickmayer finito fuori. La finalista del 2015 affronterà adesso Sorana Cirstea contro cui ha vinto quest’anno in Australia.

A. Kontaveit b. [29] D. Kasatkina 6-3, 6-2 (da Londra, AGF)

Confronto inedito ma estremamente interessante quello che va in scena nel tardo pomeriggio sul campo 16: la testa di serie numero 29 Daria Kasatkina sfida una delle giocatrici più pericolose tra chi non è compresa fra le teste di serie: Anett Kontaveit, che in gennaio era fuori delle prime 120 ma ora è già salita al numero 38 del ranking grazie a una serie di risultati estremamente positivi. La testa di serie ufficiale è Kasatkina, ma su questa superficie la favorita è Kontaveit.

Quasi non si fa in tempo a cominciare che il set è già indirizzato: decide infatti un solo break, al secondo gioco, in favore di Kontaveit, che poi gestisce il vantaggio senza particolari problemi. 6-3 in 23 minuti. Zero palle break concesse da Anett nel primo set. Il secondo set non è molto diverso: Daria lotta duramente nel primo game per dieci minuti, ma finisce per perdere nuovamente il servizio in apertura. Di nuovo il set è indirizzato e di nuovo Kontaveit lo gestisce senza particolari problemi, senza concedere nulla nei suoi turni di servizio. Un secondo break determina il 6-2 in 32 minuti.

55 minuti totali di match in cui Kasatkina non è riuscita a incidere con il dritto, e con la sua arma più efficace spuntata per lei non è stato facile trovare altre soluzioni di gioco. Qualche discesa a rete, un paio di ottimi drop-shot, e l’aiuto dell’erba per ottenere punti in battuta. Ma il break subito in apertura si è rivelato irrecuperabile in tutti e due i set. Kontaveit invece ha dimostrato di essere una colpitrice fenomenale, solida e incisiva con entrambi i fondamentali. Se le si lascia il tempo per arrivare sulla palla con la giusta coordinazione, quasi sicuramente saprà approfittarne grazie ai suoi colpi profondi e penetranti. Vederla giocare da bordo campo, standole seduti di fianco, è uno spettacolo nello spettacolo per il dinamismo che comunica quando utilizza tutto il peso del corpo per trasmettere velocità alla palla.

Nota interessante: a sostenerla al Court 16 un piccolo gruppo di tifosi con bandierine estoni, che evidentemente non aveva scelto a caso la partita da seguire. Con Sevastova e Ostapenko in grande spolvero, il tennis dei paesi baltici sta diventando importante nella WTA.

Risultati:

[7] S. Kuznetsova b. E. Makarova 6-0 7-5
[24] C. Vandeweghe b. T. Maria 6-4 6-2
P. Hercog b. V. Lepchenko 6-7(2) 6-2 6-2
A. Riske b. [12] K. Mladenovic 2-6 6-4 6-4
[9] A. Radwanska b. C. McHale 5-7 7-6(7) 6-3
L. Tsurenko b. V. Golubic 6-1 2-6 6-3
S. Cirstea b. [WC] B. Mattek-Sands 4-6 7-6(4) rit.
[WC] Z. Diyas b. [Q] A. Rodionova 6-4 7-6(4)
M. Rybarikova b. [3] Ka. Pliskova 3-6 7-5 6-2
[14] G. Muguruza b. Y. Wickmayer 6-2 6-4
[Q] P. Martic b. D. Allertova 6-1 6-4
[19] T. Bacsinszky b. K. Kucova 6-1 6-0
[29] D. Kasatkina b. A. Kontaveit 6-3 6-2
[1] A. Kerber b. K. Flipkens 7-5 7-5
S. Rogers b. [32] L. Safarova 6-7(4) 6-4 6-3
[5] C. Wozniacki b. T. Pironkova 6-3 6-4

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