McEnroe: “Djokovic è il Tiger Woods del tennis”. Il caso di Venus, la guerrilla e il gorilla

Editoriali del Direttore

McEnroe: “Djokovic è il Tiger Woods del tennis”. Il caso di Venus, la guerrilla e il gorilla

WIMBLEDON – Povera Mattek-Sands, lo strazio di Lucie Safarova. La sorpresa negativa si chiama Karolina Pliskova. Gulbis difende Tomic. Djokovic comprensivo sia con McEnroe sia con Bernie e… Head. Alle 11 su Radiotennis.com

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da Londra, il Direttore

In questo Wimbledon un giorno giocano Murray e Nadal, un altro Djokovic e Federer, grazie al loro recuperato ranking e al sorteggio che li ha separati nelle due diverse metà del tabellone. È una cosa ottima per i giornali che scrivono preferibilmente dei Fab Four, piuttosto che degli altri che avrebbero bisogno di spazi più ampi per essere presentati decorosamente. Invece i Fab Four non hanno bisogno di presentazioni e semplificano il lavoro. Viviamo in epoca di star-system, l’audience nazional-popolare sembra preferire leggere sempre i nomi famosi, piuttosto che appassionarsi per i newcomers, i nomi nuovi che ancora nessuno conosce. Un inviato di un quotidiano non sportivo che deve concentrare tutto in poche righe, in 1500 battute, è costretto a propendere per un argomento monografico di facile presa anche su lettori poco preparati sul tennis – nei giornali “politici” sono spesso così – soprattutto quando ci sono troppi incontri e non ci si può rifugiare nella… lista della spesa, dando tutti i risultati senza poterli illustrare. In poche righe non è mai facile scrivere un bel pezzo. Gianni Clerici, che pure è un maestro, si lamenta spesso: “Anche oggi mi hanno concesso di scrivere… un francobollo”. Quando hai poco spazio devi selezionare… a volta in modo doloroso, perché devi lasciare fuori argomenti che credi potrebbero essere interessanti. Ed essere sintetici, incisivi e interessanti, richiede grande mestiere. Prevert una volta scrisse, dopo aver mandato una lettera lunghissima: “Scusa se sono stato troppo lungo e prolisso, ma avevo poco tempo”.

Sul web lo spazio non manca e ci si può sbizzarrire. Il problema per quanto mi riguarda è che finisco per fare il mio editoriale quotidiano dagli Slam quando il cervello si è prosciugato seguendo per 12 ore decine di incontri: immagazzinando decine e decine di dati, rovesciandoli in più articoli, succhiando come fameliche spugne dozzine e dozzine di interviste, cercando di non prendere buchi, dovendo leggere decine di siti. E al mattino giornali  su giornali, preparandosi per interventi radiofonici (di solito Radio Sportiva, ma non solo), per un paio di video, cercando anche di coordinarsi con gli inviati presenti qui e i collaboratori in Italia, ma anche in Argentina per il sito spagnolo, e in Inghilterra e America per quelli di Ubitennis.net; a proposito, nel video quotidiano condotto con l’hall of famer Steve Flink c’è stato un intervento indiretto di Sergio Giorgi che si è trovato a passare di lì proprio mentre Steve, che aveva pronosticato una vittoria di Fabio Fognini in quattroset su Andy Murray aveva appena detto che invece la Ostapenko avrebbe sconfitto Camila… dovreste vedere come ho acchiappato papà Giorgi e che cosa ha detto lui. E poiché non riesco a vedere che pochi match a spizzichi e bocconi mi leggo tutte le cronache dei nostri collaboratori per non scrivere intorno a mezzanotte qualche castroneria (e di sicuro ogni giorno qualcuna ne scrivo). Mi permetto anche qualche correzione, qualche aggiustamento, qualche cambio di titolo. Ma la lucidità non può essere quella del mattino.

Scusate la lunga premessa che probabilmente interessa pochi. Del resto vedo che i commenti in calce un po’ a tutti gli articoli sembrano prescindere completamente da quel che è scritto sopra. Allora la cosa più choccante oggi è stato il terribile infortunio che è capitato alla povera Mattek Sands, che già di infortuni ne aveva patiti non pochi. Ma come le si è storto quel ginocchio sul campo n,.17, visto e rivisto in un video altamente drammatico nel cui audio la si sente urlare disperata Help! Help! e piangere fortissimo… e poi si vede la sua avversaria Sorana Cirstea che a sentirla gridare così scavalca la rete e come vede le condizioni di quel ginocchio non riesce a tenerci sopra lo sguardo, ma si gira dall’altra parte come sotto choc… Impressionante, così come l’espressione sconvolta della compagna di doppio della  Mattek-Sands, Lucie Safarova con la quale ho parlato stasera e ancora piangeva. “Ero andata a vedere la sua partita, ma poi mi avevano chiamato per giocare la mia con la Shelby Rogers… e stavo tornando negli spogliatoi, quando appena arrivata ho visto la scena in tv e sono tornata di corsa indietro. Una scena raccapricciante, povera Bethanie, soffriva da morire e nessuno sembrava sapere che cosa fare”. Lucie e Bethanie avevano vinto gli ultimi tre Slam di doppio, erano chiaramente le favorite n.1 anche qui, ma molto probabilmente la stagione – se non la carriera – della Mattek-Sands è finita. Chi ha visto la rotula del ginocchio salire mostruosamente sopra la coscia – così mi è stato riferito – dice che la cosa è superdolorosa, da morirci dallo strazio, ma che l’operazione per rimettere le cose a posto non è poi così spaventosamente difficile.

Inevitabilmente la Safarova, testa di serie n.32, è entrata in campo con la Rogers e ha perso pur avendo perso il primo set: 6-7 6-4 6-3. Una giornata da dimenticare, in cui la sconfitta è stata il minore dei mali per Lucie che, sempre con gli occhioni celesti inondati di lacrime e con un filo di voce, non ha voluto accampare la minima scusa, il minimo alibi per la sconfitta: “Anche Shelby Rogers è molto amica di Bethanie, è stata dura anche per lei”. Per il resto della giornata nell’ordine di importanza direi di dover trattare di:

a) l’eliminazione, in mezzo ad altre tre teste di serie (Mladenovic n.12 con la Riske n.46, della Kasatkina n.29 con la Kontaveit n.38 e non una vera sorpresa per me, della citata Safarova n.32 con la Rogers n.70), di Karolina Pliskova, n.3, per mano della Rybarikova n.87.

b) le multe piovute sul capo di Tomic e Medvedev.

c) il ritorno di un grande Gulbis che sconfigge nettamente del Potro.

d) l’ennesima polemica innescata da John McEnroe che per spiegare la crisi di risultati di Djokovic l’ha definito “Il Tiger Woods del tennis” attribuendola ai problemi familiari denunciati in parte dallo stesso Novak.

e) la prevedibile sconfitta di un coraggioso Paolo Lorenzi in quattro set con Donaldson.

f) la sorpresa di Davide Dudi Sela che ha fatto fuori Golia John Isner.

g) la giornata di venerdì, con l’attesa per gli incontri dei nostri due azzurri superstiti, Fabio Fognini alle prese con il campione in carica e n.1 del mondo Andy Murray, Camila Giorgi con Jelena Ostapenko, regina del Roland Garros e campionessa junior qui tre anni fa, senza trascurare il compito per nulla semplice di Rafa Nadal con il bombardiere russo Karen Khachanov.

La sconfitta della Pliskova

Gioca bene sull’erba, ma vince dappertutto fuorché a Wimbledon. Ha perso una volta al primo turno e adesso cinque al secondo. Non un ruolino di marcia decente per una che aspira a diventare n.1 del mondo e può diventarlo ancora se la Kerber (che ha dato 7-5 7-5 alla Flipkens e non era un match scontato con la belga che ha un passato di semifinalista qui… quando ahinoi sconfisse negli ottavi la nostra “missing” Flavia Pennetta) e la Halep non perderanno troppo presto. Si conferma il momento particolare del tennis femminile che, in assenza di una dominatrice come Serena Williams, non ha una vera regina. Possono vincere gli Slam in tante, le Ostapenko e – secondo papà Giorgi – pure le Giorgi.

Le multe a Tomic e Medvedev

Ero curioso di capire da voi lettori se riteneste maggiormente punibile Tomic, cui è stato addirittura rescisso il contratto dalla Head per via delle dichiarazioni dell’altro giorno, oppure Medvedev per aver lanciato le monetine all’indirizzo dell’arbitro Mariana Alves. Il secondo ha fatto un gesto che non avevo mai visto fare a nessuno in… mezzo secolo di tennis. Anche perché di solito i tennisti non hanno monete nelle tasche dei pantaloncini di tennis! Qualcuno dei lettori ha suggerito che… il “NextGen” andava premiato per l’originalità del gesto. Effettivamente è stato buffo. Ma la Alves non ha riso. Ha creduto anzi che le stesse dando della corrotta. Vabbè… Il ragazzino, che non è parente né di Andrei nè del fantoccio che è stato presidente della Russia quando Putin non poteva essere nominato, ha avuto l’accortezza di scusarsi subito.

Sul caso Tomic ho raccolto qui opinioni contrastanti. Fra le altre quella di Ernests Gulbis che ha detto: “Conosco bene Bernard, è un bravo ragazzo, migliore di molti che sembrano più… nice guys ma sono solo più furbi e non direbbero certe cose pur pensandole. Temo che lui possa avere detto male certe cose che altri avrebbero detto diversamente”. Ecco, a parte il fatto che a mio avviso Tomic ha comunque l’attenuante di aver pronunciato quelle frasi poco dopo aver perso, secondo me uno dovrebbe aver diritto di dire che “sì, mi trovo privo di vere motivazioni in certi momenti”, senza pagar dazio, ma anche senza però poi esagerare nell’aggiungere – come invece ha fatto – “si gioca solo per i soldi, per guadagnarne abbastanza per smettere di lavorare del tutto a 34 anni”. Faccio un esempio, ispirandomi a quanto detto da Gulbis: se a uno come Djokovic fossero in certi momenti dell’anno scorso, venute a mancare le motivazioni per impegnarsi a fondo, in allenamento e addirittura in gara, potete star sicuri che non avrebbe mai detto quel che ha detto Tomic. Troppo più furbo, levantino, sveglio, capace di capire le possibili reazioni del mondo che vive seguendo tutto ciò che è politically correct.

Il commento di Djokovic alle frasi di Tomic e alla rescissione del contratto voluta da HEAD, sponsor anche di Novak

Una giornalista gli chiede: “La Head l’ha mollato per quello che ha detto in sala stampa, che era annoiato in campo, che non provava più lo stesso rispetto per lo sport come una volta, che si sentiva molto vecchio… ed era onesto. Eppure il tennis è il tuo lavoro e puoi essere annoiato a volte, e puoi soffrirne. Pensi che uno dovrebbe essere multato o invece esprimere solidarietà per uno che prova quelle sensazioni e le riferisce?”.

Djokovic: “Good point. Sotto un profilo umano tutti capiamo che può succedere, dipende se lo fai capire agli altri che ti capiscono oppure no… io in genere cerco di capire, siamo tutti umani, tutti abbiamo debolezze, tutti a caldo possiamo dire cose che non sono …appropriate per definizione. Ma al contempo è comprensibile anche perché la HEAD abbia reagito a quel modo. Perché non è un messaggio giusto che un giocatore fra i più talentuosi dovrebbe inviare, uno che ha giocato per sei sette anni e che, specialmente in Australia, è un eroe agli occhi di tanti bambini. Tutti quelli che lo guardano mentre lui fa questi commenti…capisco quell’atteggiamento. Inoltre, poiché sono nel circuito, gioco a tennis, capisco gli alti e i bassi che vivi da giocatore, capisco le emozioni, non è facile, davvero non è facile. Ci sono cose più dure nella vita, certamente. Dobbiamo essere riconoscenti allo stile di vita che possiamo condurre noi tennisti con l’opportunità di giocare uno sport che amiamo. Per lui ora è diverso. Sta attraversando un momento difficile e uno deve cercare di capire e sostenerlo.

Il caso del telecronista che disse “Guerrilla” e fu capito “Gorilla” riferito a Venus Williams

Mi è venuto in mente – apro un inciso – la storia incredibile di quel giornalista televisivo di ESPN che mentre raccontava un match di Venus Williams che giocava un match di secondo turno contro Stephanie Voegele in Australia e stava attaccando a tutto spiano, ha detto che si trattava di una serie ripetute di incursioni tipo “guerrilla”. Si rifaceva ad una terminologia che era entrata nell’uso comune negli anni Ottanta-Novanta, quando appunto certe azioni militari venivano definite così. Non voleva certo paragonare Venus a un gorilla. Ebbene, nell’ascoltarlo, un giovane giornalista ha pensato bene di twittare scandalizzato a decine di migliaia di suoi followers, che quel telecronista, alludendo a Venus Williams aveva parlato di “Gorilla” tacciandolo ovviamente di bieco razzismo.

Chiaramente aveva sentito e interpretato male. Beh, sapete come è andata a finire? Che la cosa è montata a dismisura, il telecronista non ha cessato di difendersi e produrre prove audio per dimostrare che aveva detto “guerrilla”, con l’accento americano, e non “gorilla” – la pronuncia è molto simile, quasi indistinguibile – ma alla fine ESPN Australia, temendo che decine di migliaia di abbonati di colore e di altre persone “politically correct” nel dubbio rinunciassero all’abbonamento al cable, ruppe il contratto con l’incolpevole giornalista sostenendo che il caso aveva destato troppo scalpore e che la cosa era inaccettabile e controproducente. Roba da matti. Il giornalista di ESPN, Doug Adler, provato da questo e dalla palese ingiustizia, ebbe un infarto e finì all’ospedale, sebbene non avesse mai avuto elettrocardiogramma minimamente preoccupanti. Ora è in causa con ESPN, non so se anche con l’altro giornalista che ha fatto quei primi tweet indignati senza poi mai accennare a delle scuse, e io credo che finirà per strappare un sacco di soldi al network americano… che si meriterebbe proprio di perderli.

Il ritorno di un grande Gulbis che sconfigge nettamente del Potro

Ho visto un Gulbis straordinariamente ispirato nelle parti del match che sono riuscito a seguire. Gli riusciva tutto, batteva alla grande, quasi non pareva possibile che sull’erba non fosse mai andato oltre il terzo turno anche se, quando glielo ho fatto notare, lui ha ricordato di aver giocato diversi match brillanti qui, con Nadal (perso al quarto), con Berdych (vinto) e con Janowicz (perso 9-7 al quinto), Tsonga (vinto). Guillermo Salatino ha seguito tutto il match:Gulbis ha giocato davvero bene, con grande intelligenza tattica, e ha vinto la maggiro parte degli scambi… del Potro poteva far girare il match nel terzo set quando ha recuperato il break dal 2-4 al 4 -4, ma era fermo sulle gambe, sembrava un gatto di marmo. Gulbis buonissimo, ma Delpo malissimo.”

McEnroe su Djokovic e Djokovic su McEnroe

Il Daily Mail ieri mattina ha pubblicato su due pagine due un articolo ispirato da una frase di John McEnroe, l’ennesima di questi giorni, dopo quella che aveva suscitato il batti e ribatti con  Serena Williams “Anche il n.700 del mondo la batterebbe”. Con lei che aveva reagito piccata sostenendo che era stata “Un’uscita con poco stile” e lui che l’aveva rimbeccata dicendo più o meno “Senti chi parla di stile, una donna che si fa fotografare nuda e con il pancione”.  McEnroe qui commenta Wimbledon per la BBC e trova sempre modo di distinguersi. La personalità non gli è mai mancata e neppure egocentrismo e protagonismo esasperato, sia pur accompagnato da un’indubbia personalità e originalità, come quando ha scandalizzato i benpensanti del Regno Unito dichiarando che dovrebbero essere i gentlemen di secondo piano che siedono nel Royal Box ad inchinarsi ai tennisti che calcano il centre court piuttosto che viceversa.  I tennisti hanno grondato sudore e sangue per arrivare a tanto, quei gentiluomini hanno soltanto avuto la fortuna di nascere tali.

Riguardo al periodo di crisi di risultati attraversato da Djokovic da un anno a questa parte SuperMac ha detto ai microfoni della BBC: “Il personaggio che viene in mente immediatamente con i problemi di Novak non è un tennista ma un giocatore di golf, è Tiger Woods. Novak ha avuto qualche problema familiare – è vero che lo aveva fatto capire lui stesso – e questo ti destabilizza. Se sei distratto da quelli non sei più lo stesso giocatore. Tiger Woods dopo che ebbe i suoi con sua moglie (Elin), uscì completamente dai binari e  non è mai più stato nemmeno lontanamente quello che era…”. McEnroe ha continuato: “Quali possono essere le differenze? Una è l’età, l’altra la salute. Qui non si tratta di un problema fisico, ma mentale”. Il Daily Mail ricorda che Tiger Woods non si era fatto mancare nulla: più di una dozzina di donne dissero di essere state a letto con lui e fu scritto che lui aveva avuto circa 120 amanti mentre era sposato. Le voci riguardanti Djokovic – scrive ancora il Daily Mail – non sono paragonabili. E cita la tendenza ad una certa promiscuità di campioni come Jimmy Connors negli anni Settanta e di Boris Becker una decade e più dopo.

Dei pettegolezzi su Djokovic si attribuisce come prima fonte la Gazzetta dello Sport. “Ma un donnaiolo come Tiger Woods di certo Djokovic non è stato”. Poi vengono ricostruite tutte le dichiarazioni di Novak e l’inizio della sua relazione, più di dieci anni fa, con Jelena Ristic. E si ripercorre tutta una serie di gossip, che vi risparmio. I colleghi dei tabloid hanno provato a mettere il dito nella piaga aperta da McEnroe, ma Novak è stato molto attento e abile a non cascare nella trappola: ”Conosco bene John, siamo amici, lui dice quello che vuole, non gli interessa dire cose politically correct e tutto quel che gli passa per la testa. Se esprime un’opinione o una critica non lo so. Io lo rispetto, ma non gli dò troppo peso. Non la prendo sul negativo… Non devo necessariamente essere d’accordo con lui però… quando mi stavo riscaldando per il primo match sul Centre Court lui stava facendo un’introduzione alla telecronaca, parlando rivolto alla telecamera, io ho provato un servizio e la palla l’ha centrato in pieno… non so, magari è per quello (e ride), forse ha pensato che non fosse un gioco, e in effetti stavo giocando, cercavo di colpirlo… non lo so, prendo la cosa alla leggera, non credo che avesse alcuna cattiva intenzione nei miei confronti”.

Lorenzi battuto da Donaldson: un solo dubbio

Poco da dire se non che forse quando Paolo ha vinto il terzo set al tiebreak e il ragazzino ha chiamato il MTO e si è sdraiato per terra ha forse rotto il ritmo (e anche la concentrazione?) al nostro. E gli è stato fatale. Ma ha rotto il tabù dei k.o. consecutivi all’All England Club quindi il bilancio di Paolo resta positivo. Chissà che cosa combinerà a 37 anni.

La sorpresa di Davide Dudi Sela che ha fatto fuori Golia John Isner

Per Sela provo la stessa ammirazione che provo per Lorenzi. Non si è mai arreso, né alla scarsa altezza –  mi ricorda Fabbiano, coraggio Tomas! – ne all’età. È sempre lì che lotta, che non si arrende, nemmeno contro chi è alto 35 cm più di lui. Piccolo grande uomo, avrebbe detto di lui Mia Martini (era lei?).

Fognini vs Murray e Giorgi vs Ostapenko

Sulle due sfide dei soli nostri due superstiti al terzo turno (anche se uno è seguito da Supertennis e l’altra no per diktat federale… vorrei vedere che succederebbe se per caso la Giorgi vincesse uno Slam!) Ubitennis ha già scritto in lungo e in largo. Il video per la home inglese, con Steve Flink e con l’irruzione imprevista di papà Giorgi vi farà sorridere. Oggi esce anche un articolo dell’amico e collega Antonio de Florio.  Io dico solo che sarebbe una fantastica accoppiata se vincessero entrambi. Una meraviglia. Da sogno. Mi accontenterei anche di un solo exploit. Voi chi scegliereste? E quale ritenete più probabile o, meno improbabile? La risposta  di più di un lettore (5? se Manzoni si accontentava di 25…) a questo quesito mi aiuterà a capire chi ce l’ha fatta ad arrivare fino in fondo a questo infinito articolo concluso alle due di notte! E fra otto ore sono su Radiotennis.com dal Wimbledon village (ore 10 mie, 11 vostre)

 

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