Wimbledon: Fognini lotta ma perde gli ultimi 5 game. Murray in 4

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Wimbledon: Fognini lotta ma perde gli ultimi 5 game. Murray in 4

WIMBLEDON – Fabio spreca cinque setpoint per andare al quinto, uno in modo controverso. Era avanti 5-2 nel quarto. È stato a tratti superiore al n. 1 del mondo. Murray vince in un clima da Davis

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dalla nostra inviata a Londra

[1] A. Murray b. [28] F. Fognini 6-2 4-6 6-1 7-5

Tante occasioni mancate per Fabio Fognini che, nonostante un tennis da manuale, manca nei momenti chiave del match. In un Centre Court da tifo calcistico con spettatori in visibilio per l’idolo di casa, l’azzurro si procura ben cinque setpoint nel quarto set. Non bastano. Andy Murray reagisce da n. 1 del mondo e va a prendersi la partita, regalandosi così la seconda settimana a Church Road. Lo scozzese chiude l’incontro con lo score di 6-2 4-6 6-1 7-5; al prossimo round lo attende il francese Benoît Paire, per la prima volta in carriera negli ottavi a Wimbledon, la seconda in uno slam.

A Wimbledon c’è un posto al sole anche per l’Italia poiché Fabio Fognini si guadagna il Centre Court. E con un pubblico d’eccezione perché nel Royal Box c’è sir David Beckham, accompagnato dalla mamma Sandra, nonché il campione di golf Sergio Garcia, ex fidanzato di Martina Hingis. Quest’oggi, infatti, dall’altra parte della rete, c’è nientemeno che il due volte campione dell’All England Club, il n. 1 del mondo, sir Andy Murray. Se Andy comincia ingranando la quinta, Fabio non è da meno. Il britannico rompe il ghiaccio con il primo gioco a zero; l’azzurro è serafico e concentrato e ribatte con le soluzioni giuste. Murray è aggressivo e cerca di togliere il respiro a Fognini che, nel tentativo di spingere, si disunisce e concede così il break sul 2-3. Andy prende così rapidamente il largo sul 5-2, preciso ed esplosivo ma comunque “aiutato” dai numerosi errori dell’azzurro, vittima di troppi alti e bassi. Sullo 0-40 e servizio Fabio, un doppio fallo sanguinoso – accompagnato da un “lamento” sofferto dei tifosi di Fognini – consegna il set al n. 1 del mondo in 29 minuti.

La reazione del ligure non si fa attendere. Un break rapido in apertura di secondo set sembra dargli un po’ di respiro quando arriva ancora più repentino il controbreak. Sono troppi gli errori di Fabio che, rigido sulle gambe, schiaccia tante palle a rete. Intanto nel cielo azzurro si addensano le nuvole e comincia a soffiare una fresca brezza. E la frescura sembra far bene anche a Fabio perché, sul 2-2, ora è più lucido ed è lui a salire in cattedra, a strappare il servizio allo scozzese per poi allungare il passo sul 5-3. Nel frattempo gli spalti si riempiono e il pubblico inglese intensifica gli incoraggiamenti a Andy che, a sua volta, sembra sempre più nervoso. Il n. 1 del mondo si avvicina sul 4-5. Ma ora ci sono ben tre setpoint per il ligure. Il primo non basta ma il secondo è quello buono. Un urlo liberatorio di Fabio sancisce un solido 6-4.

Che Fognini avesse tutte le carte in regola per dare del filo da torcere a Murray lo sapevamo. Rigido e impacciato nel primo parziale, nel secondo il n. 29 del mondo si scioglie, diventando più fluido nei movimenti, più esplosivo e costante negli scambi. Tante le finezze con la sua mano di velluto, in particolare le smorzate. Il campione in carica dei Championships però non intende abbassare la guardia e si porta in vantaggio 2-1 nel terzo set. Nonostante una palla break a suo sfavore, Fabio la annulla con una sopraffina stopvolley di rovescio. Ma non basta. Subisce il break scozzese che porta Andy sul 3-1 e servizio. È un attimo. L’inerzia del match cambia ancora e l’azzurro è nuovamente in balìa dell’avversario che, in un battibaleno, agguanta la terza frazione con un inesorabile 6-1. Ad ogni punto il pubblico esplode in un boato assordante e le fan scatenate di Andy sembrano impazzire dalla gioia.

Ma ancora una volta, il ligure si riprende, sale 2-1 ma… penalty point Mr Fognini! Avendo già subito un warning ad inizio secondo set per aver lanciato a terra la racchetta, dopo aver sbagliato una palla pare che Fabio si sia lasciato andare ad una “oscenità” ed ecco che si giunge sul 2-2. Comunque, nonostante il momento di tensione, Fabio estrae dal cilindro due perle di difficoltà e finezza estreme nei pressi della rete, due smorzate di controbalzo da “circoletto rosso”, come avrebbe detto il leggendario Rino Tommasi. Fabio sale 3-2 e si procura una palla per il 4-2; la spreca malamente. Ce n’è un’altra, ed è quella giusta. L’azzurro mette a segno il break e c’è aria di 5° set. La palla del set non tarda ad arrivare, prontamente annullata con un servizio vincente di Murray. Ce n’è una seconda grazie ad un’altra magia alla Fognini che, oggi, ha fatto fare chilometri a Murray grazie a drop shot millimetrici. Ma il tentativo di intascare il set per ora fallisce e Andy fa un passo sul 3-5. Ci sono altre due palle per il set ma sfumano entrambe. Nella prima viene passato da Andy ma, nella seconda, Fabio si dimentica di non avere più challenger a disposizione e ferma il gioco pensando che una palla di Murray sia lunga. Per ora non basta che uno spettatore italiano gli urli a squarciagola “Forza Fabio! Dai, andiamo al quinto!“, il set decisivo per ora non s’ha da fare. Quinto setpoint azzurro. E ancora una volta, la profondità di Murray induce all’errore il ligure. Ancora nulla. Lo scozzese serve un altro servizio ad hoc e annulla il gap giungendo al 5-5.

E finisce qui. Non solo Andy lo supera sul 6-5 ma, alla fine, un ace gli regala la seconda settimana ai Championships. Grande occasione mancata di Fabio Fognini che ha messo in campo un tennis da manuale, regalando al pubblico rare finezze ma che ha tuttavia sprecato troppe occasioni nei momenti importanti. Fallisce cinque setpoint nel quarto set, senza riuscire a mantenere quel po’ di costanza in più che gli avrebbe permesso quanto meno di portare il britannico al quinto set. UN urlo liberatorio rivela ulteriormente tutta la rabbia e la tensione del britannico che al prossimo turno se la vedrà con uno degli outsider della seconda settimana a Church Road, il francese Benoît Paire, vittorioso su Jerzy Janowicz.

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