Djokovic: "La partita si poteva giocare lunedì. Decisione errata"

Interviste

Djokovic: “La partita si poteva giocare lunedì. Decisione errata”

Wimbledon, ottavi di finale: [2] N. Djokovic b. A. Mannarino 6-2 7-6(5) 6-4. L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

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Ci puoi guidare attraverso la giornata di ieri. Cosa pensi della decisione presa e come è stato dover giocare oggi?
È stata una giornata lunga per me e Mannarino. Avremmo dovuto giocare dopo l’epica battaglia tra Nadal e Muller. Poiché qui non c’e’ il tie-break all’ultimo set e sapendo che l’erba è la superficie più veloce, che favorisce il servizio, non era facile prevedere quando sarebbe finito. Abbiamo parlato con tutti per cercare di capire cosa avevano in mente di fare. Per me è stata presa una decisione sbagliata, perché avremmo potuto giocare. L’ultimo match sul campo centrale era finito prima delle 19. Dal momento che il centrale ha le luci e la copertura avremmo potuto giocare sino alle 23. Siamo andati nell’ufficio dell’arbitro prima delle 20. Ci è stato detto che c’erano ragioni di sicurezza. Io non vi ho trovato alcun senso logico. Se i possessori dei biglietti del Campo 1 non possono andare sul Centrale, quelli che hanno i biglietti del Centrale possono ed erano già appostati sulla collina. Bastava dare l’annuncio, farli spostare e noi avremmo potuto giocare. Ma come sapete hanno deciso così ed è tutto. Sono stato contento che almeno abbiamo potuto giocare sul Centrale oggi senza alcuna interruzione. Ora guardo avanti alla prossima sfida.

Hai fatto cenno ad un buco nel campo. Quanto è grande e che problemi causa. È un problema di sicurezza e cosa si dovrebbe fare?
I giardinieri sono più adatti a rispondere su ciò che si dovrebbe fare o meno. L’erba è la superficie più esigente e complessa da gestire. Più ci giochi e più si deteriora, al contrario della terra rossa, ad esempio. Non sono l’unico ad essersi lamentato delle condizioni dei campi. Ma non possiamo farci nulla se non accettarlo. Devi averci a che fare. È lo stresso per tutti i giocatori. Non penso si possa fare molto, ma io non sono un esperto in materia. Il giudice di sedia a fine incontro mi ha chiesto del buco, perché a metà incontro gliene ho parlato. Mi ha chiesto di indicarglielo e io l’ho fatto. Non ha avuto una bella reazione (risata). Tutti stanno facendo del loro meglio, senza dubbio, per rendere la superficie praticabile. Ma le cose stanno così ora.

Pensi di essere stato svantaggiato dal fatto di aver dovuto giocare oggi, oppure no dato che la partita è stata tutto sommato facile?
Ho già detto tutto ciò che dovevo dire a tale proposito. Certo non ero contento di non aver giocato ieri sera. Penso che avremmo potuto farlo. Ci hanno tenuto all’oscuro per due ore e trenta senza sapere il da farsi. Così continuavamo a scaldarci e a raffreddarci. I giudici erano indecisi. Quando l’incontro di Nadal è terminato abbiamo pensato che avremmo potuto giocare per oltre due ore sul Centrale e ci hanno detto di no perché non erano in grado di far affluire in tempi brevi gli spettatori. Devo ammettere che è stato frustrante la scorsa sera. Ma rapidamente ho girato pagina e mi sono concentrato su ciò che dovevo fare oggi. L’ho fatto in tre set. Questo è tutto ciò che conta. Ora guardiamo alla prossima partita.

Hai spesso colto grandi successi contro Berdych. Quale è stata la chiave di ciò contro un giocatore con un grande servizio e molto forte sull’erba?
Mi ha battuto qui nella semifinale del 2010. Penso sia stata la sua prima finale Slam. È da anni stabilmente tra i migliori 10 ed ha un gran gioco, colpi piatti molto adatti su una superficie dove le palline rimbalzano poco. Sa capire l’opportunità rappresentata dal giocare grandi incontri in un grande torneo. Non si farà sopraffare dall’emozione o altro. È troppo esperto. Per me è importante partire bene. L’ho affrontato molte volte. So cosa devo fare e spero di riuscire a farlo.

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