Il “nano” Federer circondato da tre giganti. Faranno la fine dei tre Curiazi?

Editoriali del Direttore

Il “nano” Federer circondato da tre giganti. Faranno la fine dei tre Curiazi?

Federer migliore del miglior Federer? L’ho chiesto a lui, a Berdcyh, a Raonic. I meriti di Murray. Il rimpianto per Fognini. La strana crisi di Djokovic. Il Querrey ammazzagrandi. E se il torneo lo vincesse Cilic?

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Uno sconquasso. Dopo Rafa Nadal anche Andy Murray, tradito dall’anca, e Novak Djokovic, messo k.o. dal gomito del tennista, hanno improvvisamente lasciato via libera a Roger Federer che a 35 anni e 11 mesi è un fenomeno non solo per il suo tennis, ma a questo punto– sia pure dopo i problemi al ginocchio del 2016 – anche per il suo fisico.

Roger, che giocava qui il suo match n.100 – leggete tutti i dati più curiosi raccolti da Luca Marianantoni su queste 100 partite – , ha servito al canadese Raonic il piatto della vendetta, freddo e rapido (6-4,6-2,7-6, meno di 2 ore), dopo la sconfitta di un anno fa. Per la 42ma volta Roger giocherà una semi d’uno Slam.

UN FEDERER D’ANNATA

Non c’è tennista che non sottolinei l’eccezionale stato di forma ma anche l’incredibile condizione atletica del campione di Basilea. Raonic ha detto dopo il match: “La differenza fra il Federer di un anno fa e quello di quest’anno è che è mentalmente più forte e si muove meglio”.

Al che Roger ha risposto: “Beh, sono preparato molto meglio quest’anno che non un anno fa. L’anno scorso ho avuto un anno difficile, difficile per allenarsi lungo la stagione sulla terra battuta. La stagione sull’erba fu poi difficile per i problemi che avevo alla schiena prima e al ginocchio poi. Mi mancavano davvero  buoni allenamenti. E nei match ero sempre condizionato, ero più preoccupato di come avrebbe reagito il ginocchio che non su come avrei dovuto colpire dritto e rovescio, o in cosa poteva non funzionare nel gioco del mio avversario. Quest’anno sono di nuovo un …tennista normale (sic!!! Ma il senso si capisce, solo che suona buffo…altro che normale!). Sono concentrato sulla strategia e questo fa la differenza (…spero che Camila Giorgi e suo padre leggano quanto dice Roger…loro che dicono sempre e soltanto d’essere concentrati sul loro gioco, perché a quello delle avversarie non fanno caso…)…Sto giocando benissimo (dice proprio così, very well), sono riposato, e allora accadono grandi cose, la fiducia è una gran cosa”.

Fin qui Federer che a proposito delle uscite di scena di tre dei Fab Four – a proposito, quando nel 2009 Roger si trovò ad essere l’unico Fab in semifinale…vinse il Roland Garros! – ha detto: “Auguro a loro di rimettersi presto, come rivali e come amici. Spero che ritrovino la salute di nuovo. Succede: Novak non ha quasi più saltato uno Slam…non voglio dire che prima o poi queste cose purtroppo succedono, ma ha giocato un sacco di tennis negli ultimi anni. Farsi male prima o poi era normale. Ecco perché gli auguro che si riprenda rapidamente. Pe Andy…spero che l’aver giocato non abbia peggiorato le cose. Doveva giocare e provarci, come me un anno fa, anche se le sue chances di difendere positivamente il suo titolo erano scarse. Ho molto rispetto perché ci ha provato. Spero solo che non debba fermarsi troppo a lungo adesso. Spero che possa riperendersi per gli Stati Uniti o il Canada…Ma certo sono sorpreso di averli visti uscire dal torneo…e anche Rafa. Ma gli altri giocano bene, sull’erba i margini sono risicati…comunque resta un grande, grande torneo. Auguro loro il meglio e che tornino forti di nuovo”.

Grande fair-play Roger, come sempre. E mi è parso davvero sincero. E “Sono il più anziano e il più piccolo di tutti” aveva sottolineato Roger che, rispondendo ad una mia osservazione sul fatto che (“Everyone is saying that grass is slower, but we have a semifinal Cilic-Querrey, so it is not that slow…tutti dicono che l’erba è più lenta ma poi una semifinale è Cilic-Querrey!”) ha detto: “ No, non è così lenta. Oggi è stato il primo giorno in cui mi è sembrata più lenta per via della pioggia e dell’umidità. E fa anche più freddo. Ma nei primi 10 giorni era veloce, la palla filava veloce, sul rimbalzo decollava. L’erba ha davvero accelerato il gioco. Come hai detto i ragazzoni (big guys), i grandi battitori, hanno vinto. E’ bello vedere che l’erba sta premiando i più forti colpitori e non i regolaristi da fondocampo. Uno stile diverso di gioco viene anch’esso favorito. Abbiamo i Cilic, i Querrey, non è così lenta”.

Gli avevo anche chiesto se due anni fa avrebbe pensato mai di poter migliorare, come sembrano pensare i suoi avversari. “Dicono che sei più rapido, più agile…Non sei un po’ sorpreso anche te?

E lui: “Non mi vedo giocare meglio di qualche anno fa, ma io spero sempre di migliorare un po’ ogni anno. Certo sto meglio che dal mio infortunio…ma se gioco meglio che nel 2014 e nel 2015 quando ho fatto dei bei percorsi qui non so…allora mi sono imbattuto in Novak che era calo, caldissimo…Onestamente superarlo…soprattutto nei grandei match era difficile. Sono soltanto molto felice che sto facendo così bene. Se sono sorpreso? Forse un po’ sì. Ma il piano era sempre quello di cercare di essere forte più in là, nella mia carriera”.

Beh, mi pare di poter dire che il piano finora funziona alla grande. E il pubblico è sempre tutto dalla sua parte. Ieri lo hanno applaudito clamorosamente perfino quando con una volee ha “passato” la palla ad un raccattapalle. Poteva succedere solo a Federer!

LA TERZA VOLTA DI BERDYCH

Ho poi chiesto a Tomas Berdych, ovviamente su di giri per essere approdato ad  che cosa pensasse del Federer 2017 e lui, che dovrà affrontarlo in semifinale per la venticinquesima volta, e quindi dovrebbe ormai conoscerlo abbastanza bene, mi ha detto: “Quando ci ho perso a gennaio in Australia ho pensato che non lo avevo mai visto giocare così bene”.

Beh, a meno che qualcuno pensi ancora che si possa giocare molto bene a tennis senza muoversi altrettanto bene, per me quella risposta significa proprio che Roger da gennaio a oggi – e grazie a come deve essersi preparato nella parte finale di quei sei mesi di lontananza dalle gare –  del 2016 è in uno stato anche fisico (intendo…non solo psicologico) fuori dell’ordinario.

Dopo quella risposta però Berdych ne ha data un’altra sulla quale riflettere per non dare per scontata la semifinale che lo vedrà opposto a Roger Federer venerdì: “Dopo il match in Australia ci ho giocato nuovamente a Miami, l’ho quasi battuto, ho avuto matchpoint (due in realtà…), quindi adesso per il terzo match dell’anno…spero che sia quello fortunato per me”.

Tomas aveva battuto Federer nei quarti qui nel 2010, quando poi in finale perse con Nadal. E quel Federer quell’anno aveva vinto l’Australian Open come quest’anno. Aveva perso nei quarti a Parigi e avrebbe perso in semifinale a US Open. Chiuse il 2010 al secondo posto del ranking ATP, dietro a Nadal. Insomma non era un brutto Federer, davvero non quello del 2013 quando vinse in tutto l’anno solo a Halle. Tutto ciò per dire insomma, che guai a dire “gatto se non ce l’hai nel sacco” di trapattoniana memoria.

ROGER “DAVIDE” FEDERER

Vedrò più tardi su Ubitennis nella nostra rubrica “le quote del giorno” di BET365 – posso vederle solo lì perché all’All England Club c’è un sistema internettiano che ti blocca l’accesso a qualunque sito di scommesse – quanto sarà scesa la quota di Roger Federer che certo adesso è più favorito che mai, anche se è circondato da tre giganti, due di un metro e 98 che si sfidano fra loro, Querrey e Cilic, e il suo primo avversario Berdych che si accontenta di essere “soltanto” un metro e 96.

Raonic non ha giocato al meglio, non si è quasi mai mosso bene lungo tutto il torneo e Federer ha commentato “L’anno scorso era nella ‘zone’, serviva meglio, anche la seconda…non ha avuto un anno facile, non ha giocato un numero sufficiente di match

Sui prossimi avversari Roger ha detto: “Hanno tutti grandi servizi, grandi dritti, colpi pesanti. Tutti sono più forti e alti di me. Devo trovare un’altra strada, fare la mia con i miei slice e i miei effetti, forse la mia “consistency”. Davvero le cose sono passate molto veloci dopo Miami. Ho avuto solo 5 giorni prima di giocare il “Match per l’Africa” con Andy a Zurigo. Poi mi sono allenato a Dubai e fatta tanta palestra. Volevo prepararmi per la stagione sulla terra rossa. Poi sono andato a Seattle per un altro match per la mia fondazione per l’Africa. Poi in Svizzera: il piano era andare magari a Madrid. Poi rinunciai. Poi Parigi. Quando ho deciso che non sarei andato a Parigi quello è stato il primo periodo in cui ho avuto del tempo. Fino a quel momento ero ancora nel tunnel d’essere pronto per la stagione sul “rosso”. Non avevo ancor savuto un break come l’anno scorso, quando sapevo che non avrei giocato per sei mesi. Questa volta avevo pensato solo a sei sette settimane e invece sono state dieci. Le ultime tre sono state di disceto relax, ho sempre gestito la mia programmazione. Ora… beh sono arrivato alla seconda settimana di Wimbledon proprio come volevo…

Ora, rispetto all’ultimo superstite degli Orazi che fingendo di scappare distanziò i tre Curiazi per affrontarli, e sgominarli, uno a uno, Roger ha il vantaggio di doverne far fuori solo due, perchè Cilic e Querrey si batteranno per lasciare l’altro a terra. Io mi aspetto che prevalga Cilic e che Roger si ritrovi davanti il barbuto vincitore dell’US Open 2014.

“SAMIFINAL” (cit. Roddick)

Riguardo alla sensazione di Federer che è particolarmente contento del suo status probabilmente anche Cilic è contento di se stesso, e figurarsi Querrey, che a dispetto dell’espressione un po’…zombie, ha anche momenti di discreto sense of humour. Se scorreste i nostri tweet  lo vedete anche quando balla, nascosto da un cappello texano e dagli occhiali scuri…buffo.

È emerso da tre battaglie consecutive di cinque set, Tsonga, Anderson e Murray. Mi ha fatto venire in mente Kuerten quando vinse a Parigi la prima volta nel ’97 il suo primissimo torneo (tipo Ostapenko quest’anno), perfetto outsider (n.66 del mondo), vincendo tutta una bella serie di maratone al quinto. Ha dovuto aspettare 42 Slam per raggiungere la sua prima semifinale, però ne è valsa la pena. “Come mi descrivo? Come un buon giocatore da erba” ha dichiarato in grande modestia.

E quando gli hanno ricordato che Roddick era stato (2009) l’ultimo americano in semifinale a Wimbledon (“Americano uomo…” ha precisato un puntualissimo Andy Murray, pur dopo la sconfitta, alludendo ai successi di Serena) Sam ha replicato: “Abbiamo 4 americani nei primi 30 e tanti giovani prospect, non siamo messi così male”.

Certo è che è meglio non incontrare Querrey a Wimbledon quando si è n.1 del mondo.

MURRAY, SIR FINO IN FONDO

Di Murray, stoico nel lottare fino a quando ha potuto (“Avrei dovuto cercare di vincere in 3 set…”) dico che va apprezzato per il suo grande fair-play. Poteva ritirarsi e non l’ha fatto. Per rispetto del suo pubblico. E dell’avversario. Tanti altri dopo il 6-1 del quarto set, avrebbero preferito non prendere il 6-1 del quinto, e sottolineare l’alibi. Bravo Andy. Che però dovrà pensare seriamente all’idea di operarsi. Difficile guarire da un problema all’anca senza farlo. Però certo vorrebbe dire fermarsi per mesi e mesi. Mah…Un ultimo rimpianto inutile: ma se Fognini lo trascinava al quinto come avrebbe dovuto, non avrebbe vinto?

Meno bravo di Murray il collega che alla conferenza stampa dello sportivissimo Andy – che non ci si è sottratto e anzi ha risposto con grande pazienza e disponibilità a tutti sia pur…esordendo ad ogni risposta con quel suo tipico “Mmmmm” ha poi proseguito con quel suo tono di voce funereo (è uguale anche quando vince eh) – a un certo punto è crollato dal sonno, si è addormentato alla grande e ha perfino cominciato a russare fragorosamente! Uno spettacolo indimenticabile.

Sul Querrey ammazzagrandi, Djokovic un anno fa, Murray quest’anno… non so che ne pensi Cilic, che non essendo mai stato n.1 del mondo, lo ha battuto quattro volte su quattro. Ma tre sono state battaglie memorabili. Due volte al quinto set qui a Wimbledon: nel 2009 46 76 63 67 64, nel 2012 al terzo turno è stato un 17-15 al quinto, secondo match più lungo della storia di Wimbledon dopo il famoso 70-68 di Isner-Mahut: 76 64 67 67 17-15, 5h e 31 m! Al Queen’s, sempre nel 2012 fu un 63 al terzo, e nel duello più recente a Washngton 2015 fu un 76, 76 per il croato. Insomma sembrerebbe che Cilic faccia più facilmente i punti che contano…ma il Querrey di adesso è certamente uno che ha più fiducia di quanta ne abbia mai posseduta.

Nessuno ha servito più ace del gigante californiano (1,98): ieri 27, in 5 match 126. La media è facile da farsi anche per chi non è bravo nei numeri.

Se qualcuno scriverà che sarà una battaglia di servizi, con diversi tiebreak, quantomeno sarà poco originale. Lo è stato di più McEnroe che ha visto Raonic favorito del torneo, E poi ora Cilic. Gli porterà mica male?

DJOKOVIC AD UN BIVIO… “A GOMITO”

Devo aggiungere due righe su Djokovic, altro sfortunato protagonista. Si è parlato tanto di crisi di Nole, e magari qualcuno ne parlerà ancora, ma oggi quando Murray ha perso da Querrey e Nole doveva ancora scendere in campo con Berdych da superfavorito (25 vittorie su 27 nei precedenti) m’è venuto in mente che…gli sarebbero bastate soltanto tre vittorie per tornare sul trono del tennis! Insomma c’è crisi e crisi no?

Poi però Nole ha perso, anzi si è ritirato sul 7-6 2-0. E ha fatto bene, perché peggiorare la situazione?

E’ un anno e mezzo che ho male al gomito!

Accidenti! E noi giornalisti tutti sulla notizia! Tutti a parlare nei giorni scorsi della spalla, nei mesi scorsi della presunta crisi coniugale, e invece il problema più grosso – almeno per un professionista del tennis – era il gomito del tennista. Da un anno e mezzo. Tutti bocciati in giornalismo.

E tutti…innamorati di Federer, come mi dirà d’essere anche Ken Rosewall in un’intervista esclusiva che ho realizzato e che dovrebbe uscire a breve con uno dei più grandi campioni della storia del tennis. Uno che l’anno dopo in cui Rod Laver realizzò il Grande Slam del 1962, divenuto professionista, lo battè una sessantina di volte su sessantacinque (o giù di lì)!

Oggi le donne, ma io ho già sproloquiato abbastanza. E AGF avrà detto tutto quel che c’era da dire.

 

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