Kim Clijsters: "Dopo il primo ritiro non volevo tornare"

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Kim Clijsters: “Dopo il primo ritiro non volevo tornare”

L’ex-tennista belga si appresta a venir introdotta nella Hall of Fame e ripercorre i momenti più emozionanti della sua carriera da mamma e da giocatrice

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Mentre l’ATP di Newport procede con i quarti di finale, tra i corridoi e la sala stampa del torneo si aggirano quelli che saranno i prossimi ad essere introdotti nella Hall of Fame, e tra loro spiccano inevitabilmente Andy Roddick e Kim Clijsters. L’ex-tennista belga si è ritirata definitivamente nel settembre del 2012 e sono ancora vivide le immagini di lei che, accanto alla figlia Jada di 18 mesi festeggia il suo trionfo agli US Open del 2009. Il primo ritiro di Kim avvenne nel 2007 per via della sua gravidanza quando aveva 24 anni, e nonostante si possano trovare degli accosatamenti con i casi di Serena Williams e Victoria Azarenka, la belga ci tiene a sottolineare che il mio caso è un po’ differente rispetto a Vika e Serena perché quando ho smesso io pensavo che fosse una cosa definitiva. Non avevo intenzione di giocare di nuovo a tennis, ma poi è successo. Sono così felice per queste giocatrici e sono stupita di quanto Serena sia ancora appassionata al tennis. Ma spero anche che tutti si godano il fatto che sarà mamma per la prima volta e non si metta fretta per fare altro.”

La nativa di Bilzen ormai se ne intende di maternità e insieme a suo marito Brian Lynch, ex-giocatore di basket, hanno avuto tre figli: la già citata Jada, poi Jack e infine Blake che ha 9 mesi. Tornando a parlare dello US Open vinto da wild card e senza ranking nel 2009, Clijsters ha detto che sua figlia “non ricorda nulla ed è un bene avere le immagini che la immortalano così da poter condividere con lei mia carriera.” Carriera che sarà pur finita sul piano agonistico, ma nelle esibizioni continua a regalare sorrisi come in questo match di Wimbledon in compagnia di un tifoso. Commentando l’accaduto ha detto: “quello che mi è venuto in mente era che stavo tirando su i pantaloni a mio figlio di 3 anni, invece si trattava di un uomo adulto con polpacci enormi.” Inoltre ha fatto il suo esordio come commentatrice per la BBC quest’anno e sarà ambasciatrice delle WTA Finals di Singapore che si disputeranno a ottobre. “Voglio uscire di più e fare questo genere di cose” ha aggiunto la trentaquattrenne.

Commentando il suo ingresso nella Hall of Fame del tennis invece ha detto: “Questa è una vera e propria opportunità per guardarti indietro e osservare tutto ciò che hai imparato nella vita”, ha detto. “A volte, come quando mio padre è morto, ti senti che la vita non può andare perggio di così. È a quel punto che ti rendi conto che tutto andrà per il verso giusto. La vita, come il tennis, è basata sulla passione. A volte devi solo stare lì e prenderla tutto quello che passa.”

Nonostante durante i suoi tredici anni sui campi da tennis abbia collezionato 4 titoli dello Slam e abbia raggiunto la posizione più alta della classifica mondiale, il ricordo che la emoziona maggiormente risale agli albori della sua carriera e coinvolge un’altra campionessa che all’epoca era nella fase conclusiva. “Quante persone, all’età di 17 anni, hanno avuto la chance di giocare con Steffi Graf in quello che si rivelerà il suo ultimo Grand Slam?”. Si tratta del primo turno di Wimbledon nel 1999.  “Era incredibile. Tutto quello che volevo fare era guardarla. Volevo vedere come si legasse le scarpe, come fosse fatta la sua coda di cavallo, come portava la borsa. Anche se ho perso, l’impatto di quell’incontro e la motivazione che mi ha dato è stata enorme. È sicuramente il momento più grande della mia carriera.”

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