Rajeev Ram chiude col singolare: "La stanchezza si fa sentire"

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Rajeev Ram chiude col singolare: “La stanchezza si fa sentire”

Nella “sua” Newport, uno degli ultimi rappresentanti del serve & volley annuncia che d’ora in avanti si dedicherà unicamente al doppio

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Il 6-1 6-4 di Matthew Ebden al primo turno di questa edizione dell’ATP 250 di Newport non è stato soltanto l’inizio della inaspettata (e salvifica) corsa dell’australiano verso la finale. È stato anche l’ultimo incontro nella carriera da singolarista di Rajeev Ram, omaggiato di una wild card dal direttore del torneo Todd Martin, al quale aveva confessato la sua decisione. Sull’erba consacrata alla Hall Of Fame lo statunitense aveva vinto gli unici due trofei in singolare della sua bacheca (nel 2009 da lucky loser, impresa ripetuta pochi giorni fa da Rublev a Umago, e nel 2015). Con giusto due coppe e un best ranking di n.56, nella “sala dei campioni” Ram non entrerà probabilmente mai; in virtù del legame che lo unisce a Newport e all’amata superficie verde, però, il 33enne l’ha scelta come palco dal quale salutare anche lui, nel suo piccolo, una parte importante della sua vita.

“Ho avuto una splendida annata in singolare e in doppio, lo scorso anno. Ma sento la fatica e gli acciacchi che iniziano a chiedere il conto” ha detto Ram, che da ora in avanti si concentrerà sul doppio. In coppia con il sudafricano Raven Klaasen, che ha compiuto la sua stessa scelta nel 2012, concludendo curiosamente la propria carriera di singolarista anch’egli a Newport, sembra aver trovato la quadratura del cerchio: i due hanno già vinto al Masters 1000 di Indian Wells di quest’anno, dopo aver raggiunto la finale alle ATP Finals lo scorso novembre. Nel misto Ram ha ottenuto invece un argento olimpico al fianco di Venus Williams, ai Giochi di Rio de Janeiro 2016, e una finale agli US Open insieme a Coco Vandeweghe. In totale ha vinto 13 titoli ATP di doppio, disputando 21 finali.

Quasi a voler simboleggiare il passaggio da una dimensione all’altra, il figlio di genitori indiani ha conquistato il titolo di Newport anche quest’anno, stavolta in doppio (al fianco di Aisam-Ul-Haq Qureshi). “Ho giocato questo torneo ogni singolo anno da quando sono diventato un pro, nel 2004. Non posso dire la stessa cosa di nessun altro” ha detto. Il suo è un puro, classico serve & volley di quelli che ormai si vedono sempre meno e l’erba “vintage” del Rhode Island gli ha reso omaggio. Lui ha ricambiato: “Questo posto ha qualcosa di diverso da tutti gli altri. Ha campi in erba dal rimbalzo basso, che apparentemente è il modo in cui erano negli anni ’70, ’80, ’90, e io ho sviluppato il mio gioco in quello stile. È il modo in cui mi sentivo meglio, in cui mi sentivo più a mio agio a giocare”.

Dal prossimo torneo, i compiti di servire e coprire il net saranno divisi tra lui e il compagno. La sua storia di singolarista è terminata con una sconfitta, apprezzata tuttavia appieno. “Non stavo giocando bene, ma a un certo punto mi sono fermato e ho pensato per un minuto. Non è comunque finita come avrei voluto, però mi sono goduto il fatto di giocare sul campo principale un’ultima volta, davanti a questi fan e a tutte le facce familiari che ho conosciuto negli anni”. Ram ha ottenuto in ogni caso più di quanto si aspettasse, dalla propria carriera: nonostante un eccellente rendimento al college, l’ex studente dell’Illinois non aveva mai preso sul serio il tennis fino ai 15 anni di età. Viene spontaneo augurarsi che in questo momento, da qualche parte nel mondo, un adolescente indeciso trovi la sua stessa illuminazione e cominci a scendere a rete.

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