dal nostro inviato a Umago
[LL] A. Rublev b. [4] P. Lorenzi 6-4 6-2
La prima volta di Andrey Rublev. A grande sorpresa, il lucky loser e stellina NextGen stravolge i pronostici del torneo e si regala il primo sigillo in carriera. Entrato i tabellone grazie al forfait di Borna Coric, Andrey realizza un percorso netto perdendo un solo set contro il n. 3 del seed Fabio Fognini. “Freddo” ed estremamente centrato, il 19enne di Mosca ha saputo arginare il tennis intelligente e “cerebrale” di Paolo Lorenzi e fa sua la 28a edizione del Plava Laguna Croatia Open con lo score di 6-4 6-2. Andrey è riuscito a prendere progressivamente possesso del campo per poi affondare soprattutto con il dritto nonostante la tattica messa in atto da Lorenzi. Bravissimo l’azzurro nel tentare di scardinare gli schemi perfetti e aggressivi del giovane russo con palle alte, variazioni e dropshot velenosi. Rublev è il terzo lucky loser negli ultimi 25 anni a vincere un torneo dopo Sergiy Stakhovsky a Zagabria nel 2008 e Rajeev Ram a Newport nel 2009. A inizio torneo era n. 74 del mondo e da lunedì entrerà per la prima volta in Top 50, salendo al n. 49; è inoltre il più giovane vincitore del Croatia Open.
È la giornata più calda della settimana a Umago. All’inizio del match il sole picchia forte facendo boccheggiare i turisti e gli spettatori presenti nel complesso di Stella Maris tant’è che, all’inizio della partita, gli spalti del Goran Ivanisevic Stadion sono ancora semivuoti. Una curiosità: l’arbitro è il francese Damien Dumusois, lo stesso che, esattamente una settimana fa, ha arbitrato la finale dell’ottavo trionfo di Roger Federer a Wimbledon. Come reagirà il fisico di Paolo Lorenzi dopo la maratona di ieri con Giannessi? Da quanto fa vedere in campo sin dall’inizio del match, si capisce che l’azzurro non intende ingaggiare la lotta con il martellamento da fondo. Il primo quindici è suo con una smorzata deliziosa e millimetrica che coglie di sorpresa il giovane russo. Paolo dimostra di voler condurre le danze con furbizia e soluzioni inaspettate. Ma il dritto di Rublev è pericoloso e, difatti, ecco che il moscovita riesce ad aprirsi comunque il campo e a brekkare Lorenzi per passare in vantaggio 2-1.
Nel cercare di far muovere l’avversario avanti e indietro, il tennista di Siena incorre in alcuni errori di troppo e il russo prende il largo sul 4-1. Il primo set sembra inesorabilmente compromesso ma ecco che Paolino comincia ad affidarsi a soluzioni alte, lente e profonde. Una, due, tre… Andrey va fuori giri e le sue palle escono fuori misura. “Paolo sta mettendo la sabbiolina nell’ingranaggio” commenta Ilvio Vidovich, seduto accanto. E ha ragione, perché nonostante le due opportunità per il 5-1, Rublev si confonde e Lorenzi recupera fino al 3-4. Ma se il russo è momentaneamente confuso, non vacilla. Fa ancora un passo in avanti sul 5-3 continuando a cercare gli angoli, entrando con i piedi dentro il campo per chiudere con i fendenti di dritto e rovescio. Dopo 40 minuti il primo set è suo con lo score di 6-4, conquistando 33 punti a fronte dei 27 di Lorenzi.
Il seguito della partita sembra confermare l’andamento del primo set. L’azzurro continua a tempestare l’avversario con palle lavorate, alte e a volte corte e lunghe, per poi accelerare quando gli si apre uno spicchio di campo. I due giungono sul 2-2, con Rublev che dà segnali di nervosismo. Dalle tribune spesso viene gridato un “Davaj Andrey” che in russo significa “Forza Andrey“. Ma l’equilibrio è destinato a spezzarsi. Sul 2-2 c’è il break della svolta e il n. 74 del mondo passa a condurre 3-2. Per Paolo finisce qui. Andrey ormai ha ingranato la marcia e l’italiano non riesce più ad essere chirurgico e incisivo come prima. Il segno della resa è il secondo break subìto nel 7° gioco dop essere stato in vantaggio 40-0. Dopo 1 ora e 16 minuti, Andrey Rublev rompe il giaccio e conquista il primo titolo in carriera per 6-4 6-2. È il terzo tennista ad aggiudicarsi un torneo da lucky loser (dopo Stakhovsky e Ram) e il più giovane vincitore del Croatia Open, dopo la prima delle cinque vittorie di Carlos Moya (nel 1996, in cui stava per compiere 20 anni). Nella suggestiva cerimonia di premiazione, è stato Goran Ivanisevic in persona a consegnare ad Andrey il bellissimo trofeo di cristallo blu.
Chapeau al nostro Paolo Lorenzi che, a 35 anni e mzzo, disputa la sua 4a finale in carriera; l’azzurro dimostra ancora una volta, nonostante la sconfitta, di saper fermare il tempo mettendo in campo intelligenza tattica, mestiere, savoir faire e perseveranza.