Sharapova: "Il mio viaggio verso l'ignoto" (Cocchi)

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Sharapova: “Il mio viaggio verso l’ignoto” (Cocchi)

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Sharapova: “Il mio viaggio verso l’ignoto” (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

Un altro rientro. Questa volta, forse, accolto con meno astio. Maria Sharapova giocherà a Stanford la prossima settimana, primo torneo dopo l’infortunio subito agli Internazionali a Roma, quando uno strappo alla coscia sinistra l’aveva costretta al ritiro al secondo turno contro la Lucic nella stessa giornata in cui, da Parigi, era arrivato il no alla wild card per il Roland Garros. “Ero a Roma, felice, dalla finestra vedevo San Pietro e il Colosseo – ricorda – gli uccellini cinguettavano e a un tratto tutto è crollato di nuovo”. Il primo rientro, ad aprile a Stoccarda dopo 15 mesi di squalifica per il caso Meldonium, aveva scatenato diverse polemiche. Quasi nessuno, sopratutto le colleghe, era d’accordo che i tornei le concedessero wild card. Ora, dopo essersi curata la gamba, Maria non vede l’ora di tornare nel torneo che non ha mai vinto e dove è stata finalista nel 2010. Le sue emozioni, le sensazioni degli ultimi mesi, le ha affidate a una lettera aperta sul sito The Players’ Tribune.

“Questi ultimi due anni — scrive Masha — sono stati molto più duri di quanto avrei potuto immaginare, ma la mia passione per il gioco non ha mai vacillato, anzi, se mai è diventata ancora più forte”. Ieri la russa ha ricevuto una wild card per il torneo di Cincinnati, il WTA premier che anticipa di una settimana lo US Open, ultimo Slam della stagione e vinto nel 2006 ad appena 19 anni. “Mi sto preparando per la stagione sul cemento, una delle mie predilette, giocherò prima Stanford e poi Toronto e sono pronta a dare il massimo, tutto quello che ho”. Ci metterà tutta la rabbia di questo tormentato rientro, tra critiche e insulti, tra chi l’ha chiamata ‘traditrice’ e chi non l’avrebbe più voluta vedere sui campi. Nella lettera ricorda la sera prima del match contro la nostra Roberta Vinci a Stoccarda, il primo dopo 15 mesi: “Mia mamma viaggia spesso con me, ma raramente viene a vedere le partite. Quel giorno però non sapevo come sarebbe stato, per me si trattava di un viaggio verso l’ignoto, e le ho chiesto se volesse venire a vedermi. Quando ha accettato è stato un gran sollievo, e quella notte ho dormito bene come non mai”.

A Stoccarda ha ripetuto più volte di non essere mai stata toccata da critiche e attacchi, ma non è stato proprio così. Masha non è amata nel circuito, è algida, non dà confidenza e tende a fare molto bene i propri affari, non significa però che non sia un essere umano con le proprie emozioni e debolezze: “Non sono una che dimentica — continua —, so bene quello che molti hanno detto di me sia per la squalifica che per le wild card che ho ricevuto. Ecco, non credo che tutto questo possa essere più ignorato. Sono state dette tante cose — ha aggiunto la Sharapova. La verità è che mi sono sentita vulnerabile per tutto il tempo della sospensione esattamente come qualsiasi altra persona. Ed ho costruito dei muri intorno a me, anche se non così impenetrabili come le persone possono credere”.

Adesso Maria è numero 173 al mondo, l’obiettivo è di risalire il più possibile la classifica e provare a giocare lo US Open, considerato che al momento la USTA non sembra intenzionata a concederle l’invito: “Ho dovuto fare diverse settimane di fisioterapia e riabilitazione per la gamba sinistra, dove avevo una lesione di 3 centimetri nel muscolo — spiega. Riuscire di nuovo a muovermi bene sul campo e non sentire dolore è già un grande risultato (…)

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