ATP Montreal: Kyrgios a valanga, delPo chirurgico. Fuori Fabbiano

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ATP Montreal: Kyrgios a valanga, delPo chirurgico. Fuori Fabbiano

L’argentino batte Isner in due set lottati. In 50 minuti di gioco Nick spazza via dal campo Troicki. L’azzurro lotta ma non basta, vince Harrison. Monfils passa in tre

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R. Harrison b. [Q] T. Fabbiano 6-3 7-5 (da Montreal, Gabriele Ferrara)

Thomas Fabbiano gioca quasi alla pari con Ryan Harrison, numero 44 ATP e recente finalista ad Atlanta, ma non riesce a fare la differenza nei momenti importanti ed esce sconfitto in due set con il punteggio finale di 6-3 7-5.

La partita inizia con l’italiano che cerca di comandare il gioco con il proprio dritto, facendo muovere Harrison e inchiodandolo soprattutto nell’angolo sinistro del campo. Thomas sembra carico e centrato, con lo statunitense che fatica a spostare i suoi 84 kg – è alto 1,85 m – e che si affida soprattutto al proprio servizio. Nel quinto game due ottime accelerazioni di dritto portano Fabbiano a palla break, ma Harrison si salva con una prima vincente sulla “T”, approfittando poi di due errori evitabili con il rovescio da parte del pugliese. Nel game successivo Fabbiano non riesce a mettere i piedi in campo, Harrison fa valere la maggior pesantezza di palla e si procura due palle break: sulla prima sbaglia un recupero di rovescio, ma subito dopo rimedia con un gran passante proprio dal lato sinistro: 4-2. Ora Thomas appare un po’ sfiduciato e sbaglia dritti che fino a pochi minuti prima facevano molto male al suo avversario. “Fagli correre chilometri”, gli dice dagli spalti Manuel Jorquera, che lo segue qui a Montreal. Harrison non si distrae al servizio e chiude agevolmente il set d’apertura con il punteggio di 6-3.

Nel primo gioco del secondo parziale Thomas cede la battuta in seguito a un passante di rovescio che termina in rete e a un errore in lunghezza con il dritto in manovra. Nel game successivo Harrison commette un paio di gratuiti che portano Fabbiano sul 15-30, ma l’italiano non è preciso con il dritto e consente al californiano di consolidare il break: 2-0. Fabbiano reagisce e nel quarto game conquista tre chance di break consecutive: le prime due sfumano dopo altrettanti errori al volo, mentre sulla terza spedisce in rete un dritto non impossibile, con Harrison che alla fine se la cava e allunga sul 3-1. L’azzurro non demorde e sul 3-2 si rende nuovamente pericoloso in risposta, portandosi ancora una volta sullo 0-40, ma stavolta riesce a sfruttare l’opportunità grazie a un errore di rovescio di Harrison. Ora Fabbiano sa che il suo avversario sbaglia di più e, soprattutto, ha perso sicurezza; sotto 4-3, il numero 91 del mondo gioca in maniera estremamente aggressiva e arriva nuovamente a palla break, ma Harrison fa lo stesso nei tre punti successivi: 4 pari. Si lotta su ogni palla, Fabbiano sta riuscendo a spostare la partita sul piano della corsa e della resistenza; un drop shot che finisce a malapena in rete porta Thomas sul 5-4 30 pari, ma Ryan si salva senza troppi problemi. Nell’undicesimo game il pugliese sente la tensione e due errori di dritto e un doppio fallo lo condannano, portando lo statunitense a servire per il match. Tuttavia l’azzurro si conferma un grande combattente e trova due splendidi vincenti di dritto che valgono il 15-40; Harrison le annulla con due ace centrali, ne trova un altro, ma Fabbiano annulla il match point e scende a rete per procurarsi la terza chance di break, che però sfuma a causa di un errore in larghezza con il rovescio lungolinea. Ryan, però, riesce a superare il momento di difficoltà grazie a due prime, aggiudicandosi così l’incontro dopo un’ora e 25 minuti.

J.M. del Potro b. [14] J. Isner 7-5 7-5 (da Montreal, Vanni Gibertini)

L’inizio della sessione serale alle 18.30, anomalia tipica del torneo di Montreal che vuole evitare per quanto possibile di competere con i “late night show” come invece ha fatto regolarmente il Citi Open di Washington la settimana scorsa, dovrebbe garantire il sole ancora alto in cielo all’avvio del primo match, ma in questo lunedì inaugurale della Rogers Cup una fitta coltre di nubi ha reso l’ambiente decisamente più… “serale”. Mezz’ora prima dell’inizio previsto, alcune gocce di pioggia hanno fatto tremare i polsi degli organizzatori, che hanno puntualmente mandato in campo i raccattapalle a tenere asciutte le righe del campo. Fortunatamente si è potuti iniziare in orario, anche se buona parte degli ospiti della serata erano ancora impegnati con i Cabernet Sauvignon californiani serviti nel cocktail di benvenuto offerto da Tennis Canada sul ristorante “La Terrasse Sur Le Toit”, la terrazza sul tetto che solitamente ospita i cambi in terra battuta.

Nel match dei giganti (il più basso dei due è alto due metri, un po’ come nella canzone dei “watussi”) Isner e del Potro hanno iniziato il match esattamente come ci si aspettava: gran mazzate, scambi brevi ma godibili, da parte di due picchiatori dalla mano gentile che possono all’occasione anche lavorare la palla. Più del Potro che Isner, certo, ma anche il buon “Long John” sa manovrare all’occorrenza lo scambio per schiacciare l’argentino nell’angolo sinistro, quello del rovescio menomato dai due interventi al polso, e caricare poi con il diritto o con estemporanei rovesci lungolinea. Juan Martin, che si era allenato un paio d’ore prima del match esclusivamente a colpire di diritto, è però molto più efficace in risposta, con la quale piazza la zampata vincente all’undicesimo gioco, issandosi sul 15-40 ed incassando il primo break del match grazie ad un doppio fallo di Isner. Non c’è però tempo per chiudere il parziale, perché la pioggia inizia a scendere con crescente intensità, tanto da costringere i due protagonisti a riguadagnare lo spogliatoio dopo aver atteso per cinque minuti seduti nei propri scranni. I minuti di interruzione sono 31, al termine dei quali la vittoria del primo set viene perfezionata da del Potro con il punteggio di 7-5.

Nel secondo parziale il pallino del gioco si sposta, lentamente ma inesorabilmente, verso le manone di Juan Martin, che rompe gli indugi dalla parte sinistra, rinunciando al rovescio in taglio in favore a quel che rimane del suo poderoso colpo a due mani, che non è più l’arma letale che era un tempo, ma è più che sufficiente per prendere Isner in velocità. Lo statunitense, sempre più nervoso, si aggrappa disperatamente al suo super-servizio, che lo tiene a galla nelle due palle break sul 4-4, in altre due sul 5-5, ma alla terza occasione un suo rovescio in rete sancisce il break della sconfitta.

Affermazione di grande concretezza, quindi, per Juan Martin del Potro, che elimina la testa di serie nell’ottavo di Nadal e si candida a sfidare il campione spagnolo in un settore di tabellone che vede comunque anche i giovani rampanti Shapovalov e Coric come pretendenti ad un posto nella parte finale della Rogers Cup. Per Isner invece, dopo i due successi nei “250” di Newport ed Atlanta ed il forfait a Washington, una battuta d’arresto (certamente giustificabile perché arrivata contro un avversario di grande valore assoluto) che gli impedisce di conquistare punti importanti in questa che è la sua parte preferita della stagione.

[16] N. Kyrgios b. V. Troicki 6-1 6-2 (da Montreal, Luca Baldissera)

Inaugurano il centre court di Montreal, il bellissimo Uniprix Stadium, per l’edizione 2017 della Rogers Cup, il serbo Viktor Troicki (31 anni, 45 ATP) e l’australiano Nick Kyrgios (22 anni, 24 ATP). Non ci sono precedenti tra i due, la giornata qui in Canada è bella e piuttosto fresca, con il vento che aveva disturbato non poco gli incontri di qualificazione fino a ieri che si è ridotto a una brezza leggera. La curiosità del match è vedere in che modo si presenterà in campo Nick, sia atleticamente che a livello di voglia e impegno, dopo le vicissitudini sentimentali e fisiche degli ultimi tempi. Nel warm-up pre partita, giusto un quarto d’ora contato, Kyrgios ha solo tirato qualche pallata ridendo e scherzando, il che può voler dire qualsiasi cosa nel bene e nel male.

A giudicare dall’inizio del match, però, pare proprio che l’australiano abbia intenzione di interpretare la vicenda in modo serio: va lui alla battuta, e dà subito il via a un bombardamento notevole con il servizio e il dritto, manovrando e difendendo bene anche di rovescio. Con tutto il rispetto per un ex 12 del mondo come Viktor, un buon Kyrgios gli è superiore di due categorie, e il risultato è il perentorio 6-1 in poco più di 20 minuti con cui il ragazzo di Camberra chiude il primo set. Poco da commentare finora, 26 punti a 14 dovrebbe essere un dato sufficiente.

A inizio secondo parziale, subito il terzo break per Nick, che sta andando certamente come un treno, ma è anche facilitato dalla prestazione onestamente incolore di Troicki. Il serbo continua a venire letteralmente preso a pallate, tra il mormorio del pubblico che nel momento in cui ci si ritrova 4-0 per Kyrgios, e Viktor conquista al servizio il secondo game, esplode nel più classico dagli applausi di incoraggiamento, del tipo “vogliamo una partita!”. Siamo 42 punti a 18, in nemmeno 40 minuti, li capisco perfettamente. Nick nel frattempo si concede anche diversi dei suoi tocchi da accademia, quasi a voler compensare gli spettatori, con lo spettacolo, della partita totalmente a senso unico. Viktor alla battuta annulla quattro match point sul 5-1, ma poco dopo il servizio di Nick mette fine alla sua partitaccia, 6-1 6-2 in 50 minuti. Se potremo rivedere il gran Kyrgios del cemento americano di questa primavera dovranno essere impegni più tosti a dircelo, ma l’inizio è stato a dir poco scoppiettante.

In conferenza stampa, Nick è sembrato tranquillo, e inevitabilmente un po’ guascone: “Mi fanno ancora male il braccio e l’anca, e poi per come sono fatto a volte mi sveglio e ho voglia di giocare, altre no. Oggi era un giorno ok. Non ho colpito al massimo, ma Viktor aveva qualche problema, lo conosco bene, siamo amici. Il prossimo turno con Tiafoe o Lorenzi? Dura con entrambi, Frances è anche lui un amico, è giovane e ha il futuro davanti, Lorenzi è un esempio di lottatore, non molla mai. Io e Tomic siamo stati a volte maltrattati dalla stampa australiana, ma possono scrivere quello che vogliono, siamo anche stati i migliori giocatori del nostro paese negli ultimi 5 anni. E Bernard ha diritto di trovare felicità in quello che fa, anche se non dovesse essere il tennis. Montreal mi piace moltissimo, è una città che voglio esplorare“.

G. Monfils b. S. Johnson 2-6 7-6(1) 6-1 (Andrea Ciocci)

Uno, il francese Gael Monfils, capace di tuffi spettacolari quanto, spesso, inutili e pericolosi. L’altro, lo statunitense Steve Johnson, tennista della porta accanto, campione di quella normalità che non esalta le folle, ma che di norma ti fa battere chi vale meno di te. Quest’oggi, nel primo turno della Coupe Rogers, il transalpino diseguale ha prevalso in un match tutt’altro che coinvolgente. Nel primo set Gael, finalista a Eastbourne, mostra il peggio del suo repertorio. Nessuna trama tattica a legare i suoi colpi, che sparacchia un po’ dove capita. E capita spesso che lo faccia fuori. Dall’altra parte della rete, Steve incassa, senza investire molto, se non un po’ di solido tennis percentuale. Da cui ricava una rendita di due break, di cui uno a freddo, per il comodo 6-2 finale. Segue l’immancabile MTO, in cui Monfils si fa fasciare entrambe le ginocchia. Nella seconda frazione, comunque, il parigino scalda il dritto e tira alcuni traccianti che svegliano gli spettatori dal torpore. Al francese è bastato ridurre il numero di errori non forzati per fare partita pari. Più che logico che il set si concluda al tie-break. Meno che il californiano ceda di schianto. Un solo punto per lui in mezzo a una sequela di orrori. Si va al terzo. Ma Johnson ha ormai spento l’interruttore. In totale confusione, cede due servizi e decide che è ora di fare la doccia. Un solo game racimolato, a sancire un tracollo agonistico come se ne vedono pochi. Per Monfils ora ci sarà l’ostacolo Nishikori. Se non scenderà dal letto con il piede sbagliato, si prospetta un match intrigante.

Gli altri incontri (Michele Trabace)

Apre la prima giornata qui a Montreal la vittoria con un doppio tie break dell’americano Jared Donaldson ai danni di Lucas Pouille, numero 13 del seeding. Il primo set è dominato dal servizio, c’è solo una palla break annullata dal giocatore francese. Al tie-break Pouille conduce 5-3, ma Donaldson ribalta fino a al 7-5. Nel secondo parziale, il recente vincitore a Stoccarda riesce a strappare il servizio a Donaldson per la prima volta nel match, ma il rappresentante della Next Gen si riprende subito il break e sembra poter chiudere la contesa: ha un primo match point sul 5-4 con Pouille che se la cava; è il tie break ad essere ancora decisivo con Donaldson che lo vince per 10 punti a 8 al quarto match point (quinto in totale) e dopo essere riuscito anche ad annullare un set point. Altra piccola sorpresa è la vittoria di Robin Haase contro Albert Ramos-Vinolas. L’olandese approfitta della poca preparazione sul cemento del suo avversario per avere la meglio con un duplice 6-3. L’inossidabile David Ferrer, risalito in classifica alla posizione 33 ATP dopo la vittoria sulla terra rossa di Bastad, sconfigge in rimonta il britannico Kyle Edmund. Il primo set è a favore di Edmund al tie-break, ma lo spagnolo è bravo a non perdersi d’animo e a conquistare i successivi due parziali con il punteggio di 6-4 e 6-3. Non si vedeva in campo dalla sconfitta al primo turno di Wimbledon Richard Gasquet, il quale cede un set nella sua vittoria contro la wild card canadese Brayden Schnur (197 in classifica). Il francese, finalista in Canada nelle edizioni 2006 e 2012 entrambe disputate a Toronto, vince il primo parziale al tie-break, poi perde 7-5 la seconda partita, ma nella terza ritrova il suo tennis che lo porta a dilagare con il punteggio di 6-1. Al prossimo turno Richard sfiderà Alexander Zverev. Giornata no invece per un altro esponente della Next Gen, Daniil Medvedev: il francese Adrian Mannarino lo travolge 6-3 6-1 e stacca il pass per il secondo turno, dove ad attenderlo ci sarà Milos Raonic.

Risultati:

[16] N. Kyrgios b. V. Troicki 6-1 6-2
R. Haase b. A. Ramos-Vinolas 6-3 6-3
J. Donaldson b. [13] L. Pouille 7-6(5) 7-6(8)
M. Zverev b. [Q] N. Gombos 6-4 6-7(5) 6-3
D. Ferrer b. K. Edmund 6-7(5) 6-4 6-3
B. Paire b. D. Young 6-3 5-7 6-4
G. Monfils b. S. Johnson 2-6 7-6(1) 6-1
R. Harrison b. [Q] T. Fabbiano 6-3 7-5
R. Gasquet b. [WC] B. Schnur 7-6(5) 5-7 6-1
D. Schwartzman b. [Q] R. Opelka 6-3 6-7(2) 6-4
D. Medvedev vs A. Mannarino b. D. Medvedev 6-3 6-1
[14] J. Isner vs J.M. del Potro b. [14] J. Isner 7-5 7-5
[12] R. Bautista Agut b. [Q] T. Smyczek 7-6(4) 6-1
[WC] P. Polansky b. [WC] V. Pospisil 7-5 6-2

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