Goodbye Melanie! Oudin annuncia il ritiro

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Goodbye Melanie! Oudin annuncia il ritiro

La giocatrice americana lascia il tennis professionistico a 25 anni, a causa di continui guai fisici con i quali ha convissuto negli ultimi 4 anni

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Come si sente spesso dire: ‘la vita è fatta a scale e c’è chi scende e c’è chi sale’. Mentre ieri vi raccontavamo del possibile ritorno nel 2018 di Tamira Paszek, oggi è arrivata l’ufficialità del ritiro di un’altra giocatrice della WTA che è possibile ascrivere alla categoria di meteore: Melanie Oudin. Nata in Georgia 25 anni fa, Oudin finì sulle copertine dei giornali americani nel 2009 quando, a soli 17 anni, divenne la più giovane tennista a raggiungere i quarti di finale degli US Open dai tempi di Serena nel 1999. Durante quella sua avventura sui campi di Flushing Meadows sconfisse quattro giocatrici dal ranking più alto del suo, tra le quali Sharapova e Dementieva, prima di venir battuta da Wozniacki. La posizione più alta della sua carriera la raggiunse nell’aprile del 2010 diventando numero 31, mentre il risultato di maggior prestigio è indubbiamente il trionfo agli US Open nel 2011 nella categoria di doppio misto, in coppia con il suo connazionale Jack Sock. Il primo titolo in singolare arrivo nel 2012 sull’erba di Birmingham dove in finale batté Jankovic, ma già all’epoca iniziarono a comparire i primi guai fisici, in particolare Oudin ha iniziato a soffrire di rabdomiolisi – un problema alle cellule dei muscoli che causano debolezza, fatica e indolenzimento degli arti – e di tachicardia sopraventricolare – un’aritmia del cuore. Riuscire a giocare ad un livello consistente convivendo con questi problemi si è rivelato impossibile per lei: dal 2013 al 2016 ha giocato esclusivamente tornei ITF, tentando sporadicamente l’ingresso negli Slam senza successo. L’ultimo match risale a novembre del 2016, e prima del suo ritiro era oltre la posizione n. 700.

“Il tennis mi ha dato tanto e gliene sarò sempre grato. Non è stata esattamente la carriera che avevo sognato, ma nella vita le cose non vanno sempre come previsto.” C’è molta amarezza nelle parole di Oudin, ma anche la gioia di aver in parte realizzato il suo sogno. “Certamente mi mancherà la competizione, ma non dimenticherò i momenti meravigliosi che la mia carriera mi ha fatto vivere. Sono molto orgogliosa del modo in cui ho sempre lottato, con tanto cuore in ogni mio match.” L’ex tennista americana, che da piccola aveva trovato in Henin la sua fonte di ispirazione essendo anche lei alta 1.68 m, ha concluso così il messaggio apparso sulla sua pagina Facebook: “mi sono innamorata del gioco del tennis quando avevo sette anni e avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Sono triste nel dover lasciare questo sport che conosco bene e amo tanto, ma sono molto ottimista su ciò che il futuro ha in serbo per me. Infine, voglio ringraziare i miei tifosi che mi hanno seguito durante la mia carriera e sono rimasti al mio seguito nonostante tutti. Ho davvero apprezzato il sostegno che mi avete dato nel corso degli anni e vi aggiornerò su ciò che andrò a fare in futuro.”

 

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ATP Shanghai: Fognini e Schwartzman tra le wild card

Il tennista ligure sarà il quinto italiano presente in tabellone, dopo Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego

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Fabio Fognini - US Open 2023 (foto USTA/Brad Penner)

Dal 2 al 15 ottobre tornerà sotto ai riflettori il Rolex Shanghai Masters, penultimo appuntamento 1000 dell’anno, assente dal panorama tennistico da quasi un lustro. Infatti, l’ultima edizione risale al 2019 e il campione fu Danil Medvedev, che ai quarti di finale sconfisse proprio Fabio Fognini in due set.

Con un tabellone adeguatosi alle direttive ATP per quanto riguarda l’estensione, il torneo ha potuto concedere cinque wild card e una ci interessa da vicino. Dopo un periodo un po’ arduo a causa di un infortunio, del successivo rientro in campo nei Challenger e, infine, dell’esclusione dalla Coppa Davis, Fognini torna a giocare in un tabellone ATP e lo fa proprio a Shanghai con una wild card assegnatagli dagli organizzatori. Tenterà, dunque, di scalare ancora una volta la classifica, come d’altronde vorrà fare anche Diego Schwartzman, anche lui ex top ten che negli ultimi mesi non se la sta passando molto bene a livello di risultati.

Per quanto riguarda gli altri tre inviti, gli organizzatori hanno prevedibilmente concesso la corsia preferenziale a tre giocatori di casa: il primo è il giovanissimo classe 2005 Juncheng Shang, poi sarà presente il ventunenne Yunchaokete Bu, mentre per finire l’onore di esordire in un tabellone 1000 lo avrà anche Rigele Te, attualmente numero 494 al mondo. I primi due, invece, si trovano rispettivamente al 160esimo e al 187esimo scalino del ranking, e cercheranno senza alcun dubbio di onorare la wild card caricandosi con il pubblico di casa durante i loro match. Grande responsabilità, quindi, ma anche enorme occasione di brillare sotto le stelle della bandiera cinese.

 

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ATP

ATP Astana: Shevchenko vince facile, Medjedovic sfrutta il ritiro di Djere

La WC di casa Mikhail Kukushkin non sfrutta un match point nel secondo set e si arrende a Borges. Prima vittoria da fidanzato per Alexander Shevchenko

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Alexander Shevchenko - Foto Daniele Combi

Al via anche l’edizione 2023 dell’Astana Open, torneo che l’anno scorso vide alzare il trofeo a Novak Djokovic, che invece quest’anno ha preferito riposarsi e magari giocare a golf nel periodo pre Finals. I pochi match che si sono giocati nella prima giornata hanno visto sfidarsi il neofidanzato di Anastasia Potapova, Alexander Shevchenko, con l’olandese Botic van de Zandschulp non proprio nel suo miglior periodo di forma. Infatti, il n.85 ATP ha sempre mantenuto il controllo del match, imponendosi per 6-4 6-3 in un’ora e trentotto minuti, nei quali ha performato leggermente meglio dell’avversario sia in risposta che al servizio.

Dettagli che gli hanno permesso di vincere il primo scontro diretto con l’avversario – tornando al successo in una partita di un main draw ATP dopo quasi due mesi, ossia dal 500 di Washington – e di accedere al secondo turno, dove se la vedrà con il giovane serbo Hamad Medjedovic. Quest’ultimo ha sfruttato il ritiro del connazionale Laslo Djere, quando il primo era sopra 6-3 2-1 nel punteggio, per passare il turno e onorare la WC ricevuta, proprio come ha fatto Shevchenko.

Più intenso ma anche più infelice alla fine dei conti è stato l’incontro tra il beniamino di casa – sempre WC – Mikhail Kukushkin e il portoghese Nuno Borges, opposti in campo per la prima volta l’uno contro l’altro. È da tempo ormai che il tennista kazako ex n.39 al mondo si dedica principalmente al circuito Challenger, ma nonostante questo il giocatore portoghese ci ha messo quasi tre ore per arrivare al successo, che ha ottenuto con lo score di 5-7 7-6(6) 6-4.

 

Il 36enne russo, naturalizzato kazako, nel tie-break del secondo parziale era arrivato a match point, ma non è riuscito a chiudere lasciando così il passo al suo avversario, che nel terzo set gli ha strappato il servizio in apertura mantenendo poi il break fino alla fine. Per Borges sfida al secondo turno contro il vincente del match Korda-Popyrin.

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ITIA: sospeso Madaras, il tennista dei record nel circuito ITF

L’Agenzia anticorruzione del tennis ha confermato la sospensione provvisoria del giocatore svedese numero 220 ATP, che avrebbe dovuto essere un avversario degli azzurri in Coppa Davis a Bologna

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Dragos Madaras (SWE) - Sofia 2022 (foto Ivan Mrankov)

Non esattamente l’età dell’oro per quanto riguarda il tennis svedese. Negli ultimi mesi lo sport della racchetta ha visto da quelle parti un brusco cambiamento, avviato in primis dal numero uno Mikael Ymer. Come si sa, dopo la sospensione del tennista svedese che aveva mancato, secondo l’ITIA, i tre controlli antidoping con conseguente interruzione istantanea dalle competizioni, l’ex 50 al mondo ha deciso di ritirarsi dal tennis lasciando tutti di sasso. Poi, nella parentesi Coppa Davis la nazionale traghettata dal fratello di Mikael, Elias, non ha certamente brillato in quel di Bologna, dove è arrivata con la squadra meno attrezzata di tutti ed è sprofondata malamente in fondo alla classifica, arrivando quindi quarta nel girone.

Ora, invece, un altro tennista svedese deve fare i conti con l’ITIA (International Tennis Integrity Agency), e si tratta dell’attuale numero 220 al mondo (ex 191) Dragos Nicolae Madaras. Il mancino rumeno, naturalizzato svedese, è stato protagonista di un’annata da record che l’ha visto come leader indiscusso del circuito ITF. Infatti, Madaras è diventato il primo tennista della storia a trionfare in ben dieci tornei Futures nello stesso anno e ci è riuscito con l’ultimo titolo nel mese di luglio, quindi poco dopo metà stagione. Dichiarato come un obiettivo di quest’anno, il giocatore svedese aveva aperto il 2023 vincendo quattro titoli consecutivi con ben ventuno successi filati, che l’hanno condotto partita dopo partita a un’impressionante cifra di, appunto, dieci allori, sessantasette vittorie e solo cinque sconfitte. Inoltre, quest’anno ha partecipato per la prima volta a uno Slam, Wimbledon, dove è riuscito a superare un turno nel tabellone cadetto. Come ciliegina sulla torta, Madaras era perdipiù stato convocato per la Coppa Davis a Bologna ma, infine, non vi ha preso parte. E chissà perché…

Una stagione più che positiva, dunque, per il ventiseienne svedese, salvo il fatto che dal 17 agosto gli è stato vietato di partecipare ai tornei professionistici per “non aver ottemperato a una richiesta”, recita il TACP – Tennis Anti Corruption Program – in riferimento al suo caso. Una sospensione provvisoria, però, che attende accertamenti dall’ITIA. Il giocatore ha già provveduto a presentare ricorso contro il provvedimento, ma il 22 settembre è stata respinta, ed è questo il motivo per cui nel frattempo non ha potuto – e per ora non potrà – presenziare in Coppa Davis e nemmeno in qualunque altro torneo approvato dagli organi di governo dello sport. Rimaniamo quindi attesa di un’eventuale sentenza per ulteriori novità sul caso Madaras.

 

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