Rublev: "Il torneo di Milano è una specie di esibizione"

Interviste

Rublev: “Il torneo di Milano è una specie di esibizione”

US Open, Andrey Rublev dopo la vittoria contro Dimitrov: “Le nuove regole? Mi auguro che vogliano provarle solo a Milano e poi basta. Spero che sia la prima e ultima volta”

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Cos’hai imparato in generale da questa partita?
Non so. Il mio stile di gioco è quello di essere aggressivo e dare ritmo alla partita perché credo sia il mio forte e mi consente di giocarmela contro chiunque. È l’aspetto più caratteristico del mio tennis. La cosa più importante è continuare a lavorare sodo giorno dopo giorno per migliorarmi. Spero di fare sempre meglio. Così potrò progredire in risultati e classifica

Sia nel primo che nel secondo set hai rimontato un break di svantaggio. Come ci sei riuscito?
Pensavo solo a concentrarmi e a combattere indipendentemente dal parziale. E alla fine ho avuto fortuna. Ho azzeccato alcune ottime risposte. Colpito alcune linee. E ho fatto il break. Credo sia dovuto al fatto che mi sono imposto di non mostrare emozioni e di lottare su ogni punto, anche quando ero sotto. È così che funziona. Perché trenta minuti prima, per esempio, avevo provato a fare il contro-break, ma senza riuscirci. Poi ce l’ho fatta. Non si sa mai cosa può capitare.

Cosa è cambiato per te in questi ultimi mesi, cosa ti ha permesso di raggiungere questi risultati che prima invece tardavano a giungere ?
Prima di tutto c’è da dire che ero ancora uno junior. Non mi allenavo come dovrebbe fare un professionista. Lo scorso anno ho cambiato radicalmente a partire dalla squadra. Da lì è cominciato il vero lavoro. In questo anno ho fatto più progressi che nel resto della mia vita. Ecco come stanno le cose.

Che cosa facevi da junior che adesso da professionista non fai più?
Anche all’epoca lavoravo duramente. Non è che facessi qualcosa di male. Solo che non erano le cose che deve fare un professionista. È come se uno cercasse di entrare in una casa passando attraverso il muro e non dalla porta. Ti fai solo male alla testa. Puoi insistere, ma alla fine ti farai solo più male. Ecco in cosa sbagliavo. Non ero un fannullone. Ma con quel tipo di allenamento non arrivavano i risultati. Potevo solo andare di male in peggio.

Cosa pensi delle regole con le quali si disputeranno le ATP Next Gen Finals di Milano, che sono differenti da quelle ordinarie. Hai mai disputato qualche set con quelle regole?
No, mai. Come ho già detto in passato, mi auguro che vogliano provarle solo lì e poi basta. Quindi alla fine si tratta di una specie di torneo di esibizione. È più la voglia di provare qualche cosa di nuovo. Spero non cambino le regole dei tornei ufficiali e che quella sia la prima e ultima volta in cui accadrà.

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