Federer-Nadal, il doppio dei sogni è subito vincente (Cocchi). Fognini, il riscatto migliore è una finale (Cocchi)

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Federer-Nadal, il doppio dei sogni è subito vincente (Cocchi). Fognini, il riscatto migliore è una finale (Cocchi)

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Federer-Nadal, il doppio dei sogni è subito vincente (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Trentacinque Slam che entrano in campo insieme, con la stessa maglia, per la stessa quadra. Il popolo tennistico incollato alla tv a vedere questa cometa di Halley della racchetta: Federer e Nadal in doppio, insieme, dalla stessa parte della rete. Era la grande promessa della Laver Cup ed è stata mantenuta: il numero 1 e 2 al mondo, la più straordinaria rivalità dell’era moderna, per un giorno si sono fusi in un unico giocatore. Il gancio mancino di Rafa e il rovescio sublime di Roger contro i ragazzoni Usa (Resto del Mondo) Sock e Querrey nell’ultimo match della seconda giornata. Esibizione, ma solo perché non ci sono punti o ranking in palio, perché questi qua non ci stanno a perdere, anche se in palio c’è solo lo show. #FedalUtd, hashtag immediatamente coniato dai social, hanno iniziato un po’ contratti, quasi facesse impressione anche a loro non essere divisi per una volta dalla rete. Il primo set è per loro, nel secondo i bombardieri in maglia rossa dilagano 6-1 ma nel super tie break la potenza di Federer e Nadal travolge i rivali e regala al team Europe altri due punti, quelli in palio per ogni match nella giornata del sabato. Abbracci, pacche sulle spalle, sorrisi, e c’è già chi sui social sogna di vederli giocare in doppio uno Slam per rendere ancora più straordinaria l’accoppiata. «Ci siamo divertiti tantissimo — ha detto il Magnifico —, abbiamo preparato il match, parlato un sacco di tattica e strategia e soprattutto abbiamo vinto». La seconda giornata si chiude così con il vecchio Continente avanti 9-3 sul Resto del mondo, che vince un match grazie a Kyrgios contro Berdych.

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Fognini, il riscatto migliore è una finale (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Il modo migliore per far parlare di sé sono le vittorie. Fabio Fognini, tornato in campo sul veloce indoor di San Pietroburgo dopo la bufera di New York, quando era stato squalificato dal torneo per i pesanti insulti alla giudice di sedia, ha raggiunto la finale. Oggi Fabio si giocherà il titolo contro il bosniaco Dzhumur dopo aver superato in semifinale lo spagnolo Bautista. Una bella battaglia quella tra i due, con l’azzurro bravo ad afferrare un match che sembrava segnato. Uno di quelli a cui ha abituato l’audience tennistica, con lui che a un certo punto si spegne e viene travolto dall’avversario. Ma stavolta non è andata così: dal due pari del primo set, infatti ha subìto un parziale di 7 giochi ad uno, con tanto di break regalato nel sesto gioco grazie a un doppio fallo. Sotto per 3-1 nel secondo parziale, Fognini ha messo finalmente in campo concentrazione e carattere, ripartendo quasi da zero. Ha ripreso il suo avversario sul tre pari e poi ha trascinato il set al tie-break. Qui ancora una volta si è visto il Fabio migliore, in grado di non perdersi nei momenti in cui c’è da lottare: ha annullato due match-point a Bautista, prima sul 6-5 e poi sul 7-6- ed è riuscito a chiudere il set a suo favore allungando la partita al terzo set in cui questa volta, l’unico a trovarsi in difficoltà al servizio è stato Bautista-Agut, che ha annullato una palla-break nel secondo game. Ancora una volta è stato il tie-break a decidere con l’azzurro che, sotto per 3-5, si è aggiudicato gli ultimi quattro punti per chiudere 2-6 7-6 (9/7) 7-6 (7/5) e mettere le mani sulla finale che gli potrebbe valere il sesto titolo in carriera. Alla fine del match si conteranno per l’azzurro 38 vincenti contro i 13 del rivale ma per entrambi il conto dei gratuiti è stato piuttosto alto: 67 per Fabio contro i 41 del rivale. «E’ stato un match molto difficile — ha detto Fognini dopo la vittoria — non è mai facile giocare contro Roberto, un avversario molto impegnativo. Ora devo recuperare al meglio per la finale. Contro il rivale di oggi Fabio ha sempre vinto, due volte su due e sempre sul rosso di Umago: «Contro Dzumhur ho giocato due volte mai però su questa superficie, mi aspetto che un’altra partita complicata». Per Fabio è la 14esima finale in carriera, con cinque vittorie, tutte sulla terra rossa, l’ultima lo scorso luglio a Gstaad. Per il ligure è la seconda finale a San Pietroburgo, dopo quella del 2012. Oggi è il giorno del riscatto.

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