ATP Mosca: Seppi combatte ma si arrende a Dzumhur

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ATP Mosca: Seppi combatte ma si arrende a Dzumhur

Ottimo match di Andreas contro il bosniaco, decisivo il break sul 4 pari del terzo set. Finisce la corsa di Bublik, battuto in due set da Berankis. Sorpresa Basic

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SEPPI, PECCATO – Lo aveva già battuto a Sofia e a Lione, sempre quest’anno, ma ad Andreas Seppi è mancata la terza vittoria contro Damir Dzumhur. Dall’ultima sfida, il bosniaco ha guadagnato 58 posizioni in virtù dell’ottimo periodo di forma mostrato fra agosto e settembre che a San Pietroburgo gli ha portato il primo titolo in carrieraDamir è un avversario completamente diverso da Philipp Kohlschreiber, battuto mercoledì da Andreas. Se il venticinquenne di Sarajevo va preso a esempio tattico da chi non possiede il talento tennistico puro del tedesco, lo stesso non può dirsi dell’atteggiamento: il massimo disappunto di Kohli è un’espressione che rivela nulla più di un “ohibò” seguita dalla testa che si inclina di lato, mentre Dzumhur è platealmente insopportabile. Lo fa vedere già nei primissimi giochi con una reazione spropositata dopo una caduta sul passante, poi quando viene beffato da smorzata e lob al volo con relativo warning per abuso di palla e ancora con la racchetta scagliata a terra; ogni volta, il punto successivo è stato deciso da un errore di Seppi.

L’azzurro sembra però partire senza la necessaria concentrazione e cede subito il servizio, ma la ritrova in fretta riprendendo l’avversario sul 2 pari incanalando la prima partita verso il tie-break come nelle due precedenti sfide. Invece, Andreas gioca un solido decimo game prendendosi break e set sfruttando quattro gratuiti bosniaci. La prevedibile reazione di Dzumhur comporta una nuova partenza in salita per l’italiano che poi non riesce a sfruttare due occasione per replicare l’aggancio sul 2 pari e, anzi, cede anche il successivo servizio: il set è compromesso e il tentativo di rientrare in extremis serve solo a peggiorare la statistica sulle palle break (0-4). Nella partita finale, sintomo di una ritrovata determinazione, Seppi sorprende tenendo finalmente il primo turno di battuta, mentre Damir sorprende meno continuando a lamentarsi dei suoi colpi, di quelli avversari e delle chiamate. Il 4 pari arriva senza emozioni, ma senza emozioni arriva anche il break decisivo concesso da Andreas con quattro gratuiti e Dzumhur può chiudere con il servizio. Nella sua quinta semifinale dell’anno, sfiderà Mirza Basic.

SARÀ DERBY! – Mirza Basic, n. 209 ATP al suo primo quarto di finale in carriera, sorprende il n. 67 Daniil Medvedev nella nativa Mosca e fissa una a dir poco inattesa semifinale all-Bosnian. Basic sa fare tutto piuttosto bene, ma a un livello e con una continuità che finora gli hanno permesso solo di sfiorare la Top 100; oggi, però, tira catenate di dritto, manovra con lo slice e prende la rete con una sicurezza estranea a molti fenomeni della racchetta. Il nextgen russo si accontenta di un solo break per far suo il primo set, mentre il ventiseienne spreca con il dritto l’unica occasione nitida per rientrare. La seconda partita inizia con Daniil che regala al pubblico di casa un passantino no look di rovescio; al gioco successivo, si ripete con una volé che torna verso la rete, ma Basic fa certificare dall’arbitro che si trattava di un colpo steccato. Il bosniaco fallisce una volé di rovescio non impossibile e si impantana in un terzo game da 18 punti al termine del quale cede il servizio, ma riagguanta l’avversario sul 4 pari per poi andarsi a prendere un altro break e il set con quattro pregevoli chiusure a rete. Sul 2-1 al terzo, Mirza chiede il consulto del medico, torna in campo e piazza un parziale di 8 punti a 1. Mentre c’è la corsa ad accaparrarsi quel medico da parte di qualsiasi tennista del globo, Medvedev esce definitivamente dal match tirando a metà rete un comodo smash al rimbalzo. Domani alle 14.30 italiane, Basic giocherà la prima semifinale ATP della vita contro il concittadino Dzumhur, avanti 2-1 nei precedenti tutti a livello Futures, l’ultimo nel 2011.

IN PUNTA DI PIEDI – Servono più di due ore ad Adrian Mannarino per avere la meglio su Dudi Sela che gli strappa il primo set senza però riuscire a impensierirlo nei due successivi. È uno scontro delicato fra pesi leggeri che prediligono però le superfici veloci, soprattutto l’erba, dove l’israeliano riesce a far valere la sua varietà e il buon tocco a rete, mentre il mancino francese può direzionare bene la palla e compensare le carenze sul lato sinistro; insomma, lo spettatore che ama lo schema servizio e dritto è sul campo sbagliato. L’inizio è favorevole a Sela che si porta 2-0, annulla con la volé due opportunità del rientro avversario e “rischia” di salire 4-0. Scampato il pericolo, Mannarino recupera lo svantaggio, ma cede a Sela il tie-break con un errore di rovescio, forse figlio dell’incredibile indecisione sul punto precedente quando era in controllo dello scambio. Il secondo parziale dura meno della metà del primo, con un Mannarino chirurgico nei punti importanti: sfrutta le due sole palle break e ne annulla quattro. Sela chiede il MTO e alla ripresa del gioco va subito sotto di due break. Adrian quasi riesce a farlo rientrare; tuttavia, fallita la palla del 3 pari, il match scivola veloce verso la riva francese; domani, contro Berankis, Mannarino avrà la possibilità di guadagnarsi la terza finale dell’anno dopo Antalya e Tokyo.

LEGGERO MA NON TROPPO – Il nextgen Alexander Bublik lotta solo un set prima di arrendersi a Ricardas Berankis che torna in semifinale dopo Memphis 2016. Il primo set si decide all’undicesimo gioco con due risposte devastanti del piccolo lituano (175 cm) a cui non può non seguire un doppio fallo di Bublik. Nel secondo, il lucky loser kazako ha subito l’opportunità di riprendersi il servizio perso al terzo gioco, ma resta ad ammirare il suo bel colpo facendosi sorprendere dal recupero di Berankis e il match finisce lì.

Risultati:

[6] D. Dzumhur b. A. Seppi 4-6 6-2 6-4
[3] A. Mannarino b. D. Sela 6-7(6) 6-1 6-2
[Q] M. Basic b. D. Medvedev 3-6 6-4 6-1
[PR] R. Berankis b. [LL] A. Bublik 7-5 6-1

Michelangelo Sottili

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