I numeri di Federer: medaglia d'argento sognando Connors

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I numeri di Federer: medaglia d’argento sognando Connors

Con l’ottavo sigillo a Basilea, Roger Federer si lancia all’inseguimento del record di Jimmy Connors. È a -14: può farcela?

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Roger Federer quest’anno ha vinto 7 titoli scendendo in campo per 11 tornei. In pratica, nella stagione sulla quale chiunque aveva avanzato dei leciti dubbi dopo il lungo stop, è stato sconfitto appena quattro volte. Colpisce ancora di più che i sette titoli siano tutti di rango e metà delle sconfitte sia giunta in circostanze piuttosto giustificabili: a Dubai contro Donskoy e a Stoccarda contro Haas, al primo turno, in pieno rodaggio pre-Wimbledon. Di incontri pesanti ne ha persi appena due, a Montreal in finale contro Zverev (con l’attenuante non trascurabile del problema alla schiena) e all’US Open ai quarti contro del Potro. L’argentino ha pagato poi quell’ardire vedendosi sconfitto a Shanghai e ieri a Basilea, nel giro di due settimane.

Proprio il titolo conquistato nella sua città natale, ottavo come gli otto Wimbledon e appena uno in meno dei nove vinti nell’altro suo feudo storico, il Gerry Weber Stadion di Halle, ha un significato particolare. È infatti anche il suo 95esimo in carriera e gli permette di staccare Ivan Lendl (94) nella classifica dei titoli vinti all-time per sistemarsi, in solitudine, al secondo posto dietro l’inarrivabile Jimmy Connors (109). Mettendo da parte le solite polemiche sul conteggio dei titoli dello statunitense, i sette trionfi del 2017 di Federer – che fanno ancora in tempo a diventare otto –  hanno rivalutato la sua posizione in questa speciale graduatoria. A 14 lunghezze da Jimbo, questo record è davvero impossibile da eguagliare?

Connors ha vinto i suoi 109 titoli disputando 164 finali, con un tasso di “conversione” di 0,66, circa due finali vinte ogni tre disputate. Il dato di Federer è molto simile (95 titoli in 144 finali), inferiore di pochi centesimi. Questo indica che mantenendo questa media di finali vinte per raggiungere Connors lo svizzero dovrebbe disputarne un’altra ventina. Difficile ipotizzare di quante stagioni avrebbe bisogno per raggiungere, eventualmente, quella quota. Per poter continuare a vincere lo svizzero ha bisogno di giocare il meno possibile, centellinando le energie, e questo rende improbabile un suo assalto ai tornei minori con l’obiettivo di rimpinguare il bottino. Di contrasto lo scenario che vede Federer focalizzato solo sui grandi tornei lo “obbligherebbe” a vincerne 14 tutti prestigiosi per agguantare Connors.

È verosimile credere quindi che servirebbero allo svizzero altre tre stagioni di livello medio-alto, anche inferiore a quello forse ineguagliabile di questo 2017. Senza girarci troppo attorno, serve arrivare vivi, vegeti e competitivi alle 39-40 primavere. Va infatti considerato nell’equazione il fattore Djokovic-Murray, quasi inesistente quest’anno e che invece dovrebbe tornare ad incidere nella prossima stagione, e probabilmente continuerà a farlo anche in quella successiva. I numeri del pur buon Federer del biennio 2014-2015 (22 finali raggiunte e 11 titoli) sono infatti frustrati dalla presenza di un Djokovic dominante, in grado di batterlo in ben 7 di quelle finali perse, 3 delle quali Slam (senza considerare il walkover delle Finals 2014). Sarebbe quindi miope asserire che Federer possa certamente vincere ancora come quest’anno: il “circo tennis” propone troppe insidie. Un giocatore che raggiunga la maturazione definitiva, un giovane baldanzoso alla Shapovalov. Tutti fattori che appartengono alla sfera del (quasi) imponderabile.

Impossibile no, perché sembrava impossibile anche che tornasse a vincere due Slam in una sola stagione eppure è successo. Però insomma, Connors sembra ancora lontanuccio. Anche se meno di prima.

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