Interviste
Dimitrov: “Adesso ho un bersaglio più grande dietro la schiena”
Dopo la sconfitta contro Kyle Edmund, tanti elogi al britannico: “Ha vinto partite molto difficili. Ora è in semifinale, deve approfittarne: queste occasioni non bussano sempre alla tua porta”

Dopo la partita contro Kyrgios c’erano grandi aspettative su di te. Come giudichi la partita di oggi?
Kyle merita tutti gli elogi. Ha meritato di vincere, semplicemente. Ha lavorato duramente nei mesi scorsi, l’ho visto, ci ho giocato contro un paio di volte. Mi assumo la piena responsabilità della mia prestazione e non ha senso per me dirvi cosa è andato storto, perché i meriti sono suoi. È lui il vincitore, è quello che posso dirvi ora.
Quali pensi che siano le chance di Kyle in semifinale?
Ho visto quasi tutte le sue partite qui, e ne ha vinte di molto difficili. Non sembra soffrire troppo il caldo. E ovviamente l’ho rivisto oggi, ha spinto molto e creduto in se stesso, soprattutto nei momenti importanti. Per la semifinale non saprei, ma credo che una volta raggiunta questa fase di uno Slam tutto possa accadere. Queste opportunità non bussano sempre alla tua porta quindi quando le raggiungi, devi cercare di trarne il massimo.
Quante energie ti ha prosciugato la partita contro Kyrgios due giorni fa?
Direi tutte le partite che ho giocato qui, soprattutto perché dal primo giorno non sto giocando benissimo. Ho dovuto lavorare molto per tornare a disputare un buon match. Contro Nick sicuramente c’erano altri fattori: il pubblico, l’avversario, le aspettative. Ci sono molte componenti che entrano in gioco. Allo stesso tempo ero felice di essermi ritrovato. Ma tutto quello che fai fuori dal campo per sentirti meglio sul campo ti toglie molte energie. Non importa quanto io mi sentissi in forma fisicamente, penso di essere anche scarico mentalmente. Ogni partita ti toglie energie e ogni volta che scendi in campo provi a fare qualcosa per entrare in forma. Oggi è stato uno di quei giorni in cui non ci sono riuscito, capitano queste giornate. Allo stesso tempo ho bisogno di capire cosa è successo esattamente, perché in campo mi sentivo bene, ma ci sono troppi fattori in gioco.
Come affronterai questo processo? Ti prenderai un paio di giorni di pausa o ti lascerai tutto alle spalle per pensare al prossimo impegno?
È difficile nascondere la delusione, è così che mi sento e fa male, ma è così che deve essere. Adesso però non voglio essere troppo razionale, prenderò un paio di giorni per rilassarmi e fare le cose che non ho potuto fare durante il torneo, anche per rivalutare la trasferta australiana. Nel complesso non è stata male, anche se non è andata come speravo. Devo continuare su questa strada, non esagerare di nuovo, e allo stesso tempo essere sicuro di ritrovare il mio ritmo e il mio gioco. Tutto questo richiede un po’ di lavoro ma sono certo di poterlo fare.
Trarrai qualcosa di positivo dall’aver raggiunto i quarti di finale?
Sì, assolutamente. Io sono molto critico con me stesso e quando non raggiungo un obiettivo prefissato mi butto un po’ giù, ma queste sono le situazioni in cui credo di essere migliorato nel corso degli anni, soprattutto qui, lo scorso anno, è stata molto dura dopo aver perso in semifinale (contro Nadal, ndt). Quindi sì, sono triste perché è finita, ma per fortuna nel tennis c’è sempre una settimana successiva.
Hai chiuso la scorsa stagione con la vittoria a Londra, è difficile ricominciare subito. Pensi che qualche settimana di stop possa aiutarti, visto che ogni stagione confluisce rapidamente in quella successiva?
Avete visto altri tennisti farlo e rifarlo continuamente. Sono quelli gli esempi a cui sto guardando. Per essere un top 3, o inseguire il n.1 un giorno, è questo quello che devo fare anno dopo anno. Il 2017 è stata la prima stagione in cui ho fatto qualcosa del genere, adesso so di cosa si tratta. Allo stesso tempo ho ancora bisogno di spingermi oltre per vedere dove sono i miei limiti; quando senti di averli raggiunti, è lì che devi vedere dove puoi ancora fare un piccolo miglioramento. Può essere nel tennis, nella forma fisica, o qualcosa a livello mentale. Penso comunque che la stagione sia ancora molto giovane. Da quando ho iniziato a Brisbane non ricordo una partita semplice, in tutte sono stato in campo due o tre ore, e di sicuro questo ha influito sul mio corpo anche considerando che ho avuto una off-season molto breve. Mi sono fermato una sola settimana, in pratica sto giocando sempre da novembre. Il che è positivo, vuol dire che il mio fisico risponde bene.
Credi che il tuo tennis sia un po’ appannato, non in termini di risultati ma nella capacità di vincere facilmente le partite?
Non lo so, ognuno ha la sua visione del tennis. Se avevo molte aspettative e molta pressione? Sì, è così. Ma in un certo senso non ho più niente da dimostrare, ora sto giocando per me stesso. Ho fatto quello che tutti pensavano avrei fatto, non è quello il punto. Si tratta di intensificare il mio gioco, la mia convinzione. Certamente una volta arrivati in cima i margini diventano più stretti. E hai un bersaglio più grande sulla schiena, tutti vogliono batterti. Quindi sì, diventa tutto più difficile ma è questo il bello: provare quel tipo di sensazione è il motivo per cui competiamo.
IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA
Flash
Roland Garros, Arnaldi analizza la sconfitta con Shapovalov: “Sono mancato nei momenti importanti”
“La partita è girata su pochi punti” dichiara Matteo Arnaldi. “Ma giocare contro ex top ten mi aiuta a crescere”

Matteo Arnaldi può reputarsi soddisfatto del suo Roland Garros. Intanto, perché ha portato a casa la prima vittoria in un Major in carriera, e poi perché ha strappato un set al n° 32 ATP Denis Shapovalov al secondo turno, in un incontro, poi perso in quattro parziali, che forse con un pizzico di esperienza e malizia in più avrebbe potuto allungare ulteriormente. Presentatosi alla stampa nel post-match, di seguito riportiamo le sue dichiarazioni.
D. Matteo, qual è stata la difficoltà maggiore?
MATTEO ARNALDI: “Mah, non saprei dirtelo in questo momento. Sicuramente non era una partita semplice. Lui è molto discontinuo perché alterna fasi in cui gioca molto bene ad altre in cui commette qualche errore, e per questo non mi ha dato continuità. Ha giocato meglio nei momenti importanti, mentre io in quei frangenti non sono riuscito a fare la differenza. Alla fine il match è girato su un break per ogni set. Io potevo prendere vantaggio nel terzo e quello poteva significare un risultato finale diverso, ma va detto che lì è stato bravo anche lui”.
D. Una curiosità. In questi giorni in cui ti stai allenando a Parigi e vedi altri giocatori nella loro quotidianità, c’è qualcosa che hai carpito da loro nella routine, nel modo di approcciare le partite? Qualcosa che ti possa essere utile per progredire.
MATTEO ARNALDI: “Sinceramente mi faccio un po’ gli affari miei (ride, ndr). Io e il mio team abbiamo le nostre idee. Certamente mi sto abituando a stare in questo ambiente, nel quale non sono solito trovarmi. Ma sinceramente faccio le mie cose come sempre”.
D. Senti, invece secondo te cosa è mancato per fare di più?
MATTEO ARNALDI: “Sono mancato nei momenti topici, semplicemente. È ciò che ha fatto pendere l’ago della bilancia in suo favore. In più, lui certamente ha fatto una buona partita, mentre io no. Se fossi riuscito a comportarmi meglio in qualche frangente, saremmo qui a parlare di un altro match e forse di un altro punteggio. Meriti suoi, senz’altro, ma anche qualche demerito mio”.
D. Abbiamo visto che, soprattutto nel terzo set, insistevi parecchio sul dritto di Shapovalov. L’avevate preparate così?
MATTEO ARNALDI: “Senza dubbio lui stava commettendo diversi gratuiti con il dritto. Per questo ho cercato di insistere un po’ di più da quel lato”.
D. Cosa ti porti via di buono da questo Roland Garros?
MATTEO ARNALDI: “Intanto la prima vittoria a livello Slam e tanta esperienza. Poi ho giocato i primi match tre su cinque, e questi sono i fattori più importanti. E mi ha fatto bene anche disputare partite contro tennisti di un certo valore, come Shapovalov stesso, ex n° 10 ATP. Ciò mi darà più consapevolezza per i prossimi match e tornei”.
D. VANNI GIBERTINI (Ubitennis) – Qual è il tuo rapporto con l’erba?
MATTEO ARNALDI: “Non l’ho mai vissuta tanto in realtà. Ci ho giocato quando ero Junior e l’anno scorso ho disputato una sola partita. Al momento non abbiamo programmato di giocare tanti tornei prima di Wimbledon, anche perché non so ancora se lì sarò direttamente in tabellone oppure no. Cercherò di racimolare ancora qualche punto in qualche Challenger in Italia, credo su terra, e poi si vedrà”.
Flash
Djokovic e la frase che fa discutere. “Il Kosovo è il cuore della Serbia, fermate la violenza”
In seguito agli scontri accaduti in Kosovo in seguito alle elezioni, Djokovic ha manifestato il suo supporto alla Serbia. Critiche da parte del governo francese

La situazione geopolitica in Europa non è delle migliori. Da oltre un anno prosegue l’invasione della Russia in terra ucraina, la cosiddetta operazione militare speciale secondo il gergo utilizzato da Putin. Ad aggiungere tensione nel vecchio continente è quanto sta accanto nei territori dell’ex Jugoslavia. É, infatti, cresciuta la tensione negli ultimi giorni in Kosovo, in seguito alle elezioni locali tenutesi nel nord del paese.
A porre ulteriore attenzione sulla tematica, aumentandone la risalta a livello mondiale è stata la frase scritta da Novak Djokovic sulla telecamera, in seguito alla vittoria nel suo match di primo turno contro lo statunitense Aleksandar Kovacevic. “Il Kosovo è il cuore della Serbia, fermate la violenza”.
La Serbia non ha mai riconosciuto la dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo dalla Serbia avvenuta nel 2008. Il Kosovo, infatti, è oggi ancora considerata come una regione autonoma della Repubblica serba. Si tratta di un’area caratterizzata da tensioni politiche con le forze NATO che sono presenti nel territorio kosovaro da oltre venti anni.
Il messaggio di Djokovic segue quanto accaduto nella città kosovara di Zvecan, uno dei comuni situato nel distretto di Kosovska Mitrovica, e a grande maggioranza serba. Nella città si sono verificati degli scontri nei giorni scorsi. Questo è avvenuto dato che la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni per disperdere una folla di cittadini di origine serba che si erano ritrovati davanti agli uffici municipali. Tale assembramento avevo lo scopo di impedire l’accesso nel suo ufficio al sindaco neoeletto di origine albanese.
“Non sono un politico e non ho intenzione di entrare nel dibattito politico“, ha dichiarato un emozionato Djokovic, parlando ai media serbi. “Questo argomento è molto delicato… Come serbo, tutto ciò che sta accadendo in Kosovo mi fa molto male.”
“Questo gesto è il minimo che avrei potuto fare.” – ha dichiarato Djokovic, che non ha nascosto il peso emotivo che ha percepito davanti a questa questione.
“Sento la responsabilità come personaggio pubblico, non importa in quale campo, di mostrare il mio sostegno. Soprattutto come figlio di un uomo nato in Kosovo, sento il bisogno di dare il mio sostegno a loro e alla Serbia. Non so cosa porterà il futuro per il popolo serbo e per il Kosovo, ma è necessario mostrare sostegno e dimostrare unità in questo tipo di situazioni”.
Djokovic ha sottolineato con orgoglio quanto fatto: “Ho sentito che ci sono state tante obiezioni, rispetto al mio gesto sui social. Io non voglio né nascondermi, né trattenermi. Lo rifarei di nuovo”. Alla richiesta dei media serbi su eventuali pressioni degli organizzatori in seguito a quanto fatto, il tennista serbo ha sottolineato come nessuno si è avvicinato a lui per parlare del tema e che spera la cosa rimanga così.
“La mia posizione è chiara: sono contro le guerre, la violenza e ogni tipo di conflitto, come ho sempre affermato pubblicamente. Sono una persona che comprende bene e che mostra empatia con tutte le persone, ma la situazione relativa al Kosovo è un precedente nel diritto internazionale. Sono molto dispiaciuto per la situazione in cui ci troviamo: il Kosovo è la nostra casa, la nostra roccaforte, i nostri monasteri più importanti sono lì… “.
Situazione che ha generato polemiche non solo nel mondo dei social. Gli organizzatori hanno rilasciato un comunicato interlocutorio. Si evidenziava, infatti, come le notizie relative ad eventi che avvengono a livello globale possano avere impatti su quanto accade nel torneo. Tuttavia, hanno rassicurato che gli organizzatori e i supervisor monitoreranno il rispetto delle regola stabilite dal Grand Slam Board.
Al contrario il ministro dello sport francese Amelie Oudea-Castera si è dimostrata molto critica. Ai microfoni di Telematin, su France 2, dichiarando quanto accaduto un episodio non appropriato, manifestando il disappunto del governo su quanto accaduto.
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Monfils si ritira da Parigi per un problema al polso. “Quanti altri Roland Garros giocherò?”
Amaro ritiro per il francese che saluta Parigi per un problema al polso emerso durante la sfida con Baez. Avanza al terzo turno senza giocare Rune

Si chiude con un finale amaro uno degli ultimi Roland Garros della carriera di Gael Monflis. Il trentaseienne campione francese ha dovuto chiudere in anticipo la sua esperienza a Bois de Boulogne a causa di un problema al polso che era emerso durante l’epica rimonta contro Sebastian Baez. Salta quindi il match che avrebbe dovuto animare la sessione serale del Philippe Chatrier, con Holger Rune che beneficia del ritiro e approda senza fatica al terzo turno, dove affronterà il vincente della sfida tra qualificati che vedrà in campo il nostro Vavassori e l’argentino Olivieri.
Un brutto colpo per Monflis che dopo quella da lui definita come la vittoria più bella della sua partita ha dovuto fare i conti col suo corpo. Problemi fisici che continuano a mettere in difficoltà il corpo di Monfils con lo stesso francese che ha definito la sua carriera appesa ad un filo in caso di nuovo infortunio, minando il sogno rappresentato dalle Olimpiadi di Parigi 2024. Non sembra essere questo il caso, con il francese che si sottoporrà a nuovi esami ma mantiene ancora vive le speranze di scendere in campo già sull’erba di Wimbledon.
L’annuncio del ritiro è arrivato nella serata di ieri con il francese che ha convocato una breve conferenza stampa, di seguito riportata.
D. Gael, dispiace sentire il tuo annuncio. Qual è la situazione? È legato a quanto è successo un paio di sere fa, per la durata e la tensione di quel match? È un altro infortunio?
GAEL MONFILS: “In realtà, fisicamente, sto abbastanza bene. Ero abbastanza felice stamattina. Mi sono svegliato abbastanza bene, ma ho avuto il problema con il mio polso che non riesco a risolvere. L’ho sentito durante la partita. Il dottore dice che non è stato positivo per il mio corpo giocare con un infortunio di questo genere. In realtà è stato molto rischioso, e per questo è arrivata la decisione di rinunciare a proseguire il torneo”
D. Si tratta di un problema al polso quindi? Quando te ne sei reso conto?
GAEL MONFILS: “Si tratta di una lesione al complesso triangolare di fibrocartilagine (TFCC) del mio polso sinistro. Ieri faceva male, e c’è stato un momento in cui ho chiamato il fisioterapista per un paio di secondi, e poi ho pensato posso gestirlo da solo, non ne ho necessariamente bisogno. La partita è proseguita e l’ho ultimata con tanta adrenalina in corpo e molto altro per la testa. La sera è tornato il dolore e abbiamo usato subito il ghiaccio. Ho pensato che potesse essere sufficiente. Quando mi sono svegliato la mattina dopo il match, ho preso degli antinfiammatori, ci siamo allenati un po’ e faceva ancora male. Ci siamo allenati nuovamente nel pomeriggio e la situazione era ok. Ma sentivo che faceva ancora male. Quindi abbiamo dovuto rimandare di nuovo gli esami, con il dottore che non era del tutto d’accordo con noi. Poi è arrivato il suo consiglio di non giocare e di sottopormi subito ad una risonanza magnetica.”
D. Gael, sei preoccupato per l’inizio della stagione sull’erba? Quanto starai fuori dal campo?
GAEL MONFILS: “Ottima domanda, so che domani mi sottoporrò alla risonanza magnetica in modo da sapere esattamente i tempi di recupero. Penso si tratterà di poche settimane, non molte. Può essere un recupero veloce come potrebbe volerci più tempo. Penso che se fosse stata una lesione completa si sarebbe trattato di un infortunio più serio, ma è parziale. Quindi, dopo la visita, saprò di più sul periodo di tempo in cui sarò fuori dai campi, ma il dottore ha detto che spera di potermi rivedere in campo sull’erba.”
D. Dopo il folle scenario che abbiamo visto nel match contro Baez, non sei deluso di lasciare il Roland Garros in questo modo a causa di infortunio?
GAEL MONFILS: “Non sono davvero sicuro di cosa provo, ma di certo è molto più che semplice delusione. Quanti Roland Garros giocherò ancora? Questa è la vera domanda. Non so quale sia la risposta. Quanti ne giocherò? Ho scoperto da poco dell’infortunio e per il momento sto cercando di digerire questa notizia.”