Newport Beach (USA, $150000+H, cemento) – [3] T. Fritz b. B. Klahn 3-6 7-5 6-0
Taylor Fritz è un tipo tosto a quanto pare. Il tennis, e massime l’opinione pubblica che lo governa, è un frullatore spietato: si fa presto a cambiare status, e per passare da giovane fiorente speranza a deludente promessa mancata ci vuole meno di quanto si pensi. Precoce finalista al compianto torneo di Memphis nel febbraio del 2016, quando cedette solo a Kei Nishikori in finale, e best ranking al numero 53 centrato nell’estate dello stesso anno, Fritz era indiscutibilmente l’uomo su cui gli Stati Uniti puntavano per ricostruire dopo anni di vacche magre. Ma Taylor Harry non mantenne e imboccò invece la strada di una preoccupante involuzione. Non sarà il caso di entusiasmarsi per il trionfo in un pur importante challenger, ma l’andazzo sembra tornato positivo: certo, la brutta eliminazione patita contro Mathias Bourgue nelle qualificazioni dell’Australian Open si sarebbe potuta evitare, ma la finale d’inizio anno a Noumea e il trofeo alzato nel neonato torneo di Newport Beach rappresentano ottimi ricostituenti. Favorito da un tabellone non impossibile – nessuna testa di serie affrontata nei cinque turni di routine – Fritz si è preso la rivincita su quel Noah Rubin che gli aveva tarpato le ali in Nuova Caledonia, finendo per soffrire unicamente nell’ultimo atto contro Bradley Klahn, mancino e scorbutico mestierante dei tornei di seconda fascia sul cemento USA. Fritz guadagna fiducia, quindici posizioni in classifica (torna da oggi nei primi 80, assestandosi alla settantasei) e balza in testa alle Oracle Challenger Series, che assegnano ai primi due classificati una wild card per il tabellone principale di Indian Wells. Citavamo Nishikori: la superstar giapponese, ferma dallo scorso Open del Canada per i ben noti problemi al polso destro, è tornata a colpire palline proprio a Newport Beach, con esiti non esaltanti: l’ex numero 4 ATP è uscito al primo turno contro il qualificato Dennis Novikov e ci riproverà questa settimana a Dallas. Avversario al primo turno? Ancora Novikov.
Rennes (Francia, 64000+H, cemento indoor) – [2] V. Pospisil b. [7] R. Berankis 6-1 6-2
Montepremi molto meno appetitoso ma stessa voglia di punti e rivincite nel capoluogo bretone. Condizioni veloci e vincitore da veloce, senza allontanarci più di tanto dalle possibili previsioni della vigilia. Saltata all’alba del torneo la prima testa di serie, poco onorata dal pensionando Youzhny, i favori del pronostico erano passati a Vasek Pospisil, canadese già numero 25 del mondo prima di un improvviso declino e della riconversione in doppista di successo. Qualificatosi al primo major stagionale ma sconfitto al primo turno del main draw dal poi finalista Marin Cilic, Pospisil è volato in Francia per vincere il sesto titolo in carriera nei tornei di secondo grado, concedendo solo tre giochi in finale all’ondivago lituano Berankis e dominando sin dal primo giorno con un servizio particolarmente efficace (superiore all’83% la media dei punti catturati con la prima in campo in tutta la manifestazione). Il buon Vasek si conferma ottimo rapace da duelli decisivi: nelle ventuno finali disputate in carriera in tutte le competizioni il giocatore nato a Vernon ha prevalso sedici volte.