Coppa Davis: Croazia, Germania e Belgio sul 2-1. Kazaki ai quarti

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Coppa Davis: Croazia, Germania e Belgio sul 2-1. Kazaki ai quarti

Cilic/Dodig rimontano 2 set a Nestor/Pospisil. Puetz/Struff sorprendono Ebden/Peers. Il Kazakistan chiude i conti con la Svizzera, l’Ungheria (grande Balazs) li riapre col Belgio

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COPPA DAVIS, Ottavi di finale

CROAZIA-CANADA 2-1 (dal nostro inviato ad Osijek Ilvio Vidovich)

M. Cilic/I. Dodig b. D. Nestor/V. Pospisil 2-6 3-6 6-4 7-5 6-2

 

“Oggi è la nostra festa, oggi si beve vino”.
Festeggiano così, intonando il ritornello di una tipica canzone di queste parti, i tifosi croati, subito dopo l’ultimo punto del match che consegna alla squadra di casa la vittoria nel doppio. Cantano e probabilmente dopo berranno sul serio (in sala stampa i giornalisti croati una bottiglia l’hanno aperta, per poi nasconderla con garbo quando sono arrivati la coppia canadese ed il ct Dancevic per la conferenza stampa), perché la paura è stata tanta: Cilic e Dodig si sono trovati sotto di due set e di un break nel terzo contro la coppia canadese Nestor/Pospisil, che fino a quel momento stava giocando un match praticamente perfetto, prima di iniziare la rimonta che li ha portati a trionfare al quinto set.

Per la prima ora e mezza infatti non c’è stata storia. Sarà stato che le condizioni meteorologiche di Osijek sembravano quelle di casa loro, vista la neve che da stamattina cade copiosamente sulla cittadina croata, sta di fatto che la coppia canadese si trova subito che è una meraviglia sul campo in terra rossa posato sul parquet del palazzetto “Gradski Vrt”. Chi invece non si trova per niente a suo agio e fa, in negativo, la differenza è Marin Cilic: lento e macchinoso, il tennista croato per un’ora abbondante sembra proprio che debba ancora smaltire il jet leg e non riesce ad entrare in partita. Dall’altra parte della rete, come dicevamo, Nestor e Pospisil fanno vedere come si deve giocare il doppio: variano la battuta, rispondono basso, a rete sono ineccepibili. Cosa quest’ultima che invece non si può dire del n. 3 del mondo, che proprio con due errori a rete consegna il primo break dell’incontro nel terzo game, sul servizio del suo compagno. Dodig cerca di tamponare l’emorragia rendendosi conto che il suo compaesano (sono entrambi nativi di Medjugorje) deve ancora entrare in partita, ma con il passare dei minuti, nel tentativo di fare più del dovuto, finisce anche lui per perdersi un po’. Altro break nel quinto gioco per un parziale di 4-0 che indirizza la prima frazione. Nonostante un attimo di rilassatezza che permette ai croati di arrivare alla prima palla break, poco dopo è 6-2 Canada, siglato da un ace di Nestor.

La trama del secondo set non si discosta da quella del primo parziale, se non per il fatto che i canadesi salgono ulteriormente di livello, entusiasmando il gruppetto dei loro connazionali – che anche se in pochi rispetto ai quasi tremila croati, continuano a fare un baccano incredibile – e il loro compagno di squadra Shapovalov, che è praticamente sempre in piedi tra un punto e l’altro. Esattamente come nel primo set, nel terzo game c’è il break sul servizio di Dodig. Stavolta sul 3-1 Canada Cilic tiene il servizio, ma una fantastica risposta vincente di Pospisil su una sua prima fa capire che in questo momento non c’è proprio partita, il Canada è evidentemente superiore. Cilic si prende un “toilet break” e Dodig mentre lo aspetta un po’ sconsolato discute con i suoi compagni di squadra in panchina, ma se l’intento era quello di girare l’inerzia del match non lo ha fatto capire a Pospisil che nel game successivo piazza 3 ace e continua a giocare in maniera impeccabile. Nestor nasce jugoslavo (si trasferì dalla Serbia in Canada col la famiglia nel 1976, quando aveva quattro anni) e forse inconsciamente vuole aiutare lui i suoi ex connazionali in difficoltà quando centra il partner con la prima di servizio poco dopo. Ma neanche questo ferma il 27enne di Vernon che subito chiude un punto con una stupenda volée di rovescio. A giudicare invece da come gioca il game successivo, il desiderio inconscio di Nestor era quello di essere il protagonista principale, dato che con una incredibile volée di riflesso e due stupende risposte al servizio di Cilic, è lui a sigillare il 6-3 Canada del secondo set.

Quando dieci minuti dopo i due canadesi giocano l’ennesimo sontuoso game alla risposta e strappano per la seconda volta consecutiva il servizio a Cilic, che era sul 40-0, neanche i due tifosi croati che continuano a battere i loro tamburi ci sperano più. Le espressioni sui volti dei tifosi croati al cambio campo, sul 4-1 Canada, rivelano tutta la loro delusione. E invece comincia, inaspettatamente, un’altra partita. Nestor e Pospisil si rilassano un pochettino e quel poco è sufficiente, perché dall’altra parte all’improvviso Marin Cilic si ricorda di aver messo in difficoltà Sua Maestà Roger Federer neanche una settimana fa, si sveglia dal suo torpore ed inizia a rispondere come sa. Dodig, da esperto doppista, fiuta subito che il vento sta cambiando e ci mette del suo con un paio di lob al bacio che sorprendono i due avversari a rete. Insomma, la Croazia si riprende subito il break (“Qui è cambiato il match” dirà uno sconsolato Pospisil in conferenza stampa) e lo bissa subito dopo: cinque game di fila ed è 6-4 Croazia. Veramente inimmaginabile solo un quarto d’ora prima.

Ora il Gradski Vrt è una bolgia. I canadesi non mollano e cercano di rimanere aggrappati con tutte le loro forze al match. Pospisil si prende anche un warning nel terzo game per proteste, ma riesce a portare a casa comunque il servizio al termine di un gioco combattutissimo. L’atmosfera però non si surriscalda più del dovuto: lo stesso Pospisil al termine del game sorride verso Shapovalov e Polansky in panchina e fa capire che tutto è finito lì. Si procede con tutti i giocatori che tengono il proprio servizio, ma si capisce che l’inerzia è dalla parte croata. Le risposte di Cilic fanno sempre più male (ad un certo punto ne ha messo una larga di un soffio, su una seconda di Pospisil, che ad occhio nudo chi scrive ha fatto fatica a vedere) e permettono a Dodig di rendersi protagonista a rete, mentre la coppa nordamericana sbaglia qualche colpo che fino a mezz’ora prima non si sognava di sbagliare. Si percepisce nell’aria che è solo questione di tempo ed infatti all’undicesimo game ecco puntuale il break croato che fa esplodere di gioia il pubblico di casa. E Dodig a seguire con un ace sigla il 7-5 Croazia che porta la sfida al quinto set.

Il parziale decisivo parte con i giocatori che tengono la battuta nei primo giro di servizi. Ma è ormai evidente che il match è ora in mano alla coppia di casa. Cilic e Dodig sono carichi, si incitano ad ogni punto, mentre i canadesi continuano lentamente, ma inesorabilmente, a calare di livello. Soprattutto è il loro servizio a fare sempre meno male e un po’ anche i 45 anni di Nestor, dopo più di tre ore di gioco, si fanno sentire. Ma c’è da dare merito ai croati: Marin adesso si muove benissimo e la conseguenza è che è ingiocabile alla risposta e da fondo. Dodig, che ad ogni punto incita il pubblico, non è da meno dalla parte del rovescio. Ed infatti il break del 3-2 si materializza grazie a due risposte lungolinea fotocopia – una di dritto e una di rovescio – dei due croati. La partita si chiude di fatto qui, i canadesi alzano bandiera bianca e anche Shapovalov non si alza più dalla panchina. Inesorabile arriva poco dopo un altro break e a seguire Dodig tiene il servizio che mette la parola fine al match: 6-2 Croazia. Che ora diventa la logica favorita del tie, considerando che potrà schierare eventualmente nel quinto match Marin Cilic.


AUSTRALIA-GERMANIA 1-2 (Andrea Franchino)

T. Puetz/J.L. Struff b. M. Ebden/J. Peers 6-4 6-7(1) 6-2 6-7(4) 6-4

Quando si sente parlare di modifiche al regolamento della Davis viene da domandarsi se chi le propone ha mai assistito ad un doppio di Davis…. Si vedono giocatori che diventano dei giganti, che trovano capacità ed energia in modo inspiegabile, che rovesciano risultati che apparivano già scritti. Come anticipato ieri la Germania aveva l’obbligo di vincere per consentire al suo n.1 Alexander Zverev di giocare il singolare di domani contro Kyrgios con la consapevolezza di poter chiudere la sfida con l’Australia. Si era vociferato della presenza del medesimo Zverev in campo per rinforzare il doppio teutonico, invece il capitano Kohlmann ha voluto schierare lo sconfitto di ieri Struff con Tim Puetz per affrontare la collaudata coppia Peers-Ebden e cercare di portare l’incontro sul 2-1.

Per quanto si è visto in campo, mai scelta è stata più azzeccata, i tedeschi partono decisi e conquistano il primo set grazie ad un break al settimo gioco. Secondo set per gli australiani al tie break, terzo set segnato dai 2 doppi falli al sesto gioco che hanno concesso il break a Struff/Puetz che hanno poi vinto la frazione per 6-2, quarto set chiuso al tie break da Peers-Ebden. Nel set decisivo tutto si risolve nel settimo gioco, quando i tedeschi ottengono 3 palle break consecutive, reazione australiana che le annulla tutte, ma sulla successiva occasione Struff esplode una risposta che consente alla sua nazionale di avvantaggiarsi e concludere poi la contesa con il punteggio di 6-4 grazie ad un perfetto turno di servizio di Puetz, vero uomo match. Domani tutte le speranze aussie saranno riposte nelle indubbie doti di Nick Kyrgios, chiamato all’impresa di sconfiggere il numero 5 delle classifiche mondiale Zverev per mandare la sfida al quinto incontro e continuare a sperare.


BELGIO-UNGHERIA 2-1 (Ruggero Canevazzi)

A. Balazs/M. Fucsovics b. R. Bemelmans/J. De Loore 6-3 6-4 6-7(2) 4-6 7-5

Una partita infinita, tecnicamente povera ma emotivamente infuocata, come da classico copione di Coppa Davis. Che dimostrerà tutti i suoi anni, ma continua a regalare grande spettacolo. Dopo 4 ore e 10 minuti un’indomita Ungheria riapre la sfida, dopo essere scappata avanti due set a zero e poi venire ripresa sul 2 pari, prima di un quinto set caratterizzato da tensione ed equilibrio. Ruben Bemelmans e Joris de Loore ce l’hanno messa tutta, dopo una prima parte decisamente fallosa e opaca, a chiudere la pratica oggi, ma si sono dovuti inchinare all’efficacia a rete di Marton Fucsovics e soprattutto all’eroe per un giorno Attila Balazs, strepitoso dal fondo per sagacia tattica, trascinatore dei rumorosi e pittoreschi supporter ungheresi e autore di alcune giocate superbe, soprattutto i lob di rovescio tagliato. Tutto rimandato a domani.

Non c’è il tutto esaurito oggi pomeriggio alla Country Hall di Sart-Tilman, provincia di Liegi (come scritto sul veloce indoor del palazzetto), evidentemente i belgi pensano che il tie sia già vinto ma si sbagliano. I tifosi ospiti sono in netta minoranza, visibili nell’unico spicchio verde – in un palazzetto a forti tinte rosse – alle spalle della loro panchina, ma estremamente variopinti (superbo l’improbabile copricapo da gallo biancorossoverde di un attempato supporter, che fa quasi passare inosservata la generosa parrucca tricolore del suo pingue compagno di scorribande). Nel primo set, sul break per loro del 3-1 e servizio, suggellato da una gran risposta incrociata di Balazs, sale il classico coro magiaro Ria-Ria-Hungaria!. Basta questo agli ospiti per vincere il primo set dopo aver annullato due palle del contro break sul 4-2, mentre nel secondo il break ungherese arriva in apertura, al termine di un game spettacolare chiuso prima da una gran volèe di dritto di De Looore (sul 15-40) e poi da un punto da badminton, con prima Fucsovizs e poi Balazs che indovinano due lob difensivi davvero formidabili. La torcida belga ad ogni cambio scandisce il ritmo rullando i numerosi tamburi e intonando Belgium, Belgium, ma l’unica palla break che si vede è a favore degli ospiti sul 4-3 30-40, prima che il n.1 magiaro Fucsovics, unico in campo nei primi 100 ATP – è il n.63 – esattamente come nel primo set, chiuda sicuro al servizio: 6-4 6-4 Ungheria.

Sembra andare tutto per il verso giusto agli ungheresi, che anche nel terzo parziale strappano il servizio agli avversari al quinto gioco, con Balazs autore di una risposta molto fortunosa che si trasforma nell’ennesimo lob vincente (ma subito prima Bemelmans aveva malamente sparacchiato a rete una volèe in avanzamento). Qui però i belgi trovano due ottime risposte consecutive sul 15-30 per costruirsi l’immediato contro break, fino al tie-break dove non sbagliano nulla, a differenza degli avversari, e chiudono 7-2 con una pregevole veronica di rovescio di De Loore. Sul 2-1 1 pari del quarto set scorgiamo l’agghiacciante mascotte di casa: una tifosa molto in là con gli anni che si alza in piedi e batte le mani, agghindata con un panama tricolore belga e una T-shirt rossa con stella centrale cerchiata di nero che fa molto revolución: per un attimo la fredda Liegi si trasforma nell’assolata Havana…  Il match segue i servizi fino al 4 pari, ma i belgi sono molto cresciuti, riducendo al minimo i gratuiti e sfruttano con un una gran risposta di dritto di De Loore l’unica palla break fin qui concessa dagli avversari, prima di agganciarli sul 2 set pari annullando due palle del controbreak ungherese.

Il quinto e decisivo set vede break ungherese e controbreak belga, fino al 5-4 Ungheria, quando una gran risposta di dritto di Fucsovics dà due match-point annullati dai belgi. La Country Hall esplode credendo nella vittoria, ma due giochi più tardi la coppia magiara scappa 0-40 e al quinto match-point un colpo al volo del n.1 ungherese rimanda il verdetto a domani.


KAZAKHSTAN-SVIZZERA 3-0 (Paolo Di Lorito)

T. Khabibulin/A. Nedovyesov b. M. Huesler/L. Margaroli 6-4 6-4 3-6 6-7(5) 6-3

La più quotata coppia svizzera composta da Luca Margaroli e Marc-Andrea Huesler (rispettivamente numero 161 e 324 del mondo in doppio) è stata sconfitta dal duo di casa formato da Timur Khabibulin e Aleksandr Nedovyesov (numeri 274 e 326). Il leader della coppia giallo-azzurra è indiscutibilmente Nedovyesov, che compirà 31 anni questo mese e oggi ha disputato il suo ottavo match di doppio in Davis, mentre per il suo compagno di squadra 22enne è solamente il secondo. Il supporto del pubblico di Astana è stato così insistente che all’inizio dell’incontro più volte i giocatori rosso-crociati si sono diretti sotto il seggiolone dell’arbitro per scambiare qualche parola con lui, e anche Severin Luthi ha passato parecchio tempo a confabulare col supervisor. Risultato: annunci dagli alto-parlanti in lingua russa prontamente fischiati dai presenti.

Il match inizia subito bene per la nazione asiatica e con l’aggressività di Nedovyesov (il serve-and-volley è una costante per lui) e l’esplosività fisica di Khabibulin riescono a far loro il primo set. Nel secondo parziale c’è una partenza lampo del duo svizzero che sale prepotentemente 3-0 ma la coppia kazaka, facendo ancora una volta leva sul sostegno del pubblico risale alla grande e con 5 game consecutivi chiude con un’altro 6-4. Gli svizzeri riescono finalmente a prendere le misure dei loro avversari e se riescono ad accorciare le distanze con relativa facilità, per pareggiare i conti devono sudare molto di più. Il quarto set si chiude al tie-break e per poco Margaroli e Huesler non restano beffati: chiudono 7-5 ma si sono visti annullare ben 4 set point consecutivi. Nel set decisivo i kazaki riprendono le redini del gioco e la distanza dalla rete torna a ridursi: gran parte degli scambi si svolgono al volo e spesso sono i tennisti di casa a conquistarli. Gli svizzeri cedono all’unisono e si fanno brekkare due volte consecutivamente; dopo poco meno di 3 ore e mezza si chiude il match con la vittoria meritata del team capitanata da Dias Doskarayev. Il Kazakhstan giunge ai quarti di finale per la quinta volta dal 2010 – quando è entrata nel gruppo principale – e per oltrepassare questo scoglio mai superato prima affronterà la vincente di Croazia-Canada, mentre con questa sconfitta il team svizzero, orfano da 3 anni di Federer e Wawrinka, è costretta per il quarto anno consecutivo a giocare i play-off per restare nel World Group.

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Coppa Davis: ufficializzati i calendari dei raggruppamenti di Manchester e Valencia

Le fasi finali di Davis cominceranno con Francia-Svizzera in Inghilterra e Serbia-Corea del Sud in Spagna

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Canada - Davis Cup 2022 (foto Roberto dell'Olivo)
Canada - Davis Cup 2022 (foto Roberto dell'Olivo)

Ufficializzati i calendari dei gironi “B” e “C” delle fasi finali di Coppa Davis che si terranno dal 12 al 17 settembre 2023.

Gran Bretagna, Australia, Francia e Svizzera sono inserite nel raggruppamento “B”. In palio c’è un posto per le Final Eight di Coppa Davis di tennis maschile. Si giocherà a Manchester in casa dei britannici secondi classificati nel 2022 nel raggruppamento di Glasgow, alle spalle degli Stati Uniti. La Gran Bretagna cercherà di far valere il fattore campo e di tornare a essere protagonista nelle fasi finali della competizione. Per la Svizzera si tratta della prima partecipazione alle fasi finali di Coppa Davis, mentre Australia e Francia cercheranno di migliorare quanto fatto l’anno scorso. De Minaur e compagni persero la finale di Davis contro il Canada, mentre i francesi finirono terzi nel raggruppamento di Malaga.  

Manchester non ospitava una manifestazione di Coppa Davis dal luglio 1994, quando la Gran Bretagna affrontò la Romania al Northern Lawn Tennis Club.

 

Ecco il calendario degli incontri:

Martedì 12 settembre, Francia – Svizzera (14° incontro di Coppa Davis; Francia in vantaggio 10-3).

Mercoledì 13 settembre, Australia – Gran Bretagna (14° incontro di Coppa Davis; Australia in vantaggio 8-5)

Giovedì 14 settembre, Australia – Francia (17° incontro di Coppa Davis; Australia in vantaggio 11-5)

Venerdì 15 settembre, Gran Bretagna – Svizzera (5° incontro di Coppa Davis, Gran Bretagna in vantaggio 3-1)

Sabato 16 settembre, Australia – Svizzera (6° incontro di Coppa Davis, Australia in vantaggio 4-1)

Domenica 17 settembre, Gran Bretagna – Francia (24° incontro di Coppa Davis, Gran Bretagna in vantaggio 13-10).

Ufficializzato anche il calendario del raggruppamento “C” che si disputerà a Valencia e vedrà protagonisti i padroni di casa della Spagna sfidarsi con Serbia, Repubblica Ceca e Corea del Sud.

Eccolo il programma completo:

Martedì 12 settembre, Serbia – Corea del Sud (2° incontro di Coppa Davis; Serbia in vantaggio 1-0)

Mercoledì 13 settembre, Spagna – Repubblica Ceca (7° incontro di Coppa Davis; Spagna in vantaggio 4-3)

Giovedì 14 settembre, Repubblica Ceca – Corea del Sud (primo incontro di Coppa Davis)

Venerdì 15 settembre, Spagna – Serbia (12° incontro di Coppa Davis; Spagna in vantaggio 8-3)

Sabato 16 settembre, Serbia – Repubblica Ceca (13° incontro di Coppa Davis; Repubblica Ceca in vantaggio 7-5)

Domenica 17 settembre, Spagna – Corea del Sud (3° incontro di Coppa Davis; Spagna in vantaggio 2-0)

Nei prossimi giorni verrà ufficializzato il calendario dell’Italia, inserita nel gruppo “A” in programma a Bologna con i campioni in carica canadesi, Svezia e Cile, e di quello “D” con Croazia, Olanda, Stati Uniti e Finlandia, esordiente alla fase finale di Davis.

Gli eventi della fase a gironi si giocheranno in un girone all’italiana con le prime due squadre di ogni gruppo che accederanno alle Final 8 a Malaga (21-26 Novembre).

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Coppa Davis

La Croazia e l’ITF sfogliano la margherita. Si giocherà a Spalato la Coppa Davis?

Tramontata l’ipotesi Zara, Spalato è in pole position per ospitare il girone delle Davis Cup Finals che si disputerà in Croazia. Ma con il palazzetto più bello della città al momento chiuso per debiti

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La Spaladium Arena (fonte: Wikipedia)

Lo scorso marzo, subito dopo il sorteggio della fase a gironi delle Davis Cup Finals 2023, furono subito rese note le sedi di tre dei quattro raggruppamenti da cui usciranno le otto finaliste: Bologna, Valencia e Manchester. La nazione prescelta per ospitare il quarto raggruppamento, la Croazia, si riservò invece il diritto di comunicare in un secondo momento dove, dal 12 al 17 settembre prossimi, la squadra di casa avrebbe affrontato USA, Olanda e Finlandia. 

È passato quasi un mese e mezzo e quel momento non è ancora arrivato. Però dovremmo essere in dirittura d’arrivo: qualche settimana fa c’è stata infatti la visita della delegazione dell’ITF in Croazia, per la precisione a Spalato, per verificare che ci siano le condizioni richieste per l’organizzazione dell’evento. È infatti la città che ha dato i natali a tanti dei più grandi giocatori della penisola balcanica (partendo dagli anni 70 con Niki Pilic e Zeljko Franulovic, passando per gli anni 90 e gli anni 2000 con Goran Ivanisevic e Mario Ancic, ed arrivando sino ad oggi con Mate Pavic e Petra Martic, ma anche con la grande promessa del tennis croato, il vincitore di Wimbledon juniores 2022 Mili Poljicak) la favorita per l’assegnazione.

La prima scelta della federtennis croata era stata in realtà Zara, ultima città croata ad ospitare un tie della Davis nel formato tradizionale, la semifinale Croazia-USA dell’edizione 2018. Edizione poi vinta proprio dalla nazione balcanica, battendo in finale la Francia. Purtroppo il Palazzetto dello Sport “Krešimir Čosič” – intitolato al leggendario giocatore di basket, cresciuto nella cittadina dalmata, che vinse tutto con la nazionale jugoslava, ma che anche gli appassionati italiani ricordano per i due scudetti di fila con la Virtus Bologna, di cui fu poi anche allenatore per una stagione –  non è disponibile in quel periodo, in quanto già da tempo prenotato per una fiera nautica.

 

Metà settembre significa ancora estate, in particolare in Dalmazia, ed allora l’intenzione dei vertici del tennis (ma anche del ministero del turismo) croato era di quello di offrire ai tifosi al seguito delle proprie nazionali un pacchetto turistico interessante, unendo al tennis della Coppa Davis il mare e le coste della Dalmazia. Di conseguenza, tramontata l’ipotesi Zara la scelta più logica non poteva che essere Spalato. Ed è per questo che la delegazione ITF, o meglio di emotion group, la società austriaca a cui la federazione internazionale ha appaltato le attività operative di organizzazione, ha fatto tappa nella città dalmata. Gli ispettori austriaci hanno visitato l’Arena Gripa, la struttura sportiva cittadina che in teoria dovrebbe ospitare l’evento. Diciamo in teoria perché gli ispettori sono andati a vedere anche ad un altro impianto sportivo della città di Diocleziano, la Spaladium Arena. Come mai? Perché dal punto di vista del confort e delle dimensioni, quest’ultima si lascia nettamente preferire. Per capirci: è stata inaugurata nel 2008 e le tribune del campo centrale hanno una capienza di 10.000 posti; quelle dell’Arena Gripa, aperta al pubblico nel 1979, arrivano a 6.000. Il problema è che la struttura è inutilizzata dal punto di vista sportivo dallo scorso settembre, da quando si sono tenuti gli Europei di pallanuoto, e da allora è stata solo la sede di due concerti ed una fiera. I problemi sono esclusivamente economici, ma non di poco conto: la società che la gestiva è in bancarotta ed ha un debito di oltre 3 milioni di euro con il comune di Spalato (e non solo). Ed è per questo che la struttura è chiusa.

Il fatto che di solito il comune sede del tie di Davis sia co-organizzatore o comunque main sponsor dell’evento, potrebbe essere una delle chiavi per aprire le porte della struttura per la manifestazione. I media locali non hanno informazioni ufficiali al riguardo, ma si vocifera che ci sia la volontà delle istituzioni di cercare una soluzione per consentire la riapertura della Spaladium Arena per un evento sportivo dopo che saranno passati dodici mesi dall’ultima volta. Forse anche per scaramanzia, dato che gli Europei di pallanuoto di settembre sono stati infatti vinti proprio dalla Croazia.

I media locali riportano inoltre che c’è un altro punto di attenzione: entrambi gli impianti avrebbero infatti bisogno di qualche adeguamento per rispondere ai requisiti previsti dall’ITF. Ricordiamo, ad esempio, che oltre al terreno di gioco dove si disputeranno i match devono essere disponibili anche altri due campi per il riscaldamento e gli allenamenti (entrambe le strutture hanno comunque già un campo secondario con le tribune). Comunque sia, a breve l’ITF dovrebbe comunicare l’esito della visita ispettiva e si saprà quindi se Spalato tornerà ad ospitare la Davis dopo tredici anni (dal luglio 2010, quarti di finale del Gruppo Mondiale: vinse la Serbia per 4-1 sui padroni di casa) e, nello specifico, quale impianto è stato scelto. La federtennis croata ha comunque pronto il piano B (o meglio C, considerando Zara) qualora gli ispettori fossero stati molto fiscali e soprattutto scettici sulle possibilità degli impianti spalatini di adeguarsi in tempo: la capitale Zagabria, con il suo “Dom Sportova”, che ha ospitato la finale persa dalla nazionale di casa nel 2016 contro l’Argentina, e più di recente, nel 2020, il match di qualificazione vinto contro l’India.

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Coppa Davis

Volandri: “Sinner è cresciuto in tutto. Berrettini e Musetti? Così analizzo i loro momenti” [ESCLUSIVA]

Il capitano della nazionale italiana di Coppa Davis in un’intervista esclusiva con il direttore di Ubitennis: “Un orgoglio vedere Jannik battere Alcaraz in un match così a Miami”

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Dal grande Sinner di Miami ai momenti complicati di Musetti e Berrettini: nel giorno della presentazione degli Internazionali d’Italia 2023 il capitano della nazionale italiana di Coppa Davis Filippo Volandri ha concesso un’intervista al direttore di Ubitennis, Ubaldo Scanagatta. Ecco le sue parole.

Nel 2007 a Roma hai battuto il numero uno del mondo, Roger Federer. Che effetto ti ha fatto vedere Sinner replicare la stessa impresa contro Alcaraz a Miami?

“Un orgoglio vedere Jannik andare così vicino a portare a casa il primo Masters 1000 ed è stato pazzesco vederlo battere Alcaraz. Siamo contenti di avere un altro giocatore che sta scrivendo la storia del nostro tennis. Sta migliorando su tanti aspetti a vista d’occhio: dall’adattabilità alle diverse superfici alla sua fisicità. Il suo tennis sta evolvendo grazie a competenze nuove, siamo orgogliosi di lui”.

 

Dove pensi che possa arrivare Sinner?

“Sta lavorando per diventare il numero uno del mondo, per portare a casa Slam e Masters 1000, ne ha tutte le possibilità. Dobbiamo dargli il tempo per poter lavorare serenamente, ma sono sicuro che ha grandi potenzialità”.

Come capitano di Coppa Davis sei preoccupato per le difficoltà che stanno avendo Musetti e Berrettini?

“Preoccupato non è la parola giusta, so che lavoro stanno facendo con i loro team, si stanno rimboccando le maniche. Sanno di essere in maniera diversa in un momento di difficoltà ma era inevitabile che arrivasse per Lorenzo, che è giovanissimo ed è cresciuto così rapidamente da far pensare che prima o poi un momento così potesse arrivare. Matteo in passato è stato capace di tornare a vincere subito dopo uno stop di due mesi, ma questo rimane qualcosa di straordinario. Sta lavorando su sé stesso, sono assolutamente fiducioso del fatto che nelle prossime settimane vedremo un giocatore migliore”.

A Montecarlo Musetti o Berrettini potrebbero riscattarsi? Chi dei due ha la mentalità per combattere una crisi di fiducia?

“Per Matteo e per Lorenzo occorre fare due discorsi diversi perché diverse sono le caratteristiche. Musetti ha nella terra battuta la superficie preferita ma ha dimostrato di poter fare benissimo anche indoor. Sono sicuro che entrambi faranno bene. A Montecarlo un bel risultato potrebbe arrivare per entrambi, io sono fiducioso”.

Lo scorso anno a Malaga Sonego fu protagonista delle partite più belle. Lui è rientrato nei primi 50 del mondo, il suo potenziale quale è?

“Sta attraversando un ottimo periodo fin dalle finali Davis dello scorso anno. Ha fatto un’ottima preparazione invernale e nelle prime settimane della stagione ha raccolto meno di quanto seminato, ma da Dubai ha iniziato a fare bene. Lui è arrivato al numero 20 del mondo, ha avuto una crescita continua senza nessuno stop e anche lui ha avuto una normale battuta d’arresto lo scorso anno. Ora sono strafelice che sia tornato a competere a livelli altissimi e sono sicuro che anche la sua classifica migliorerà”.

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