C’è anche Roma nell’agenda 2018 di Serena Williams. Lo svela Patrick Mouratoglou, intervistato dal New York Times proprio mentre sta per raggiungere l’ex numero uno del mondo negli Stati Uniti. La seguirà da vicino, per aiutarla a trovare una condizione accettabile in vista di Indian Wells. Ritornata ad assaporare l’agonismo nell’ininfluente doppio di Fed Cup, Serena ha programmato di partecipare solo a nove tornei nella stagione in corso: dopo Indian Wells ci sarà Miami, poi Roma, Roland Garros, Wimbledon, un altro torneo sul cemento americano, gli US Open e – in caso di eventuale qualificazione – le Finals di Singapore. Tra le priorità va inserita anche la Fed Cup, con la prospettiva di rendersi eleggibile per difendere i colori USA anche alle Olimpiadi di Tokyo 2020.
SERENA E IL FORO – Se la tappa romana è certamente da intendersi come funzionale alla preparazione del Roland Garros, non si può tacere il feeling particolare che lega la più piccola delle sorelle Williams al Centrale. Il trofeo degli Internazionali è finito quattro volte nella sua bacheca nell’arco di 14 anni. Dal primo successo nel 2002 (dall’altra parte della rete c’era Justin Henin) al più recente datato 2016, nella finale tutta americana dominata contro Madison Keys. Nel mezzo anche i trionfi del 2013 battendo Azarenka e del 2014, quando interruppe il sogno di Sara Errani. Un amore intenso, pronto a riaccendersi.
OLTRE I LIMITI – “È evidente, Serena non può più reggere stagioni come il 2013 o il 2014 – le parole del tecnico francese –. Nel 2013 ha vinto 11 tornei, il suo fisico esprimeva una forza erculea. Oggi non ha la stessa età e non credo voglia tornare quella di prima. L’attenzione per lei sarà concentrata sui momenti più importanti”. Selezionare gli impegni diventa a 36 anni l’unica ricetta per inseguire la longevità agonistica, specie se si ha alle spalle una gravidanza non semplice. “Ha ricominciato davvero da zero – prosegue Mouratouglou – senza fare lavoro fisico per mesi. Dopo il parto e le complicazioni, aveva un’autonomia sul campo di una trentina di minuti. Non potremmo nemmeno definirlo un vero allenamento. Di giocatrici rientrate dopo una gravidanza ce ne sono state, ma non a questa età. Tutte quelle che l’hanno fatto erano dieci anni più giovani”.
SE È TORNATA… – In attesa di capire come reagirà il fisico, chi le sta più vicino non esita a fissare obiettivi ambiziosi. Pur ponderati con le energie disponibili. “Ritiene di poter vincere ancora, altrimenti non sarebbe tornata”, il credo dell’allenatore francese. A quota 23 trionfi Slam, Serena Williams aveva già messo nel mirino il record di Margaret Court (24). Oggi addirittura non esclude la possibilità di superarlo, come da lei stessa esplicitato (sempre al NYTimes) durante il week-end di Fed Cup ad Asheville. “Inutile negarlo, arrivare a 25 Slam mi piacerebbe. Ma devo andare avanti giorno per giorno”. Pur dalla più matura e logorata prospettiva di moglie e madre, non ha abbassato il mirino. E l’attuale vuoto di potere nel tennis femminile certamente non l’ha scoraggiata.