La legge del numero 1 (Cocchi). Polisportiva Wozniacki: n. 1 (Semeraro)

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La legge del numero 1 (Cocchi). Polisportiva Wozniacki: n. 1 (Semeraro)

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La legge del numero 1 (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Non era appagato. Forse un po’ annebbiato, ma sempre una macchina da guerra. Roger Federer, nella sua prima giornata da numero 1 (anche se ufficialmente lo diventerà domani) trova sulla strada un Andreas Seppi in forma smagliante, ma non abbastanza da superarlo. Federer ha vinto in due set: dopo essersi aggiudicato 6-3 il primo parziale, la seconda frazione è stata equilibratissima, senza palle break. Il tie break, però, è stato senza storia: Federer è salito subito 5-1 e poi ha chiuso 7-3. Resta comunque un torneo da dieci in pagella quello di Seppi che, entrato in tabellone come lucky loser, ha esordito battendo il portoghese Sousa, numero 68 Atp, poi ha eliminato in due set il numero 4 al mondo Sascha Zverev e infine ha superato il Next Gen Daniil Medvedev, numero 57, ai quarti. Grazie alla semifinale, domani tornerà tra i primi 60 al mondo. Oggi intanto Federer andrà a caccia del titolo contro Grigor Dimitrov, vincitore delle Finals di Londra. Il bulgaro si presenterà fresco in finale, visto che ha giocato appena un set e un game contro David Goffin, prima che si ritirasse. Il belga infatti è stato colpito all’occhio sinistro da una pallata partita dalla sua stessa racchetta. Dimitrov è saltato subito dall’altra parte della rete per accertarsi delle condizioni del suo avversario; dopo i controlli sembra non ci sia nulla di grave per David, che la settimana prossima a Marsiglia dovrebbe essere in campo. I festeggiamenti per la quarta salita al trono non hanno dunque lasciato grossi strascichi a Federer, che ha ammesso di essersi tolto un peso: «Contro Seppi sono entrato in campo più rilassato – ha detto il 36enne -. E questo mi ha aiutato. La pressione era tanta questa settimana, ma sono riuscito a mantenere la calma e la concentrazione grazie a tutti i match che ho giocato quest’anno». Un 2018 che, va ricordato, ha visto Federer conquistare già uno Slam, il ventesimo in 20 anni di carriera da professionista: «Scavalcare Rafa e salire al numero 1 dopo tanti anni suona un po’ surreale – ha detto —. ma sono contento di averlo fatto vincendo dei match. Quando mi è successo l’ultima volta, nel 2012, me ne sono accorto una settimana dopo la vittoria di Wimbledon, quando ero in vacanza». Un paio di bicchieri di champagne con il suo team e con Severin Luthi, l’allenatore di sempre arrivato dalla Svizzera apposta per celebrare il momento, poi una notte tranquilla prima del match con Seppi: «Avevo finito di giocare abbastanza presto. Ho guardato per qualche ora le gare dell’Olimpiade e poi sono andato a dormire». Oggi, per il tris a Rotterdam e il 97° titolo dovrà vedersela con il «baby Fed» bulgaro, superato in tutti e sei i confronti precedenti, segno che le imitazioni, per quanto buone, non sono mai all’altezza dell’originale: «Abbiamo uno stile di gioco simile — è il commento dello svizzero —, chi tra noi due sarà più aggressivo ed efficace al servizio solleverà il trofeo». Diffidare dalle imitazioni.

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Polisportiva Wozniacki: n. 1 (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Ieri a Doha, in semifinale, Caroline Wozniacki ha perso in tre set contro Petra Kvitova. Ma lo stop di Simona Halep le garantisce comunque di restare al comando del ranking Wta.

Vincere uno Slam quanto le ha cambiato la vita?

La verità? Non è cambiata affatto. Continuo a giocare, in allenamento mio padre continua a ripetermi di muovere i piedi… L’unica differenza è che nessuno mi chiede più quando vincerò il primo Slam. Ed è una bella differenza.

E’ di nuovo n.1 a sei anni di distanza: il segreto?

L’esperienza. Cresci, e diventi più intelligente. Soprattutto impari a gestire fisico e infortuni, che oggi è la cosa fondamentale.

Ha praticato tanti sport, non solo il tennis: le è servito?

Tantissimo, per la coordinazione. Ho fatto sci, nuoto, ginnastica, pallamano, poi quando sei giovane non è bene concentrarsi solo su uno sport, devi pensare a divertirti. E’ una cosa che ti torna molto utile quando in seguito decidi a quale disciplina dedicarti.

Sta seguendo le gare alle Olimpiadi in Corea? In che disciplina olimpica gareggerebbe?

Ho guardato un po’ le gare. Mi piace la discesa libera, la mia preferita è Lindsey Vonn. Ho provato a guardare il bob, ma non ci capisco molto. Da ragazzina sciavo almeno un mese all’anno, sono brava sia con gli sci sia con lo snowboard. Un tempo ero scatenata, avrei fatto anche il salto con il trampolini, ma ora credo che sceglierei il curling: è uno degli sport in cui la Danimarca ha preso una medaglia. Con un buon team e la mia coordinazione credo che farei bene.

Lei ha corso la maratona di New York dopo il tennis, che sport le piacerebbe provare?

Vorrei provare con il triathlon: così potrei continuare a mangiare tutto quello che voglio! In fondo nella maratona ho ottenuto un tempo più che decente, penso che sarebbe divertente.

Il suo promesso sposo è l’ex campione Nba David Lee: lei come se la cava col tiro da tre punti?

Non molto bene.. L’allenatore di David mi ha insegnato un po’ la tecnica, e riesco a tirare dalla distanza, e anche fare qualche entrata, ma mi fermo lì. E molto meglio David come tennista. Si allena un sacco, e durante la pausa invernale abbiamo giocato parecchio insieme.

E’ difficile far convivere il tennis e le sue attività extrasportive?

Quello che mi importa è il tennis: voglio essere la miglior atleta possibile. Però è vero che la carriera prima o poi finisce, e se strada facendo ti capitano delle opportunità devi coglierle. Ovviamente devi essere brava a scegliere: se mi chiedono un servizio fotografico voglio essere sicura che sia fatto bene e non intralci gli allenamenti.

Si è mai sentita discriminata in quanto donna, nello sport e nella vita?

Ogni tanto può capitare, ma noi tenniste siamo molto rispettate come atlete e questo ci dà una piattaforma importante per far valere i nostri diritti. Sento di avere un ruolo in questo, e voglio continuare ad averlo: se un giorno avrò una figlia, voglio che sia libera di fare ciò che vuole. Tutte le donne, in tutti i campi, devono avere questa opportunità. È un momento storico in cui il potere delle donne è forte, stiamo facendo progressi ma bisogna insistere.

Se avrà un figlio continuerà a giocare come la sua amica Serena Williams e Vika Azarenka?

No: ammiro moltissimo le mamme-atlete, ma quando avrò un figlio mi fermerò e aprirò un capitolo nuovo della mia vita.

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