Indian Wells: Federer con le marce basse, ora occhio a Chung

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Indian Wells: Federer con le marce basse, ora occhio a Chung

Roger supera Chardy in due set senza strafare. Sarà rivincita della semifinale di Melbourne contro il coreano. Coric vince il derby tra giovani. Sfiderà Anderson nei quarti

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[1] R. Federer b. J. Chardy 7-5 6-4 (da Indian Wells, il nostro inviato Vanni Gibertini)

È quasi imbarazzante vedere una ex-semifinale Slam (Carreno Busta-Anderson) giocata sullo Stadium 2 davanti a pochi intimi perché sullo Stadium 1 è in corso la “liturgia” di Roger Federer contro un avversario che, a detta del nostro n.1, “gioca a caso”. Non è una sorpresa, tutt’altro, ma non smette mai di meravigliare quanto il 20 volte campione di Slam riesca a monopolizzare gli eventi nei quali è protagonista, diventando di fatto “il protagonista”.

Nell’ottavo di finale contro Jeremy Chardy il n.1 del mondo ha sperimentato l’orario di metà pomeriggio, nel quale l’ombra arriva progressivamente a coprire l’area di gioco, creando alcuni giochi di luce che possono risultare fastidiosi. Certo non per Federer, che ormai nei suoi vent’anni sul circuito ne ha viste di cotte e di crude, e può contare su una gamma di soluzioni talmente variegata da potersi adattare a qualunque situazione. In questa giornata lo svizzero ha adottato la modalità “frigorifero classe A+” ovvero quella di estrema conservazione delle energie. Ci pensa Chardy a spingere, soprattutto con il suo diritto dall’impugnatura “full western” (ci fa notare il maestro Baldissera), anche se con risultati altalenanti.

Sul servizio di Roger semplicemente non si gioca: cinque punti concessi in tutto il match, una sola volta il francese è riuscito ad arrivare a “30”, senza peraltro dare mai la sensazione di poter piazzare un allungo importante. In risposta Federer tende a rimanere molto vicino alla riga di fondo bloccando il colpo sulla prima, arretrando invece di parecchi metri sulla seconda per sbracciare sulle parabole alte. La prima palla break arriva al settimo game, cancellata da una prima. Quattro giochi più tardi Chardy combina il ‘patatrac’ che gli costa la prima frazione: dopo essersi salvato dal 30-40 (altro servizio) si impappina su uno schiaffo al volo di diritto sulla palla del 6-5 e finisce per concedere break e set all’avversario. Secondo set molto simile: “cruise control” fino al 4-4, una sgasata dello svizzero al nono game ed il match si conclude in 81 minuti perfezionando il quarto di finale della parte alta che ricalca esattamente la semifinale degli ultimi Australian Open. C’è da sperare che Chung arrivi all’appuntamento senza la vescica sotto il piede destro che lo ha costretto al ritiro a Melbourne, ed il modo in cui il coreano è arrivato negli “ultimi otto” del BNP Paribas Open lascia ben sperare. La folla ed il DJ però sembrano aver già scelto: la colonna sonora all’uscita dal campo di Federer è “Hall of Fame” di The Script…

Non è stato facile vedere quello che è successo [a Chung in Australia], sapevo che non stava bene anche prima della partita. Posso immaginare il dolore che ha provato, vedendo che vescica aveva. Sono sinceramente sorpreso dalla rapidità con cui è tornato a giocare, ferite come quelle di solito hanno bisogno di un po’ di tempo per guarire. Oggi ha giocato una gran partita e non vedo l’ora di giocare contro di lui domani. Non lo conosco abbastanza bene da poter dire di conoscerlo personalmente. Sembra un ragazzo molto tranquillo, quadrato, le similarità del suo gioco sono principalmente relative agli spostamenti, di come riesce a scivolare sul diritto e sul rovescio in posizione aperta, ma per il resto il suo tennis è abbastanza diverso. È molto esplosivo e credo sarà un grande giocatore, ho molto rispetto per luiOggi ho provato ad arretrare sulla seconda, e in misura minore anche sulla prima, per cercare di darmi qualche possibilità in più sul servizio di Jeremy, che è molto bravo nell'”uno-due”. Cercavo di cambiare un po’ le carte in tavola sia a causa del vento e anche perché Jeremy riusciva a proteggere bene la sua battuta. Non è stato semplice rispondere“.

[23] H. Chung b. [30] P. Cuevas 6-1 6-3 (Giacomo Capra)

L’astro nascente del tennis asiatico Hyeon Chung raggiunge per la prima volta in carriera i quarti di finale di un Master 1000 sconfiggendo l’uruguaiano numero 34 del mondo Pablo Cuevas. Primo incontro assoluto tra i due giocatori. Avvio molto pimpante da parte del coreano, con il sudamericano che sembra fare fatica a mantenere il ritmo imposto dall’avversario. L’impressione si tramuta in certezza quando Pablo cede per primo il servizio nel quarto game commettendo un grave fallo di piede sulla seconda di servizio. Le accelerazioni del 32enne uruguaiano non danno fastidio al promettente asiatico che riesce a controbattere ottimamente trovando angoli che mettono costantemente in difficoltà l’avversario. Un rendimento insufficiente al servizio poi condanna Cuevas al secondo break subito e al conseguente 6-1 nel primo set.

Il secondo parziale continua come il primo, con il giocatore sudamericano che commette nel primo game un altro fallo di piede ed apre così la strada al break in avvio di Chung. La partita sembra chiudersi virtualmente già nel terzo gioco quando Hyeon strappa nuovamente il servizio vincendo un fantastico scambio lungo in difesa e Pablo, in preda al nervosismo, si prende un warning per una palla scagliata intenzionalmente sugli spalti. Sotto 5-0 senza più nulla da perdere Cuevas ritrova improvvisamente il suo tennis annullando ben sette match point e tentando una clamorosa rimonta. Rimonta che però si ferma sul più bello quando dopo una striscia di tre giochi consecutivi perde nuovamente la battuta cedendo set e incontro. Vince come da pronostico nonostante qualche tentennamento di troppo nel finale Hyeon Chung. Nei quarti per lui nuovo incrocio con Roger Federer dopo la sfortunata semifinale dell’Australian Open dove il 21enne coreano fu costretto a ritirarsi per colpa delle vesciche.

B. Coric b. T. Fritz 6-2 6-7(6) 6-4 (Lorenzo Fattorini)

La sfida tra i due più giovani giocatori rimasti in gara viene vinta dal croato Borna Coric, che riesce ad avere la meglio di un altalenante ma falloso Taylor Fritz in due set, 6-2 6-7(6) 6-4 in un match condizionato dal forte vento e da un rendimento insufficiente di Fritz con servizio e dritto. Il primo set è un monologo di Coric. I suoi colpi profondi e ficcanti, specialmente il rovescio lungo linea, mettono in grande difficoltà l’avversario, incapace di dare continuità al suo gioco costellato da errori e da un servizio carente (35% di prime). È il suo colpo, il dritto, a tradirlo: sono 4 errori con quel fondamentale a portare il croato al doppio break sul 5-1. Una volta archiviato per 6-2 il primo set, finalmente inizia una partita combattuta. Fritz aumenta le percentuali di servizio, riesce ad essere più aggressivo col suo colpo preferito e sul 4-3 riesce a rompere l’equilibrio. Alla prima occasione, con uno splendido dritto incrociato riesce a strappare il break e a servire per il set. Borna però dimostra tutta la sua forza mentale, contro-brekkando immediatamente nonostante un’interruzione del gioco sulla palla break per una bottiglia in campo. Il livello del gioco si alza e si arriva al tie-break: Coric si invola 4-0, ma è Fritz a vincerlo grazie ad uno splendido dritto lungolinea per annullare il match point croato e all’errore di Coric sulla voleè di rovescio.

Inizia così il terzo set, ricco di errori da entrambe le parti e caratterizzato da un andamento molto altalenante. Il calo di Coric si prolunga, portando Fritz sul 2-0, ma un game nuovamente condito da 3 dritti sbagliati dell’americano consente al croato di tornare in parità. La partita avanza fino al 4-4, tra colpi vincenti (pochi) ed errori (molti) da ambo le parti, quando sul servizio di Borna, Taylor si porta sullo 0-30. Non sfrutta però il momento favorevole e Borna non solo riesce a vincere il game, ma riesce per ottenere altri 3 match point sul servizio avversario grazie ad un bellissimo rovescio lungo linea e ad un lob perfetto. Il doppio fallo di Fritz mette fine alla contesa dopo 2 ore e 11 minuti. Coric accede ai quarti e ottiene 180 punti ATP, puntando a rientrare in top 45. Attende ora Kevin Anderson.

[7] K. Anderson b. [11] P. Carreno Busta 4-6 6-3 7-6(6) (Matteo Marinucci)

Nel terzo match sullo “Stadium 2” il numero 7 del seeding Kevin Anderson (9 ATP) vince la resistenza del numero 11 Pablo Carreno Busta (14 ATP) al tie-break del terzo set per 4-6 6-3 7-6(6). Il sudafricano guidava 3-0 negli scontri diretti, tra cui “spicca” il confronto più recente nella semifinale dell’ultimo US Open e, forte anche di un ottimo stato di forma, parte con tutti i favori del pronostico. È proprio il 31enne di Johannesburg ad uscire meglio dai blocchi, chirurgico al servizio e molto aggressivo da fondo; lo spagnolo soffre la potenza del suo avversario e concede una palla break, ma Anderson sbaglia due volée consecutive al termine di due punti dominati e l’occasione sfuma. Il sudafricano sta facendo la partita e ha un’altra occasione per strappare il servizio all’avversario sul 4-3 in suo favore, ma qualche errore di troppo e l’ottima difesa dello spagnolo vanificano il tentativo di break. Nel game successivo la svolta inaspettata: Carreno vince i suoi primi punti in risposta (16 punti a 0 “on serve” fino a questo momento per Anderson) e ottiene tre palle break non consecutive, tutte ai vantaggi (una con un nastro che “spegne” la palla sotto rete). La terza è quella buona: Anderson subisce il primo break del torneo (era l’unico rimasto in tabellone senza aver perso la battuta) e Busta chiude il set per 6-4, un set in cui ha sofferto, ma che è riuscito a portare a casa giocando bene tutti i punti importanti.

Il secondo set si apre sulla falsa riga del primo. Il sudafricano, impeccabile al servizio, continua a spingere con i colpi a rimbalzo e torna  subito a palla break. Carreno si salva ancora, ma deve cedere due turni di battuta più tardi, e va sotto 2-4. Anderson continua il suo gioco e chiude 6-3 senza ulteriori sussulti. Il parziale decisivo si sviluppa nel più totale equilibrio. Il sudafricano ha perso un po’ di intensità ed entrambi i giocatori mantengono i propri turni di servizio senza rischiare niente fino al tie-break, che ripercorre l’andamento generale del match: Anderson spinge fin da subito, tira vincenti, commette qualche errore, rischia, mentre lo spagnolo si difende e allunga gli scambi. Alla fine viene premiato il coraggio e il gioco più propositivo del primo, che conferma l’ottimo trend di questo 2018, in cui ha raggiunto 3 finali (una vinta a New York, più le sconfitte a Pune e ad Acapulco due settimane fa con del Potro). Ai quarti se la vedrà con Borna Coric (49 ATP), uscito vincitore in 3 set nello scontro tra giovani con Taylor Fritz.

Risultati:

Parte alta

[1] R. Federer b. J. Chardy 7-5 6-4
[23] H. Chung b. [30] P. Cuevas 6-1 6-3

B. Coric b. T. Fritz 6-2 6-7(6) 6-4
[7] K. Anderson b. [11] P. Carreno Busta 4-6 6-3 7-6(6)

Parte bassa

[18] S. Querrey b. [28] F. Lopez 6-3 6-4
[32] M. Raonic b. [Q] M. Baghdatis W/O

[6] J.M. del Potro b. L. Mayer 3-6 7-6(2) 6-3
[31] P. Kohlschreiber b. P.H. Herbert 6-4 7-6(1)

Il tabellone completo
Le altre cronache (parte bassa del tabellone): del Potro è l’unico avversario di Federer?

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