Miami: Coric batte il vento e Shapovalov. Zverev c'è, Kyrgios no

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Miami: Coric batte il vento e Shapovalov. Zverev c’è, Kyrgios no

MIAMI – Borna supera Denis in un match difficile a causa del vento. Sascha ordinato e solido, Nick ha poca voglia. Carreno-Busta elimina un Verdasco acciaccato

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[4] A. Zverev b. [17] N. Kyrgios 6-4 6-4 (dal nostro inviato a Miami, Vanni Gibertini)

Si pensava potesse essere una partita memorabile, invece è stato in incontro che a malapena si può definire una partita. Piuttosto la si può chiamare una splendida sequenza di colpi, alcuni magnifici, alcuni meno, che però non ha avuto quella storia, quel “fil rouge” a collegarli l’uno all’altro per far diventare questo show una partita vera e propria. Il pubblico, tuttavia, sembra aver gradito lo spettacolo, tanto che nella stragrande maggioranza è rimasto sugli spalti fin quasi alle 23 in una serata decisamente freddina (22 gradi) anche se senza il fastidioso vento che aveva disturbato il gioco nella sessione pomeridiana.

Sascha Zverev era sicuramente quello dei due che maggiormente voleva la vittoria, mentre Kyrgios sembrava essere in preda ad una maledetta fretta che a tutti i cambi di campo lo ha fatto alzare dalla sedia 40-50 secondi prima del “time” chiamato da un sempre più divertito Mohamed Layani, quasi il giovane australiano non vedesse l’ora di andarsi a guardare gli highlights della partita NBA tra i Miami Heat ed i Cleveland Cavaliers di LeBron James in svolgimento a pochi chilometri da Crandon Park. Scambi ridotti all’osso, con tutti e due i protagonisti che hanno spinto i fondamentali da fondo a tutta velocità, sia Nick con il suo ormai proverbiale “diritto-laser” sia Sascha con la sua altrettanto letale “catenata” di rovescio incrociata. In risposta Kyrgios ha preteso di rimanere sempre vicinissimo (se non dentro) al campo, potendo soltanto produrre ribattute di mera opposizione ai siluri del tedesco. Un break in apertura ed una sequenza di tredici punti consecutivi a metà set hanno scavato il solco in favore di Zverev nel primo parziale, anche se dopo 20 minuti di traffico a senso unico, complici due doppi falli del biondo teutonico e qualche drive azzeccato di Kyrgios, l’australiano era risalito, sebbene inutilmente, da 1-5 a 4-5.

Nel secondo set l’equilibrio è durato un poco più a lungo, almeno per quattro game, fino a quando due palle corte sciagurate di Nick non hanno consegnato il break decisivo a Zverev per il 3-2. Un’ora e 12 minuti poco indicativi delle condizioni di forma del n.4 del seeding, atteso giovedì da un impegno di ben altro tipo con Borna Coric per giocarsi l’accesso alle semifinali del Miami Open.

[29] B. Coric b. D. Shapovalov 7-6(2) 4-6 6-4 (dal nostro inviato a Miami, Luca Baldissera)

La partita è una di quelle che in futuro potrebbero diventare davvero importanti, ancor più di quanto non lo sia oggi. Borna Coric (21 anni, 36 ATP), batte Denis Shapovalov (18 anni, 46 ATP), in un match difficile, tormentato da un vento fastidiosissimo. L’unico precedente era un match di Coppa Davis, sulla terra battuta in Croazia, vinto da Borna con un triplice 6-4. La nuova generazione sta arrivando, ed è giusto così.

Il prevedibile confronto di stili, tra il tennis tutto solidità e manovra da fondo di Borna, e l’esplosività creativa di Denis, in avvio non produce un grande spettacolo. Entrambi sbagliano diversi colpi non impossibili, ma comunque non fanno fatica a tenere i rispettivi servizi. Il vento che soffia in modo fastidioso, trasversale al campo, sicuramente non aiuta la qualità. Si arriva al tie-break senza che nessuno dei due contendenti sia mai giunto oltre il 30 sulla battuta avversaria, e qui il più giovane canadese combina il “patatrac”. Due dritti sbagliati male, una steccata a causa di una raffica di aria, e in un attimo il set è volato via, 7 punti a 2 Coric in scioltezza. L’impressione è che il vento dia più fastidio alle gran sbracciate di Shapovalov, che ai colpi più ordinati e composti – anche se nettamente meno potenti – di Borna.

Il secondo parziale vede all’inizio ancora Denis in difficoltà, con tre palle break non consecutive – le prime viste nel match – annullate nel secondo game. Poco dopo, la regola dei servizi tanto dominante fino a questo momento perde improvvisamente di importanza: break piazzato dal canadese al quinto game, controbreak Coric all’ottavo, e sul 4-4, ancora break Shapovalov, che va a servire per il set e chiude a 15, 6-4 per lui. La partita, purtroppo, continua a essere di livello tecnico non esaltante, il vento è a tratti fortissimo, e soprattutto cambia spesso di direzione, Borna e Denis cercano entrambi traiettorie cariche al centro, prendendosi pochi rischi, le steccate e gli errori in lunghezza sono molti da parte di tutti e due. Shapovalov, almeno un poco, sembra comunque aver trovato meglio il modo di giocare in queste condizioni rispetto al primo set, in particolare i suoi top-spin di dritto funzionano bene in diagonale.

Nel set decisivo, al secondo game, uno scambio mal gestito dal canadese, con dritto conclusivo sparato fuori di metri, gli costa una palla break contro, ben annullata in attacco, poi al termine di un grandissimo scambio a tutto braccio Denis pareggia 1-1. Bravi entrambi, a tratti ora il match è bello, non è facile offrire uno spettacolo tecnicamente buono quando a volte ti alzi la palla per servire, e te la ritrovi spostata di mezzo metro dal vento. In tribuna stampa sono tutti con la felpa, calato il sole fa anche abbastanza fresco. Ancora break e controbreak nel sesto e settimo game, perde il servizio Denis a causa di un brutto smash fuori di metri, e di un dritto in rete, ma è bravo a continuare ad aggredire con coraggio e pareggiare. Siamo 4-4, la palla ora pesa davvero, il pubblico si diverte. Uno scambio al cardiopalma vinto da Coric lo manda avanti 5-4, tocca Denis servire per salvare la partita. Due doppi falli consecutivi, poi un terzo, costano a Shapovalov due match point contro consecutivi: uno annullato col servizio, il secondo fallito da Borna che manda lungo il dritto. Un altro erroraccio di metri in lunghezza da parte di Denis, terzo match point, e uno scambio ravvicinato a rete manda il croato, con merito, ai quarti di finale. Bravissimo Coric ad adattarsi alle condizioni di gioco, male Shapovalov nel finale, tre doppi falli nel game in cui servi per rimanere nel match sono imperdonabili. In generale, dispiace di non aver potuto avere una partita giocata in condizioni tecnicamente valutabili, ma il vento, ovviamente, c’è per tutti e due. Ora per Borna il vincitore tra Kyrgios e Zverev.

F. Tiafoe b. [10] T. Berdych 6-7(2) 6-2 7-6(1) (Andrea Franchino e Andrea Ciocci)

I match in due atti non sono mai semplici da gestire. Figurarsi per un giocatore giovane come Frances Tiafoe. Caldo quanto si vuole, vista la fresca vittoria a Delray Beach, ma comunque infinitamente meno esperto del rivale odierno, Tomas Berdych. L’enfant du pays (risiede ad Orlando, Florida) si gioca al meglio la chance di accedere agli ottavi di finale del torneo di casa. Battendo in un match sospeso due volte per pioggia (la seconda in un momento cruciale con il ceco al servizio per salvare il match) il più quotato avversario. La maggiore esperienza consente a Berdych di partire sparato all’inizio del primo set, andando sul 3-0 con un break di vantaggio. Tiafoe non si scoraggia e comincia a macinare gioco, non teme le bordate del ceco, anzi le sfrutta al meglio per costringere l’avversario a giocare sempre un colpo in più per conquistare il punto. Grazie a questo atteggiamento il recupero del break è cosa presto fatta e si giunge al 4-4 quando il match viene interrotto per pioggia (stessa scena del precedente incontro).

Alla ripresa entrambi i giocatori mantengono il servizio per giungere al tie-break decisivo, che viene giocato d’autorità e vinto per 7-2 da Berdych. Il giovane americano dimostra un atteggiamento da veterano perché inizia il secondo set con il giusto piglio, serve bene e continua a mettere pressione all’avversario, tanto da portarsi sul 4-1, nel gioco successivo annulla tre palle break che gli consentono di pareggiare il conto dei set con una vittoria per 6 giochi a 2. La terza e decisiva partita vede iniziare meglio Berdych, che conquista un’occasione per strappare il servizio al suo contendente già nel gioco di apertura, non trasformata, poi tiene il suo turno a zero per brekkare Tiafoe nel game successivo. Ma il tennista di casa non si arrende, recupera subito e continua la sua battaglia fino al 5-4 in suo favore, quando il match viene nuovamente interrotto per pioggia, a Miami sono 2:15 di notte, i giocatori sono in campo da oltre 4 ore (2:36 il gioco effettivo).

Difficile pensare a una situazione più scomoda per Berdych al rientro in campo, 13 ore dopo la brusca sospensione. Il ceco se la cava più che bene. Recupera da un pericoloso 15-30, martellando con i suoi colpi pesanti. Qualche imbarazzo anche per Tiafoe, che annulla un altrettanto complicato 0-30. Sarà il tie-break a decidere la contesa. Un nastro decisamente a stelle e strisce beffa Berdych, mentre l’altro scappa nel punteggio. Due i mini-break per lui. La testa di serie numero 10 ci mette il carico ciccando clamorosamente una dritto. E Tiafoe chiude con un ace un tie-break privo del benché minimo pathos. Dove il più esperto dei due contendenti è clamorosamente mancato (un solo punto conquistato). L’americano è atteso ora alla classica prova del nove contro il bombardiere sudafricano Anderson.

[6] K. Anderson b. F. Tiafoe 7-6(3) 6-4 (Andrea Franchino)

Dopo la nottata passata sul Grand Stand, vittima dei capricci del tempo, e dopo il vittorioso epilogo nella mattinata dell’incontro con il ceco Thomas Berdych, di fronte all’americano Frances Tiafoe si presenta una vera montagna da scalare: Kevin Anderson (31 anni, 9 ATP) con i suoi 2 metri e 3 centimetri ed un servizio perforante è un passaggio obbligato e difficile sul cammino per la conquista del titolo a Key Biscaine. La sconfitta in 2 soli set contro un avversario non irresistibile dimostra come il giovane Frances abbia bisogno di frequentare ancora un poco certi ambienti per ambire alle posizioni di classifica che ha dimostrato di valere tecnicamente. Le energie nervose consumate ieri sera nell’attesa della ripresa del gioco non sono state ben recuperate ed hanno avuto il loro peso ma anche l’atteggiamento mostrato dallo statunitense è stato abbastanza sconcertante, questa ricerca a tutti i costi del colpo ad effetto paga poco con giocatori coriacei come il sudafricano che, malgrado la stazza, ha dimostrato di sapersi egregiamente muovere in campo e che difficilmente si lascia scappare le occasioni.

E proprio di opportunità mancate è costellato il cammino in questo match del ragazzo della Florida, dopo aver subito un break in apertura riesce agevolmente a recuperare e ad avere 3 possibilità consecutive per prendere il controllo del set, che però non vengono sfruttate e consentono a Anderson di ricalibrare il servizio e portare la partita al tie-break, suo terreno di conquista. Infatti il “jeu decisif” è senza storia, parte forte il sudafricano, Tiafoe cerca di reagire ma a Kevin basta il primo dei tre set point per aggiudicarsi la frazione. All’inizio del secondo parziale si rivede un film già visto, Frances ha la possibilità di strappare il servizio ad Anderson ma non la sfrutta di nuovo per 3 volte, questa volta non consecutive e per il vecchio adagio (adattato al tennis) “Break mancato, break subito” va poi sotto lui. Di pura rabbia recupera il break ma è evidente come stia affiorando in maniera massiccia la fatica e quando nel nono gioco arrivano altre 3 palle break la capitolazione è inevitabile e l’incontro si conclude al primo match point dei 3 conquistati da Kevin Anderson. Nei quarti il sudafricano è atteso dalla sfida con lo spagnolo Pablo Carreno Busta con buone possibilità di proseguire ancora il suo cammino in Florida.

[16] P. Carreno Busta b. [31] F. Verdasco 6-0 6-3 (Andrea Ciocci)

Li accomuna la bandiera. Li divide tutto il resto. Pablo il giovane, Fernando il vecchio. Un po’ cagnaccio, un po’ formica, Carreno Busta non spreca una stilla di talento. L’altro, Verdasco, molto più latino e assai più propenso allo sciupio – anche extra-agonistico, per quanto ormai accasato -, di occasioni ne ha buttate alle ortiche. Compensando la mancanza di continuità con picchi di prestazione che si fanno raccontare a distanza di anni. In questo derby spagnolo ha prevalso il più giovane e determinato, che non poteva farsi sfuggire la possibilità di approdare ai quarti di finale di un Masters 1000 per la seconda volta in carriera, dopo la sorprendente semifinale raggiunta la scorsa stagione a Indian Wells.

Parte deciso Carreno Busta, che sente bene la palla, specie dalla parte del rovescio. La regolarità e le capacità di incontrista del 26enne di Gijon non lasciano respiro a Verdasco. I cui unforced fanno il resto. Un primo break, seguito da un secondo letteralmente regalato dal 34enne di Madrid che affonda in rete due facilissime volée. Il tuffo nella voragine che Fernando contribuisce a scavare è vertiginoso. In appena 25 minuti, Carreno Busta rifila all’avversario un bagel davvero impietoso. Il 6-0 sembra distrarre Pablo, che concede caterve di palle break. Lasciando scappare Verdasco sul 3-1. In questa fase, a errori marchiani seguono belle chiusure a rete. Da parte di entrambi. E se lo spettacolo non ne guadagna in modo considerevole, sicuramente ora c’è partita. Molti i giochi lottati. E quando la trama tattica vira verso la battaglia da fondo campo, il favorito non può che essere il regolarista. Carreno Busta passa per la prima volta in vantaggio in questa frazione. Il madrileno chiama il fisioterapista al cambio campo per farsi massaggiare il polpaccio sinistro. Lotta, annulla una palla break. Ma cede alla seconda opportunità concessa, mostrando palesi limiti di mobilità. Il numero 19 del mondo chiude al nono gioco. Lo spagnolo su cui puntare è il più silenzioso dei due. Forte della pacata determinazione che gli ha già aperto le porte della top ten, affronterà il vincitore di Tiafoe-Anderson. D’altronde, tranquillità e sogno possono andare tranquillamente d’accordo.

Risultati:

Terzo turno:

F. Tiafoe b. [10] T. Berdych 6-7(2) 6-2 7-6(1)

Ottavi, parte bassa

[19] H.Chung b. J. Sousa 6-4 6-3
[14] J. Isner b. [2] M. Cilic 7-6(0) 6-3
[20] M. Raonic b. J. Chardy 6-3 6-4
[5] J.M. del Potro b. [22] F. Krajinovic 6-4 6-2

Ottavi, parte alta

[29] B. Coric b. D. Shapovalov 7-6(2) 4-6 6-4
[16] P. Carreno Busta b. [31] F. Verdasco 6-0 6-3
[6] K. Anderson b. F. Tiafoe 7-6(3) 6-4
[4] A. Zverev b. [17] N. Kyrgios 6-4 6-4

Gli altri incontri: del Potro domina, ma anche Chung non scherza
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