Fognini, niente miracolo. La Francia in semifinale (Semeraro). Coppa Davis, la Francia ci fa fuori e Fognini spacca (ancora) la racchetta (Lombardo). Italia crac (Azzolini). Fognini stavolta non fa miracoli (Cocchi)

Rassegna stampa

Fognini, niente miracolo. La Francia in semifinale (Semeraro). Coppa Davis, la Francia ci fa fuori e Fognini spacca (ancora) la racchetta (Lombardo). Italia crac (Azzolini). Fognini stavolta non fa miracoli (Cocchi)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Fognini, niente miracolo La Francia in semifinale

 

Stefano Semeraro, la stampa del 9.04.2018

 

Finisce che la Francia si prende la semifinale di Coppa Davis – la giocherà a settembre contro la Spagna, vincitrice sulla Germania all’ultimo singolare – e l’Italia e Fabio Fognini si devono accontentare di una Insalatiera di occasioni perdute. Venerdì la rimonta incompleta di Seppi su Chardy, sabato il doppio regalato. Ieri, le chance sprecate dal Fogna dentro un match non disprezzabile, anzi, ma farcito di rimpianti. Davanti gli transitava Lucas Pouille, numero 1 francese e 11 del mondo, non un cuor di leone in Coppa ma la dogana obbligatoria da superare per spedire in campo Seppi e Chardy sul 2-2 con ancora una speranza di cavarsela. Fabio ci ha provato, anzi, come dice lui «ci ha messo la faccia», ma non ci è riuscito, ha perso in quattro set e 3 ore e 2 minuti (2-6 6-17-6 6-3). Fabio lasciato solo All’inizio gli era anche riuscito di metterlo sotto, Pouille, dominato dall’emozione, ma dopo la risacca francese nel secondo set, nel terzo Fabio ha scialato troppo, lasciando sfiorire la speranziella. Avanti 3-0, ha servito sul 5-3, sul 5-4 si è procurato bene tre set point, sprecandone uno malamente, complice un net inopportuno, ed è crollato nel tie-break. Anche nel quarto, dopo il 4-1 Pouille, Fognini l’incompiuto era quasi rientrato in partita sul 4-3: ma solo per inciampare più bello, restituendo il break appena cucinato. Suoi i colpi più belli della giornata – le frustate lungolinea, le smorzate col contagiri – ma pure gli 87 errori gratuiti contro i 59 di un Pouille più solido e più massiccio al servizio. Più concreto. «Non può fare sempre tutto Fabio», ammonisce Noah. «Voi stamattina già pensavate di essere 2-2, la Davis però è una faccenda di squadra». C’è un pizzico di verità, tre giorni in Davis sono una maratona. Per tutti. «Tocca sempre a me togliere le castagne dal fuoco», sospira il Fogna, «ma a volte ci si brucia. Qui di occasioni ne ho avute: tante. A 31 anni ho capito che in carriera qualcosa ho sciupato, che avrei dovuto vincere di più. Mi consolo pensando che se questo è il livello dei migliori, non mi spaventa». II tempo che passa, con ricambi ancora acerbi alle spalle, spaventa di più.

 

Coppa Davis, la Francia ci fa fuori e Fognini spacca (ancora) la racchetta

 

Marco Lombardo, il giornale del 9.04.2018

 

D’altronde si dice che la Coppa Davis che non rispetti il valore di un movimento tennistico, soprattutto quando si perde. E d’altronde Fabio Fognini sveva pure un po’ di mal di schiena, anche se lui non rinuncerebbe mai a un match con la maglia tricolore addosso: «Per fare in soldi c’è tutto il resto dell’anno, qui si gioca per il Paese. E si deve giocare gratis». D’altronde poi, alla fine, la scelta di Genova per la sfida con la Francia non si è rivelata forse furbissima, visto la vicinanza del confine e l’arrivo in massa di spettatori avversari. Anche se poi ieri le due tifoserie hanno cantato all’unisono i due inni nazionali. D’altronde, insomma, è finita 3-1 per i Bleu sull’Italia, con loro in semifinale grazie alla vittoria in rimonta e in quattro set di Lucas Pouille sul nostro Fabio. II quale – per dirla alla Barazzutti, il nostro ct – «ha avuto un rendimento ad alti e bassi, giocando anche punti splendidi». Ma ha anche, come al solito, esagerato spaccando un paio di racchette e prendendo a calci una sedia. II punteggio finale di 2-6, 6-1, 7-6, 6-3 racconta di una partita che si è decisa al tie break del terzo set (quando Fognini con un doppio fallo e quattro errori non forzati ha fatto la frittata), ma anche d una sfida tra nazionali troppo diver se. Enorme è la differenza tra un movimento, appunto, che continua produrre ricambi come Pouille, classe 1994, e una squadra che ci ha provato schierando tre giocatori – oltre a Fabio, Seppi e Bolelli – che insieme di anni ne fanno 97. Sono sempre loro, dunque….

 

Italia crac!

 

Daniele Azzolini, tuttosport del 9.04.2018

 

Tra le molteplici combinazioni che rendono il tennis una sacrosanta diavoleria, a dire quanto possa risultare stravagante il nostro sport, c’è anche quella verificatasi nel terzo set fra Fognini e Pouille, tale in un amen da sfilare una probabile vittoria dalla racchetta dell’uno e porgerla sul piatto corde dell’altro, ma senza un perché. La si legge a pagina 666 del Libro della Sfiga. .. Non c’è niente di più letale, sul set point, di un colpo ben portato e destinato a sicuro punto che per un nonnulla imbizzarrisca nella traiettoria, restituendo al contendente una palla giocabile altrimenti perduta. Era il terzo set point del terzo set, 5-4, e Fognini ne aveva già smarriti due sul servizi vincenti di Pouille, bravo a colpire con chirurgica destrezza l’incrocio delle righe, quand’ecco che il nostro ritrova la giusta posizione per uno dei colpi più arroventati del suo arsenale tennistico, un rovescio bimane in lungo linea schioccante e puntuto come pochi, che già prima aveva aperto varchi importanti nelle linee difensive del francese. Colpo ben eseguito, Pouille lontano e in ritardo sulla corsa, traiettoria calibrata verso l’angolo di destra del francese. Punto certo. O quasi di colpo la palla ha abbassato la sua corsa, chissà da che cosa frenata, e ha toccato il nastro. Quanto bastava per dare agio a Pouille di raggiungerla in corsa e rimetterla in campo in attesa di un momento più propizio per forzare a sua volta il colpo, come di li a poco è successo. Su quel terzo set point la fiducia di Fabio è venuta meno, così come una racchetta (spezzata in due) e una sediola di lato al campo (passata a miglior vita). I due si sono arrampicati al tie break, ma Fognini era ormai in sofferenza. Il blackout gli è costato il terzo e un bel pezzo ciel quanto (30), alla fine anche la partita, che in fondo l’ha visto sempre molto vicino a Pouille, e qualche volta anche sopra (non di poco). «Ho giocato alla pari, lui è un top ten, ma il livello non è diverso dal mio. Non sono contento, ma è giusto che prenda il meglio da questo confronta Ho avuto molte occasioni, qualcuna mi è sfuggita davvero per un niente. Un pizzico di sfortuna? Ci sta, così come ci sta un pizzico di buona sorte quando si vince». Il nastro ha messo le ali a Pouille e spinto la Francia in semifinale. Non ha bocciato l’Italia, ma l’ha condannata. Al dunque, un solo punto ha marcato la differenza in questi tre giorni, quello del doppio, davvero sprecato nella giornata nerissima della coppia azzurra. Negli altri confronti, invece, ha regnato una parità quasi assoluta, Seppi e Fognini avrebbero potuto battere Pouille («A Fabio è mancata solo un po’ di continuità, ma il livello è stato alto», commenta Barazzutti), mentre Chardy è finito per le terre contro Fognini e, sull’eventuale 4 pari, di sicuro avrebbe rischiato il suo contro Seppi. «Ho perso un’occasione, e non è la prima volta che capita», riflette Fognini, «peccato, perché la Davis, questa Davis, mi dà sempre forti stimoli, e l’idea di poter essere ancora una volta il salvatore della patria, lo ammetto, mi piaceva da matti. Ora, non so, vediamo quali saranno le decisioni sulla Coppa del prossimo anno. Se penso che questa potrebbe essere stata l’ultima partita giocata nella Davis che abbiamo sempre conosciuto, ci sto male. Spero che sappiano ciò che stanno facendo». L’attesa è la stessa di Barazzutti… «Non so quali saranno le nuove regole, spero tengano conto anche dei giovani e non impongano di fare le convocazioni secondo classifica…

 

Fognini stavolta non fa miracoli

 

Federica Cocchi, la gazzetta dello sport del 09.04.2018

 

Miracoli non se ne fanno. La Davis dell’Italia finisce a Genova, dove Lucas Pouille batte Fabio Fognini nel match di apertura dell’ultima giornata e manda la Francia in semifinale contro la Spagna. Miracoli non se ne fanno, no. E non è nemmeno giusto chiederli sempre a Fabio Fognini, il numero 1 italiano, che a ogni turno di Coppa è chiamato a caricarsi sulle spalle un’intera Nazionale. Oneri e onori, si dice, ma forse ormai non basta più. Quando la pressione è troppa e magari il fisico non è al top, è difficile sperare che possa essere sempre il Fabio nazionale trovare la soluzione. Il match contro Pouille è stato lottato, ma non bello, e alla fine ha prevalso chi è riuscito ad approfittare meglio degli errori altrui. LA PARTITA Che il buongiorno si veda dal mattino è ormai un mito da sfatare, visto che ieri il primo set è stato praticamente a senso unico. Pouille in crisi d’identità con la prima non riesce a incidere nei turni di servizio lasciando Fognini a manovrare e chiudere agilmente 6-2. Nel secondo però tutto si capovolge, Lucas ritrova la concentrazione, Fabio ci prova per un A IL NUMERO 6-5 Sesta vittoria francese contro l’Italia in 11 sfide: a casa nostra non vincevano dal 1927 po’, ma a parte le due palle break rimediate nel terzo game e annullate dal francese, crolla. Break nel quarto e nel sesto gioco e parziale che si chiude 6-1 per la Francia. Tutto da rifare quindi, in un terzo set che è la fiera delle occasioni sprecate. Il nostro allunga fino al 3-0, ma la faccenda d’improvviso si complica. Il francese si riprende la battuta nel quinto gioco, Fabio reagisce e vola sul 5-3 pronto a servire per il set. Sembra una formalità, ma come sempre nulla è scontato: nuovo controbreak del numero 11 per il 54. L’azzurro nel gioco successivo spreca tre set point e 11, di fatto, perde la partita. Racchetta distrutta, calcio a una sedia, tie break e set perso. Nel quarto parziale Fognini si ritrova sotto 3-0, ha un sussulto d’orgoglio nel settimo game quando accorcia le distanze sul 4-3 Francia, ma Pouille reagisce e ciao ciao Italia. CASTAGNE Dopo la partita Fabio è sereno: «Penso di aver dato tutto quello che avevo — spiega — mi spiace per come abbiamo giocato il doppio, quel punto poteva essere fondamentale. Purtroppo contro Pouille ho commesso molti errori, ma ho fatto anche cose buone, lui è un top ten, io penso di aver lottato quasi alla pari e sono contento del mio tennis»….

 

 

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