Fognini per Roma e Federico: "Ci proverò" (Crivelli). Thiem: "Con Fabio nell’arena" (Viggiani). Italia dei rimpianti. Giornataccia: zero su cinque (Viggiani). La diva Sharapova ritrova la magia (Stoppini)

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Fognini per Roma e Federico: “Ci proverò” (Crivelli). Thiem: “Con Fabio nell’arena” (Viggiani). Italia dei rimpianti. Giornataccia: zero su cinque (Viggiani). La diva Sharapova ritrova la magia (Stoppini)

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Fognini per Roma e Federico: «Ci proverò» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Vi ricordate la notte magica di un anno fa, con Roma ai piedi di Fabio Fognini capace di annichilire Murray allora signore del ranking in una delle più esaltanti esibizioni di forza e talento della carriera? Oggi servirà una replica perfetta di quella prestazione monumentale, un’altra meravigliosa avventura. Ma un artista del rosso come Thiem, fresco dello scalpo madrileno di Nadal, è un avversario ben più consistente e spinoso dello scozzese che fu, anche perché il numero uno d’Italia combatte contro il tendine d’Achille destro in fiamme e una battaglia di quelle proporzioni richiederebbe il pieno di salute e di fiducia. «Il guaio me lo porto dalla coppa Davis, la caviglia mi dà fastidio soprattutto su questa superficie. Quindi non sono me stesso, ma non ho perso la tranquillità, perché sono consapevole che il mio tennis è al livello che vorrei». A dire il vero, nel primo turno contro Monfils Fabio è sembrato muoversi con efficacia, anzi fino a quando il francese ha retto provando a metterla sulla potenza, Fognini gli ha rispedito indietro traccianti velenosissimi e dunque è possibile che nei suoi delicati equilibri il dolore finisca per togliergli pressione sulla partita liberandogli il braccio. Contro l’austriaco ha perso entrambi i precedenti, l’ultimo a Cincinnati ad agosto, ma a confortarlo è il ricordo di altre imprese passate: «Lui ha appena battuto Rafa sulla terra, ma anch’io ci sono già riuscito. Però non mi nascondo, il match sarà difficile, Dominic sul rosso è uno dei primi cinque al mondo, forse tra i primi tre. Me la giocherò comunque, il mio livello mi soddisfa e ho accanto un allenatore come Davin che sa come gestire situazioni difficili, è stato all’angolo di gente che ha vinto tornei dello Slam». E poi potrà contare sulla famiglia: «I miei genitori non sono qui per altri impegni, però ci sono Flavia e Federico, mia sorella, gli amici: averli in tribuna aggiunge benzina alle motivazioni». Sarà il solito Fabio, imprevedibile e tecnicamente mai banale. Tanto che Thiem non si fida: «Ho avuto un tabellone duro, non sono stato fortunato e l’esordio nel torneo poteva essere più facile. Da Fabio non sai mai cosa aspettarti, ma a Roma sarà sicuramente un po’ diverso: gioca in casa, con un pubblico stupendo e un’atmosfera ideale. Qui si esprime sempre bene, l’anno scorso ha eliminato Murray, e quindi penso che sia il posto peggiore dove affrontarlo». Ma lo era anche Madrid con Nadal eppure Dominator, che ha perso sei chili guadagnandone in scioltezza e agilità, ha fermato a 50 la striscia dei set di Rafa sulla terra: «Ho migliorato il mio tennis, e come ho giocato contro di lui la settimana scorsa è come avevo immaginato di dover fare. Ora come ora non ci riesco però in ogni match, e questo è il mio obiettivo finale». Dopo qualche risultato sull’ottovolante figlio anche di un’intensa love story con la francese Mladenovic («Ho perso Gulbis come compagno di allenamenti e così ho firmato con Kiki», scherza), l’austriaco pare pronto a consolidare il ruolo di antagonista principe di Nadal al Roland Garros, ma il Fognini romano è un bel test su quella strada. Soprattutto perché Fabio ha una sorpresa speciale in serbo per il figlio che sabato compie un anno: «Gli ho detto che da Roma gli porto a casa la finale». Sarebbe una candelina gigante.

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Thiem: «Con Fabio nell’arena» (Mario Viggiani, Corriere dello Sport)

Ecco a voi “Dominator”. O meglio: eccolo per Fabio Fognini che oggi è atteso da un complicatissimo secondo turno appunto contro Dominic Thiem. Il “Dominator” austriaco, che stavolta è arrivato a Roma da numero 8 del mondo, è favorito, con il nostro non al meglio fisicamente.

Parliamo subito di Fognini.

Un turno molto difficile, contro un avversario dal quale normalmente non sai mai cosa aspettarti. E oltretutto giocherà in casa, davanti al suo pubblico, con un ambiente tutto per Fabio: sarà quindi diverso, rispetto ai nostri confronti precedenti. Proprio qui l’anno scorso è stato capace di battere Murray quando Andy era numero 1, quindi penso che Roma sia il torneo più scomodo in cui affrontarlo.

Ottavi, quarti, semifinali, nelle tre partecipazioni precedenti qui a Roma, dal 2015 al 2017: ogni volta un passo in avanti. E stavolta?

E stavolta vediamo… Ci arrivo dopo l’ottimo torneo disputato a Madrid. L’anno scorso mi sono trovato molto bene, nel passaggio dall’altura spagnola a Roma. E qui i campi sono altrettanto veloci. Certo, il sorteggio non è stato dei migliori.

Il match della vita su quale superficie lo giocherebbe?

Sulla terra, senza dubbi.

La stessa terra sulla quale la scorsa settimana ha battuto Nadal per la terza volta in carriera.

Non avrei potuto desiderare di giocare meglio. Certo, non è sempre possibile riuscirci, ma a Madrid ce l’ho fatta, dopo che peraltro Rafa a Montecarlo mi aveva lasciato solo due game. Di sicuro non ho trovato la chiave per poterlo battere ogni volta. Diciamo che affrontarlo su un rosso veloce come Madrid è meglio che a Montecarlo o Parigi, in ogni caso ogni volta bisogna dare il 100% per provare a batterlo. Qui potrebbe esserci una nuova sfida con lui, ma prima di quella mi attendono altre due partite.

Dopo Roma, comunque vada, ci sarà il Roland Garros, dove l’hanno scorso è arrivato in semifinale.

Nessuna pressione: si parla di sport, si vince e si perde, quindi può anche capitare di non riuscire a dare il massimo, qui come a Parigi, e andare a casa al primo match. Certamente un anno fa per me era appena la seconda semifinale di Slam e invece per Nadal l’ennesima: quello l’ho pagato, come pegno.

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Italia dei rimpianti. Giornataccia: zero su cinque (Mario Viggiani, Corriere dello Sport)

Giornata bagnata, la terza degli Internazionali BNL d’Italia, ma affatto fortunata per l’Italtennis che chiude con zero vittorie su cinque incontri. Le partite hanno avuto inizio con tre ore e mezza di ritardo per la pioggia che s’è abbattuta sul Foro Italico. E quelle disputate dai nostri non sono certo finite bene, alcune con parecchi rimpianti. Quelli maggiori sono da parte di Marco Cecchinato, che nel secondo turno ha sfiorato il colpaccio con David Goffin. Gli ha sfilato il primo set per 7-5 dopo che il belga, attuale numero 10 del mondo, era andato di filato sul 5-1 accusando poi fastidi non meglio precisati. Goffin però s’è ripreso in qualche modo e ha rifilato un doppio 6-2 al palermitano. «Lui è salito di livello, mi ha spostato di più e non sono riuscito a metterlo in difficoltà», la spiegazione di Cecchinato. Anche Lorenzo Sonego s’è fermato al secondo turno: se l’è giocata abbastanza bene con Peter Gojowczyk, ma il tedesco non ha avuto particolari difficoltà nel tenere a bada in due set il torinese, che ha concluso così la sua lunga avventura romana iniziata con le prequalificazioni che gli avevano consegnato la wild card per il tabellone principale. Per il primo turno, invece, terzo set fatale a Filippo Baldi contro Nikoloz Basilashvili e Andreas Seppi contro Lucas Pouille. Il 22enne di Vigevano è stato bravo a recuperare un set al più esperto georgiano ma alla fine s’è arreso dopo 1h59′, un impegno non da poco dopo le sette partite precedenti tra prequalificazioni e qualificazioni. Un vero peccato, perché in caso di vittoria sarebbe stato lui l’avversario di Novak Djokovic al secondo turno. «Un’occasione che non capita tutti i giorni, ma vado via da Roma soddisfatto per aver battuto due Top 60». Più deluso Seppi, che cercava la rivincita contro il francese dopo la sconfitta in Coppa Davis: «Quello era il primo match stagionale sulla terra. Qui è stata un’altra storia, ma ho sprecato le mie occasioni». E terzo set indigesto, peraltro con tanto di tie-break, anche per Sara Errani, che era l’ultima a giocare tra le quattro azzurre, dopo che le altre tre erano state eliminate lunedì, anche loro al primo turno. Rimpianti anche qui, perché contro Timea Babos la romagnola è stata fortemente limitata nel rendimento: «Avevo fastidio allo stomaco, una conseguenza degli antinfiammatori che sto prendendo per altri problemi. Mi sta capitando spesso, ora dovrò fare i necessari controlli prima del Roland Garros. Peccato, perché sono andata vicina alla vittoria e avrei voluto che le cose andassero in maniera diversa».

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La diva Sharapova ritrova la magia (Davide Stoppini, La Gazzetta dello Sport)

Trecentosessantaquattro giorni dopo il buio, riecco Masha, unghie colorate e affilate e voglia di lottare che è una bellezza. Mica come il 16 maggio di 12 mesi fa, quando Maria Sharapova se n’era andata dagli Internazionali portandosi dietro, ancor più del suo fascino, una montagna di polemiche per un ritiro causa infortunio che aveva destato sospetti. In quello stesso giorno il Roland Garros aveva annunciato che non le avrebbe concesso la wild card. Il 15 maggio dell’anno dopo Masha si riprende un pezzo di Roma. Lo fa soffrendo e neppure poco, come da pronostico, contro quel motorino di 166 centimetri della Barty, australiana che a inizio terzo set pensava di aver girato la partita dalla sua parte. E invece Maria si è aggrappata al successo in tre set, dopo due ore e mezza di botte, urletti e pugnetti. «Questo torneo è speciale per me», dice lei. Speciale è stato pure l’avvicinamento. Metti Masha di fronte a Rafa Nadal e capisci l’effetto che fa, mediatico, tennistico, sportivo, emozionale. E’ accaduto lunedì, qualche scambio, uno in particolare che ha fatto il giro del web: lunghissimo, lo ha vinto Masha, che poi se la rideva soddisfatta. Eccolo lì, il segreto del successo. «E’ stato incredibile giocare con Rafa, ero nervosa, però mi sono divertita. Con Federer non mi è mai capitato…se glielo chiederò? Chissà». Chissà piuttosto cosa le porterà in dote Roma: «Non ho aspettative particolari, non so fino a che punto arriverò — aggiunge una Masha fatalista —. Ogni match ha una sua storia». E oggi la storia (del 2° turno) si fa contro Dominika Cibulkova, su quel Centrale che l’anno scorso lasciò di sasso ritirandosi. Scambi finiti, invece, per tutti i cinque azzurri in campo ieri. Seppi, Baldi e Cecchinato: tre uomini per tre sconfitte al terzo set. Seppi è stato ancora battuto da Pouille dopo il k.o. in Davis: «Perdere così fa male, lui è stato un po’ fortunato. Peccato per la palla del 4-2 sprecata e per il servizio non preciso nel tie break. Ma dopo questa prestazione guardo al futuro con fiducia». Concetto che può essere esteso a Filippo Baldi, che ha lasciato strada a Basilashvili: «Mi resta il rammarico di non poter affrontare Djokovic, ma per me è stato un grande torneo». Cecchinato s’è illuso dopo la rimonta da 1-5 a 7-5 del primo set: «Poi dal secondo in poi Goffin ha alzato il livello e c’è stato poco da fare». Sonego invece s’è arreso in due set al tedesco Gojowczyk. E l’en plein negativo di giornata per i colori azzurri si completa con Sara Errani, ultima italiana in gara tra le donne, sconfitta in due set da Timea Babos e «dal mal di stomaco, in campo non riuscivo a spingere». E le italiane, per i terzo anno di fila, chiudono gli Internazionali senza vincere una partita.

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