Il predestinato tedesco Zverev sarà numero uno. Ma ora servono gli Slam (Crivelli). Solo Nadal. Dopo Roma, Rafa unica certezza verso lo Slam sulla terra rossa (Viggiani)

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Il predestinato tedesco Zverev sarà numero uno. Ma ora servono gli Slam (Crivelli). Solo Nadal. Dopo Roma, Rafa unica certezza verso lo Slam sulla terra rossa (Viggiani)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Il predestinato tedesco Zverev sarà numero uno. Ma ora servono gli Slam

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 22.05.2018

 

Nonostante la sconfitta di Roma è primo nella Race 2018 e sta imparando a gestire le pressioni: gli resta da sfatare il tabù dei Major. Il vate Federer aveva già enunciato la personale profezia quando si era concesso a quel ragazzino per qualche palleggio: «Sarà sicuramente un top ten: ma puoi stare nella top ten una settimana oppure dieci anni». La questione ormai non si pone più: Zverev è destinato a rimanerci fino a segnare un’epoca. Intanto, in questi giorni ha festeggiato i dodici mesi dall’ingresso nel gotha, coinciso con la vittoria a Roma del 2017. Un anno dopo, Sascha è addirittura numero 3 dietro i monumenti Nadal e Roger, ma soprattutto è primo nella Race, cioè nella classifica che tiene conto solo dei risultati del 2018 e che qualifica per le Finals di Londra, peraltro già assaggiate a novembre. COSA VA Insomma, sembra solo un fatto temporale, magari più vicino di quanto si pensi se lo spagnolo e lo svizzero immortali molleranno d’improvviso il colpo e lui acquisterà continuità: il tedesco è il naturale successore alla posizione di numero uno del mondo. Alla sua età (21 anni compiuti ad aprile), né Federer né Murray, tanto per dire, avevano vinto quanto lui e gli ultimi due mesi, nonostante la sconfitta in finale agli Internazionali, hanno mostrato grandissimi progressi nella gestione della pressione e della stanchezza. Tecnicamente, il servizio regolarmente sopra i 200 all’ora e con una seconda insidiosa e molto lavorata e il fantastico rovescio bimane appartengono già all’arsenale di un dominatore. E poi ha imparato a colpire un passo più avanti, risultando più aggressivo e garantendosi più vincenti. A Roma si è presentato con le due vittorie di Monaco e Madrid su una superficie che richiede notevole dispendio fisico e nervoso e nonostante la fatica ha battuto Goffin e Clic, due top ten, dopo partite complicate, e poi ha fatto match pari, e a larghi tratti migliore, contro Nadal: «Ho comunque perso contro il più forte di tutti i tempi sulla terra». Ha anche l’arroganza del predestinato (a volte troppa: in finale ha interrotto Rafa che stava servendo la seconda perché il pubblico si muoveva) che gli consente di avere fiducia nelle proprie qualità perfino nelle fasi sfavorevoli, pur se a volte è troppo cocciuto nella ricerca delle stesse soluzioni e tende a farsi condizionare dai nervi, perdendo lucidità. COSA NON VA Sono difetti di personalità figli della gioventù, sublimati del resto dall’andamento della finale di Roma, con l’arrivo della pioggia che ha cambiato radicalmente l’inerzia della partita: mentre Nadal ha approfittato della pausa per studiare le strategie che l’avrebbero portato fuori dalla palude, Sascha ha pensato troppo all’occasione che si stava profilando. L’esperienza, è ovvio, si acquista solo con il tempo e il ragazzo di Amburgo ha già dimostrato notevoli capacità di apprendimento. Sul dritto, per esempio, ha lavorato molto, anche se resta il colpo più debole, soprattutto sulla diagonale incrociata, perché sconta una velocità di braccio non eccelsa, e quindi si pub prevedere che si concentrerà pure sul gioco a rete, dove si muove in modo ancora scolastico. Ma il vero discrimine, inutile ricordarlo, restano gli Slam, dove in due anni Zverev non è mai andato oltre gli ottavi a Wimbledon dell’anno scorso, mostrando scarse capacità di approccio, soprattutto mentale, alle due settimane e alle sfide tre set su cinque.

 

Solo Nadal. Dopo Roma, Rafa unica certezza verso lo Slam sulla terra rossa

 

Mario Viggiani, il corriere dello sport del 22.05.2018

 

Una sola certezza, verso il Roland Garros: Rafa Nadal. Tutto il resto è scritto sulla terra rossa, e quindi cancellabile alla prima scivolata, mente da ieri sono iniziate le qualificazioni dello Slam parigino, dove cerca spazio anche Francesca Schiavone (evidentemente per i francesi il trionfo de12010 e la finale del 2011 non valgono una wild card per il tabellone principale). Gli Internazionali BNL d’Italia come sempre sono serviti quale test più importante e indicativo verso Parigi, perle caratteristiche tecniche più simili a quelle del Roland Garros. Cerchiamo allora di inquadrare come stanno alcuni protagonisti dei circuiti Am e Wta. UOMINI NADAL. I bookmaker hanno sempre ragione, o quasi, e la quota quasi irrisoria di 1,45, neanche metà della posta come eventuale vincita, ci sta tutta. Rafa ha infilato l’undecima a Montecarlo e Barcellona e l’ottava a Roma, fallendo solo in altura a Madrid (ma questa non è una novità). Tuttavia al Foro Italico ha avuto la pioggia come alleata: senza quella, pareva avviato a una sconfitta contro Zverev. Due settimane di partite al meglio dei cinque set sono però un’altra storia e allora viene solo da pensare che l’undecima arriverà anche a Parigi ZVEREV. Freccia in su anche per Sascha, fermato solo dal Signore della Terra dopo una striscia di 13 vinte di fila sul russo partitei tornei di Monaco e Madrid). Finora in 11 Slam è arrivato solo una volta negli ottavi, a Wimbledon 2017: questa è l’occasione buona per andare ben oltre. DJOKOVIC. Prima di Roma, proprio non sembrava più un “fattore” per alcun tornea Earia capitolina, nel torneo che ha vinto quattro volte, non ha restituito il campione devastante di un tempo ma sicuramente un Nole sulla strada giusta per tornare in scena ci vuole la contro prova immediata e rilancio definitivo  Parigi, sotto la spinta della semifinale giocata quasi alla pari con Rafa agli IBI 2018. FOGNINL Anche lui a Roma è stato fermato solo da Nadal, nei quarti, dopo un set e mezzo da manuale o quasi alle prese con qualche acciacco che non va via, però anche per lui forma ritrovata come per incanto e chance magari di ripetere il Roland Garros del 2011, quando fu costretto a rinunciare ai quarti per infortunio. ALTRI. Tra i vari ed eventuali protagonisti mettiamo Thiem e Nishikori più di Dimitrov Shapovalov (anche lui stoppato da Nadal a Roma) è teenager che potrà andare molto avanti. DONNE VALER La numero 1 è stata imbarazzante per un set nella finale romana, prima però era andata alla grande. Se non incrocerà la Sharapova a indurirle la schiena con il suo gioco teso, magari in fondo ci sarà proprio lei come già nel 2014 e nel 2017 (due finali perse, però).

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