Se la WADA, l’agenzia antidoping, negli anni ha portato a processo più di un grosso nome, lo stesso non si può dire della Tennis Integrity Unit. Gli sporadici report pubblicati dalla TIU menzionano puntualmente squalifiche di tennisti sconosciuti, assai lontani dalle prime 200 posizioni mondiali, pur essendo evidente come il fenomeno del match fixing interessi il tennis a livelli ben più alti. I pochissimi nomi noti sono sempre venuti fuori da inchieste parallele al percorso della giustizia sportiva ufficiale, anni dopo il loro ritiro, come nel recente caso di Yevgeny Kafelnikov. Fa per questo scalpore il comunicato delle ultime ore, in cui viene annunciata la colpevolezza di Nicolas Kicker, argentino classe 1992 attualmente al numero 84 del ranking ATP.
Kicker è stato trovato colpevole di aver falsato l’esito di due incontri del circuito Challenger nel 2015, a Padova e a Barranquilla (Colombia). Non è specificato se si trattasse di suoi match, anche se è probabile: in entrambe le occasioni perse al primo turno, contro avversari nettamente sfavoriti come Duckhee Lee, vincendo appena tre giochi, o Giovanni Lapentti, facendosi rimontare un set di vantaggio. A questo si aggiungono la negligenza nel denunciare l’approccio da parte di un corruttore e la mancata collaborazione con le autorità. La media release della TIU informa, come spesso accade, a cose fatte: un’udienza c’è già stata, nel marzo di quest’anno, al termine della quale Kicker è stato condannato per ognuna delle infrazioni commesse. Nessun altro individuo, giocatore o meno, viene menzionato. Il caso è piuttosto diverso da quello che coinvolse Marco Cecchinato nel 2016: in quel caso fu la Federtennis italiana a muoversi per prima, e soltanto dopo la Tennis Integrity Unit ad appoggiarsi. Qui invece il tutto sembra nascere da una indagine autonoma del corpo anti-corruzione internazionale.
Nell’attesa dell’annuncio della squalifica, per il quale non è stata stabilita una data, a Kicker verranno impedite l’iscrizione e l’accesso a tutti i tornei di tennis organizzati dai “governing bodies of tennis”, ovvero ITF, ATP, WTA e Grand Slam Board. L’argentino è stato cancellato dalla entry list del tabellone principale del Roland Garros, sui cui campi si stava già allenando, e lascerà il proprio spazio a un lucky loser. Al termine della scorsa stagione aveva vinto il suo terzo titolo Challenger, sulla terra di Buenos Aires, mentre il suo ultimo incontro giocato risale all’inizio di questa settimana, all’ATP 250 di Lione, dove ha perso al primo turno contro Federico Coria. Per curiosa coincidenza, TIU ha pubblicato nel pomeriggio un altro comunicato che ha per oggetto proprio il fratello minore di Guillermo: sembra che il 26enne argentino abbia mancato di comunicare un tentativo di corruzione ai suoi danni avvenuto durante un Futures a Sassuolo nel luglio 2015, circostanza che si sarebbe verificata nuovamente il mese successivo per altri match della stessa stagione.
La sua posizione del Coria più giovane è meno grave poiché nessun tentativo di combine è stato riscontrato, ma la procedura impone ai tennisti di comunicare qualsiasi approccio ricevuto e Coria ha mancato di farlo. La sezione del regolamento relativa a tale casistica recita che “Nel caso in cui un giocatore venga avvicinato da una persona che offra denaro o altri benefici per (i) alterare un risultato/l’andamento di un incontro o (ii) fornire informazioni privilegiate, sarà obbligo del giocatore segnalare tale circostanza a TIU il prima possibile”. Come nel caso di Kicker l’udienza si è già svolta a Miami in marzo, e Coria è stato giudicato colpevole. Nel suo caso tuttavia non scatterà la sospensione preventiva: il tennista dovrà rimanere in attesa della pronuncia dell’Anti-Corruption Hearing Officer. La sanzione sarebbe eventualmente retroattiva e cancellerebbe guadagni economici e di classifica ottenuti nell’intervallo di tempo, ma si tratta comunque di rischi molto più leggeri di quelli che corre Kicker. Il massimo della pena per aver truccato un incontro è la radiazione.